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đş 997 rpm VelocitĂ di rotazione
dellâalbero/anello interno
đ 0 deg
Angolo di posizione del difetto sullâanello esterno, riferito alla verticale
đź 12.5 deg Angolo di contatto del difetto
(posto sullâanello esterno)
đˇ 2 mm Diametro del difetto
đť 0.5 mm ProfonditĂ del difetto
đĄ 1.5 s Durata della simulazione
Si evidenzia come tali condizioni coincidano con quelli adottati per il calcolo delle forzanti forniti al termine del capitolo 3.
Figura 4.27, andamento delle accelerazioni simulate dallâanalisi FEM per effetto delle forzanti impulsive
Ă interessante osservare come sia presente un âgapâ iniziale allâinterno della rappresentazione, legato ai tempi di transitorio che sono stati scartati. Per questo motivo, i risultati vengono presentati solamente a partire da, circa, 0.05s, lasciando uno spazio bianco negli istanti precedenti. Si anticipa, inoltre, la presenza di un problema significativo, ovvero, il fatto che le accelerazioni simulate siano molto grandi, indicativamente, maggiori di due ordini di grandezza rispetto ai casi sperimentali.
Questa è una problematica importante e si rende necessario precisarlo già ora per quanto si andrà ad osservare in Figura 4.28.
Ad ogni modo, come si può notare dallâimmagine precedente, i valori di accelerazione espressi in relazione al sono poco rappresentativi in sĂŠ e, pertanto, il codice prosegue con lâimplementazione dei calcoli utili alla valutazione delle accelerazioni dâinteresse nel campo delle frequenze. Questâultima,
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è stata valutata, innanzitutto, mediante lâutilizzo delle trasformate di Fourier. Per prima cosa, è stato definito un vettore di frequenze crescenti a passo costante, con valore minimo 0Hz e massimo la metĂ della frequenza di campionamento. Tali valori saranno utilizzati per la discretizzazione dellâasse delle ascisse nella rappresentazione delle funzioni di risposta in frequenza. Pertanto, per poter disporre di risultati rappresentativi, si rende necessario adottare come passo dâincremento del vettore di frequenze, la frequenza di campionamento del âacceleration probeâ stesso, rapportata al numero totale di istanti valutati.
đĽđ = đ ,
đ ,
Una volta definito il vettore delle ascisse, è stato valutato il contenuto di quello delle ordinate, mediante lâutilizzo della funzione âfftâ (Fast Fourier Transform) presente in MATLAB. Tale funzione riceve in input lâandamento delle accelerazioni e ne restituisce la funzione di risposta in frequenza.
Lâanalisi dellâampiezza dello spettro in frequenza viene completata applicando per ogni valore stimato dalla âfftâ le seguenti formule correttive.
đ = đđđĄ(đđđ )
đ = đ
đ ,
Dove đđđ è il vettore delle accelerazioni simulate, privato dei valori di transitorio, mentre đ , rappresenta il numero di campionamenti effettuati, anchâesso ridotto della quota scartata per il transitorio e coincidente, pertanto, con lâestensione totale del vettore precedente. Si definisce, successivamente, una secondo vettore đ contenente i valori compresi nella sola prima metĂ di đ (valutata per eccesso).
Infine, scartando il primo e lâultimo termine delle colonne del vettore đ , appena descritto, e raddoppiando lâentitĂ delle variabili rimanenti, si ottiene il vettore di accelerazioni finali dâinteresse, rappresentante lâampiezza delle accelerazioni percepite in funzione del vettore di frequenze crescenti precedentemente definito.
Si riporta di seguito un estratto del codice utilizzato per il calcolo delle ampiezze di accelerazione, per maggiore chiarezza sui passaggi appena descritti (schema di calcolo fornito direttamente dal sito del software MATLAB).
N = lenght(acc_sim);
Y = fft(acc_sim);
P2 = abs(Y/N);
P1 = P2(1:N/2+1);
P1(2:end-1) = 2*P1(2:end-1);
Acc_sim_FFT = P1;
Conseguentemente, si ottiene il valore dello spettro di risposta in frequenza del vettore di accelerazioni in forma discreta, come evidenziato allâinterno della Figura 4.28. Si specifica, peraltro, che lâandamento descritto è stato ottenuto facendo riferimento alla simulazione realizzata con le condizioni di input viste in Tabella 4.2.
