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1.6 DIAGNOSTICA PER IMMAGIN

1.7.4 Drenaggio e lavaggio articolare

In corso di artrite settica, sia nei cavalli adulti che nei puledri, una soluzione terapeutica efficace è rappresentata dal lavaggio articolare. Si può eseguire mediante due differenti metodiche: attraverso l’uso di

tecnica viene effettuata sulla base della durata dell’infezione e della gravità dei segni clinici. Se ci troviamo di fronte ad un puledro affetto da artrite settica acuta possiamo effettuare il lavaggio dell’articolazione infetta mediante l’utilizzo di aghi da 14 o 16 G applicati sul lato opposto dell’articolazione (Auer et al., 2006).

La tecnica della distensione e irrigazione mediante aghi o cateteri, posti all’interno dell’articolazione, richiede il lavaggio con grandi volumi, 3-5 litri, di soluzioni tamponate polioniche. Questa metodica terapeutica è indicata ed efficace, come già sottolineato precedentemente, solo negli stadi precoci della patologia durante le prime 24-48 ore, in modo tale che non si siano ancora formati i depositi di fibrina all’interno dell’articolazione colpita (Stoneham et al., 1997).

Nella situazione descritta questa tecnica può, con buone probabilità, risultare efficace. In particolare, il lavaggio attraverso gli aghi è indicato nelle artriti settiche multiple, in cui sono colpite più articolazioni, mentre invece, in caso di artrite settica cronica vi è spesso la presenza di coaguli di fibrina e liquido sinoviale addensato che rendono poco agevole la tecnica del lavaggio mediante gli aghi, rendendo quindi necessario l’utilizzo del lavaggio sotto la guida dell’artroscopia. Infatti, grazie a questa tecnica è possibile rimuovere con successo la fibrina e il liquido sinoviale addensato cronicamente. Un ulteriore vantaggio nell’utilizzo di questo tipo di lavaggio consiste nella possibilità di visualizzare e valutare la cartilagine articolare e di sbrigliare le aree di osteite e osteomielite identificate. L’efficacia dipende dalla situazione in cui si trova l’articolazione infetta e dal tipo di infezione ci troviamo a dover trattare. La probabilità che risulti necessaria la chirurgia artroscopica, al fine di ottenere un efficace lavaggio, cresce in relazione all’aumentare della durata dell’infezione e tanto più l’articolazione risulta infiammata. In più nei puledri, anche in molti casi acuti, l’osteomielite dell’osso epifisale subcondrale associata all’artrite settica necessita di un debridement sotto guida artroscopica (Annear et al., 2011).

In letteratura (Stoneham et al., 1997; Auer et al., 2006; Annear et al., 2011) si afferma che il valore di questo tipo di lavaggio nel trattamento della sepsi a livello articolare nei cavalli è ampiamente dimostrato.

Il lavaggio deve essere effettuato con una soluzione elettrolitica sterile e bilanciata, non le soluzioni antisettiche perché queste provocano cambiamenti pro-infiammatori all’interno delle articolazioni normali. Soluzioni a base di clorexidina, infatti, sono troppo irritanti per l’ambiente intra-articolazione, per cui non devono essere usate per il lavaggio (Bertone et al., 1986; Anderson et al., 1993). Anche la minima risposta infiammatoria provocata da una soluzione di iodio- povidone allo 0.1% e allo 0.01% non costituisce un vantaggio (Bertone et al., 1987).

All’interno della soluzione di lavaggio possono anche essere inseriti antibiotici. Però, dato che il tempo di contatto tra il liquido di lavaggio e il fluido articolare è transitorio, gli antibiotici vengono di solito inoculati dopo aver eseguito il lavaggio, in modo da riuscire a raggiungere più elevate concentrazioni nel liquido sinoviale (Lloyd et al., 1988).

Si può anche aggiungere alla soluzione di lavaggio il dimetilsulfossido (DMSO), un farmaco con proprietà antinfiammatorie, analgesiche locali e vasodilatatorie (Welch et al., 1989). I benefici dell’utilizzo del DMSO sono questa sostanza non provoca irritazione o attività pro- infiammatoria a carico delle strutture sinoviali. Inoltre, possiede un’attività anti-ROS e soppressiva nei confronti delle prostaglandine, effetti che si ripercuotono positivamente sulla diminuzione del processo infiammatorio. Un’altra azione positiva di questo farmaco è rappresentata dalla sua capacità di favorire la penetrazione degli antibiotici all’interno della cavità articolare e del liquido sinoviale (Auer et al., 2006).

Tuttavia il DMSO presenta anche diversi effetti collaterali negativi come le sue proprietà cancerogene e teratogene, motivo per cui il suo utilizzo da parte del Medico Veterinario presuppone una serie di

la penetrazione attraverso la cute, e la sua tossicità anche a basso dosaggio sulle cellule (Galvao et al., 2013). Questo fa sì che, nonostante i molteplici effetti benefici del DMSO, il suo utilizzo come componente del fluido di lavaggio sia discutibile e dibattuto. Un ulteriore differenza tra le due modalità di lavaggio articolare è rappresentata dal tipo di anestesia richiesta da ciascuna.

Il lavaggio mediante l’utilizzo della guida artroscopica necessita di anestesia generale, mentre, il lavaggio attraverso gli aghi è una procedura che si esegue in standing, cioè con l’animale in piedi, in sedazione e in anestesia locale. Nei puledri si ricorre solitamente all’utilizzo della sedazione, principalmente con diazepam, xilazina o butorfanolo, e all’anestesia locale tramite iniezione all’interno della cavità articolare 5-10 minuti prima dell’inizio del lavaggio (Auer et al., 2006). Comunque, anche se il puledro è solo sedato una condizione imprescindibile da garantire è la totale asepsi, al fine di evitare qualsiasi possibile contaminazione dell’ambiente articolare, che dovrebbe rimanere sterile. Nel caso in cui non si sia verificato un significativo miglioramento nelle 24 ore successive al trattamento terapeutico diventa necessario ripetere il lavaggio oppure ricorrere ad un altro metodo di drenaggio. La finalità del drenaggio e lavaggio articolare, che rende questa metodica di vitale importanza nel trattamento dell’artrite settica del puledro, è quella di rimuovere la fibrina, i globuli bianchi, gli enzimi di degradazione e i prodotti ottenuti dal processo infiammatorio (Stoneham et al., 1997).

Lo scopo è quindi sterilizzare l’articolazione, rimuovere i prodotti del metabolismo batterico, eliminare i detriti legati all’infezione e alleviare il dolore (Annear et al., 2011).

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