81Figura 2: Frazioni di abitazioni (%) con livelli eccedenti 200 Bq/m 3 (dati normalizzati alla
6. Energia nucleare
6.11 Energia nucleare e i gas serra
All’interno del sistema energetico dei paesi industriali, l’energia nucleare è quella che fornisce - e può ulteriormente fornire - il maggior contributo alla riduzione dell’emissione di gas serra. Secondo i dati recentemente diffusi dal-l’OECD-NEA, l’energia elettronucleare, nell’intero ciclo di utilizzazione (estrazione e trasformazione delle risorse, costruzione ed esercizio degli impianti), registra un’emissione di gas serra compresa fra 2.5 e 5.7 grammi di carbonio equivalente per kilowattora prodotto, contro i 105-366 g/kWh delle fonti fossili e i 2.5-76 g/kWh delle fonti rinnovabili.
I 440 reattori nucleari attualmente in funzione nel mondo consentono di evi-tare l’immissione in atmosfera di 1.2 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno. Tale quantitativo è quello che si immetterebbe nell’atmosfera sostituendo gli impianti nucleari con centrali termoelettriche che incorporino le migliori tec-nologie di controllo delle emissioni attualmente disponibili. Esso rappresenta il 10% delle attuali emissioni complessive di CO2 del sistema energetico e il 17% delle emissioni di CO2del sistema elettrico.
L’esperienza condotta dai paesi che hanno fatto estensivo ricorso al nucleare per la produzione di energia elettrica dimostra che i vantaggi ambientali sono ben quantificabili. Uno studio recente condotto dal Commissariato fran-cese per l’energia atomica (CEA) dimostra che la mancata realizzazione del programma nucleare francese si sarebbe tradotta con orizzonte 2000 in un forte incremento delle emissioni di SO2 (+0,5 Mt/anno, ovvero +30% rispetto ai livelli attuali), NOX(+0,7 Mt/anno, ovvero +40%) e CO2(+340 Mt/anno, ovvero +90%). In Francia il livello di emissione di CO2 era nel ‘73 di 530 Mt/anno, mentre oggi è ridotto a 387 Mt/anno.
Dal momento che nei paesi industriali la capacità idroelettrica è ormai inte-gralmente sfruttata, e dal momento che le altre fonti rinnovabili (solare, eoli-co) hanno e conserveranno in futuro un ruolo marginale nella copertura del fabbisogno (si vedano in proposito le previsioni del programma europeo ALTENER), l’eventuale sostituzione dell’energia nucleare dovrebbe forzata-mente avvenire aumentando il ricorso alle fonti fossili, circostanza che deter-minerebbe un aumento delle emissioni di gas serra incompatibile con l’appli-cazione del protocollo di Kyoto.
7. Conclusioni
Le sfide prioritarie nel settore energetico sono quelle della sicurezza,
popolazione mondiale, e della riduzione di emissioni dannose a fronte di una domanda energetica sempre maggiore in concomitanza con una auspicabi-le crescita economica.
La questione della sicurezza ci interessa poco in questo documento, ma non per questo deve essere sottovalutata: essa, anzi, è di importanza fondamen-tale. I problemi geopolitici ad essa associati sono una conseguenza della necessità di mantenere l’accesso al petrolio da cui dipende quasi totalmente il sistema dei trasporti mondiale e, presto, saranno una conseguenza anche della necessità di mantenere l’accesso al gas naturale.
Anche la questione dell’accessibilità alle fonti energetiche anche a quei 2 miliardi della popolazione mondiale che non ha accesso alla corrente elettri-ca esula dagli scopi di questo documento. Tuttavia, l’estensione di quote di energia a porzioni sempre più ampie di popolazione mondiale, necessaria per mantenere stabilità e pace e garantire benessere, avrà l’effetto di accre-scere l’importanza della terza questione: quella ambientale.
Le principali preoccupazioni legate alla salvaguardia dell’ambiente dipendo-no, infatti, dall’uso dell’energia. E’ pertanto necessario lo sviluppo di tecnolo-gie pulite, efficienti ed economiche, ma anche, e soprattutto, di politiche ener-getiche che, orientate in questo senso, si poggino su solide basi scientifiche. In particolare, non bisogna farsi molte illusioni sulla possibilità di ridurre significativamente la dipendenza dai combustibili fossili: per i prossimi decen-ni essi continueranno a fordecen-nire il 75%, o forse più, dell’energia necessaria e, in particolare, continuerà ad aumentare la domanda di gas naturale, soprat-tutto in concomitanza con l’aumento di domanda di elettricità.
A questo proposito, sembra essere quasi inevitabile l’ammodernamento degli impianti esistenti e la costruzione di nuove centrali se si desidera garantire sia un minore inquinamento sia un migliore rendimento; sarebbe pertanto fon-damentale avviare presso la popolazione una adeguata campagna di infor-mazione corretta e trasparente per evitare che il processo di ammoderna-mento possa essere ostacolato dalla formazione di gruppi di opinione più o meno spontanei ma, spesso, purtroppo, espressioni di immotivate preoccu-pazioni emergenti da ignoranza, disinformazione e strumentalizzazione. La moderna tecnologia offre interessanti prospettive per affrontare al meglio la questione ambientale (ad esempio, le centrali a ciclo combinato e quelle a cogenerazione di elettricità e calore; o, nel lungo periodo, la possibilità di usare materiali superconduttori nelle linee di trasmissione).
A prescindere dalle controverse posizioni scientifiche sulle questioni legate al contributo antropogenico all’effetto serra, alla possibilità che interventi umani possano significativamente influire sui processi climatici e, infine, alla neces-sità di ridurre le emissioni di anidride carbonica, va detto che per
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gere gli obiettivi di emissione di anidride carbonica previsti dalle recenti deci-sioni politiche, è necessario aumentare di un ordine di grandezza l’apporto energetico da fonti che non emettono gas-serra. E ciò significa, se si vuole essere coerenti, di rivedere la posizione globale rispetto alla fonte nucleare. Certamente non vi sono soluzioni magiche al problema, che stiamo affron-tando in questo capitolo, di poter mantenere, attraverso l’accesso all’energia, il livello di benessere salvaguardando allo stesso tempo l’ambiente. Alcuni suggerimenti potrebbero comprendere: investire in tecnologia rispettosa del-l’ambiente, migliorare l’efficienza, ammodernare le infrastrutture esistenti, non trascurare nessuna fonte, non privilegiare nessuna fonte, rimettersi ai pareri delle competenze scientifiche, informare in modo trasparente e atten-dibile i cittadini dei rischi e dei costi conseguenti non solo al fare ma anche al non-fare.
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