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Figura 4.28, andamento dello spettro in frequenza delle accelerazioni simulate dallâanalisi FEM per effetto delle forzanti impulsive
La rappresentazione appena fornita è molto interessante, dal momento che, anchâessa, risulta assai differente da quanto visto allâinterno delle prove sperimentali. Infatti, oltre a presentare ampiezze molto elevate, come giĂ visto nel caso delle rappresentazioni in funzione del tempo, il sistema ha restituito numerosi picchi di accelerazione a frequenze molto elevate. Questo aspetto è insolito, dal momento che vibrazioni realizzate a tali frequenze dovrebbero, generalmente, dissolversi per effetto degli smorzamenti. Tuttavia, ciò non avviene, come conseguenza delle elevate ampiezze delle accelerazioni sviluppate che si oppongono allo smorzamento anche ad alte frequenze. Ă altrettanto, presumibile, tuttavia, che lo smorzamento realizzato allâinterno delle simulazioni non sia modellato con sufficiente efficacia. Ad ogni modo, si intuisce la necessitĂ di correggere la formulazione delle forzanti ricavate mediante MATLAB, dal momento che queste risultano chiaramente, troppo gravose.
Questa problematica deriva, fondamentalmente, dal fatto che, attraverso lâimplementazione della formula descrivente il parametro di rigidezza offerto da Khanam [29], si effettua una sovrastima dei carichi esercitati per effetto della differenza delle geometrie valutate dallâautore e quelle effettivamente presenti nella tesi in esame. Questo fenomeno trova conferma allâinterno di tutte le simulazioni eseguite, dove le accelerazioni valutavate superano quelle sperimentali con andamento proporzionale alle forze trasmesse per effetto del corpo volvente, rimarcandone la dipendenza diretta.
Conseguentemente, il codice di calcolo delle forzanti è stato corretto, introducendo un fattore di riduzione della massima escursione delle forze dâimpatto trasmesse dal rullo pari ad 1/10 dei valori originariamente stimati. Questa correzione, come anticipato, ha permesso di ottenere risultati coerenti con le prove sperimentali ed ha, di fatto, attualizzato le formule adottate da Khanam [29] al caso dei cuscinetti oggetto di studio.
Si riportano, di seguito, le rappresentazioni degli andamenti nel tempo (Figura 4.29) ed in frequenza (Figura 4.30) valutate ripetendo le prove precedenti, ma, avendo inserito il parametro correttivo di forza.
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Figura 4.29, andamento delle accelerazioni simulate corrette restituite dallâanalisi FEM
Figura 4.30, andamento dello spettro in frequenza delle accelerazioni simulate corrette restituite dallâanalisi FEM
Ă possibile osservare, dalle due rappresentazioni precedenti come lâapplicazione del fattore correttivo abbia restituito andamenti maggiormente sensati con picchi di accelerazione piĂš prossimi a quelli sperimentali, nonchĂŠ, la riduzione delle vibrazioni ad alte frequenze per effetto dello smorzamento.
Appare altrettanto evidente che lâentitĂ delle accelerazioni è, ancora, relativamente alta rispetto ai valori sperimentali, tuttavia, le escursioni non sono eccessive. Ciò evidenzia la necessitĂ di affinare il fattore correttivo adottato allâinterno di sviluppi futuri, tuttavia, non ne pregiudica la validitĂ .
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Infine, è stato valutato lo spettro dâinviluppo del vettore di accelerazioni, mediante lâutilizzo della funzione âenvspectrumâ presente nel database MATLAB. Tale funzione riceve in input i dati relativi al vettore di accelerazioni ed alla frequenza di campionamento con cui era stato discretizzato il nuovo vettore di tempi equi-spaziati. In output, invece, vengono restituiti il valore dello spettro dâinviluppo, le rispettive frequenze, il segnale dâinviluppo ed il tempo a cui questo viene computato. Si anticipa, tuttavia, che gli ultimi due parametri non saranno valutati in quanto poco rappresentativi.
Ancora una volta, vengono riportati i risultati relativi la simulazione contente i dati in input presentati nella Tabella 4.2 relativi alla valutazione dello spettro dâinviluppo. Si evidenziano, inoltre, mediante linee rosse tratteggiate, anche le frequenze caratteristiche del đľđđšđ e dei suoi primi quattro multipli, in quanto per frequenze maggiori lâinfluenza dal fenomeno si riduce notevolmente.
