5. Ulteriori suggestioni tratte da passaggi qualitativi della ricerca
5.3. L’effetto trasformativo della ricerca
Dalle parole degli intervistati è inoltre emerso l’effetto trasformativo percepito dai re- ferenti BES e derivante dalla partecipazione al progetto di ricerca. La trasformatività è stata declinata nei termini di:
- acquisizione di una maggiore consapevolezza, a più livelli:
“Sì, ma allora cambia qualcosa? Ci danno più risorse?” [domande poste dai colleghi della refe- rente BES rispondente, NdR] “Calma con le risorse, perché…”. “Perché se serve, ci diano più risorse”. Ho di nuovo presentato dal mio punto di vista che ci fosse di nuovo una ripresa del settore, una conoscenza di quello che sta avvenendo intorno e sulla fascia C ci fosse una consa- pevolezza maggiore anche in Dipartimento, di quali fossero i numeri, di quali fossero gli impegni che le scuole mettono in campo. (IC.01)
Mettere ordine nelle nostre percezioni, perché a volte io so un po’ tutto di tutti, però magari qual- cosa mi sfugge. Invece, in questo modo dovevo chiarire bene chi c’era, chi non c’era in questa fascia, chi rientrava, chi non rientrava. E anche il vedere proprio nero su bianco quello che poi viene fatto […] ho fatto un pochino di ordine, ho visto, ho capito anche bene quali sono le strade intraprese (IC.04)
- percezione di ascolto autentico e valorizzazione delle esperienze e dei punti di vita dei rispondenti
Sono contenta di avere fatto questi ragionamenti nel focus group. Non avevo aspettative perché non capivo bene su cosa dovessimo lavorare. Però mi è piaciuta questa cosa che dobbiamo riflettere. Pensavo fosse un discorso più… Dice: “Mi hanno chiamato. Ma vedrai che tutto som- mato sarà per tagliare ulteriormente, perché non vorranno più spendere”. Invece è stato un con- fronto interessante. Ci avete dato anche spazio. […] Ci avete dato molto spazio, per condividere anche il tipo di questionario. Anche proprio all’interno di questo gruppo avete cercato di cogliere qual è un bisogno sentito più profondamente rispetto a tutti. Io penso che sia questa fatica che
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sentiamo anche. Cioè, questa didattica inclusiva cosa comporta? Comporta che faccio un cor- so? Imparo che tutto sommato posso dividere la classe in qualche gruppo? È questo? Cos’è per me fare scuola in questo modo? Raccolgo dei risultati o mi creo ulteriori problemi? Bisogna mettersi in discussione. […] Non è la risorsa in più che fa la differenza. Perché se tu non ti metti in discussione come insegnante, finisci poi per fare le stesse cose alla fine. Non cambi e crei un altro sottogruppo nel tuo gruppo di cattivi. (IC.03)
- attivazione di un dialogo e di un confronto, interni ed esterni al singolo istituto/ scuola:
È questo che è stato anche positivo, perché ha fatto intanto discutere i colleghi. Poi naturalmente il plesso è diverso e le teste sono diverse, però si è cominciato a parlarne e avere un’attenzione diversa. Io l’ho vista in positivo su questo. Poi il lavoro che hanno fatto i colleghi è stato buono. Nel rimettere a posto tutte le risposte io ho tenuto buone tutte le risposte. Ecco perché poi mi avete anche chiesto di essere un pochino più precisa, perché sinceramente potevano essere in contraddizione queste risposte. Quindi il grande lavoro è stato quello. Per noi è stato positivo perché è stata la prima volta che ci siamo trovati… (IC.06)
Poi quando c’è stato l’ultimo incontro [l’incontro di restituzione in itinere ai referenti BES, NdA], invece, mi sono trovata con scuole con un’organizzazione diversa, con un’utenza molto diversa ma che comunque avevano in comune a noi questa forte attenzione, questo forte ascolto e poi in base alla situazione la risposta. Su questo mi sono rilassata, poi è stato interessante capire il diverso tipo di risposte che danno, la diversa tipologia di utenza, che è molto diversa dalla nostra. Quella che loro identificano come fascia C è un’utenza che noi non abbiamo proprio e sapere che esiste anche questo mi prepara rispetto alla possibilità chissà può essere che ci capiti. Una maggiore attenzione con la fase di accoglienza e ha abbassato la mia preoccupazione, davvero ero preoccupata. Mi sono messa in crisi. (IC.06)
- implementazione di nuove pratiche:
All’inizio la curiosità. Poi stimolo verso questo nuova terminologia di ‘fragilità’ che poi mi trovo adesso ad utilizzare molto di più. L’ho portata anche al Collegio Docenti l’anno scorso quando ho relazionato sulla mia attività svolta quest’anno come referente, anche perché trovo sensibilità e ritorno da parte dei colleghi, molto interesse in generale, quindi per me è stata stimolante. […] L’ho utilizzata nella formazione classi. Stiamo formando con la Commissione le classi prime di un altro anno, quindi dal bacino dei 4 Istituti delle primarie dobbiamo distribuire gli alunni sulle 4 sezioni. Il nostro Istituto parte dai casi di difficoltà. Io utilizzo molto i colori lo dico subito. Quindi futuri 104, DSA, fasce C, e ho usato anche le fragilità, come vede nelle varie classi. […] Come dicevo io utilizzo molto il colore, perché poi nella distribuzione c’è una maggiore visibilità. Come vede mi ha creato curiosità e mi ha dato stimolo anche ad utilizzarlo, cosa che l’anno scorso, sì, avevamo messo “difficoltà”, ma lo abbiamo utilizzato nello specifico. Anche colleghi hanno condiviso questa prospettiva di attivare fragilità perché si ritrovano, soprattutto con colleghe delle scuole secondarie, dove ci arrivano alunni delle primarie che sono segnati come fragilità, poi molto spesso alle elementari c’è un certo tipo di richiesta didattica, poi alle secondarie c’è un altro tipo di richiesta magari più selettiva, più importante, difficile, quindi queste fragilità, già conoscerle, sapere che ci sono è importante […] Sembra che crei un ulteriore fascia, la fascia D, però sostanzialmente no, anche perché notiamo, pensavo proprio l’altro giorno ad esempio, insegnanti che comunque hanno considerato le fragilità, nel senso che notano già segnali di debolezza in ragazzini nel seguire il lavoro (IC.05)
Per me invece [il questionario di rilevazione delle fragilità educative, NdR] è uno strumento di miglio- ramento, perché la scheda, quella che avete trasmesso per la rilevazione, dove c’era scritto di met- tere semplicemente l’identificativo, il genere, quella scheda lì a me serve questa estate per iniziare a impostare e rivedere il lavoro, riprogrammarlo un pochino per l’anno nuovo. Pensavo di adattarla, di usarla veramente come strumento, oltre a questo file excel. Di usarlo come sistema (FP.01)
- delineazione di ipotesi di progettazione futura:
Mi sono soffermata su questa cosa che comunque è stata la cosa nuova per noi quest’anno e quello che vorrei fare io l’anno prossimo è cominciare a lavorare su queste fragilità ed arrivare a una visione più omogenea di tutto l’Istituto. […] Fare una cosa tutta uguale per tutti sarà im- possibile, però di avere una cosa più… Di condividerla e infatti volevo proporre un gruppo di lavoro l’anno prossimo dove poter discutere queste cose, dove poi arrivare a dare al Collegio dei Docenti una visione univoca di quello che può essere e veramente quelle che possono essere buone prassi e le strategie per portare avanti questo campo (IC.06)