Cap 5 Educazione ambientale: una possibile soluzione
5.1 L’educazione ambientale a São Tomé
alunni, inoltre, devono dividersi in vari turni giornalieri, anche serali per le scuole superiori116.
5.1 L’educazione ambientale a São Tomé
Una delle cause alla base del degrado ambientale dell’isola di São Tomé è la scarsa diffusione di attività ed insegnamenti di educazione ambientale, fattore che rende i cittadini inconsapevoli ed impreparati riguardo al comportamento da assumere quando interagiscono con gli ecosistemi locali. L’educazione ambientale è, infatti, fondamentale per rivisitare gli usi e i costumi di un Paese ed incentivare un cambiamento di mentalità a favore del progresso ecosostenibile dell’ambiente.
A questo proposito, molto rilevante è il progetto117 che nasce a seguito della pubblicazione del dottorato di ricerca di Ricardo Faustino de Lima sulla gestione e la conservazione delle specie endemiche di São Tomé presso la California Academy of Sciences nel 2012118. Si tratta di una ricerca sul campo per ottenere ed elaborare informazioni sugli esiti e sulle limitazioni dell’insegnamento dell’educazione ambientale nelle scuole e nelle comunità rurali di São Tomé. Da questo studio sono emerse diverse constatazioni sulle quali riflettere per migliorare non solo l’insegnamento dell’educazione ambientale ma anche la gestione delle risorse naturali nel territorio locale. 116 A Monte Café, la scuola primaria fa un turno la mattina e uno il pomeriggio. Tuttavia, anche così, non riescono ad accogliere tutti i bambini che vivono nelle vicinanze. Alcuni, infatti, devono recarsi alla scuola di Novo Destino, molto più piccola e povera dell’altra, che dista almeno 3 km di distanza da Monte Café. Per raggiungerla, i mezzi pubblici non esistono e i bambini devono percorrere per forza la strada delle piantagioni, spesso piena di pozzanghere e fango. La scuola secondaria più vicina si trova a Trindade a 6 km da Monte Café. La strada da percorrere è quella principale; è asfaltata ma, essendo Monte Café situato su un’altura, al ritorno la strada è in salita con un dislivello di almeno 400 metri. Questa scuola ha anche un turno serale. Stefane, infatti, la frequenta di sera fino alle 22 circa.
117 Descritto nel libro: Veríssimo D., Dos Santos Oquiongo G., Viegas L. e De Lima R. F., Environmental
Education Activities in São Tomé Island, São Tomé and Príncipe, Field report, Grin Verlag Gmbh, 2013.
118 De Lima R. F., Land-use management and the conservation of endemic species in the island of São Tomé,
La ricerca è stata eseguita in modo molto semplice: sono state scelte delle scuole primarie e secondarie e delle comunità locali dove fare una presentazione generale sul contesto ambientale, da cui si sono sviluppate delle discussioni.
Nelle scuole primarie, è risultato che pochissimi bambini erano a conoscenza dell’esistenza del Parco Naturale Obô, ma nessuno di loro ci era mai stato o sapeva della presenza di molte specie endemiche a São Tomé. Tuttavia, quasi tutti riuscivano ad identificare e a nominare le specie di animali presenti nell’isola. Infine, molti bambini di queste classi, soprattutto maschi, hanno ammesso apertamente di uccidere per gioco gli uccellini con le fionde, cosa ribadita anche dagli adulti, i quali solitamente non approvano questo comportamento.
Nelle scuole superiori, quasi tutti gli studenti conoscevano il Parco, sapevano dell’esistenza di specie endemiche e potevano riconoscerle. Nell’Instituto Diocesano de Formação, una scuola superiore privata, un quarto degli studenti interrogati (circa 20 su 85) lo avevano visitato almeno una volta. Gli studenti più grandi, inoltre, avevano una giusta idea del numero di specie endemiche presenti nell’isola ed erano consapevoli della loro importanza e della necessità di proteggere le aree forestali.
Anche durante gli incontri con alcune comunità dell’isola, è emerso che molti conoscevano il Parco anche se pochi lo avevano visitato. Quasi tutti potevano nominare le specie ma senza riconoscere quali erano endemiche. Quelli che non conoscevano l’endemismo a São Tomé si sono stupiti di questa particolarità. In generale sembrava esserci un consenso riguardo l’esistenza di pratiche non sostenibili di utilizzo delle risorse della foresta e riguardo le difficoltà a migliorare la situazione. Molti partecipanti alle conferenze erano ben consapevoli dell’importanza che l’ambiente circostante ha per la loro sopravvivenza e per il loro sviluppo come comunità. Ogni cittadino sa gestire al meglio le risorse naturali che si trovano nel proprio terreno, dove, per esempio, può procurarsi gli alimenti necessari alla sua famiglia, senza bisogno di prenderli altrove. Il problema dello sfruttamento eccessivo delle risorse forestali nasce quando queste sono “pubbliche”: trovandosi, pertanto, nella zona cuscinetto o in quella protetta e non avendo un proprietario, vengono utilizzate a sproposito.
