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3. REVIEW SULLA CONSERVAZIONE EX SITU DELLE RISORSE

3.2 Esperienze nazionali

L'Italia nel 1994 ha ratificato la CBD e prodotto, attraverso Delibera CIPE, le Linee guida stra-tegiche per l'attuazione della Convenzione di Rio de Janeiro e per la redazione del Piano Nazionale sulla Biodiversità (PNB). In occasione della Conferenza Nazionale della Biodiversità (Roma, 20-22 maggio 2010) il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha presentato la Strategia Nazionale per la Biodiversità, risultato del recepimento dei numerosi contributi perve-nuti dai rappresentanti del mondo istituzionale, scientifico, sociale ed economico. La versione ag-giornata è nel sito del Ministero (http://www.minambiente.it/ ). Il documento costituisce una valida base per l’elaborazione di un PNB oppure una Legge Quadro sulla Biodiversità.

In tutti i documenti sono presenti obiettivi mirati alla conservazione in situ ed ex situ di specie sia animali che vegetali nonché delle varietà locali20di interesse agrario (cfr. § 2.4).

Il Mi.P.A.A.F ha attivato una serie di iniziative nell’ambito della conservazione ex situ sia per far fronte agli impegni internazionali che per garantire la salvaguardia dei patrimoni gene-tici presenti nel Paese e razionalizzare gli interventi attualmente in atto nel settore, al fine di fa-vorire la creazione di sinergie tra le misure da attivare e le risorse finanziarie disponibili (Piano Nazionale sulla Biodiversità di Interesse Agricolo, 2008)21.

20Il termine varietà locale deriva dalla traduzione inglese di landraces. Le varietà locali sono essenzialmente “an-tiche popolazioni costituitesi ed affermatesi in zone specifiche, in seguito alle disponibilità offerte dall’ambiente naturale e dalle tecniche colturali imposte dall’uomo. Tali materiali sono dotati di un notevole adattamento e rap-presentano interessanti fonti di geni per caratteristiche di qualità e produttività in ambienti marginali. Tuttavia, al di fuori dell’area di origine, le varietà locali spesso non reggono il confronto con le moderne varietà” (Barcaccia G., Falcinelli M., 2005. Genetica e genomica. Liguori Editore. Volume II:539).

21Le attività di conservazione delle risorse genetiche animali sono svolte nell’ambito di progetti che interessano diversi enti quali: il Consiglio per la Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura; il Consorzio per la Sperimenta-zione, divulgazione ed Applicazione di Biotecniche innovative (ConSDABI); l’ Associazione Italiana Allevatori. Mentre per quanto riguarda la conservazione delle Risorse Genetiche Vegetali si ricordano le attività svolte dal Consiglio per la Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura (CRA) e le iniziative del Mi.P.A.A.F. per la conserva-zione di patrimoni genetici forestali (si veda Piano Nazionale sulla Biodiversità di Interesse Agricolo, 2008).

Tra le attività più importanti merita menzione il Progetto Risorse Genetiche Vegetali del Mi.P.A.A.F che si occupa dell’implementazione del trattato internazionale della FAO sulle ri-sorse genetiche vegetali. Iniziato nel 2004, comprende 28 centri e unità di ricerca afferenti al CRA, l’Istituto di Genetica Vegetale del CNR (Bari) nonché 10 ONG riunitesi nella Rete Semi Rurali, con il coordinamento scientifico del CRA-FRU (Roma). Obiettivi sono la individuazione della diversità citogenetica, la valutazione per la produzione agroalimentare tradizionale e so-stenibile nonché la disseminazione delle informazioni. Le specie incluse non sono solo quelle

Tabella 3.1.3.1 - Durata e costi stimati in euro per i progenitori di ogni singola specie coltivata e ma-croregione italiana analiticamente individuati per azione urgente da compiere

Azioni urgenti da compiere Attività Costo totale (euro) Durata mesi

Identificazione delle aree dove è ancora possibile trovare progenitori selvatici

Ricerca bibliografica e in erbario;

sopralluoghi per verifica presenza 33.600 24 Mappare accuratamente le aree dove sono

presenti Mappatura tramite software 12.000 4

Descrivere le popolazioni in termini morfo-fisiologici e, possibilmente, genetici,

- Sopralluoghi per raccolta dati in situ

- Sopralluoghi per raccolta materiale propagazione

- Impianto prove sperimentali - Raccolta dati morfo-fisiologici - Raccolta dati genetici (estrazione DNA, impiego marcatori molecolari) - Elaborazione dati

