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La numerazione delle carte del volume, quella di forma più antica e meno visibile, poiché nell'Ottocento al volume già acefalo ne è stata

ag-giunta un'altra, è pure originaria, impressa al proceso a Parlamento già concluso, anzi dopo che ne è stata ricavata la copia destinata al Consi-glio Supremo d'Aragona. Si tratta della numerazione seguita dal succsivo uso parlamentare e giudiziario del proceso, dal momento che ad es-sa corrispondono puntualmente i riferimenti che fa il Dexart nei suoi

Capitula alle procedure del parlamento Gandía, ai suoi di ssentiments e

alle relative sentenze. Tanto perfetta, anzi, questa corrispondenza che, avendo il Sabater o chi per lui male assemblato in diversi casi le carte, il

I ACA, Consejo de Aragón, leg. 1352, doc. 52.

2 Copie di alcune di queste procure sono nei protocolli del notaio Aleu: Asc, Notari-le, Cagliari, legati, vol. 60, cc. 220-228, 429-432, 437 e 627.

Dexart non può fare a meno di seguirlo collocando, ad esempio, il voto sul ricorso del marchese di Castelvì alla c. 669 e la relativa sentenza alla c. 704 3, che sono riferimenti esatti ma spia certa, appunto, dell'originaria disordinata legatura del volume. Non è il solo caso, poiché il lavoro del Sabater, che sembra meritevole per tanti aspetti, soprattutto per la preci-sione e la completezza dei verbali, mostra tuttavia segni frequenti di stanchezza, come quello più grave, proprio dopo che il Gandía ha ac-condisceso con apposita disposizione a far intervenire nei dissentiments un numero di giudici di parte regia eguale al numero dei giudici di parte stamentaria, e cioè sei, di farne votare sette su quello proposto dalla si-gnora di Romangia 4, o ancora quello di far votare il viceré cum omnibus nel ricorso avanzato dal Pintor 5, quando invece vi sono stati due voti di-vergenti.

Si diceva dell'uso parlamentare e giudiziario del proceso, ma si po-trebbe anche più genericamente parlare di un uso normale, per ogni esi-genza amministrativa, legale o "politica", cui sembra riservato quell'archi-vio della Reale Udienza o Regio Consiglio chiamato in causa dal viceré e dagli stamenti nel corso della contestazione sul numero dei giudici dei dissentiments 6, e nel quale dovrebbe recarsi per prelevarne i verbali dei precedenti parlamenti il Sabater, cui soltanto nell'occasione è attribuita la qualifica di secretari de la Real Audienci a.

Questo proceso originale del parlamento Gandía, cui si attribuisce la lettera A, è tuttavia incompleto, per somma di guasti d'incuria o acciden-tali, piuttosto che per dolo, poiché mancano le carte 1-52 all'inizio, forse le quattro ultime carte, 1065-1068, e ancora le carte 711-12, 822-23, 1053-60, e infine 880-89; ma in quest'ultimo caso, per i riscontri con l'al-tro esemplare, sembra trattarsi ancora una volta di un errore d'origine, passando il Sabater nella numerazione dalla n. 879 alla n. 890 anziché al-la n. 880. Queste parti mancanti sono integrate con il manoscritto del proceso conservato dall'Archivio della Corona d'Aragona, al vol. 378 del fondo Camara, cui è attribuita la lettera B.

Anche di questo esemplare non è difficile appurare l'origine e la na-tura. Si tratta infatti della copia autentica del proceso originale fatta redi-gere in Cagliari, con scrittura chiara e continua, dagli scrivani della Luo-gotenenza generale che operano sotto la guida del Sabater — che la sot-

3 J. DEXART, Capitula cit., lib. I, tit. I, cap. I, § 49.

4 Cfr. il proceso, al 3 aprile 1614.

5 Ivi all'U aprile 1614.

6 Ivi al 2 aprile 1614.

toscrive, ma che pure ne redige molte pagine di sua mano — proprio per essere inviata al Consiglio d'Aragona, per l'atto conclusivo delle de-cretazioni regie. Il volume è partito in tre sezioni diseguali: nella prima, di 710 carte, riproduce tutto il proceso originale, senza le procure; nella seconda, di 237 carte, ripropone invece i capitoli con gli spazi vuoti per l'apposizione delle decretazioni regie, quasi predisponendo un modello per la successiva confezione delle carte con le decretazioni regie da in-viare in Sardegna agli stamenti e alle città; nella terza infine, di 17 carte, propone la taula, indice e sequenza continua delle decretazioni regie di tutti i capitoli.

