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EAD: Encoded Archival Desciption 30

CAPITOLO 1 LA DESCRIZIONE ARCHIVISTICA

1.2    EAD: Encoded Archival Desciption 30

L’EAD è uno standard de facto di codifica degli strumenti di ricerca archivistici basato sul linguaggio XML e sulle regole enunciate nella ISAD (G). Nasce con lo scopo di creare inventari digitali destinati alla pubblicazione sul web ed è stato concepito per strutturare i dati in maniera gerarchica, adattabile alla descrizione di qualunque fondo indipendentemente dal suo grado di complessità. Nel 1990, archivisti e bibliotecari americani danno inizio ai lavori che porteranno alla creazione dell’EAD, partendo dall’esigenza di creare un sistema che permetta il recupero di un documento all’interno del fondo di appartenenza, senza decontestualizzarlo. Il formato MARC AMC (Archival and Manuscript Control) offriva già la possibilità di creare delle notizie descrittive a livello del fondo e di consultarle tramite OPACs, mettendole in comunicazione tramite i cataloghi collettivi. Non esisteva, tuttavia, uno strumento informatico capace di creare una descrizione così strutturata, gerarchica e dettagliata dei fondi di manoscritti e documenti d’archivio come quella presente nei numerosi inventari cartacei presenti.

La DTD EAD è stata sviluppata nel 1993 all’interno di un progetto di ricerca dell’università di Berkeley, in California. Obiettivo principale era quello di permettere ai futuri sistemi di basarsi su norme

indipendenti da qualunque piattaforma e capaci di restituire una struttura gerarchica complessa. Ciò ha determinato la scelta del metalinguaggio SGML (Standard Generalized Markup Language), passando, in un secondo momento, all’XML, linguaggio di marcatura della “famiglia” dell’SGML ma più semplice e più facilmente adattabile ai vari contesti d’uso.

Nel 1995 il gruppo di ricerca diviene un gruppo di lavoro internazionale i cui membri appartenevano ai più svariati contesti (biblioteche universitarie, pubbliche, private; Library of Congress, archivi nazionali americani, settore commerciale privato, ecc.). Questi lavori sono stati sostenuti dalla SAA (Society of American Archivists), che volle prendere parte allo sviluppo della DTD dandogli uno status normativo. Nel gennaio 1996 la Library of Congress si impegna ad assicurare la manutenzione informatica e la diffusione dell’EAD e la versione 1.0 viene pubblicata nel 1998. La successiva e attuale versione, datata 2002, è costituita da 146 elementi e si pone come standard per lo scambio e il trattamento dei dati. La DTD EAD 2002 permette il pieno rispetto della norma internazionale di descrizione archivistica ISAD (G) e, nonostante sia nata in contesto americano, essa viene utilizzata dalla comunità archivistica internazionale da circa 10 anni. La Tag Library è così organizzata:

• nome del marcatore (la forma abbreviata del nome dell’elemento in inglese tra parentesi uncinate);

• nome dell’elemento (la forma estesa del nome dell’elemento che segue il nome del marcatore e ne chiarisce il significato);

• descrizione (la definizione dell’elemento utilizzando la terminologia presente all’interno dei vari glossari archivistici, dei dizionari generali e di dati, come quelli presenti in ISAD (G), MARC 21, DTD TEI (Text Encoding Initiative). Si passa poi alla descrizione delle

modalità di utilizzo dell’elemento evidenziandone gli attributi più importanti. Sono indicati esplicitamente gli elementi ISAD (G) e campi MARC correlati all’elemento);

• può contenere (fornisce tutte le indicazioni sul possibile contenuto dell’elemento);

• può essere contenuto in (definizione degli elementi genitori dell’elemento descritto);

• attributi (tutti gli attributi che si possono associare all’elemento);

• esempi.

I vari livelli e le informazioni che li descrivono, si basano sul principio dell’eredità dell’informazione. Quindi ogni notizia data a un livello gerarchico superiore, viene ereditata ai livelli inferiori dove, sulla base di questo principio, non dovrà essere ripetuta.

Nel febbraio 2007, uno Schema XML34 per l’EAD (disponibile in

versione XML Schema e Relax NG) è stato pubblicato dal gruppo di lavoro internazionale. Si tratta di una trasposizione degli elementi e degli attributi della DTD EAD 2002 che permette di controllare meglio i valori e il formato di certe informazioni e consente, così, l’utilizzo congiunto dell’EAD e di altri Schema XML come la TEI o l’EAC-CPF. Lo schema presenta tuttavia ancora importanti limitazioni che ne hanno ostacolato l’utilizzo come sostituto della DTD che ad oggi rimane il documento di riferimento.

Il 4 ottobre 2010, la SAA ha ufficializzato l’inizio dei lavori per la revisione dell’EAD, con la prospettiva di sviluppare un unico standard sotto forma di schema. Si prevede di creare una versione beta del nuovo

34

Analogamente ad una DTD, un XML Schema è una descrizione formale di una grammatica per un linguaggio di markup basato su XML che però, a differenza della DTD, che utilizza una propria sintassi specifica, un Schema XML utilizza la stessa sintassi XML per definire la grammatica di un linguaggio di markup.

schema entro dicembre 2012 e di presentare la nuova versione ufficiale alla riunione annuale della SAA del 2013. Questa revisione permetterà di migliorare la coerenza con lo schema EAC-CPF, oltre che di eliminare elementi obsoleti nella catalogazione corrente creati all’origine per la retro-conversione degli strumenti di ricerca, in particolare molti elementi di messa in forma. Va, comunque, sottolineato che l’EAD è uno standard di strutturazione dei dati della descrizione archivistica e non del loro contenuto.

La documentazione ufficiale dell’EAD è disponibile su delle pagine ad essa dedicate dalla Biblioteca del Congresso e comprende il file ead.dtd, più una serie di file addizionali, compresa la tag library. Il sito della SAA fornisce una versione PDF del dizionario e delle informazioni sull’evoluzione della DTD, in particolare sul lavoro del sotto-Comitato tecnico dell’EAD.

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