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1.4 Legionella spp

1.5.7 Epidemiologia

Il recente rapporto del World Cancer Research Fund International (WCRF) riporta che nel 2015, circa 4,4 miliardi di persone in tutto il mondo erano positive per Helicobacter pylori. È stata confermata un'ampia variazione nella prevalenza di Helicobacter pylori tra regioni e paesi: I paesi più ampiamente colpiti sono Africa (79,1%), America Latina e Caraibi (63,4%) e Asia (54,7%). Al contrario, la prevalenza di Helicobcater pylori è più bassa in Nord America (37,1%) e Oceania (24,4%).

L’evoluzione temporale della colonizzazione da parte del batterio si è evoluta nel tempo. Infatti, a cavallo del XXI secolo, la prevalenza di Helicobacter pylori è in calo nei paesi altamente industrializzati del mondo occidentale, mentre la prevalenza ha raggiunto il culmine nei paesi in via di sviluppo e di recente industrializzazione. I dati epidemiologici relativi al 2009 evidenziano un incremento dell’infezione con il progredire dell’età, sia nei Paesi occidentali industrializzati (5-10% nell’infanzia ed adolescenza; oltre il 50% in età adulta) che nei Paesi in via di sviluppo del Terzo Mondo (prevalenza del 50% già in età infantile; oltre il 90% prima dei 30 anni).

Queste differenze nella prevalenza di Helicobacter pylori probabilmente riflettono il livello di urbanizzazione, servizi igienico-sanitari, accesso ad acqua pulita e stato socioeconomico vario. Ci sono significative differenze nella prevalenza di Helicobacter pylori anche all'interno della stessa nazione. Ad esempio, negli Stati Uniti è stata rilevata una diversa distribuzione in base all’etnia, la prevalenza nei bianchi non ispanici varia dal 18,4% al 26,2% e quello nei non bianchi varia dal 34,5% al 61,6%. Un argomento che può spiegare questa differenza è sicuramente l’immigrazione: migranti provenienti da aree ad alta prevalenza potrebbero già essere stati infettati da questo batterio.

1.5.7.2 Europa

Nel 2008, l'agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha stimato che il 6,2% di tutti i tumori fosse attribuibile a H. pylori. La prevalenza dell’infezione complessiva da H.

pylori negli adulti in Europa è stimata tra il 20% e il 40%, ed è noto che i tassi di infezione

sono collegati a fattori socioeconomici come gli standard igienici, che però sono via via sempre migliorati, infatti la prevalenza dell'infezione da H. pylori varia considerevolmente nei vari Stati, nell'Europa settentrionale si riscontrano i più bassi tassi di infezione rispetto all’ Europa orientale e meridionale che sono anche le regioni con i più alti tassi di incidenza del cancro allo stomaco nell'Unione europea.

In regioni industrializzate la prevalenza dell'infezione da H. pylori è bassa all'inizio nell'infanzia e lentamente aumenta con l'aumentare dell'età: questo aumento del tasso di infezione in relazione all’età adulta molto probabilmente è spiegato dal fatto che le persone più anziane abbiano contratto il patogeno durante l’infanzia101.

Secondo lo studio di Roberts et al. si evince che dal gennaio 1990 a dicembre 2014 i dati raccolti sulla distribuzione dell’infezione di H. pylori riportavano una prevalenza più bassa in Europa settentrionale ed occidentale rispetto alla stessa dell’Europa meridionale e orientale.

Lo studio definiva come “basso” la percentuale al di sotto del 45% della popolazione colpita (in questa fascia sono stati compresi 20 dei 35 paesi che in quel periodo appartenevano all’Unione Europea, rappresentati prevalentemente dall’Europa settentrionale e occidentale), mentre definiva “alta” la percentuale ≥45% della popolazione colpita102.

Altro esempio è quello polacco: come la maggior parte dei paesi dell'Europa orientale, presenta un tasso di infezione complessivo del 73% e il tasso di infezione per i soggetti di età superiore ai 25 anni dell'85-95%. Il tasso di infezione osservato nei paesi sviluppati riflette un cosiddetto effetto di coorte, ovvero un cambiamento nell'incidenza dell'infezione in base alla generazione o alla coorte di età a causa di cambiamenti nelle condizioni socioeconomiche. I dati disponibili suggeriscono fortemente la trasmissione dell'infezione da persona a persona, ma finora non è stato raggiunto un accordo sulla predominanza sulla via di trasmissione se via orale-orale o fecale-orale103.

1.5.7.3 Popolazioni a rischio

Trasmissione familiare

L’infezione presenta una spiccata tendenza alla diffusione famigliare. I famigliari di bambini infetti sono a loro volta infetti in una percentuale significativamente superiore rispetto ai famigliari di bambini non infetti104.

Uno studio sulla trasmissione familiare dell’infezione da H. pylori in Grecia ha analizzato in modo prospettico la presenza di infezione in tutti i membri famigliari i cui i bambini presentavano sintomi associabili alla presenza di H. pylori, come dolore gastrico o addominale, vomito e sanguinamento del tratto gastrointestinale.

