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Capitolo II – La condizione della donna araba e/o musulmana: tra stereotipi e realtà

2.1 Donna araba, musulmana, o arabo-musulmana?

Prima di affrontare il tema in questione è opportuno chiarire la differenza tra “donna araba” e “donna musulmana” o, più precisamente, tra l’aggettivo “arabo/a” e “musulmano/a”: con

110 L. Abu-Lughod, op.cit, p. 784.

l'aggettivo “arabo/a” ci si riferisce ad una persona di origine araba, mentre con “musulmano/a” ci si riferisce ad una persona di religione islamica. Così, un arabo può essere musulmano, cristiano, ebreo o altro e un musulmano può essere di qualsiasi origine.

Altre due espressioni legate agli aggettivi “arabo” e “musulmano” sono “Mondo Arabo” e “Mondo Islamico”. Quest'ultima espressione riferisce ai paesi di maggioranza islamica e, in particolare, alla comunità islamica, detta al-Umma al-Islāmiyyah. Essa, come qualsiasi altra comunità religiosa, è difficilmente collocabile entro precisi confini geografici, in quanto è abbracciata da persone appartenenti a tutti i paesi del mondo e soprattutto a paesi non arabi. Infatti, le statistiche di Pew Research Center del 2012 riportano che la maggior parte dei musulmani si concentra in Indonesia (13%), India (11%), Pakistan (11%) e Bangladesh (8%) 112. Del resto, l'espressione “Mondo Arabo” si riferisce agli insiemi dei ventidue paesi arabi che si estendono su due contenenti, l'asiatico e l'africano, in cui l’Arabo è la lingua ufficiale. All'interno del mondo arabo coesistono da secoli le tre religioni monoteiste: l'Ebraismo, il Cristianesimo e l'Islam. Quest'ultima religione è la prima per numero di aderenti tra gli arabi, che dopo la morte del Profeta Muḥammad (pbsl) si è spaccata in diverse correnti.

I sunniti – conosciuti anche come ahl as-sunnati wal-ğamā‘a, ossia la gente della tradizione e della comunità – rappresentano la maggioranza dei musulmani. Il loro nome deriva da Sunna, ovvero, la tradizione del Profeta Muḥammad (pbsl) che comprende i Suoi detti e atti, chiamati in arabo aḥādīṯ (sing. ḥadīṯ). La loro percentuale si aggira infatti attorno al 87%-90% del totale dei musulmani113. I sunniti riconoscono legittimi i primi quattro califfi che furono scelti come successori dopo la morte del Profeta Muḥammad (pbsl). La scelta del successore non si basava sui legami di sangue con il Profeta Muḥammad (pbsl), ma sulla competenza della persona. Gli sciiti, invece, rappresentano la fazione (šī‘a) di ‘Alī, cugino e genero del Profeta. Si tratta di una fazione nata per rivendicare il diritto dei discendenti del Profeta (detti Ahl al- Bayt) al califfato114. Gli sciiti formano circa il 10%-13% del totale dei musulmani115 e sono diffusi sopratutto in Iran, ma anche in Azerbaijan, Turchia, Afghanistan, Pakistan, India, Iraq, Yemen, Bahrain, Kuwait e Libano.

La seconda religione nel mondo arabo è il Cristianesimo, la cui maggiore diffusione, secondo un rapporto pubblicato su Il Regno, si concentra nei seguenti paesi: Egitto (5,3% della popolazione, circa 4.290.000), Sudan (5,4%, ≈ 1.760.000), Libano (38,3%, ≈ 1.620.000), Arabia Saudita (4,4%, circa 1.200.000), Siria (5,2%, circa 1.060.000), Emirati Arabi Uniti (12,6%, ≈ 940.000), Kuwait (14,3%, ≈ 390.000), Iraq (0,9%, ≈ 270.000), Qatar (13,8%, ≈ 240.000), Bahrain (14,5%, ≈ 180.000) e altri paesi. Il numero totale dei cristiani nell’Africa del Nord e nel Medio Oriente è di 12.840.000. Suddivisi, a loro volta, in Cattolici (5.580.000), Ortodossi (5.510.000), Protestanti (1.730.000) e altri cristiani (10.000)116.

La terza religione nel mondo arabo è l'Ebraismo, che è diffuso in vari paesi arabi come il Magreb, la Tunisia, l'Iraq, la Siria, l'Algeria, il Sudan, lo Yemen, il Libano, il Libia, l'Oman, l'Egitto e la Palestina. L'Ebraismo è suddiviso in diversi correnti, tra le più note ci sono l'Ebraismo ortodosso e l'Ebraismo conservativo o masoretico. Il primo si tratta di una corrente

112 Pew Research Center. Religion & Public Life, “The Global Religious Landscape. Muslims”, 2012, <http://www.pewforum.org/2012/12/18/global-religious-landscape-muslim/> (02/14).

113 Cfr. Pew Research Center. Religion & Public Life, cit.

114 Cfr. A. Ventura, Confessioni scismatiche, eterodossie e nuove religioni sorte nell’Islam, in G. Filoramo (a cura di), Islam, Laterza, Roma 2000. p. 315.

115 Ibidem

116 Studi e commenti. Fede e mondo, “La geografia del cristianesimo globale”, in Il Regno, documenti 9, 2012, pp. 308-320. p. 319, <http://www.voceevangelica.ch/upload/news/cristiani20mondo20Regno.pdf> (11/14).

fedele alla Torah ricevuta da Mosè sul Monte Sīnā ed è diffusa soprattutto in Europa e nel mondo arabo. Il secondo è invece nato negli Stati Uniti all'inizio del XX secolo con circa 40% degli ebrei americani e in secondo momento si è diffuso anche nel mondo arabo117.

Naturalmente, l'eterogeneità caratterizzante il mondo arabo non riguarda solamente l'aspetto religioso, ma anche quello storico, politico, economico, linguistico e socio-culturale. Detto ciò, parlare in generale di donne arabe, come anche di uomini arabi, significa fare riferimento a persone appartenenti ai ventidue paesi arabi: persone che si differenziano in base a numerosi aspetti, come il livello d’istruzione, l'educazione, la cultura, la religione, le esperienze di vita, il ruolo e il ceto sociale e tanti altri aspetti che generano delle differenze tra una donna e l'altra. Ragionando nello stesso modo sulla donna musulmana, e anche sull’uomo musulmano, le differenze aumentano ulteriormente, perché ci si riferisce in questo caso a persone appartenenti a quasi tutti i paesi del mondo.

L’eterogeneità che caratterizza il mondo arabo-islamico si riflette di solito sul carattere delle persone e sul loro modo di agire, perché – come è già ricordato nel primo capitolo – il carattere personale viene influenzato da diversi fattori, come le esperienze personali e l'incessante processo di adattamento da parte dell’individuo ai valori sociali o alla situazione economica all'interno di uno specifico contesto socio-culturale. Con ciò, si conclude che il mondo al quale appartengono le donne arabe e/o musulmane (e gli uomini arabi e/o musulmani) è un mondo molto eterogeneo, che raggruppa al suo interno mondi differenti. Ciascuno dei quali, si suppone, possa modellare il loro carattere personale in una certa maniera e possa tracciare per ciascuna di loro un destino diverso.