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Invio di ordini high frequency

5. Descrizione del modello “High Frequency Trading”

5.2 Piano degli esperimenti

5.2.3 Invio di ordini high frequency

Terzo esperimento

Vediamo, ora, che cosa accade, quando si inviano al mercato gli ordini ad alta frequenza. Nel mondo reale, gli ordini high frequency raggiungono il mercato in pochi millisecondi creando rapidi movimenti di prezzo. Il fatto di arrivare al mercato così rapidamente fa sì che il volume di ordini inviati ed eseguiti in lassi di tempo così brevi, sia notevolmente più elevato che nel caso in cui gli ordini impieghino i tempi previsti da una contrattazione telematica a bassa frequenza. Nel modello realizzato in NetLogo si è assegnata una diversa velocità agli ordini, in modo da rappresentare graficamente questa differenza. Gli ordini high-frequency rappresentati nella simulazione, dunque, arrivano molto più rapidamente al mercato rispetto agli ordini low-frequency. La velocità del viaggio compiuto dagli ordini, indica il tempo di reazione dei partecipanti, tra una decisione di invio e l‟altra. Oltre alla velocità, quello che distingue gli ordini

high-frequency da quelli low-high-frequency, è la quantità che arriva il mercato nel medesimo

lasso di tempo. In questo modello, nell‟arco temporale di un tick, può giungere al mercato un solo ordine a bassa frequenza, mentre nello stesso periodo, il volume di ordini ad alta frequenza che arriva e viene eseguito sul mercato, può essere molto elevato. Nel caso particolare del modello simulato, tale numero può arrivare a un massimo di 100 ed è determinabile dall‟utente. In questo modo si riesce a rappresentare in maniera efficace l‟effetto dell‟utilizzo di un sistema di High Frequency Trading su un mercato finanziario.

Invio di ordini high frequency di acquisto.

In questo esperimento si prende in considerazione il caso in cui ci sia un trend positivo dell‟andamento dei prezzi. Quando ci si trova in questa situazione, si innesca la possibilità di inviare ordini high-frequency di acquisto. Questa possibilità è visualizzata tramite lo switch trigger_HFBuy, presente nell‟interfaccia di NetLogo, che consente all‟utente di far partire gli ordini ad alta frequenza, qualora si voglia approfittare del trend. In questo caso, non viene ancora attivato il Liquidity Replenisment Point che

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interrompe le contrattazione automatizzate e ne rallenta l‟attività, dando la possibilità di riempire le liste e riportare il prezzo a livelli più normali.

Figura 5.17: Grafico dei prezzi nel caso di invio di ordini high-frequency di acquisto

(senza LRP).

Il grafico in Figura 5.17 mostra quello che succede ai prezzi quando sono inviati ordini di acquisto ad alta frequenza. Si può osservare che il movimento di prezzo risulta essere alquanto regolare quando si inviano solo ordini a bassa frequenza (con pari probabilità di invio), con variazioni intorno alla sua media. Dopo circa 22800 tick, si viene a formare una tendenza al rialzo e viene innescata la possibilità di inviare gli ordini di acquisto ad alta frequenza. A quel punto, si lanciano tali ordini, e il prezzo inizia una rapida ascesa, passando, nel giro di poche centinaia di tick, da un valore medio di circa 1.150 al valore di 2.734, nel momento in cui si è interrotta la simulazione. Prima dell‟invio, si è posto a 50 il numero di ordini high-frequency generati ad ogni tick. Maggiore è il numero di ordini ad alta frequenza inviati ad ogni tick, più grande e più rapido sarà il movimento di prezzo.

Anche i grafici del volume di ordini mostrano un incredibile aumento della quantità di ordini buy rispetto a quella di ordini sell, che vanno a riempire le liste in attesa di essere scambiati.

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Figura 5.18: Grafici dei volumi di ordini nel caso di invio di ordini high-frequency di

acquisto.

Questo è quello che accade lasciando correre l‟invio di ordini high-frequency, senza che questi siano interrotti in alcun modo da un intervento esterno che ne limiti la contrattazione. Come vedremo più avanti, nella realtà, si assumono alcuni provvedimenti per limitare i danni provocati da un sistema di trading automatizzato ad altissima velocità, nonostante sia alquanto difficoltoso il controllo da parte degli esseri umani.

Invio di ordini high frequency di vendita. Flash Crash

Qualora, invece, si presenti un trend negativo, gli algoritmi di trading posseduti dalle

High Frequency firms, potrebbero decidere di sfruttare questa situazione inviando al

mercato ordini di vendita ad alta frequenza. Nell‟interfaccia grafica del modello è possibile visualizzare questa opportunità nel momento in cui lo switch trigger_HFSell si posizionerà su On.

Anche in questo caso, si tengono costanti le probabilità di generazione degli ordini

low-frequency, in modo da ottenere un andamento dei prezzi determinato dal caso. Come

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specifico sell orders, in numero di 50 e con una probabilità di invio di 0,40, e sono lasciati contrattare senza porre alcuna limitazione che crei un‟interruzione. Prima dell‟innesco di tali ordini, al tick 13.338, il prezzo ha un valore di 1.049 circa.

Figura 5.19: Grafico dei prezzi nel caso di invio di ordini high-frequency di vendita

(senza LRP). Flash Crash.

Come mostrato in Figura 5.19, dopo l‟invio degli ordini high-frequency, al tick 13500, dopo poco meno di 200 tick dall‟innesco, pari a pochi minuti del mondo reale, il prezzo passa dal valore di 1049 al valore di 168 (una variazione di circa 84 punti percentuali). Si tratta di una caduta di prezzo notevole, che non è dissimile da quanto osservato il 6 maggio 2010 su molti titoli statunitensi. Si è, infatti, in presenza di quello che viene comunemente chiamato Flash Crash.

I volumi di ordini, illustrati dal grafico sell_orders_Book, testimoniano questa “iniezione” di ordini di vendita che provoca un picco decisamente anomalo in corrispondenza del crash.

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Figura 5.20: Grafici dei volumi di ordini nel caso di invio di ordini high-frequency di

vendita.

La stessa cosa è facilmente osservabile nei grafici che mostrano l‟elevato volume di ordini sui mercati reali, nel momento in cui si verifica un Flash Crash.