Per esempio, la comunità di São Nicolau vive in un distretto circondato dalla foresta, ma rileva la scarsezza di legname per costruzioni in quella zona. I locali riconoscono, inoltre, che la vendita di legname per il carbone e la conversione delle terre
selvagge in aree ortocolturali minacciano la sopravvivenza della foresta. Essi affermano che, al momento, non esistono delle soluzioni per la sussistenza della comunità in quel luogo, soprattutto a causa del loro isolamento e della mancanza di lavoro. Alcune delle attività che svolgono sono, infatti, illegali, tuttavia, per loro, il governo non ha il diritto di far applicare la legge senza trovare prima delle soluzioni o altre fonti di guadagno. Il governo viene, inoltre, incolpato di corruzione, mentre la lentezza dell’iter burocratico a proposito della vendita legale di legname e il costo elevato delle risorse vengono riconosciuti come le cause del disboscamento illegale. Si ritiene che se ci fossero più posti di lavoro nell’isola, probabilmente le persone non farebbero più ricorso a queste pratiche illegali per procurarsi da vivere. La stessa situazione viene rimarcata anche in altre comunità dell’isola, i cui cittadini non incolpano completamente i taglialegna illegali poiché comprendono bene la situazione.
Nel distretto di Claudino Faro, la maggior parte del taglio degli alberi viene fatto illegalmente da Santomensi estranei alla comunità. Dopo il rifiuto di intervento del dipartimento forestale per mancanza di risorse per combattere queste attività illegali, i cittadini hanno bloccato di loro spontanea volontà le strade per ostacolare almeno il trasporto di legname. Nonostante i taglialegna abbiano trovato un’altra strada per continuare le loro attività, questo esempio dimostra la forza delle comunità, messa in campo per proteggere il proprio territorio e le sue risorse. Nonostante ciò, altri villaggi si sentono in disaccordo con questa soluzione perché temono che, agendo così, possano nascere delle tensioni interne. I cittadini del villaggio di São José, addirittura, non sembrano preoccupati per il disboscamento forestale e le conseguenze dello sfruttamento del suolo. Ciò soprattutto perché vivono circondati dalla foresta e non capiscono perché ci si debba preoccupare di queste cose se la foresta è così grande. Infine, molti cittadini ritengono che col passare del tempo la forza di protezione territoriale del Parco Obô si indebolirà a causa dello sviluppo demografico e dell’espansione dei villaggi.119
Questa ricerca sul campo fa capire che, in relazione alle comunità locali, molte persone non erano a conoscenza dell’esistenza del Parco nonostante ci vivano molto vicino e questo è impressionante se si pensa che il Parco occupa quasi un terzo dell’isola. Inoltre, tutti gli abitanti conoscono molte specie ma pochi sanno che sono endemiche,
questo a causa della disinformazione e della scarsa sensibilizzazione a riguardo. l ricercatori sostengono, infatti, che il concetto di sostenibilità è difficile da far comprendere a queste comunità, per questo è fortemente necessario sviluppare corsi di educazione ambientale anche tra i più grandi.
Solo recentemente si sono sviluppate alcune iniziative di educazione ambientale da attuare nell’isola di São Tomé. L’educazione ambientale si può insegnare in modo formale con dei corsi nelle scuole e nelle comunità, oppure in modo indiretto tramite per esempio delle iniziative e degli spot televisivi120 o radiofonici.
L’insegnamento formale è utile soprattutto nelle scuole per aiutare i bambini a comprendere meglio l’ambiente che li circonda, in modo da diventare poi degli adulti più consapevoli e responsabili. Purtroppo, però, l’educazione ambientale non è ancora presente nell’offerta scolastica come una vera e propria materia. Sta, infatti, al singolo professore parlare di aspetti ambientali importanti durante le sue lezioni. Uno strumento utile a questo scopo è il libricino didattico per insegnanti creato nel 2009 da Mariana Carvalho, in collaborazione con il Ministero dell’Educazione, Cultura e Formazione e la Direzione Generale dell’Ambiente di São Tomé e Príncipe.121 Si tratta di un efficace mezzo di comunicazione che può sensibilizzare gli educatori verso l’insegnamento dell’educazione ambientale già dai primi anni di scuola primaria ed aiutarli in modo creativo a spiegare agli alunni cosa sono l’ecologia e l’ambiente e a descrivere loro il micromondo che li circonda. Il libro parla di ecologia, biodiversità e conservazione ambientale ed ogni capitolo è suddiviso in parti descrittive generali e altre più specifiche su São Tomé e Príncipe, esercizi teorici e pratici da fare in classe o all’aperto. Grazie a queste attività creative, anche gli studenti più piccoli possono cominciare a conoscere l’ambiente e imparare a rispettarlo da subito.
La trasmissione di insegnamenti di cura ambientale in modo informale, invece, è un po’ più ricca, ma ancora debole ai fini del raggiungimento dell’obiettivo finale di sostenibilità territoriale. Tali iniziative del governo e delle Ong internazionali vertono su
120 Esempi sono gli spot pubblicitari dell’ONG Alisei, che si possono trovare nella loro pagina di vimeo.com.
(https://vimeo.com/138145646 o https://vimeo.com/138131036)
121 Carvalho M., Ecologia, Ambiente e Educação Ambiental em São Tomé e Príncipe, Universidade Eduardo
diversi temi, concentrandosi di più sui problemi quali la deforestazione, l’inquinamento da rifiuti, l’erosione costiera e i servizi igienico-sanitari di base.