Mentre A non conserva la sua coperta originale e neppure il titolo, B reca sul frontespizio la seguente iscrizione: Copia processus Regi] genera-lis parlamenti quod nomine suae Regiae Magestatis domini nostri Regis celebra-tum fuit in presenti civitate et Castro Calaris per Illustri ssimum et excellentissi-mum dominum Carolum à borja y centelles ducem de Gandia comitem de Oliva Marchionem de lombay locum tenentem et capitaneum generalem et presidem in praedicto regio generali parlamento cum jntervensione trium stamentorum re-gnicolarum dicti regni.

L'autenticazione della copia è alle carte 709-710, datata 10 giugno 1614, e qualche giorno dopo, il 16 giugno, il duca di Gandía ne prean-nuncia l'arrivo a Madrid, portata dal suo segretario personale, Michele Velasquez 7. Il primo giorno dello stesso mese l'Otger, in procinto anche luí di partire con la missione parlamentare in Spagna, rilascia procura al-la moglie per i suoi interessi cagliaritani 8. Nel gennaio del 1615 il Supre-mo dà come già presenti in Spagna da oltre sei mesi i rappresentanti del Parlamento sardo 9, che sarebbero allora partiti nello stesso giugno. La copia del proceso è quindi fatta tra maggio e giugno, subito dopo la chiu-sura del Parlamento, che è del 27 aprile, e certo prima della legatura de-finitiva del proceso originale, dal momento che non ne ripete gli errori di distribuzione del materiale.

Nel corso del secondo semestre del 1614 il vicecancelliere del Su-premo, Roig, va riempiendo gli spazi vuoti della seconda parte di B, an-che tenendo le riunioni a casa sua, e nel gennaio del 1615 il lavoro è pressoché concluso 10. Subito dopo vengono predisposte le decretazioni regie che, approvate e sottoscritte dal sovrano in Aranjuez il 2 maggio

Aca, Consejo de Aragón, leg. 1352, doc. 47.

8 ACA, Notarile, Cagliari, sciolti, vol. 364, al 1° giugno 1614.

9 ACA, Consejo de Aragón, leg. 1352, doc. 61.

Ivi.

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1615, sono inviate in Sardegna. Il lavoro di preparazione delle carte re-gie è non sempre accurato, poiché contengono omissioni e fraintendi-menti quali segnaliamo nelle note ai capitoli. Le stesse omissioni e frain-tendimenti che porta la copia di esse registrata nei protocolli della Can-celleria del Consiglio d'Aragona 11, che porta la stessa data del 2 maggio 1615.

A, B, decretazioni regie inviate in Sardegna, loro copia presso la Cancelleria della Corona d'Aragona: non è stato individuato altro. Non si può tuttavia dubitare che siano esistiti altri esemplari del proceso e che da qualche parte possano anche ritrovarsi, e forse anche copie d'u-so privato e professionale oltre che pubblico. Intanto il repartiment de la propina, di cui è stata rinvenuta una copia nel legajo 1149 del fondo Consejo de Aragón dell'Archivio della Corona d'Aragona, prevede un compenso di seicento lire al Sabater proprio perché curi la stesura di tre copie del parlamento, una per ciascun stamento. Al momento non se ne è trovata traccia, in futuro si potranno anche rinvenire, ma non do-vrebbero aggiungere molto al testo qui pubblicato. Neppure aiuteran-no, forse, a capire dove sia finito il ricorso annunciato da Andrea Bron-da 12, inesistente sia in A che in B, che è forse un altro errore del Saba-ter scordatosi di obliSaba-terare l'anticipazione di un ricorso che sarà stato poi ritirato. E neppure restituiranno il donativo che però, se pure non esistesse in una tempestiva redazione "interna" ai lavori parlamentari, certo lo avranno dovuto preparare subito dopo, sulle indicazioni fornite dall'offerta 13, il tesoriere generale e il maestro razionale. Non avendo purtroppo trovato traccia di questo lavoro, abbiamo pensato di seguire anche noi le istruzioni dell'offerta, con il risultato delle tabelle proposte al quarto capitolo.

