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Effetti dell’attività fisica sul benessere psicologico

CAPITOLO 4 EFFICACIA DELL’ATTIVITA’ FISICA 4.1 effetti dell’attività fisica

4.5 Effetti dell’attività fisica sul benessere psicologico

L’obiettivo terapeutico consiste nel recupero della forma psico-fisica del paziente, al fine di promuovere un cambiamento dello stile di vita e una correzione delle abitudini che hanno contribuito alla comparsa dell’obesità. Non sono da sottovalutare infatti gli aspetti psicologici connessi allo svolgimento della stessa.

E’ importante dare dei rinforzi positivi:

- incoraggiare il paziente a verificare il miglioramento della performance - richiamare l’attenzione sulla sensazione di benessere dopo l’esercizio - evidenziare le variazioni della forma corporea, indipendentemente

dalle variazioni del peso

Bisogna tener presente la ricerca della piacevolezza:

- tenere conto delle preferenze del paziente sul tipo di esercizio

- un tipo di esercizio molto gradito al paziente è preferibile ad uno poco gradito

Ed anche della socialità:

- la compliance aumenta se l’esercizio è svolto insieme a qualcun altro - la compliance aumenta se l’esercizio è svolto in maniera strutturata

fuori casa

E della gradualità degli obiettivi:

- iniziare con programmi di intensità lieve, per poi aumentare progressivamente

- cercare di inserire esercizi anche lievi nelle normali attività quotidiane (andare a fare la spesa a piedi, non prendere l’ascensore, ecc.). A sostegno di quanto sopra riportato, numerosi dati di letteratura hanno per anni sostenuto una correlazione tra attività fisica e psicopatologia. Sin dal 1896, il giovane dott. O. Fache sosteneva una tesi di medicina intitolata:

"Della neurastenia e del suo trattamento con gli esercizi fisici" [114]. La mancanza di attività può essere infatti un campanello d’allarme di un inizio di sintomatologia depressiva che spesso è una componente presente nei soggetti con disturbi alimentari. Al contrario, la pratica sportiva sembra associarsi ad una buona salute mentale. E ‘ormai accertato che l’esercizio fisico ha un effetto positivo sulla psicopatologia. Esistono quindi oggi prove scientifiche sufficienti a supportare l'idea che l'attività fisica abbia effetti significativi sulla capacità mnemonica, sullo stato mentale, e su abitudini alimentari disfunzionali [115]. L’attività fisica sembrerebbe agire migliorando la sensazione di efficacia e di fiducia in se stessi. Ciò avviene attraverso il riuscire comunque a porsi degli obiettivi incrementando così l’autoefficacia. La polarizzazione sull’ attività fisica può rappresentare inoltre una distrazione positiva in grado di migliorare anche le performances cognitive. Il miglioramento fisico conseguente ad una regolare attività fisica può contribuire ad aumentare l’autostima e favorire il confronto con gli altri contrastando la tendenza al ritiro sociale presente nei soggetti affetti da obesità. Il meccanismo attraverso il quale vi è un miglioramento del tono dell’umore è probabilmente legato all’incremento delle endorfine e della serotonina come risposta acuta all’attività fisica [116]. L’attività aerobica probabilmente agisce attraverso l’aumento della capacità respiratoria. Il nostro cervello è sensibile alle variazioni che si registrano nelle concentrazioni di anidride carbonica ed ossigeno; l’equilibrio tra questi due gas influenza quello tra i due neurotrasmettitori: l’acido gammaminobutirrico (GABA), che ha una attività inibente la attività cerebrale, ed il glutammato, che funzionerebbe da eccitatore. Un deficit di ossigeno ed un parallelo aumento di anidride carbonica potrebbe squilibrare la trasmissione cerebrale a favore del GABA, con una depressione dell’attività cerebrale e mentale.

Quindi, regolare al meglio la nostra capacità respiratoria può avere l’effetto di riequilibrare la trasmissione nervosa e conseguentemente l’umore. Altri studi avrebbero dimostrato invece un rapporto dell’attività aerobica con l’aumento di noradrenalina, serotonina ed endorfine, tutti neuro mediatori

implicati nei disturbi d’ansia, fobie e depressione che spesso ritroviamo in soggetti con disturbi alimentari.

In soggetti grandi obesi l’azione antidepressiva della attività fisica, anche in caso di depressione grave, è evidente e documentabile già dopo 10 giorni. [117].

Gli antidepressivi iniziano la loro attività dopo circa 15 giorni dall’inizio della assunzione. L’attività fisica in particolare la corsa agisce anche prima.

Le spiegazioni dei risultati di questo studio pilota [117] possono essere diverse: si può infatti pensare al fatto che la corsa (o comunque l'esercizio fisico) favorisca la produzione di alcuni neurotrasmettitori che innalzano il livello dell’umore, oppure al fatto che la azione metabolica dell'esercizio influenzi il funzionamento cerebrale.

Nuovi studi si sono in seguito succeduti nel confermare l'efficacia positiva sull’umore dell'esercizio fisico in qualunque modo venga svolto.

Uno studio americano [118] ha illustrato un significativo miglioramento dell’umore, dopo 3 mesi, perfino nei soggetti che avevano effettuato solo esercizi di flessibilità. Nei soggetti che si sono dedicati ad attività più intense, i disturbi dell’umore si sono ridotti del 50%.