Lo studio è stato svolto su 100 bambini, 94 di origine greca e 6 di origine albanese. Sono risultati 44 su 100 bambini infetti da H. pylori, la cui età media era di 11,02 (± 3,24) anni, rispetto a 9,39 (± 2,90) anni per i non infetti. Studiando la situazione familiare dei soggetti

infetti, è risultato che in tutte le famiglie almeno un membro risultava portatore. Il fatto che la trasmissione di H. pylori si verifica principalmente da genitore a figlio, e non viceversa, è supportato dal fatto che l'infezione da H. pylori si verifica prevalentemente nell'infanzia. La trasmissione da persona a persona all'interno la famiglia sembra essere la modalità predominante, in particolare dalle madri ai bambini e tra i fratelli.

Altri studi condotti tra la Germania meridionale, Turchia, e Vietnam hanno di fatto dimostrato che i genitori possono svolgere un ruolo chiave nella trasmissione del batterio al bambino.

I bambini risultati positivi per la presenza di H. pylori infatti mostravano una prevalenza di infezione del 16% quando avevano almeno un genitore sieropositivo rispetto al 3,5% di coloro che non lo avevano. Inoltre, il ruolo della famiglia nella trasmissione di H. pylori è stato anche dimostrato attraverso tecniche molecolari basate sul sequenziamento genico, dove è stato riscontrato che i ceppi coinvolti sono i medesimi tra genitori e figli105.

Condizione Socio-Economica

Nel 1991, un'indagine condotta88 su 407 bambini peruviani di Lima di età compresa tra 2 mesi e 12 anni provenienti da famiglie con diversi stati socioeconomici ha mostrato una prevalenza complessiva di H. pylori del 48%. I bambini sono stati sottoposti al test del respiro dell'urea 13C, ed i risultati hanno mostrato un'incidenza maggiore tra i bambini di famiglie a basso reddito rispetto a quelli di famiglie ad alto reddito (56% vs 32%).

Uno studio condotto in Brasile ha evidenziato che le scarse condizioni igieniche e la mancanza di acqua potabile sono causa dell'infezione da H. pylori. Lo studio mette in evidenza come l'utilizzo di acqua non trattata possa essere contaminata dalle acque reflue a causa della mancanza di un sistema fognario106.

Il tasso di infezione osservato nei paesi in via di sviluppo è quindi determinato principalmente da un alto tasso di incidenza di questa infezione nell'infanzia. I fattori di rischio dell'infezione da H. pylori sono legati alle condizioni di vita infantili, in particolare a un basso livello socio-economico della famiglia.

In uno studio sierologico condotto in un campione di 215 persone della popolazione di Londra (età̀ media: 46 anni) si è valutata l’influenza delle condizioni di vita attuali e

dell’infanzia sulla condizione dell’attuale sieropositività per l’H. pylori. È emerso che la sieropositività correla in modo molto significativo con due caratteristiche della casa che i soggetti abitavano all’età di otto anni: l’assenza di rubinetti dell’acqua calda e il numero di persone per stanza. Questo studio sembrerebbe indicare che la maggior parte degli adulti infetti abbiano contratto l’infezione durante la loro infanzia, dai familiari e/o anche dall’ambiente. Il progressivo miglioramento delle condizioni socioeconomiche durante gli anni potrebbe rappresentare quindi un secondo motivo dell’aumento della prevalenza dell’infezione con l’avanzare dell’età107.

1.5.7.4. Italia

In un’indagine riportata da D. Palli et al. nel 1997 che ha coinvolto 3281 pazienti dispeptici di età compresa tra 18 e 90 anni è stata svolta con l’obiettivo di misurare la sieropositività dei pazienti attraverso la misurazione degli anticorpi contro H. pylori. È stata rilevata una sieropositività del 52,4% per i soggetti di sesso maschile e del 47,6% e per le femmine (l’età dei partecipanti variava tra 18 e 90 anni).

Ai partecipanti sono stati somministrati questionari per conoscere le caratteristiche socioeconomiche e livello di istruzione. Il livello d’istruzione sembrava avere una forte associazione negativa per la sieropositività, infatti variava tra il 58,8% nei pazienti con un più alta istruzione e 81,3% nei pazienti con solo l’istruzione primaria in entrambi i sessi. E’ possibile quindi una relazione inversa tra la prevalenza dell'infezione da Helicobacter pylori e lo stato socioeconomico, definito dal livello di istruzione o dall'occupazione, indicando un tasso di infezione inferiore nelle classi sociali più alte108.

Un altro studio svolto nel 2001 su 205 soggetti campionati dalla popolazione di Firenze su gruppi di età compresa tra 25 ± 34 e 55 ± 64 anni, ha registrato una sieroprevalenza inferiore al 20% nel gruppo più giovane e tra i 38 e il 57% nel gruppo più anziano riportando una forte associazione positiva nella fascia di età maggiore. È possibile quindi pensare ad un effetto di coorte specifico per i soggetti più anziani dove le condizioni socioeconomiche ed igienico-sanitarie erano inferiori109.

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