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Due realtà fondamentali della regione: l’Agenzia regionale per lo

CAPITOLO 1 – DAL PAESAGGIO RURALE AL TURISMO IN CAMPAGNA

1.6 Il paesaggio rurale della regione Friuli-Venezia Giulia

1.6.3 Due realtà fondamentali della regione: l’Agenzia regionale per lo

Nel settore dell’agricoltura, della pesca e dell’acquacoltura è stato istituito un ente strumentale della Regione Autonoma del Friuli-Venezia Giulia: Agenzia regionale per lo

sviluppo rurale (ERSA). L’ente trova le sue origini nella seconda metà dell’Ottocento,

quando furono istituite le stazioni sperimentali che avevano lo scopo di espandere le innovazioni tecniche anche nel mondo rurale. In quest’epoca il territorio regionale era diviso tra Impero Austro-Ungarico e Regno d’Italia e le autorità di governo di questi due stati crearono, nelle province di Gorizia e Udine, degli istituti specialistici per studiare e risolvere i problemi della sericoltura, l’allevamento del baco da seta, e della fertilità del suolo. Con il passare del tempo, queste istituzioni storiche furono unificate sotto un unico ente, non solo incentrato sulla sperimentazione agraria, ma anche sulla ricerca, controllo, sviluppo nell’ambito agrario: l’Agenzia regionale per lo sviluppo rurale84

. L’ERSA, istituita con la Legge del 24 marzo 2004 n. 885

, nasce come strumento di collegamento tra le esigenze del settore produttivo e le attività di tutti quei soggetti che operano, in ambito agricolo, nel campo della ricerca, della sperimentazione e dell’innovazione con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei produttori e dei cittadini. Tale obiettivo, può essere perseguito tramite

il miglioramento della capacità competitiva delle aziende, della sicurezza e qualità dei prodotti, della protezione dell’ambiente e la valorizzazione degli spazi rurali. I compiti affidati all’ente e sanciti dall’art.3 comma 1, si focalizzano sull’organizzazione, coordinamento e gestione dei servizi tecnici di sviluppo e sulla ricerca, divulgazione e promozione dell’intera filiera agricola.

Nella sua veste di Agenzia pubblica, l’ERSA è strutturata per salvaguardare e coniugare la capacità competitiva delle aziende, la sicurezza del consumatore, la protezione dell’ambiente e la conservazione degli spazi rurali, e le attività di controllo e certificazione. Per quanto concerne quest’ultima mansione, all’ente, secondo la Legge regionale n.

84 Tratto da Il Friuli-Venezia Giulia Enciclopedia tematica, I Sapori di una Regione, edizione speciale

realizzata dal settore Iniziative Speciale del TCI, Milano, Touring Editore, 2006.

85 L’Articolo 1 definisce L’Agenzia regionale per lo sviluppo rurale un ente funzionale della Regione

preposto all’assistenza tecnico-scientifica, alla sperimentazione e ricerca, alla formazione e all’aggiornamento per il trasferimento dell’innovazione, alla divulgazione, alla promozione dei marchi di qualità nonché alla certificazione della qualità.

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Figura 4 – Logo Piccole Produzioni Locali (Fonte: ppl.regione.fvg.it)

21/2002 è stata affidata la gestione del marchio collettivo A.Qu.A (Agricoltura, come attività primaria da valorizzare e sostenere; Qualità, come obiettivo raggiungibile grazie alla sinergia tra agricoltura e ambiente; Ambiente, come risorsa viva e preziosa da tutelare). Si tratta di un marchio collettivo di qualità di certificazione volontaria86, concesso dalla regione del Friuli-Venezia Giulia sulla base di precisi disciplinari, i quali stabiliscono i requisiti del prodotto finale, ovvero delineano le tecniche da impiegare nelle diverse fasi di produzione e descrivono i criteri di identificazione e tracciabilità del prodotto. L’Agenzia regionale per lo sviluppo rurale ha la competenza di individuare i tipi di prodotto da ammettere al marchio e di approvare i relativi disciplinari di produzione, nei quali sono previsti i metodi di ottenimento del prodotto87.

La seconda realtà presente nella regione riguarda in particolare la produzione alimentare tipica e di qualità. Dal 2010, infatti, la regione ha promosso un progetto di

sicurezza alimentare, denominato Piccole

produzione Locali (PPL)88che tiene conto dei principi di flessibilità e proporzionalità per consentire la produzione di alimenti sicuri. Questi

prodotti tipici, essendo di nicchia, sono

contraddistinti dall’origine del luogo della materia prima, i limiti quantitativi di produzione e l’ambito di vendita.

I prodotti PPL, caratterizzati dal tagliando e dal logo PPL, sono alimenti che devono essere prodotti in piccole quantità e destinati alla somministrazione e alla vendita diretta al consumatore finale, esclusivamente nell’ambito della provincia e delle province confinanti alla sede dell’azienda di produzione, le quali sono situate per la maggior parte in alta pianura e sull’altopiano del Carso. Tali alimenti si focalizzano sulla produzione dei prodotti carnei, quali il coniglio, il culatello e il pollo, estendendosi poi ai prodotti lattiero-caseari tipici di malga, come il burro di malga, la ricotta fresca e affumicata e i formaggi a latte vaccino e altri prodotti che vengono selezionati tenendo

86 La certificazione volontaria di prodotto nasce dalla necessità, da parte delle aziende che operano nel settore

agroalimentare, di valorizzare e differenziare il proprio prodotto sul mercato. Da un lato consente al consumatore di conoscere quello che acquista, e dall’altro costituisce per l’azienda un mezzo per rafforzare la propria immagine e valorizzare le caratteristiche del prodotto.

87 www.ersa.fvg.it

88 Sancito dalla Legge Regionale 29 dicembre 2010, riguardante il Regolamento per la disciplina delle

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conto delle esigenze delle aziende agricole: confetture di frutta, vegetali essiccati, succhi di frutta e miele89.

Il progetto delle PPL detiene differenti punti di forza: un sistema di autocontrollo igienico-sanitario essenziale, basato principalmente sulle Buone Prassi di Igiene, il quale descrive le principali fasi produttive e, per ciascuna di queste, i comportamenti da seguire e quelli da evitare; varie attività di formazione per gli operatori e l’applicazione di un piano di monitoraggio, costituito da verifiche e analisi di laboratorio, che considera tutti gli anelli della filiera: allevamento, trasformazione e stagionatura.

In conclusione, il Friuli-Venezia Giulia, essendo una regione caratterizzata, oltre che per la varietà e la bellezza del territorio, anche dalla presenza di prodotti alimentari tipici, che rappresentano un ricco patrimonio a disposizione del consumatore e del turista, il progetto PPL ha lo scopo di salvaguardare le tradizioni e le culture, quali la gastronomia, la salute e l’arte, aiutare i consumatori/turisti nella scoperta di nuovi prodotti e luoghi e integrare il reddito da parte degli operatori agricoli.

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