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Efficacia dell’immunomodulazione delle cellule staminali nel trattamento del diabete di tipo

prendere di mira l’insulino-resistenza attraverso l’immunomodulazione di cellule staminal

8.3 Efficacia dell’immunomodulazione delle cellule staminali nel trattamento del diabete di tipo

Efficacia prendendo come obiettivo la disfunzione immunitaria

L‟interleuchina IL-17 è una citochina pro–infiammatoria prodotta da cellule attivate CD4+T, cellule CD8+T, e cellule NKT. L‟ IL–17 promuove infiammazione e autoimmunità inducendo l‟espressione di geni che codificano per citochine pro infiammatorie (TNF-α, IL-1, IL– 6) e per chemochine al fine di reclutare neutrofili, aumentare la produzione di anticorpi e attivare le cellule T. Studi recenti indicano che l‟obesità promuove in modo selettivo l‟espansione delle cellule Th17 e aumenta la produzione di IL – 17 . 63

Successivamente si è trovato che l‟espressione di IL-17 nei pazienti con T2D era maggiore di quella nei controlli sani e che la somministrazione della terapia con educatore con cellule staminali riduceva in maniera marcata i livelli dell‟IL-17 in questi pazienti. Probabilmente l‟esame degli effetti degli approcci terapeutici sulle altre citochine coinvolte nell‟infiammazione cronica di basso grado richiederà tecniche di colorazione intracellulare sensibili.

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Le cellule T regolatorie hanno un ruolo essenziale nel controllo della tolleranza specifica e nello sviluppo del diabete su base autoimmune. Svolgono inoltre un‟azione importante nel controllo dell‟equilibrio immunitario e nel mantenimento dell‟immuno-omeostasi mediante i loro impatti inibitori sulle cellule T effettrici autoreattive e mediante la riduzione dell‟infiammazione. Evidenze convincenti dimostrano che le anormalità nelle cellule T regolatorie sono associate con l‟inizio e la progressione del T2D associato con obesità sia in modelli con animali che in pazienti diabetici. Una grossa mole di letteratura relativa a studi con animali e in altre ambientazioni cliniche (ad esempio gli studi GVHD) mostra che la up–regulation delle cellule T regolatorie è uno dei meccanismi più importanti che contribuisce all‟immuno modulazione delle cellule staminali . I dati delle sperimentazioni cliniche sull‟uso dell‟educatore con cellule staminali nel diabete hanno dimostrato che la percentuale delle cellule T regolatorie nel sangue periferico di pazienti diabetici è aumentata in maniera significativa 4 settimane dopo la terapia. Una migliore comprensione del ruolo di queste cellule nel T2D può fornire un approccio nuovo per la prevenzione ed il trattamento della malattia

Efficacia nel migliorare la funzione ed il controllo metabolico nelle cellule β delle isole

La riduzione della sensibilità all‟insulina è la caratteristica del T2D. E‟ ampiamente accettato che l‟incapacità delle cellule β del pancreas di funzionare per compensare l‟insulino–resistenza periferica porta all‟insorgenza di diabete clinico. La progressiva disfunzione delle cellule β delle isole porta all‟assoluta carenza di cellule β che producono insulina a causa dell‟apoptosi. Quindi superare la carenza delle cellule β delle isole è un ostacolo importante nel trattamento dei soggetti affetti da T2D da tanto tempo. I risultati di alcuni studi con animali hanno dimostrato che la somministrazione di MSCs può contribuire alla rigenerazione delle cellule β delle isole, sebbene con una frequenza molto bassa di auto – trans differenziazione in cellule che producono insulina. Le MSCs possono anche produrre molteplici fattori trofici che contribuiscono alla riparazione ed alla rigenerazione dei tessuti, compresa

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la rigenerazione delle cellule β delle isole . Riguardo a questo, l‟uso delle MSCs come cellule alimentatrici può migliorare la funzione delle isole trapiantate mediante rivascolarizzazione e immuno protezione.