Un esempio recente è il workshop “Oficina de Reciclagem e Reutilização Criativa e
Desenvolvimento Comunitário na Roça de S. João de Angolares e a Oficina Resíduos: um recurso para Reutilizar com criatividade, na Escola de Campo de Diogo Vaz” (Rocha Brito B., 2019: 356). Questa iniziativa prevedeva il riciclaggio di beni non più usufruibili per il loro scopo originario, riutilizzando le lattine per farne dei portapenne, il tetrapack per creare dei portafogli e materiali come metallo e flora locale per la realizzazione di altri oggetti originali e creativi. Di fine 2019 è anche il finanziamento di un milione di dollari della compagnia petrolifera British Petroleum per la realizzazione di «[…] iniciativas de desenvolvimento social concebidas para promover e proteger o ambiente, a educação, desenvolvimento empresarial e o acesso à energia» (Veiga A., 2019a).122
Tra i progetti finanziati sono presenti anche dei corsi di formazione per la risoluzione dei conflitti e dei problemi ambientali, nonché per la gestione dei rifiuti e la trasformazione dei residui organici e inorganici in nuovi prodotti da vendere. Infine, anche la Comunità dei Paesi di Lingua Portoghese (CPLP)123 si è attivata per rafforzare
l’insegnamento dell’educazione ambientale nei suoi otto paesi membri. «Este projecto consiste na constituição de centros de informação de referência em educação ambiental, com a criação de duas salas verdes em cada um dos paı́ses membros, a elaboração de um programa conjunto da educação ambiental da CPLP e a formação de quadros» (Rocha Brito B., 2019: 154). Questi centri saranno costruiti in entrambe le isole, in particolare a São Tomé si è pensato di realizzare la green room all’interno della Biblioteca Nazionale, al centro della capitale.
Altri progetti simili sono nati, negli ultimi anni, per rafforzare la responsabilità sociale dell’individuo e della comunità verso il loro stesso benessere e quello dell’ambiente, diffondere esperienze e conoscenze utili allo sviluppo ecosostenibile del Paese, riflettere sul proprio ruolo di cittadino, valorizzare la biodiversità locale e aumentare la consapevolezza dell’importanza della conservazione ambientale.
122 https://www.telanon.info/economia/2019/12/19/30773/bp-anuncia-financiamentos-para-5-
projectos-sociais-em-stp/
5.2 I bambini come protagonisti attivi del cambiamento
Le iniziative esposte sono utili strumenti per avvicinare il cittadino ad una più corretta relazione con l’ambiente, rendendolo partecipe del cambiamento. Purtroppo, però, questi progetti risultano efficaci solo nel breve periodo. Per risolvere il problema dell’attuale insostenibilità ambientale alla radice, è fondamentale ed inevitabile puntare su piani d’azione a lungo termine, quindi sull’educazione delle nuove generazioni. Infatti, è opinione comune di molti intervistati che il futuro dell’isola di São Tomé dipende dall’insegnamento che si dà ora ai bambini, in modo tale da farli crescere già con la consapevolezza che serve per gestire il territorio al meglio.
«T: […] sono processi che hanno bisogno di molto tempo per cambiare la mentalità. È molto difficile cambiare la mentalità di un adulto, anche se possibile, però bisogna partire dai bambini e fare dei programmi di educazione nelle scuole ecc. e farli crescere già con un’altra mentalità, un altro spirito. […] ci vogliono almeno venti o trent’anni per migliorare un po’ la situazione sulla conservazione e protezione ambientale. Prima bisogna che diventino coscienti della problematica e appunto lì lo fai soprattutto lavorando sui bambini, la sensibilizzazione dei bambini su queste problematiche. Sugli adulti è molto più difficile perché lì entrano questioni economiche ecc. Se qualcuno ha anche solo come hobby la caccia, lo fa e sarà sempre difficile che lo smetta di farlo. Quindi, secondo me, è più un lavoro sui bambini» (Tiziano, intervista del 21.11.19). «S: [...] tem que ser bem trabalhado. A gente entrar na linha, tem que ser bem trabalhado, bem falado. Não num dia só, num mês só, nem dois meses. A explicar a gente vai entender na linha. V: Então seria necessário começar com as crianças que depois crescem? S: Sim»124 (Simi, intervista del 11.11.19). Il luogo migliore dove aiutare i bambini a diventare più responsabili è, dunque, la scuola, uno spazio di formazione dove crescere imparando ad essere consapevoli e
124 S: [...] deve essere pensato bene. Dobbiamo entrare nell’ottica giusta, dev’essere ben pensato, ben
spiegato. Non in un solo giorno, in un solo mese, nemmeno in due mesi. Spiegando, le persone capiranno. V: Quindi sarebbe necessario iniziare con i bambini che poi crescono?