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L'Egitto e gli strumenti internazionali

Capitolo II I diritti delle minoranze religiose non musulmane

II.2 Le minoranze religiose in Egitto

II.2.3 L'Egitto e gli strumenti internazionali

L'impegno dell'Egitto a livello internazionale è piuttosto solido e concreto, il Paese, membro delle Nazioni Unite202, ha ratificato molti trattati internazionali di grande rilevanza nel campo dei diritti umani ed è inoltre membro dell'Unione Africana.203 L'Egitto attraverso l'adesione a strumenti legali come: la Dichiarazione universale dei diritti umani(UDHR), il Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR) ed il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (ICESR) ha consolidato il suo impegno internazionale, accettando di conformarsi e rispettare gli standard internazionali in modo da garantire il rispetto dei diritti civili, politici e religiosi nei confronti dei suoi cittadini. Infatti, questi strumenti legali sono considerati i Trattati internazionali più importanti 198 Ivi, p. 581.

199 Ibidem

200 Berger, 2002, op. cit., pp. 581-582. 201 Berger, 2001, op. cit., p. 93. 202 Spennati, op. cit., p. 30.

203 L'Egitto ha ratificato importanti trattati internazionali come: il Patto internazionale sui diritti civili e politici (1982); Il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (1982); la Convenzione internazionale sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale (1967); la Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne (1981), la Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti (1986); la Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia (1990); il Protocollo opzionale sul coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati (2007); il Protocollo opzionale sulla vendita, prostituzione e pornografia di bambini (2002); la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie (1993); la Convenzione per i diritti delle persone con disabilità (2008).

Per ulteriori informazioni si veda: http://tbinternet.ohchr.org/_layouts/TreatyBodyExternal/Treaty.aspx? CountryID=170&Lang=en (consultato il 13/03/2016).

in materia di diritti umani.

Il Patto internazionale sui diritti politici e civili obbliga gli Stati membri a rispettare i diritti umani basilari come: il diritto alla vita, la libertà d'espressione, la libertà di associazione, l'uguaglianza di fronte alla legge, i diritti delle minoranze ma sopratutto obbliga gli Stati parte ad adottare misure amministrative, giudiziarie e legislative per promuovere i diritti umani nei loro Paesi. Un elemento molto importante è che l'ICCPR come Trattato internazionale sancisce l'autorità del Comitato dei diritti umani di supervisionare il comportamento degli Stati in materia di diritti umani. Il comitato è composto da 18 esperti indipendenti provenienti dai Paesi che hanno aderito al Patto, questi esperti hanno lo scopo di supervisionare il comportamento degli Stati membri in modo da comprendere se essi stiano adottando le misure necessarie per l'implementazione dei diritti umani. Gli Stati avendo ratificato l'ICCPR sono obbligati a presentare un report ogni quattro anni che verrà esaminato dal Comitato, il quale apporrà dei commenti, raccomandazioni e delle linee guide per il miglioramento dei diritti umani.204

La nuova Costituzione del 2014 contiene una disposizione giuridica molto rilevante a proposito dell'adozione dei trattati internazionali da parte dell'Egitto contenuta nell' art. 151205. L'art. 151 afferma che l'adozione di trattati internazionali da parte del Paese avviene solo a condizione che questi non siano contrari ai principi della Costituzione. Il problema di tale affermazione giace proprio nel fatto che la Costituzione in questione è un documento giuridico che all'art. 2 definisce i principi islamici della Šarīʻa come fonte principale della Costituzione; di conseguenza, ogni qual volta l'Egitto adotti un trattato internazionale che promuova diritti e libertà fondamentali, quest'ultimo diventerà pressoché privo di validità giuridica quando sia in conflitto con la Costituzione, com'era successo con le Costituzioni precedenti.206

L'art. 93 potrebbe rappresentare un atro elemento di miglioramento nel campo dei diritti umani operato dalla nuova Costituzione in quanto si ribadisce l'impegno del Paese nel rispettare tutti i Trattati e Convenzioni internazionali concernenti i diritti umani che sono stati ratificati.207Ci si 204 Aclu, The covenant on Civil & Political rights (ICCPR), Aprile 2014, disponibile su: https://www.aclu.org/faq-

covenant-civil-political-rights-iccpr (consultato il 10/11/2015).

205 Costituzione Egiziana 2014, art. 151 “Il Presidente della Repubblica rappresenta lo Stato nelle relazioni internazionali e conclude trattati e li ratifica dopo l'approvazione del Parlamento, il quale acquisisce la forza di legge in accordo alle provvisioni della Costituzione.

In tutti i casi, nessun trattato può essere concluso se contrario alle provvisioni della Costituzione o che comporti concessioni territoriali di Stati.

206 United Nations Office of the High Commissioner for Human Rights, Study of the Present Egyptian Constitution and the Law Articles that Conflict with Minority Rights, 2008, disponibile su: http://www2.ohchr.org/english/issues/minorities/docs/11/Al-Kalema-3A.pdf (consultato il 6 Novembre 2015), p. 2. 207 Si veda già citato: http://www.europarl.europa.eu/RegData/bibliotheque/briefing/2014/140726/LDM_B

domanda se tali disposizioni possano realmente avere un impatto concreto sulla legislazione interna quando allo stesso tempo il ruolo della Šarī‘a viene ribadito. Infatti, l'Egitto ha inserito una dichiarazione al momento dell'adozione dell'ICCPR mettendo in enfasi che l'adesione a questo trattato ha efficacia prendendo in considerazione le prescrizioni della Šarī‘a e a condizione che non vi siano contrapposizioni tra gli strumenti internazionali e i principi della Šarī‘a.208 Infatti, la Costituzione attuale, per quanto presenti miglioramenti in materia di diritti umani rispetto a quella precedente, non concepisce mai i diritti degli individui come valori fondanti e di conseguenza da garantire incondizionatamente come fanno gli strumenti ICCPR e UDHR; al contrario, la Šarī‘a impone limiti sostanziali ai principi di uguaglianza e libertà di religione. Inoltre la Costituzione non prevede nessun meccanismo per garantire e rafforzare questi diritti.

La relazione tra Stato e religione anche nella Costituzione del 2014 non viene alterata ma viene riprodotta dalle stesse dinamiche, in cui la religione è il formante che definisce e influenza la legge e non quest'ultima, che invece cerca di soddisfare e rispondere alle pretese della religione. 209