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Equity-Based High Frequency Traders

2. Analisi delle contrattazioni e microstruttura del Flash Crash

2.1 Equity-Based High Frequency Traders

Capitolo 2

Analisi delle contrattazioni e

microstruttura del Flash Crash

2.1 Equity-Based High Frequency Traders

Gli High Frequency Trader utilizzano metodologie quantitative e algoritmiche per massimizzare la velocità del loro accesso al mercato e delle loro strategie di contrattazione. Alcune di queste compagnie sono “ibride”, quindi agiscono sia come

proprietary traders (dunque realizzando un profitto per se stesse) sia come market

maker. Inoltre, alcune delle loro strategie hanno un approccio “delta-neutral” al mercato (con posizioni flat al termine della giornata), mentre altre non sono neutrali e acquisiscono posizioni long e short nette.

Tra gli operatori high frequency intervistati, a proposito delle condizioni del mercato del 6 maggio 2010, la SEC non ha trovato uniformità di risposta. Tuttavia alcuni di loro uscirono dal mercato per le stesse ragioni degli altri partecipanti, e cioè l‟innesco di parametri interni di rischio dovuti a rapidi movimenti di prezzo, altri high frequency trader, invece, continuarono a contrattare attivamente. Tra questi ultimi, le motivazioni sono varie, ma in parte erano basate sul fatto che pensavano che i loro algoritmi sarebbero stati comunque in grado di operare con successo, nonostante le condizioni estreme osservate sul mercato quel pomeriggio.

La SEC ha esaminato il volume aggregato delle contrattazioni, minuto per minuto, di 12 grandi operatori high frequency, come riflettono i dati riportati da FINRA, per titoli quotati sul NYSE, NYSE Arca e Nasdaq. I dati contengono meno della metà del volume di contrattazione durante il periodo di maggiore volatilità del 6 maggio. Inoltre, gli high frequency trader sembrano essere attivi sul mercato OTC meno di quanto lo siano su quello regolamentato. Ad ogni modo, i dati forniscono un quadro utile della dimensione

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delle operazioni dei grandi operatori high frequency sul mercato Nasdaq e OTC quel 6 maggio 2010.

Basandosi sui dati FINRA, la SEC ha riportato che 6 dei 12 high frequency trader diminuirono le loro contrattazioni dopo che gli indici toccarono i propri minimi alle 2.45 p.m. circa. Altri 2 operatori high frequency, invece, arrestarono la loro attività alle 2.47 p.m. e rimasero inattivi per il resto della giornata. I rimanenti 4 HFT, invece, hanno significativamente diminuito le loro contrattazioni per brevi periodi di tempo, che vanno da un minuto (dalle 2.46 p.m. alle 2.47 p.m.) a 21 minuti (dalle 2.57 p.m. alle 3.18 p.m.).

Le Figure 2.1, 2.2 e 2.3 mostrano che, dopo le 2.30 p.m., l‟attività aggregata di trading di questi 12 operatori high frequency aumentò significativamente nel periodo in cui gli indici globali registrarono un rapido ribasso, dalle 2.43 p.m. alle 2.46 p.m. La Tabella 1, invece, mostra che l‟attività di contrattazione High Frequency, durante questi 3 minuti, salì di oltre il 250% per quanto riguarda i titoli quotati sul NYSE-Arca, che sono in prevalenza ETF.

Figura 2.1: Volume di dollari scambiato dai 12 High Frequency Trader per titoli

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Figura 2.2: Volume di dollari scambiato dai 12 High Frequency Trader per titoli

quotati sul NYSE- Arca (FINRA Data Set).

Figura 2.3: Volume scambiato da 12 High Frequency Trader per titoli quotati sul

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Tabella 2.1: Attività di trading minuto per minuto dei 12 High Frequency trader (dati

FINRA).

Queste figure mostrano, anche, che i mercati si ripresero dopo le 2.46 p.m., l‟attività High Frequency sui titoli del Nasdaq ritornò ai livelli precedenti, l‟attività sui titoli quotati sul NYSE si ridusse di poco, mentre il volume scambiato sul NYSE-Arca registrò un forte ribasso.

Per valutare ancora meglio l‟attività di trading High Frequency, la SEC ha esaminato alcuni dati, riguardanti il 6 maggio 2010, in merito ai più grandi mercati pubblici compresi quello del Direct Edge (EDGA e EDGX). Questi dati includono il volume totale scambiato su tali mercati per tutti i titoli, su intervalli di 15 minuti, e ulteriormente classificato in accordo con la fornitura o il ritiro di liquidità per acquisti e vendite. Sono stati anche reperiti dati specifici riguardanti ogni broker-dealer presente tra i primi 20 venditori aggressivi su ogni mercato durante il rapido ribasso dei prezzi registrato quel giorno. Sono inoltre stati aggiunti, alla lista, dati di 17 broker-dealer che sembrano essere legati a società HFT, al fine di compararne gli schemi di trading con quelli del resto del mercato. In un periodo di 6 giorni di contrattazione, dal 3 al 10 maggio 2010, queste 17 società HFT scambiarono un volume medio pari al 43,8% del volume totale. La Figura 11 mostra il volume di dollari netto (acquisti “aggressivi” totali meno le vendite, il segno positivo indica che gli acquisti da parte degli HFT erano superiori alle vendite, mentre il segno negativo indica il contrario) insieme alla percentuale del totale di volume scambiato dalle 17 società HFT sui mercati pubblici. La Tabella 2.2, mostra, inoltre, il volume delle contrattazioni degli HFT in ognuna delle quattro categorie (aggressive selling, aggressive buying, passive selling e passive

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buying) per intervalli di 15 minuti nel corso di tutta la giornata del 6 maggio, insieme

alla percentuale registrata dai mercati in quelle categorie.

In percentuale del totale del volume di mercato, l‟attività delle 17 società HFT esaminate aumentò nel periodo compreso tra le 2.00 p.m. e le 2.45 p.m. fino a raggiungere il 50,3% prima di precipitare al 36.6% nel periodo compreso tra le 2.46 p.m. e le 3.00 p.m. Quanto osservato è in linea con il fatto che alcuni High Frequency trader ridussero o arrestarono la propria attività in quel lasso di tempo.

Figura 2.4: Volume di ordini aggressivi e volume percentuale di 17 società HFT nei

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Tabella 2.2: Volume scambiato dalle 17 società HFT nel corso del 6 maggio 2010

Si può notare che le 17 società prese in considerazione aumentarono il loro programma di vendita in modo molto più significativo rispetto alle altre categorie di partecipanti (raggiungendo un totale di 9.3 miliardi di dollari) durante il rapido ribasso verificatosi in quel periodo di tempo terminato alle 2.45 p.m. Una parte di queste vendite aggressive possono essere attribuite alle strategie cross-market in cui le società compravano contemporaneamente prodotti future. In generale, comunque, sembra che il 6 maggio, le 17 società HFT operassero seguendo il trend di mercato.