La Figura 4.31 riporta lâandamento dello spettro dâinviluppo su un range di 1500 Hz e permette di verificare come i picchi di ampiezza vadano a collocarsi prevalentemente in corrispondenza del primo multiplo del đľđđšđ. Questo risultato è molto importante in quanto verifica lâefficacia del sistema nel riconoscere la presenza di frequenze caratteristiche indipendente dalla imprecisione nel valutare correttamente le ampiezze di accelerazione. Inoltre, si rilevano fenomeni di corrispondenza dei picchi anche sui multipli della frequenza caratteristica, sebbene tali fenomeni siano molto meno marcati e, comunque, nascosti dal rumore di fondo. Infine, si verifica come lâinfluenza delle accelerazioni ad alte frequenze vada a diminuire, con gli ultimi picchi intorno ai 1200 Hz che si ricordano essere frequenze di risonanza dellâassieme.
Figura 4.31, spettro dâinviluppo delle accelerazioni corrette simulate dallâanalisi FEM ricavate mediante una simulazione di 1.5s
Tuttavia, lâandamento appena riportato è di difficile lettura visto il range elevato di frequenze considerate. Pertanto, si riporta unâimmagine di dettaglio del precedente diagramma rappresentante lo spettro dâinviluppo per frequenze inferiori a 500 Hz (Figura 4.32). Si rilevano pertanto, in maniera piĂš chiara, i primi 3 multipli del đľđđšđ. Ad ogni modo, la rappresentazione non fornisce particolari informazioni aggiuntive rispetto alla Figura 4.31, a parte il fatto di evidenziare come il picco caschi
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precisamente in corrispondenza della frequenza caratteristica, ma sarà utilizzata come riferimento per il confronto con gli andamenti sperimentali trattati nel prossimo capitolo (5°).
Figura 4.32, dettaglio dello spettro dâinviluppo delle accelerazioni corrette, simulate dallâanalisi FEM, a frequenze inferiori a 500 Hz, e ricavate per mezzo di una simulazione di 1.5s
Lâultima immagine riportata allâinterno di questo capitolo (Figura 4.33) evidenzia, sostanzialmente, lo stesso spettro dâinviluppo precedentemente visualizzato e valutato su un range di 500 Hz. Tuttavia, in questi casi, i dati sono stati ricavati a partire da una simulazione di soli 0.5 s di evento. Si osserva, quindi, come gli andamenti vengano comunque rilevati e le frequenze caratteristiche identificate, ma il livello di dettaglio con cui vengono definite le corrispondenze tra frequenze e picchi di ampiezza è assai minore. Conseguentemente, simulazioni della durata di 0.5s sono da ritenersi valide per una stima di massima degli andamenti, ma sconsigliate per uno studio approfondito dei fenomeni.
Figura 4.33, dettaglio dello spettro dâinviluppo delle accelerazioni corrette, simulate dallâanalisi FEM, a frequenze inferiori a 500 Hz e ricavate per mezzo di una simulazione di 0.5s
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Capitolo 5
5 Verifica sperimentale
La convalida dei risultati ottenuti per mezzo delle simulazioni descritte nei capitoli precedenti è avvenuta tramite la raccolta di dati sperimentali relativi le vibrazioni generate dal danneggiamento dei cuscinetti tipologia SKF 22240 CCK/W33, su cui i modelli di studio erano stati basati. Come anticipato allâinterno del capitolo introduttivo, la presenza di un banco prova sperimentale nei laboratori del Politecnico di Torino, appositamente progettato per la realizzazione di test su cuscinetti di grandi dimensioni, è stata decisiva nella scelta della tipologia di componenti da simulare. Infatti, tale sistema è stato utilizzato per valutare il comportamento di una coppia di cuscinetti appositamente danneggiati, rispettivamente, uno sulla pista dellâanello interno ed uno su quella dellâanello esterno.
Ă stato, inoltre fornito, successivamente, anche un cuscinetto recante due difetti sulla pista interna distanziati esattamente di 180° lâuno dallâaltro, si ribadisce, tuttavia, che per la seguente tesi, solamente il caso del danneggiamento sullâanello esterno è stato valutato. I difetti in questione sono stati realizzati su esplicita richiesta direttamente dalla ditta produttrice (SKF), e sono sati posti in corrispondenza dei punti in cui i modelli SKF 22240 CCK/W33 avevano mostrato segni di cedimenti ed usura in applicazioni precedenti.
I cuscinetti presentanti difetto sono, quindi, stati inseriti allâinterno del banco prova per essere monitorati ed i dati ottenuti, sono stati successivamente rielaborati per il confronto con i valori della simulazione. Pertanto, nelle seguenti pagine vengono descritte, brevemente, le caratteristiche del banco prova utilizzato e delle sue componenti, nonchĂŠ i calcoli utili allâelaborazione dei dati empirici reperiti.