L'efficacia, secondo lo studio, aumenta dunque con l'intensità dell'esercizio; ciò ci fa capire come l’esercizio fisico può aiutare soggetti obesi con disordini alimentari.

In uno studio effettuato su 1122 studenti universitari di città del Messico Lazarevich I et al nel 2013 [119] hanno evidenziato come siano importanti programmi per lo sviluppo di corrette abitudini alimentari e l’attività fisica nell’approccio globale dell’obesità; questi però devono essere coadiuvati da strategie per la gestione delle emozioni, tecniche di riduzione dell’impulsività e promozione di umore positivo.

In uno studio pubblicato nel febbraio del 2014 [120], Danielsen KK et al hanno analizzato le modifiche dovute ad un cambiamento di stile di vita in 100 soggetti obesi includendo un minimo di 90 minuti di attività fisica adattata per 5 giorni alla settimana per 10/14 settimane. La qualità della vita è stata valutata da Binge Eating Scale , Hospital Anxiety e Depression

Scale , e SF -36 : è emerso rispetto al gruppo di controllo una riduzione del Binge Eating Disorder e della depressione ed un aumento della salute fisica e mentale. Miglioramenti nel Binge Eating Disorder e sulla salute fisica sono stati associati con la perdita di peso. Inoltre a 6 e 12 mesi vi è stata una riduzione della pressione sistolica, della glicemia, dei trigliceridi e del colesterolo LDL e un aumento di quello HDL.

CONCLUSIONI

L’esplosione epidemica dell’obesità è pervenuta ad una dimensione tale da costituire, per l’Organizzazione Mondiale della Sanità, uno dei più importanti settori di intervento per la tutela della salute pubblica. Il fenomeno è diffuso in varia misura in tutte le regioni del nostro paese e la sua prevalenza è in costante aumento, con una preoccupante espansione nell’età infantile. Nella maggior parte dei casi l’obesità viene definita essenziale o primitiva ed alla sua insorgenza concorrono principalmente fattori ambientali e genetici. I fattori ambientali comprendono la riduzione del dispendio energetico individuale, favorita dal lavoro sedentario e dalla scarsa abitudine allo svolgimento dell’esercizio fisico, e la sempre maggiore disponibilità di cibo.

L’obiettivo di controllare e ridurre la diffusione epidemica dell’obesità può essere raggiunto mediante una strategia generale che si avvalga di azioni integrate, intervenendo sui determinanti sociali, economici ed ambientali alla base dei comportamenti individuali. E' quindi da sottolineare l'importanza dell'approccio multidisciplinare.

In particolare questa tesi, tende ad evidenziare l’importante ruolo che l’attività fisica riveste nella prevenzione e nel trattamento dell’obesità ed il rapporto ormai dimostrato fra l'attività fisica ed i disturbi alimentari.

Sicuramente il ruolo del Laureato in Scienze Motorie, oltre che promuovere uno stile di vita sano ed attivo tra la popolazione, è quello di individualizzare l'attività fisica a seconda del grado di obesità e del quadro clinico del soggetto.

L'obesità si giova di programmi integrati che prevedono una attività fisica di tipo misto con alternanza di esercizi di tipo aerobico e di resistenza. In questo modo è possibile agire positivamente sul metabolismo basale riducendo il rischio cardiovascolare mediante miglioramento dell'insulino- resistenza, del profilo lipidico e dei valori di pressione arteriosa.

L'alternanza fra lavoro aerobico e di resistenza ottimizza il reclutamento neuromuscolare, migliora la tolleranza alla fatica e riduce il rischio di cadute dovute alla cosiddetta "obesità sarcopenica" tipica del soggetto anziano. Inoltre bisogna considerare che un allenamento di tipo misto risulta meno monotono e contribuisce nel migliorare la motivazione in questi soggetti. Tutto questo ci può consentire di programmare un lavoro a lungo termine con progressivi obiettivi da raggiungere e consolidare.

Numerosi studi di letteratura dimostrano inoltre una chiara associazione causale fra attività fisica continuativa svolta secondo le modalità riportate e miglioramento dei comportamenti alimentari disfunzionali. Sicuramente il miglioramento del comportamento alimentare è fondamentale per il calo ponderale e per il mantenimento dei risultati raggiunti. Non va inoltre dimenticato il ruolo fondamentale svolto dall'attività fisica nei confronti del benessere psicologico complessivo. Come evidenziato da diversi studi spesso l’obesità è correlata a bassa autostima e sintomi depressivi e l'esercizio fisico correttamente eseguito si associa ad un miglioramento della qualità di vita mediante molteplici meccanismi tra cui la liberazione di endorfine e di altri neurotrasmettitori a livello cerebrale.

L’attività fisica può quindi essere considerata un po’ come un farmaco da dover somministrare in maniera continuativa a questi soggetti. Questo è sicuramente uno dei nostri compiti principali. Lo specialista in Scienze Motorie deve tener presente che la pianificazione di un programma di attività fisica adattato al quadro clinico del soggetto è importante come una prescrizione farmacologica. L’esercizio fisico, come un farmaco, è in grado di avere effetti benefici non solo sul calo ponderale ma anche sul quadro clinico e sul benessere psicologico complessivo.

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