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Un esempio: la wave 1 del Financial Trust Index

1.7 Metodologie di misurazione della fiducia in letteratura

1.7.2 Gli indicatori di fiducia: il Financial Trust Index

1.7.2.1 Un esempio: la wave 1 del Financial Trust Index

La prima indagine condotta con l’ausilio del Financial Trust Index aveva come obiettivo quello di analizzare l’andamento della fiducia dei cittadini americani nei confronti dei mercati azionari e nelle istituzioni in generale a distanza di qualche mese dallo scoppio della crisi del 2008.

Infatti, Sapienza e Zingales ritengono che una delle cause che ha contribuito ad alimentare il blocco dei mercati dopo il fallimento della Lehman Brothers e a rallentare il successivo sviluppo economico sia stata la mancanza di fiducia verso il sistema, perciò si proposero di studiare il fenomeno monitorandolo con l’ausilio dell’Indice di Fiducia.

Per la raccolta dati necessari alla formazione dell’indice era stata incaricata la Social Science Research Solutions (SSRS) che tra il 17 al 28 dicembre 2008 aveva condotto un’intervista telefonica su un campione di 1.034 famiglie americane. L’adulto rispondente in ogni famiglia era stato contattato casualmente e gli era stato chiesto se si occupava della finanza familiare, se da solo o insieme al coniuge. Solo gli individui che rivendicavano tale responsabilità erano stati inclusi nel sondaggio, che si articolava come riportato di seguito.

Un primo gruppo di domande chiedeva agli individui qual era il loro livello di fiducia nei confronti di alcune categorie di persone (banchieri, brokers) o di istituzioni (banche, mercati finanziari), in una scala da 1 a 5, dove 1 significa "non ho affatto fiducia" e 5 significa "mi fido completamente".

Successivamente, volendo studiare come gli eventi recenti avessero influito sulla fiducia nei mercati finanziari, ai partecipanti al sondaggio sono state sottoposte la seguenti domande: a) come era cambiata la loro fiducia in alcune istituzioni (banche, mercati finanziari, brokers) nel corso dei tre mesi precedenti il sondaggio e b) se avevano

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intenzione di aumentare, diminuire o lasciare invariato il loro investimento nel mercato azionario nei mesi successivi al sondaggio.

L’intervista continuava chiedendo agli intervistati quale ritenevano fosse, tra le seguenti alternative, la principale causa della crisi finanziaria del 2008: “l'avidità dei managers”, “un eccessivo intervento del governo”, “una mancanza di vigilanza”, “una governance aziendale scadente”, “la mancanza di un’adeguata regolamentazione” e “a squilibri globali”. Le risposte a questa domanda venivano paragonate al livello di fiducia dei soggetti che davano la risposta in modo da analizzare la correlazione tra le due variabili. Infine, venne chiesto se gli interventi del governo sui mercati finanziari nei tre mesi precedenti avessero reso gli intervistati più o meno fiduciosi nell’investire nel mercato finanziario.

I risultati del primo gruppo di domande dimostrano come le persone intervistate in quel periodo presentavano un basso livello di fiducia nei confronti di alcuni tipi di istituzioni (o persone) come il mercato finanziario, i brokers, il governo, i banchieri etc. Come si può vedere dal Grafico 1 le persone preferivano affidare la loro fiducia “altre persone” in generale, piuttosto che agli agenti del settore finanziario.

Grafico 1: Fiducia

Fonte: www.financialtrustindex.org/resultswave1

Il Grafico 2 e il Grafico 3 illustrano, rispettivamente, le risposte al secondo gruppo di domande. La prima chiedeva agli intervistati se durante i tre mesi che precedevano il

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sondaggio la loro fiducia nei confronti di mercati finanziari, banche e governo era diminuita o si era rafforzata: come si può vedere ci fu una generale diminuzione della fiducia nei confronti delle istituzioni finanziarie (mercati, banche, governo) tra i cittadini, di intensità maggiore nei confronti dei mercati finanziari.

Alla seconda domanda, che chiedeva se nei mesi successivi all’intervista i soggetti partecipanti al sondaggio avrebbero modificato il valore del loro investimento nel mercato azionario, la maggioranza degli intervistati (80%) aveva risposto che intendeva lasciare invariato il valore dell’investimento detenuto, l'11% prevedeva di aumentarlo e il 9% prevedeva di diminuire la quantità di denaro investita. Tali dati erano stati confrontati con il livello medio di fiducia che questi gruppi di soggetti presentavano nei confronti del mercato: le persone che avevano deciso di disinvestire dal mercato azionario presentavano fiducia media di 1,62; quelle che avevano intenzione di lasciare invariato il loro investimento raggiungevano il 2,13; mentre il dato saltava a 2,90 per le persone che avevano intenzione di aumentare il loro investimento azionario.

Come si può notare, il livello di fiducia verso i mercati finanziari in capo ai gruppi di soggetti analizzati rispecchiava esattamente i comportamenti di investimento che avevano intenzione di tenere, con la conclusione che l’elemento fiduciario mostra un effetto positivo e significativo sull'intenzione di aumentare gli investimenti in capo gli individui.

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Le risposte alla domanda che chiedeva di definire quali erano state, secondo gli intervistati, le cause della crisi del 2008 e il livello di fiducia verso il mercato finanziario in capo ai medesimi soggetti sono illustrate nel Grafico 4.

Le persone che avevano attribuito la crisi a squilibri globali presentavano una fiducia molto elevata nel mercato azionario (2.6) similmente a quanti riconoscevano come causa l'intervento eccessivo del governo (2,41).

Invece, il livello di fiducia era più basso tra coloro che pensavano che la crisi fosse dovuta all'avidità dei dirigenti o alla cattiva corporate governance (2.10) e alla mancanza di vigilanza o di regolamentazione (1.97).

Infine, i dati raccolti con l’ultima domanda hanno dimostrato che la maggioranza degli intervistati (80%) perse fiducia negli investimenti azionari a seguito degli interventi finanziari che il governo aveva messo in atto nei tre mesi precedenti il sondaggio.

Grafico 2: Cambiamenti nella fiducia negli ultimi tre mesi

Fonte: www.financialtrustindex.org/resultswave1

Grafico 3: Intenzionalità di comprare azioni, aspettative e fiducia

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Le persone che invece erano state rassicurate dalla politica finanziaria tenuta dal governo o che non ne erano state influenzate presentavano anche un livello di fiducia approssimativamente del 30% superiore rispetto a quelle del gruppo precedente (2,58 vs 2,03 – Grafico 5).

Grafico 4: Cause della crisi e livello di fiducia nel mercato finanziario

Fonte: www.financialtrustindex.org/resultswave1

Grafico 5: Intervento del governo e fiducia nel mercato finanziario

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In merito a tale risultato, Sapienza e Zingales affermano che, pur non avendo la certezza di un collegamento causale, l’effetto della sfiducia derivante della politica finanziaria tenuta dal governo era talmente grande che, probabilmente, si poteva ricondurre proprio a questa politica errata la differenza nel livello di fiducia dei cittadini, visibile nel Grafico 1, verso mercato azionario e verso le banche.

Questa breve analisi è stata proposta per mostrare come il Financial Trust Index sia stato un utile strumento per analizzare il livello di fiducia dei cittadini americani nei confronti delle istituzioni, delle persone, del sistema finanziario e le loro future prospettive di investimento.

Con questo studio gli autori dimostrano come la perdita di fiducia nel settore finanziario e nel sistema economico in generale possa essere stata una delle cause che hanno alimentato la paralisi economica che ha portato alla grande recessione in cui sono entrate le economie degli Stati Uniti e del mondo.