Neppure quanto prima segnalato è stato tuttavia reperito integral-mente. E cioè non tutte le carte regie con le decretazioni. Presso l'Archi-vio delle Cortes di Madrid, al fondo Cerdena, leg. 14, expp. 131-133, ci so-no i capitoli di Alghero (10 carte, cm. 28,5 x 20,5) e frammenti di quelli di Sassari (18 carte, comprendenti i capitoli dal n. 6 al n. 36) e di quelli del Militare e dei tre stamenti (11 carte, dal 27 al 38, assenti le carte 35-36, con i capitoli nn. 61-75 e 83-87); presso l'Archivio comunale di Ca-gliari sono conservati i capitoli della stessa città (cc. 21, cm. 28,5 x 20,5):

tutti in pergamino. Negli archivi comunali dí Iglesias e di Oristano sono

1 i Aca, Cancillerta Sardiniae, regg. 4915-4917.

12 Cfr. il proceso, al 16 aprile 1614.

13 Cfr. questa introduzione, al cap. 4, § 3, e il proteso, al 27 aprile 1614.

segnalati i capitoli delle rispettive città 14. Sempre a Madrid ci sono delle copie manoscritte ottocentesche dei capitoli di Iglesias e di Alghero, fat-te dal Toda y Giiell 15, e le istruzioni dei consiglieri di Oristano alla loro città 16. Dei capitoli dell'Ecclesiastico, di Bosa e Castel Aragonese, non risultano neppure le tracce, o almeno non sono state sinora individuate.

Reperire questi capitoli sarà certo importante, ma difficilmente arricchi-ranno questa edizione.

Di già edito c'è qualcosa e poco: i capitoli del Militare e dei tre sta-menti in Dexart, i capitoli di Iglesias nel Codex diplomaticus ecclesiensis del Baudi di Vesme e quelli del Reale in un lavoro di Antonio Era ". La stampa di alcuni isolati capitoli, soprattutto di quelli relativi alle riunioni del Militare, è stata naturalmente fatta qui e là e in tempi diversi, ma niente che valga la pena di segnalare specificatamente.

Per maggiore chiarezza e comodità del lettore proponiamo una ta-vola di tutto ciò che è stato rinvenuto e che si è utilizzato secondo le ge-rarchie che impongono l'esistenza di un originale e un semplicissimo stemma codicum.

2. Anche sotto il profilo linguistico A possiede tutta la ricchezza e la complessità di una raccolta di testi di diversa provenienza regionale e di diversa competenza alfabetica e varia cultura. I materiali che si pubblica-no sopubblica-no di per sé eloquenti e comunque agibili allo studio degli speciali-sti in tale campo. Tanto più che la frammentarietà di A costringe a ricor-rere anche a B e alle decretazioni regie, che pure forniscono elementi per l'indagine sulla circolazione culturale e sullo scambio linguistico nel-l'isola e nell'ambito dei paesi della monarchia spagnola. Per quanto è al-

14 Cfr. M. FERRAI Cocco ORTO, M.B. LAI, Fonti documentarie sui Parlamenti di Sardegna conservate negli archivi sardi e spagnoli (1421-1843). Prima indicazione, in AA.Vv., Acta Curiarum Regni Sardiniae cit., pp. 397-414, in particolare a p. 409, e P. TOLA, Codex diplomaticus Sardi-niae, Torino, 1862, t. 2, coll. 1005-1006.

15 ACEM, Cerderia, leg. 14, expp. 134 e 138, rispettivamente di fogli 36 e 12; dove è pu-re, all'exp. 137, in originale, la tabla dei capitoli concessi ad Iglesias (pergamena, cm. 31 x 10,7, fogli 2) che fa riferimento ad un diploma di 16 fogli. Sull'operazione di raccolta degli atti dei Parlamenti sardi compiuta dal Toda y Giiell cfr. A. MATTONE, I problemi istituzionali dell'edizione degli atti dei Parlamenti sardi, in «Quaderni sardi di storia», 4 (1983-84), pp. 211-232.

