Capitolo 4: Il Diabete in gravidanza
5.2. Esercizio fisico e diabete
5.2.1. Effetti dell’esercizio fisico sul compenso metabolico nel diabete
Una metanalisi del 2001 ha valutato gli effetti dell’esercizio fisico strutturato e
programmato in soggetti con diabete mellito tipo 2. Sono stati confrontati i dati di 14 studi clinici, della durata superiore alle 8 settimane, riguardanti le variazioni sia dell’HbA1c che del peso corporeo in seguito ad esercizio fisico174. Sono stati analizzati i risultati di dodici studi sull’attività aerobica e due sull’allenamento di resistenza; sono stati esaminati in totale i dati di 504 soggetti. I livelli di HbA1c risultavano significativamente ridotti nel gruppo “trattato” con esercizio rispetto al gruppo di controllo (7,65 vs. 8,31%).
63 L’elaborazione dei dati ha confermato che gli effetti benefici dell’esercizio fisico sui valori di HbA1c risultavano indipendenti rispetto agli effetti sul peso corporeo. Gli effetti
dell’esercizio fisico sull’HbA1c riportati in questa metanalisi sono rilevanti, ma la mancanza di effetti sul calo ponderale non deve sorprendere. L’attività fisica seguita dai pazienti è stata di tipo aerobico con una durata per singola seduta di 53 minuti per 3-4 sessioni settimanali e per 15 settimane consecutive. Probabilmente la durata dell’intervento non è stata sufficiente a provocare un calo ponderale. Tuttavia in questi studi manca
l’analisi della composizione corporea dei singoli pazienti e quindi la mancata perdita di peso potrebbe essere stata compensata da un aumento della massa magra174.
Successivamente gli stessi autori, sempre attraverso uno studio di metanalisi, hanno valutato eventuali correlazioni tra intensità dell’esercizio fisico (misurato in MET), durata e cambiamenti dell’HbA1c175. L’attività fisica aerobica era caratterizzata da un consumo massimale di ossigeno (VO2 max) che variava dal 50 ad oltre il 75%, una intensità pari a 7,5-8,5 MET/ora e una durata di circa 45 minuti. Da questo studio è risultato che l’HbA1c era sensibilmente diminuita, il grasso viscerale valutato con la risonanza magnetica era diminuito del 48% mentre quello sottocutaneo addominale era diminuito del 18%. Questo studio fornisce spiegazioni valide per prescrivere l’esercizio aerobico intenso ai pazienti diabetici di Tipo 2 come strumento di cura. Questa analisi, comunque, è limitata dal fatto che solo uno studio sosteneva di praticare esercizi fisici ad una intensità alta, pari o
superiore al 75 del VO2 max176.Tale intensità può essere difficile da sostenere o addirittura pericolosa per molte persone diabetiche di tipo 2 fino a poco tempo prima sedentarie. Un altro studio, durato circa 6 mesi, ha randomizzato 251 pazienti diabetici di Tipo 2 cui è stata fatta svolgere attività fisica pari a circa 135-270 minuti per settimana. Al termine dello studio è stata osservata una diminuzione dello 0,8%, rispetto ai valori iniziali di HbA1C. Anche gli effetti dell’esercizio sul controllo glicemico, sebbene statisticamente e clinicamente significanti, possono essere percepiti come modesti in relazione al tempo e agli sforzi necessari per realizzarli. Dopo tutto, una condizione simile al calo della glicemia può essere ottenuta in molti casi anche attraverso l’uso di farmaci ipoglicemizzanti orali; inoltre gli effetti dell’attività aerobica sui lipidi e sulla pressione sanguigna sono anche relativamente modesti. Tuttavia, ampi studi hanno dimostrato che alti livelli di attività fisica o attività aerobica sono associati ad un significativo abbassamento del rischio cardiovascolare e di morte, in misura molto maggiore rispetto a quello che si può ottenere rispetto ad un farmaco ipoglicemizzante.
64 Uno studio condotto da Wei et al., tra il 1970 e il 1993, ha preso in esame un
sottocampione costituito da 1263 persone su 20000 che nell’Aerobic Center Longitudinal Study hanno subito un dettagliato esame fisico, tra cui un test da sforzo massimale con pedana mobile e monitoraggio ECG, esame fisico, esame del sangue e questionari specifici sulla salute e sullo stile di vita177. Tra i soggetti diabetici, il 42% era classificato come gruppo a scarsa forma fisica, mentre il restante 58% come media o alta forma fisica. Il 50% dei soggetti diabetici che aveva svolto attività fisica come camminare, jogging, o altre attività aerobiche durante l’arco dei 3 mesi sono stati classificati come “soggetti attivi”, mentre il restante 50% come “inattivo”. L’attività fisica è stata strutturata in base al periodo, al numero di esercizi, di set, di ripetizioni e di recupero tra le serie.
La mortalità ,nel gruppo di forma fisica classificata come media, è stata inferiore del 60% circa rispetto al gruppo di scarsa forma fisica. Anche dopo pareggiamento per età,
ipercolesterolemia, rischio cardiovascolare, ipertensione, ipertrigliceridemia, fumo e livelli basali di glucosio nel sangue, gli uomini con scarsa forma fisica avevano un rischio di mortalità circa 2,2 volte maggiore rispetto ai soggetti con buona o alta forma fisica. Allo stesso modo, nelle persone con diabete che non avevano svolto attività fisica nei 3 mesi precedenti, il rischio di mortalità era 1,8 volte maggiore rispetto ai soggetti che avevano effettuato qualsiasi attività fisica dimostrando che uno scarso allenamento
cardiorespiratorio era tra i più forti fattori di rischio di mortalità, pari a fumo, ipertensione, ipercolesterolemia176. Coerentemente con queste indicazioni, l’ U.S Surgeon General consiglia di svolgere almeno 150 minuti settimanali di moderata attività fisica177. Una relazione di quest’ultima ,infatti, raccomanda alla maggior parte delle persone di svolgere 30 minuti di attività fisica di intensità moderata potenzialmente tutti i giorni della
settimana. Tuttavia, la maggior parte degli studi clinici, che hanno valutato l'esercizio fisico in persone diabetiche di Tipo 2 hanno utilizzato una frequenza di tre volte alla settimana, e molte persone trovano più facile pianificare un minor numero di sessioni piuttosto che cinque o più a settimana175.Siccome l'effetto dell’esercizio aerobico sulla sensibilità all'insulina dura dalle 24 alle 72 ore, a seconda della durata e dell'intensità dell'attività, si consiglia di praticare attività fisica con intervalli di recupero non superiori ai 3 giorni178.