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Esperienza del Centro di San Giuliano Terme (Bagni di Pisa)

CAPITOLO 2 ATTIVITA’ FISICA E COMPORTAMENTI ALIMENTARI DISFUNZIONAL

3.1 Approccio multidisciplinare

3.1.1 Esperienza del Centro di San Giuliano Terme (Bagni di Pisa)

In ambito ospedaliero è possibile curare il paziente ma le esperienze di cura acquisite in ospedale sono di difficile trasferimento nella vita di tutti i giorni. E’ da queste considerazioni che è stato ideato ed attuato il “percorso terapeutico- riabilitativo per il paziente obeso” che la Sezione Obesità dell’U.O. Endocrinologia I ha svolto presso la struttura termale “Bagni di Pisa” a S. Giuliano Terme. Il percorso si è posto come obiettivo primario quello di far conoscere al paziente obeso abitudini e modelli comportamentali trasferibili nella vita di tutti i giorni che consentono di ottenere una graduale riduzione del peso corporeo e mantenere nel tempo i risultati raggiunti.

Il team interdisciplinare era composto da medici (endocrinologi e medico dello sport), psicologi, dietisti, operatore di fitness metabolico e fisioterapista che interagiscono continuamente in modo da ottimizzare e personalizzare il percorso per ogni paziente.

Il compito del Medico è stato quello di definire il tipo di obesità, le complicanze associate e quindi l’idoneità del paziente obeso a prendere parte al percorso. Durante la visita medica, oltre ai vari parametri clinici ed antropometrici, sono stati eseguiti un ECG basale ed un esame Bioimpedenziometrico (che viene poi ripetuto al termine del programma).

Tutto questo al fine di ottimizzare il tipo, l’intensità e la durata dell’esercizio fisico. Ove ritenuto necessario vengono eseguiti esami ematochimici ed accertamenti strumentali mirati.

L’operatore di fitness metabolico ha seguito il paziente durante lo svolgimento giornaliero delle attività motorie che si sono svolte all’interno della piscina termale, di una palestra appositamente attrezzata e con camminate ed esercizi all’aperto. Tutte le varie attività, concordate fra l’operatore ed il medico, sono state svolte secondo programmi definiti in base alla caratteristiche del singolo soggetto.

I dietisti, dopo un primo inquadramento del paziente (che si svolge in seduta singola), hanno partecipato agli incontri di gruppo e sono presenti al momento del pasto con lo scopo di modificare le abitudini alimentari e di ridurre l’apporto calorico.

Hanno spiegato i valori nutritivi degli alimenti, ristrutturano, insieme agli psicologi, le idee disfunzionali sull’alimentazione e sulle proprietà degli alimenti.

Il ruolo dello psicologo, dopo un primo colloquio psico-diagnostico è stato quello di valutare e incrementare la motivazione al trattamento [64], migliorare l’aderenza alle terapie ed aiutare i pazienti a cambiare stile di vita.

L’intervento psicoeducazionale, ad orientamento cognitivo- comportamentale, ha come fine il superamento delle abitudini disfunzionali che hanno contribuito all’insorgenza dell’obesità o al suo mantenimento e la promozione di un corretto stile di vita. Gli argomenti trattati riguardano la motivazione al cambiamento [64] e all’attività fisica, la ristrutturazione delle aspettative, la gestione del ciclo restrizione- disinibizione, l’apprendimento delle tecniche di controllo degli stimoli e un training di apprendimento di abilità comportamentali (skill training) [65] [66].

La difficoltà di apportare cambiamenti è un fenomeno frequentemente osservato nelle persone affette da obesità. Solitamente, ciò dipende dalla presenza di pensieri, convinzioni ed emozioni che ostacolano di fatto l’emissione di comportamenti adeguati.

Il processo motivazionale ad iniziare un percorso, impegnarsi in un certo compito, spendere energie e mantenere nel tempo i risultati, inizia con il raggiungimento della consapevolezza del proprio comportamento problematico e della necessità di modificarlo. L’intervento motivazionale prevede, dopo il percorso educativo svolto dal team, l’analisi delle difficoltà incontrate sia nell’iniziare che nel mantenere nel tempo un’alimentazione corretta e un’attività fisica adeguata. I motivi che inducono ad abbandonare, dopo un po’ di tempo, nutrizione corretta e attività motoria possono essere di vario tipo, come, ad esempio, la difficoltà di cambiare stile alimentare e di inserire l’attività motoria tra le proprie abitudini quotidiane.

E’ stato inoltre previsto l’insegnamento di metodi che facilitano il controllo del comportamento alimentare e la riduzione della salienza degli stimoli esterni (vista e profumo del cibo, consapevolezza della sua disponibilità, possibilità di acquistarlo) che portano a mangiare in eccesso.

Il programma ha posto grande enfasi sullo sviluppo di uno stile di vita più attivo. L’attività fisica svolge un ruolo fondamentale nell’acquisizione di un bilancio energetico negativo necessario al calo ponderale [67]. Sebbene l’attività fisica contribuisca in modo modesto alla perdita di peso iniziale, è fondamentale soprattutto per incrementare e mantenere nel tempo il calo ponderale. L’aderenza ad un’attività fisica regolare è generalmente molto bassa nelle persone obese. Al fine di incrementare la motivazione ad intraprendere e mantenere un livello di attività fisica adeguato è utile aiutare le persone a: 1) identificare le difficoltà nell’iniziare e nel continuare l’attività fisica, 2) fare un problem solving per risolvere queste difficoltà; 3) porsi obiettivi realistici [67]. Spesso, infatti, molte persone obese che iniziano un programma di attività fisica si pongono obiettivi eccessivamente elevati con il solo risultato di andare incontro a fallimento e abbandonarla subito dopo. E’ dimostrato che l’attività fisica continuativa non necessariamente deve essere intesa in senso tradizionale: sono sufficienti almeno 30 minuti per la maggior parte dei giorni alla settimana [67] [68].

L’attività fisica dovrebbe diventare quindi un’abitudine al movimento, dovrebbe essere “calibrata” sulle esigenze e le possibilità del singolo

paziente e non dovrebbe mai essere vista come “livello di prestazione”. La sperimentazione di diversi tipi di attività fisica aerobica “in vivo”, l’abitudine al movimento, e il consolidamento di tali abitudini avviene prevalentemente discutendo con i pazienti, durante i gruppi di psicoeducazione, delle sensazioni piacevoli sperimentate (es., maggiore capacità di movimento, anche nel breve termine) e attraverso l’utilizzo del rinforzo di ogni piccolo traguardo raggiunto.

Al termine del percorso tutte le figure professionali hanno effettuato una valutazione conclusiva consegnando al paziente oltre i dati clinici di fine programma, alcune indicazioni personalizzate, utili a trasferire nella vita di tutti i giorni i vari modelli alimentari, comportamentali e di esercizio fisico appresi durante la permanenza a San Giuliano.

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