16 ACEM, Cerddia, leg. 15, exp. 210 (di 7 fogli, originale). Oltre alle istruzioni dei consi-glieri di Oristano, sono presenti nell'Archivio comunale di Iglesias anche le istruzioni di questa città al suo procuratore Cani Baccallar, in 46 capitoli.

17 A. ERA, Tre secoli di vita cittadina (1479-1720) dai documenti dell'Archivio civico, Ca-gliari, 1937, pp. 27-32: dal quale si viene anche a sapere che i capitoli del Reale erano legati nel diploma regio a quelli di Oristano.

Il parlamento Gandía, Stemma codicum

Sassari 713-820v 277-439v 108-14Iv ACEM 1-18v 4916, 15v-54 (frammento)

Ecclesiastico 824-840 558-573 210-22Iv 4916, 136-155 CDE

69I-697v

Iglesias 846-861 439-471v 188-208v ACEM, 1-36 4917, 53v-83v CDE Toda i Giiell

Oristano 863-872v 594-612v 223-236v Aco? 4917, 208-229

Tre stamenti 874-878v 514v-523v 63-66v ACEM 37-38 4916, 64v-69 Dexart (frammento)

Militare 839-950 472-557v 1-62v ACEM 27-34 4917, 84-203 Dexart

1000-1009 678-690v (frammento)

Alghero 954-958 537v-587v 178v-186v ACEM 1-10v 4916, 110v-126 Toda i Giiell

Bosa 960-975 652-671v 158-177 4916, 159-166

Caste] Aragonese 977-979v 588-593v 152-156 4916, 159-166

Reale 994-997 674-676v 145-151 Aco? 4915, 288-299 Era

Cagliari 1011-1052v 614-615v 67-107 Acc 1-21 4917, 1-53v

la portata del curatore, ai fini soltanto di una più agevole comprensione dei documenti, si svolgono qui alcune considerazioni molto generali sul-la "tradizione" del proceso del parsul-lamento Gandía attraverso le successive trascrizioni note, integrali o parziali, peraltro realizzate tutte nel giro di un anno.

Anche B, come si è visto, è prodotto in Cagliari, da alcuni scrivani che lavorano in modo accurato, senza compiere errori ed omissioni fre-quenti, né operare arbitrarie espunzioni o aggiunte. Essi hanno tuttavia la tendenza, forse per ispirazione dello stesso Sabater, a correggere le forme grafiche di A. Si provano infatti, anzitutto, a ripulire il testo dei documenti da tutti quei solecismi e accidenti fonetici (molto meno i pri-mi che i secondi) che derivano dagli influssi delle parlate locali del sardo e dello stesso castigliano (ma nei documenti provenienti da Sassari s'av-verte notevole anche l'influsso italiano). L'influenza del castigliano sul catalano che ancora prevale è ormai fortissima e si esprime con l'intru-sione frequente di elementi lessicali e fonetici, con l'alternanza talora dei rispettivi termini di medesimo significato (servei e servici, Sardenya e Cer-

detia, senyor e serior), con un'incertezza grafica, ancora, che combina segni di diversa portata fonetica (Sardetiya, senyor, compatiya). Si preoccupano inoltre di ripristinare il corretto uso catalano e talora latino (ad esempio ribadendo i dittonghi), senza naturalmente condurre l'opera sino in fon-do, operando anzi essi stessi ulteriori corruzioni spagnole e sarde del les-sico catalano e latino.

Del resto, lo stesso uso ortografico catalano è tutt'altro che costante e certo. Lo dimostrano, ad esempio, le oscillazioni, talora nello stesso documento, delle forme c, s, ss per il suono sibilante sordo (ago, aso e as-so; Saper, Sacer e Sasser, ma anche negod; negosi e negossz; plagia, plasia e plassia), l'analoga indifferenza delle serie dolci ci; d, si (comerd; comerd e comersi) e ce, ce, se (conceller, coweller e conseller), o ancora di quelle tj, tg (suono dc) e g, tj, tg (suono tc) nell'area dei nessi dentale-palatale: jutje e jutge; meje e metge; viage, viatje e viatge. Incerto è spesso anche l'uso dí y e i, soprattutto nelle plurali con terminazione in fricativa (mateis, mateys), mentre nelle parole che cadono in una fricativa prepalatale coesistono le forme ix e x (mateix, matex). Altrettanto frequenti sono i fenomeni di dis-simulazione o occultamento, ad esempio della r nel nesso pr (prendre, pendre) o della dentale seguita da labiale (vatja e vaja, hatja e haja) o anco-ra della e di fronte a s più consonante, che pure la richiederebbe (esta-ment e stament, escrivent e scrivent).

