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d L’espansione della base monetaria attraverso operazioni di mercato aperto in titoli di stato e di altra natura

LE POLITICHE PER USCIRE DALLA DEFLAZIONE

2.1. La politica monetaria

2.1.2. d L’espansione della base monetaria attraverso operazioni di mercato aperto in titoli di stato e di altra natura

Sebbene il limite minimo zero del tasso d’interesse nominale impedisca un’ulteriore riduzione di i, la banca centrale può comunque espandere ancora la base monetaria effettuando acquisti in mercato aperto di titoli di stato o assets di altra natura. Buiter (2003) precisa che la banca centrale può acquistare tutti i titoli di stato che hanno un rendimento nominale positivo: per cui, fintanto che ci sono questi strumenti in circolazione, la politica monetaria non ha esaurito le sue munizioni contro la deflazione. La banca centrale può acquistare, inoltre, riserve estere, titoli esteri o denominati in valuta estera di ogni scadenza, inclusi opzioni e altri derivati,133 oppure può riversare la sua attenzione sui titoli emessi dal settore privato domestico, tra cui non solo le obbligazioni, ma anche gli altri strumenti finanziari incluse azioni, opzioni e altri derivati.134 Bernanke (2002) afferma che, l’autorità monetaria ha una capacità ridotta

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Come strumento per facilitare la comunicazione della promessa Bernanke (2003) mette in evidenza l’importanza di persuadere il pubblico con una definizione quantitativa e operativa di stabilità dei prezzi. Questa normalmente viene espressa tramite un range di misure d’inflazione, con il limite inferiore avente la distanza di sicurezza dallo zero. Nel caso in cui l’inflazione ha un valore prossimo al limite inferiore del range e tende al ribasso, e nell’economia reale persiste un considerevole ristagno, la banca centrale può far uso di queste guide quantitative per segnalare le sue aspettative circa il mantenimento dei tassi a livelli bassi per un periodo di tempo protratto, o circa una loro ulteriore riduzione qualora la disinflazione non sia sotto controllo. Una misura quantitativa delle stabilità dei prezzi fornisce una base che i partecipanti al mercato dei titoli usano per prevedere il cambiamento nella posizione delle autorità. Comunicati simili possono essere fatti anche senza misure quantitative, ma quello che non può mancare nell’approccio comunicativo qualitativo è la strategia di uscita. Il compito di comunicare il tempo necessario per i mercati per uscire dalla manovra con la minima confusione e la minima incertezza è cruciale e difficoltoso.

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L’espansione della base monetaria viene trattata in seguito.

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Buiter (2003) precisa che l’acquisto di riserve estere può essere finanziato non solo dall’immissione di moneta nel sistema, ma anche riducendo i titoli di stato in bilancio. Il cambiare la composizione del proprio bilancio vendendo attività a breve termine, liquide e a basso rischio, e acquistando titoli di stato o altri assets a lungo termine, quali ad esempio le attività cartolarizzate, è definita da Elwell (2010) Qualitative easing. Bernanke (2002) evidenzia che l’acquisto da parte della banca centrale di passività di governi esteri ha il potere di influenzare tanti mercati finanziari, incluso il mercato dei tassi di cambio.

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nell’acquistare direttamente titoli privati, ma può avere un largo potere effettuando prestiti al settore privato tramite le banche135 (attraverso la “discount window”136). In condizioni normali l’espansione della base monetaria abbassa i tassi d’interesse a lungo termine, aumenta i prezzi azionari, induce le valute a deprezzarsi, e allenta la stretta creditizia, anche se il tasso nominale d’interesse a breve termine è pari a zero.137

Svensonn (2003) mette in evidenza la non chiarezza di come l’annuncio di un aumento della base monetaria possa alterare le aspettative del settore privato sull’inflazione futura.138 L’autore sostiene che l’efficacia di questa politica, in termini di incremento delle aspettative sull’inflazione e di riduzione del tasso d’interesse reale, si ha solo qualora l’espansione sia vista come permanente. La banca centrale può espandere la base monetaria senza limiti acquistando il debito domestico o estero del governo o, nel caso questo fosse esaurito, altri assets domestici o esteri. Tale politica può influenzare le aspettative del settore privato e avere un effetto sul livello generale dei prezzi e sul tasso di cambio, e portare alla fine della deflazione. Il problema è capire perché l’espansione della base monetaria di oggi può essere vista come un annuncio di un aumento dell’offerta di moneta nel futuro. Nella trappola della liquidità i titoli di stato e la moneta sono perfetti sostituti e le operazioni di mercato aperto aumentano la quantità di moneta tenuta dal privato riducendo invece la quantità di titoli di stato tenuta dagli stessi139: l’eccesso di liquidità è, quindi, perfettamente assorbito dal settore privato e questo rende gli effetti sui prezzi degli assets e sui tassi di interesse ridotti o nulli140. Appena usciti dalla trappola e il tasso nominale è ritornato positivo, la domanda di moneta può contrarsi drasticamente e, nella maggior parte dei casi, richiedere una contrazione della base monetaria stessa. Oltre una sconosciuta soglia, la deflazione può velocemente trasformarsi in iperinflazione ed è difficile quantificare quanto la base monetaria debba essere incrementata prima che l’inflazione corrente e quella attesa

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Buiter (2003) precisa che mentre molte banche centrali hanno l’abilitazione di acquistare o vendere titoli di stato o riserve estere, molte non possono invece acquistare strumenti emessi dal settore privato. Ogni volta che la banca centrale non può acquistare un particolare strumento finanziario, la conseguenza equivalente da un punto di vista economico può essere raggiunta anche attraverso l’acquisto di questi strumenti da parte del tesoro o del ministero delle finanze che finanziano questo acquisto prendendo a prestito dalla banca centrale. Quest’ultima poi monetizza la transazione.

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Bernanke (2002).

La discount window è una linea di credito automatica concessa alle banche dalle autorità monetarie, e sulla quale le banche pagano un prezzo pari al tasso di sconto (Di Giorgio, 2007).

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Svensonn (2003) e Polverini (2015).

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Da ricordare che per l’autore ciò che rende una politica efficace è l’influenza che ha sulle aspettative del settore privato sull’inflazione futura.

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Come sostenuto da Keynes.

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decollino. L’annuncio di non ridurre la base nel futuro, come invece richiesto una volta fuori dalla trappola della liquidità, non è credibile. Il settore privato può anticipare che la banca centrale voglia immediatamente retrocedere ogni espansione di base monetaria se si presenta la paura di un’imminente inflazione; questo può rendere l’annuncio iniziale non credibile, implicando che l’espansione iniziale di base monetaria abbia un effetto ridotto o addirittura nullo.141