• Non ci sono risultati.

Emergono evidenti anche i contrasti sulla primazia religiosa e sul primato politico e civile tra le maggiori città dell'isola. Ma sono ancora

schermaglie, i furori, e saranno religiosi e devozionali, letterari e mito-storici, esploderanno appena qualche giorno dopo la chiusura del Parla-mento. E soltanto negli anni successivi, via via che si estenua la lunga e favorevole congiuntura produttiva del primo Seicento, precipiterà quel dissesto economico e finanziario del Regno che già s'annuncia nelle ri-chieste e nei documenti presentati nel corso del Parlamento.

Si potrebbe procedere ancora in questa elencazione, ma non è il

ca-so. Nonostante il suo svolgimento rapido e la conclusione felice,

sebbe-ne manchino proprio le condizioni per concludere questa ricostruziosebbe-ne

insistendo sul ruolo forte dei ceti e delle élites dirigenti sarde, il

Parla-mento del 1614 apre con straordinaria ampiezza e nitore di prospettiva

alla società sarda del primo Seicento: che ci appare davvero un insieme

di campi di tensione, molteplici e disposti su più piani

(politico-giurisdi-zionale, socio-economico, culturale-religioso, parentale-familiare...), tra i

quali tutti il Parlamento dovrebbe svolgere la funzione di regolatore dei

flussi di energia, di redistributore delle quote di "libertà", competenze e

risorse che spettano a ciascun ceto, gruppo sociale, università, a

ciascu-na comunità e «istituzione»; di revisione o riaggiustamento, in

definiti-va, dei rapporti tra le parti diverse del Regno come corpo reale e come

corpo mistico. Non è dubbio che il parlamento Gandía risponda in

qualche modo a questa sua funzione sostanziale, che è lato sensu giudi-ziaria e che non è meno rilevante delle sue funzioni legislativa e finan-ziaria 38. Ciò non toglie che molte questioni le lasci irrisolte o aperte, che alcune anzi le aggravi, significa però anche che il Parlamento ha nella vicenda storica sarda quel ruolo importante che hanno saputo per tempo riconoscergli Francesco Loddo Canepa e soprattutto Antonio Marongíu 39.

Questo sul rapporto tra il Parlamento e il Regno; diverso è invece l'apprezzamento che si deve fare del rapporto tra il Parlamento e la Mo-narchia. Nei confronti del viceré e della règia cort gli stamenti rivelano decisione e fermezza molto discontinue. Si impongono su alcune que-stioni procedurali, anche di rilievo, ma cedono infine su quelle maggio-ri: il donativo è incrementato e offerto senza condizioni, quasi mai rie-scono a incrinare la compattezza della parte regia nei giudizi sui dissen-timents, non sanno far funzionare la commissione dei trattatori e forse lasciano abortire quella dei gravami. E il partito meno vicino al viceré deve anche, alla fine, subire l'affronto della presentazione dei capitoli in Spagna affidata allo Scano Castelvì. Le tendenze autonomistiche, se così possiamo esprimerci, tra l'incudine della règia cort e il martello dello scissionismo sassarese, finiscono per essere perdenti. Non schiacciate, tuttavia, come ci ha mostrato la vicenda successiva della questione del-l'autoconvocazione del Militare e come mostrerà il seguito secentesco della storia parlamentare sarda, sino almeno alla crisi Camarassa.

38 Ne avverte, con il suo concetto di "trascrizione" della società nel Parlamento, G.

D'AcosnNo, op. cit., e Il Parlamento Generale del Regno di Napoli nell'età Spagnola, Napoli, 1984.

39 F. LODDO CANEPA, La Deputazione di storia patria e la raccolta degli atti parlamentari sardi, in AA.VV., Liber memorialis, cít., pp. 193-207; per il Marongiu tutte le op. cit. Una espressione spesso richiamata ma assai banale della sottovalutazione tradizionale del ruolo del Parlamento sardo è in F. Sutis, Degli stamenti sardi, Sassari, 1954. Negativo anche, ma con maggiore misura, il giudizio di G. MANNO, Storia di Sardegna, t. III, Torino, 1826, pp.

436-437: analogo, per il Parlamento siciliano, quello di F. DE STEFANO, Storia della Sicilia dall'XI al XIX secolo, Bari, 1948 (p. 97 dell'ed. del 1977). Com'è noto la sottovalutazione del ruolo del Parlamento è propria specialmente della storiografia castigliana, cfr. anche il re-cente e notevole libro di J.M. CARRETERO ZAMORA, Cortes, monarquía, ciudades, Madrid, 1988. Una neutralizzazione del tradizionale approccio, fortemente ideologico, allo studio delle cortes aragonesi propone L. GONZALES, Las cortes de Aragón, Zaragoza, 1978. Unilatera-le e astratto il giudizio negativo sul ruolo storico in genere delUnilatera-le assembUnilatera-lee rappresentative d'antico regime espresso da J.A. MARAVALL, Stato moderno e mentalità sociale, Bologna, 1991, vol. I, pp. 342-352 e 418-432. Per una valutazione equanime cfr. G. BUCHDA, «Reichstànde»

e «Landstande» in Germania nel XVI e XVII secolo, in Le istituzioni parlamentari cit., pp. 455-479, in particolare a p. 461.

Resta, comunque, che la funzione "interna" e "giudiziaria" del Parla-mento, di regolazione dei meccanismi istituzionali e sociali del Regno, prevale nettamente su quella "esterna" e "politica", di contrattazione del-la posizione dello stesso Regno di Sardegna nell'ambito deldel-la Corona di Spagna.

6.

Nota archivistica e riepilogativa

1. Gli atti di seguito pubblicati sono nella gran parte la trascrizione del

proceso del parlamento Gandía conservato dall'Archivio di Stato di

Ca-gliari nel fondo Antico Archivio Regio, al vol. 166 dei Parlamenti. Si tratta dell'originale del processo verbale redatto dal notaio Fernando Sabater,

escrivà principal della Reale Udienza e nell'occasione, ma non soltanto in

questa l, notaio e segretario del Parlamento. Il vero e proprio verbale delle riunioni parlamentari, quello analizzato nel secondo capitolo di questa introduzione, reca tutte le correzioni, i pentimenti, gli errori e le giunte che sono recepiti dall'altro esemplare rinvenuto — che per parte sua ha altri errori ed omissioni — e mostra evidente, in ogni suo foglio, il segno del lavoro quotidiano di redazione e costruzione del proceso. Le procure allegate nella prima parte del volume, inoltre, sono in originale, con la firma e il segno di notariato o tabelloniato del redigente 2

,

e por-tano sul bordo sinistro superiore l'admittatur del reggente Miralles. An-che gli altri documenti contenuti nel volume — testi dei capitoli, suppli-che, sentenze e disposizioni viceregie, privilegi e memorie, note e conti ecc. —, sempre disformi per materiale scrittorio e per grafia a seconda del soggetto produttore o esibente, quando non sono originali sono le copie, semplici o autentiche, originariamente passate agli atti, allegate al proceso.

La numerazione delle carte del volume, quella di forma più antica e