Quest'incertezza o alternanza, spesso, appare erronea agli stessi scri-vani, e avviene pertanto che, correggendosi ciascuno di essi in uno stes-so testo e l'un l'altro nei diversi esemplari, alla fine gli esemplari s'asstes-so- s'asso-migliano ancora di più.

Le decretazioni regie sono redatte in Spagna, a Madrid, e in parte continuano l'opera di pulitura di B, ora separando parole arbitrariamen-te o confusamenarbitrariamen-te congiunarbitrariamen-te, ora sciogliendo quelle che sono o soltanto sembrano incertezze: ripristinando ad esempio l'una o l'altra delle forme per la sibilante dentale o per la palatale, quella che volta per volta sem-bra più corretta. Anche gli scrivani del Consiglio d'Aragona operano co-munque una frequente corruzione castigliana delle forme catalane, ad esempio nella terminazione delle parole nei casi di maggiore somiglianza (compassion per compassió, condicion per condicio'). Il testo delle decreta-zioni regie resta tuttavia molto vicino ad A e B, e le maggiori differenze riguardano incomprensioni, omissioni ed errori compiuti da scrivani che sembrano più frettolosi e noncuranti di quelli sardi.

3. I criteri seguiti nella trascrizione sono quelli proposti da Gabriella 011a Repetto che con il suo Criteri per l'edizione critica degli Atti dei Parla-

menti sardi 18 ha suggerito un rispetto intelligente, rigoroso ma non rigido, delle forme proprie del testo. Così y = ii quando esecuzione calligrafica di ij, ma talora anche soltanto i, come quando il testo propone ora servey ed ora servei, dany e dani, any e ani, Oristany e Oristani, j = i, ma restando tale la prima lettera quando esprime un'evidente palatale, cosi judici e non iu-dici; mentre i dittonghi latini restano e quando non sono espressi da lette-ra sepalette-rata o in nesso. Abbiamo preferito la maiuscola per evidenziare la valenza formale di certe ricorrenze terminologiche (Regne e non regne quando è termine denominativo e non comune), quella istituzionale de-gli uffici (Racional, Procuración real ecc.), ma la minuscola per indicare de-gli ufficiali, per lo stesso termine parlamentum quando il suo uso non ha un particolare risalto formale o indica la sede o il luogo, e ancora Loctinent come denominativo e lloctinent come attributivo e via dicendo.

Gli etcetera che ricorrono nel testo sono quelli originari, poiché non ci è sembrato opportuno operare alcun taglio o espunzione, neppure nelle formule iterative, ad eccezione di quegli omissis che sono serviti ad evitare ripetizioni del tutto inutili di documenti o elenchi assolutamente identici. L'interpunzione è del curatore, sostitutiva di quella originaria, ma mai sono stati eliminati i punti e i punti e virgola, e comunque si è operato con mano leggera per non togliere ai testi quel loro ritmo, più per congiuntive che per subordinate, che si dipana monotono ma tutta-via funzionale allo stile proprio dei verbali, sentenze, suppliche, capitoli ecc. Del curatore sono anche i capoversi, anche se si è avuta cura di con-servare quelli originari che avessero la funzione di articolare il docu-mento nelle sue parti formalmente costitutive (indirizzo, preambolo, ri-chiesta, decretazione, recognizione, sottoscrizione ecc.).

Gli atti del Parlamento sono disposti sino al vero e proprio proceso nell'ordine di A (o, meglio, in quello che avrebbe avuto senza l'errore iniziale di legatura, e corretto quindi con B), mentre per la successione dei capitoli è stato seguito prima un ordine gerarchico (Militare e tre sta-menti, Ecclesiastico, Reale, Cagliari, Sassari, Alghero, Oristano, Iglesias, Bosa e Castel Aragonese) e quindi una sequenza interna, con la relativa numerazione, che è quella delle decretazioni regie.

