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Dopo la crisi, costruire il welfare

Nel documento R a p p o R t o 2 0 1 5 (pagine 115-118)

loTTa alla poverTà

6. Dopo la crisi, costruire il welfare

La disamina dei recenti sviluppi nelle poli-tiche contro la povertà in Italia - compiuta nei precedenti paragrafi - consente di rispondere agli interrogativi che attraversano l’intero rap-porto, menzionati in apertura del capitolo.

Quale bilancio si può formulare sull’azio-ne del Governo Renzi, dal suo insediamento a oggi?16 - Il complessivo sforzo riformatore dell’attuale esecutivo è più incisivo di quello di molti suoi predecessori. Sotto tale profilo, dun-que, si registra una discontinuità rispetto al pas-sato, riscontrabile nell’ampiezza delle riforme in atto e nella numerosità delle parti della società che vi sono coinvolte. Tra queste ultime, tutta-via, non figurano i poveri. Nello specifico della lotta alla povertà, infatti, il Governo ha segui-to una linea di sostanziale continuità con quel-li che l’hanno preceduto: non ha, in altre parole, realizzato interventi significativi.

Quali sono le prospettive della lotta all’indi-genza nell’Italia del post-crisi? - una diffusione

del fenomeno ben superiore ai livelli pre-crisi costituirà un tratto di fondo del nostro paese nei prossimi anni, rendendo ancor più neces-sario adottare in materia degli interventi strut-turali. Nel periodo esaminato dal rapporto, per giunta, sono maturate diverse condizioni in grado di facilitarne l’introduzione. esse ri-guardano, tra l’altro, la crescita d’interesse da

parte della politica, principalmente per merito del Movimento Cinque Stelle, i passi in avanti compiuti nel confronto tecnico sulle azioni da realizzare e il rafforzamento del ruolo di

advo-cacy dei soggetti impegnati nel sociale,

gra-zie all’alleanza contro la povertà. Infine, vari componenti del Governo renzi hanno recen-temente palesato l’intenzione dell’esecutivo di affrontare il problema. Ci si chiede ora se – a partire da queste circostanze – si giunge-rà all’auspicata costruzione di quel sistema di welfare a titolarità pubblica contro la povertà sinora assente nel nostro paese.

Non abbiamo scelto a caso di intitolare que-sto rapporto “Dopo la crisi, costruire il welfa-re”. Lo abbiamo fatto perché ci pare questo il miglior riepilogo dei messaggi che l’analisi del-le recenti politiche contro la povertà in Italia - condotta nei capitoli precedenti - porta con sé. una sintesi che alcuni possono reputare paradossale ma che svela, invece, la natura ul-tima della posta in gioco.

può apparire paradossale, innanzitutto, ri-tenere che “dopo la crisi” la povertà sia ancora un problema. Così è, invece, perché nel nostro paese il fenomeno si è radicato in profondità (rovati e pesenti, 2015), e né la ripresa eco-nomica né quella occupazionale potranno, da sole, risolverlo.

può sembrare altrettanto paradossale, inol-tre, parlare oggi della necessità di “costruire il welfare”: è proprio qui che risiede – invece – la specificità delle politiche contro la pover-tà. Infatti, gran parte delle posizioni espresse

nell’attuale dibattito sul welfare condividono il medesimo punto di partenza. Discutono su cosa bisognerebbe fare del sistema esistente riferendosi – per esempio – a sanità, previden-za e istruzione.

Si tratti di “difendere il welfare dagli attac-chi dell’austerità”, di “ripensarlo per renderlo più adatto all’evoluzione della società” o di “ri-durre un welfare che non ci possiamo più per-mettere”, il tema è come intervenire su politi-che pubblipoliti-che già presenti. Contro la povertà, invece, vi sono significativi interventi a livello locale mentre a livello nazionale un sistema di politiche pubbliche di welfare, degno di que-sto nome, non è mai nato.

a causa delle carenze della seconda repub-blica, quando è iniziata la crisi il nostro paese si è trovato ad esserne privo; le successive po-litiche di austerità hanno fatto sì che anche ne-gli anni dopo si sia andati avanti senza intro-durlo. pertanto, qui il punto non è difendere/ ripensare/indietreggiare rispetto a qualcosa che – pur perfettibile – c’è già. occorre inve-ce decidere se si vuole o meno dar vita a un sistema fondato su una misura rivolta a chiun-que sia in povertà assoluta, un livello essenzia-le costituito da un mix tra diritti nazionali e ri-sposte disegnate dalla rete dei servizi locali e dotato di finanziamenti adeguati.

un sistema, in altre parole, come quello pre-visto dal reddito d’Inclusione Sociale (reis), proposto dall’alleanza contro la povertà in Ita-lia e del quale Caritas ItaIta-liana auspica l’intro-duzione.

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iL RappoRto 2015 ci consegna diveRse pRospettive di LavoRo: un uLteRioRe impegno di advocacy capace di coniugaRe ReaLismo, concRetezza e pRopo-sta di cambiamento, un oRientamento deLLe poLitiche in diRezione sempRe più sussidiaRia, che deve faRe i conti con una cuLtuRa istituzionaLe, ammi-nistRativa e gestionaLe non sempRe adeguata, una più decisa assunzione di ResponsabiLità da paRte dei soggetti sociaLi suL piano deLLo sviLuppo so-cio-economico dei teRRitoRi.

FrANCESCo MArSiCo

caritas italiana

1. Alleanza contro la povertà,

Nel documento R a p p o R t o 2 0 1 5 (pagine 115-118)