Tuttavia il recupero della funzione delle isole mediante somministrazione di MSCs è efficace in quanto prende di mira l‟insulino–resistenza periferica. Alcuni studiosi hanno riportato che le MSCs provenienti da midollo osseo in combinazione con un induttore (un sistema antiossidante citoprotettivo) può prevenire il T2D e ristabilire la sensibilità all‟insulina e la tolleranza al glucosio dopo trapianto nel midollo osseo di topi obesi. Utilizzando MSCs provenienti da placenta umana, hanno dimostrato un miglioramento nel controllo metabolico in uno studio pilota con pazienti con T2D . A causa delle sfide coinvolte nell‟espansione ex vivo delle MSCs e della potenziale contaminazione in laboratorio, nelle sperimentazioni cliniche sono state sottoposte a test delle cellule mononucleari provenienti da midollo osseo. Secondo un‟altra ricerca, si è visto che l‟infusione diretta delle cellule staminali nel pancreas mediante cannulazione incrementava in maniera significativa la funzione delle cellule β . 64 In particolar modo i risultati delle sperimentazioni cliniche in corso alla terapia con l‟Educatore con Cellule Staminali indicano che i pazienti con T2D possono ottenere un controllo metabolico migliorato e riduzione dell‟infiammazione o dell‟autoimmunità che dura almeno 9 mesi dopo un trattamento singolo. L‟emoglobina glicata (HbA1C) si ridusse in maniera significativa dopo alcune

settimane di trattamento e più dell‟80% dei soggetti raggiunse lo standard del 7% consigliato dall‟Associazione Americana per il Diabete per il trattamento del T2D.

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Conclusioni

La prevalenza del T2D sta aumentando ad una velocità allarmante. Il T2D e le complicazioni ad esso associate come malattie cardiovascolari, ictus, cecità ed insufficienza renale creano pesi enormi sulle famiglie e sulla società. L‟identificazione del ruolo dell‟infiammazione nello sviluppo della resistenza all‟insulina offre un‟opportunità per sviluppare nuove terapie anti – infiammatorie e di immunomodulazione per prevenire o curare la malattia.

Parecchie terapie immunomodulanti hanno dimostrato efficacia nel trattamento dell‟infiammazione connessa all‟obesità e successivo sviluppo di T2D e parecchie categorie di nuovi farmaci sono all‟orizzonte. Il sistema immunitario è coinvolto nello sviluppo di obesità, insulino-resistenza, sindrome metabolica e nel seguente sviluppo di T2D. Inoltre alcuni studi hanno identificato lo sviluppo di infiammazione e di reattività autoimmune delle isole molto probabilmente come conseguenza dell‟infiammazione cronica. In futuro andranno fatti studi per stabilire quanto durano gli effetti anti-infiammatori per ciascuna delle terapie immunomodulanti ed in quale fase del processo di malattia diabetica siano più efficaci. Inoltre combinazioni di terapie che coinvolgono terapie immunomodulanti multiple potranno risultare più efficaci. Test sullo status immunitario e la suddivisione dei pazienti in gruppi basati sul loro status infiammatorio o autoimmune possono aiutare a indirizzare gli studi futuri verso pazienti che possono ottenere benefici maggiori da un regime terapeutico. È possibile che in futuro le terapie per il T2D e potenzialmente per soggetti obesi prima che sviluppino il T2D debbano avere come obiettivo il coinvolgimento del sistema immunitario nell‟eziologia di queste malattie.

E‟ arrivato il momento di validare l‟efficacia di strategie terapeutiche che abbiano come obiettivo il sistema immunitario per prevenire e trattare il diabete di tipo 2. Altre terapie che attualmente possono essere considerate di successo per superare l‟infiammazione e l‟insulino-resistenza nel T2D sono rappresentate dall‟uso di cellule staminali . Si è ipotizzato che cellule β derivate da cellule staminali possano essere utilizzate per reintegrare la massa insulare nei pazienti diabetici, in tal modo il trapianto insulare diventa disponibile per milioni di possibili pazienti.

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Attualmente non c‟è nessun metodo che sia pronto per essere sottoposto a test clinici ma progressi recenti promettono bene per l‟utilizzo delle cellule staminali mesenchimali come una potenziale arma per sviluppare terapie personalizzate per il diabete.

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Ringraziamenti:

Vorrei ringraziare il prof. Lucacchini , in qualità di