Va infine precisato che la trascrizione di A è della dottoressa Marina Barranu, cui pure si deve quella delle carte 1-51 di B; il restante della tra-scrizione di B che serve ad integrare A nelle sue parti mancanti, del repar-timiento de la propina e di tutte le decretazioni regie è del curatore, al quale si devono pure la revisione dell'intera edizione e la redazione dei regesti.

18 In Acta Curiarum Regni Sardiniae cit., pp. 415-425.

H

Atti del Parlamento

Processo

1 1612 novembre 18, Madrid

Filippo III, re di Spagna, data la necessità, al fine di provvedere allo stato e al bene del regno di Sardegna, di convocarne le popolazioni e il Parlamento ge-nerale, non potendo a questo presenziare personalmente per gli impegni di gover-no degli altri regni della Corona, conferisce la facoltà di indirlo e convocarlo al viceré di Sardegna, don Carlo de Borja duca di Gandía. Gli concede quindi i po-teri.• di tenere il Parlamento, ed eventualmente prorogarlo, per il tempo che ri-terrà opportuno; di spostarne nel caso la sede; di esaminare i gravami proposti, decretando i provvedimenti necessari; di approvare i capitoli con l'intervento e il consenso degli stameng o della maggioranza di essi; e di renderli quindi pubbli-ci; di accettare i doni e i servizi che saranno offerti dallo stesso Parlamento o dai convocati o da qualsiasi università o particolare del Regno. A garanzia degli im-pegni presi può obbligare il patrimonio regio assumendo a nome suo qualsiasi altro impegno sarà richiesto dalle circostanze, oltre la stessa lettera della presente concessione.

In Dei nomine. Noverint universi quod nos Philippus, Dei gratia rex Castellae B c.

Aragonum, legionis utriusque Siciliae, Hierusalem, Portugaliae, Ungariae, Dal-matiae, Croatiae, Navarrae, Granatae, Toleti, Valentiae, Galletiae, Maiorica-rum, Hispalis, Sardiniae, Cordubae, Corsicae, Murciae, Giennis, Algarbii, Al-gezirae, Gibraltaris, insularum Canariae, nec non Indiarum orientalium et oc-cidentalium, insularum ac terrae firmae maris Oceani, archidux Austriae, dux Burgundiae, Bravantiae, Mediolani, Athenarum et Neopatriae, comes Abspur-gii, Flandriae, Tyrolis, Barcinonae et Rossilionis et Ceritaniae, marchio Orista-ni et comes GoceaOrista-ni, cum pro rebus statum nostrum justitiae cultum in publi-cum bonum et augmentum praedicti nostri regni Sardiniae concernentibus, tractandis et finiendis oporteat, immo maxime necessarium sit populos ipsius convocare et Parlamentum Generale per capitula et actus curiae et privilegia dicti regni statutum indicere et celebrare, quibus peragendis aliis arduis ho-rum regnoho-rum nostroho-rum Hyspaniae impediti negotiis personaliter adesse non valeamus, sedulo cogitantes de persona aliqua in cuius fide animus noster merito requiescere posset et cuius prudentiam et integritatem ita approbatas haberemus et quae in eo necessaria forent merito reperiri possent, te illustrem don Carolum de Borja ducem de Gandia, comitem de Oliva, qui munus no-stri locumtenentis et capitanei generalis in praefato regno Sardiniae summo

137

cum populorum et subditorum nostrorum applausu nunc administras quae-que optimo statui et defensioni illorum vigili oculo providere studuisti, duxi-mus eligendum prout tenore presentis de nostra certa scientia deliberate et consulto motu nostro proprio nostraque supprema regia potestate te praedic-tum ducem de Gandia, locumtenentem nostrum generalem ex latere nostro dextero sumptum personamque nostram representantem in dicto regno

cum populorum et subditorum nostrorum applausu nunc administras quae-que optimo statui et defensioni illorum vigili oculo providere studuisti, duxi-mus eligendum prout tenore presentis de nostra certa scientia deliberate et consulto motu nostro proprio nostraque supprema regia potestate te praedic-tum ducem de Gandia, locumtenentem nostrum generalem ex latere nostro dextero sumptum personamque nostram representantem in dicto regno