82.800 24

Promuovere la costituzione di aree protette quando le popolazioni non siano già incluse in esse,

- Identificazione aree da proteggere in base a criteri di oggettiva fattibilità

- Attività divulgative - Attività di sensibilizzazione opinione pubblica

- Incontri con responsabili enti locali

31.200 12

Predisporre accurati piani di gestione delle aree protette e delle popolazioni

- Valutazione dimensioni aree - Valutazione dimensioni popolazioni

- Identificazione dei rischi a cui incorrono le popolazioni da proteggere

- Identificazione delle attività da compiere per ridurre i rischi suddetti

31.200 12

Predisporre databases in grado di fornire informazioni sulla consistenza delle popolazioni, l’ubicazione, il livello di rischio, le caratteristiche morfologiche e genetiche ecc. delle specie e delle popolazioni da proteggere

- Costituzione e validazione database - Inserimento dati

- Pubblicazione su Web

31.200 12

Sviluppare strategie integrate di conservazione in situ ed ex situ per assicurare alle generazioni future questo patrimonio di diversità.

- Costituzione e gestione collezioni ex situ

- Attività divulgative - Attività di sensibilizzazione opinione pubblica

- Incontri con responsabili enti locali

31.200 12

TOTALE COSTI 253.200

definite nel Trattato ma comprendono più di 65 specie di interesse strategico per l’agricoltura italiana. I dati sono presenti in un Inventario Nazionale presente in rete (http://www.rgv-politi-cheagricole-cra.it) che contiene informazioni su 28.300 accessioni (492 specie botaniche). Il nu-mero delle accessioni varia costantemente. Il Progetto è illustrato sinteticamente in tabella 3.2.1. Dal 1999 al 2001, il Mi.P.A.A.F è stata condotta un’azione di coordinamento di vari centri del CRA che, ciascuno per proprio conto, ha condotto un’attività di raccolta, conservazione, ca-ratterizzazione e valorizzazione delle Risorse Genetiche Vegetali (RGV) di interesse agricolo. Tale ricerca ha portato alla definizione di descrittori minimi comuni a tutte le specie come ge-nere, specie, paesi di origine, località di origine, uso dell’accessione ecc. ed al censimento di oltre 21.843 accessioni appartenenti a 366 specie vegetali (tabella 3.2.1).

Altro progetto, sempre finanziato dal Mi.P.A.A.F., ha riguardato in modo più specifico le ri-sorse genetiche di specie da frutto (con esclusione di agrumi, vite e olivo) oggetto di attività di conservazione e caratterizzazione presso le istituzioni scientifiche e sperimentali pubbliche ita-liane. Il progetto ha coinvolto 27 istituzioni e 25 specie per un totale di circa 7.400 accessioni che rappresentano il 40% delle accessioni italiane (tabella 3.2.2).

Nel 2005 è stata costituita la Rete italiana delle banche del germoplasma per la conserva-zione ex situ della flora spontanea italiana, RIBES. In tutto il territorio nazionale sono 18 le Banche del Germoplasma che aderiscono a questa iniziativa, tra queste si segnala l’Università degli Studi del Molise che attualmente conserva: a) semi di specie dunali rare in altri tratti

co-Tabella 3.2.1 – Principali specie considerate ed enti coinvolti nel Progetto Risorse Genetiche Vegetali del Mi.P.A.A.F. per l’implementazione del Trattato FAO

PROGETTO RISORSE GENETICHE VEGETALI DEL MI.P.A.A.F:

implementazione del trattato internazionale della FAO sulle risorse genetiche vegetali. Comprende 28 centri e unità di ricerca afferenti al CRA, l’Istituto di Genetica Vegetale del CNR (Bari) nonché 10 ONG riunitesi nella Rete Semi Rurali, con il coordinamento scientifico del CRA-FRU (Roma).

i t l o v n i o c i t n E e t a r e d i s n o c e i c e p s i l a p i c n i r P a c i t e n e g a s r o s i R

cereali avena, frumenti, mais, riso, sorgo CRA-MAC (Bergamo), CRA-QCE (Roma), CRA-SCV (S. Angelo Lodigiano), ACM (Catania), CER (Foggia), GPG (Fiorenzuola d’Arda), CRA-RIS (Vercelli), CNR-IGV (Bari), Rete Semi Rurali ortaggi asparago, Brassica spp., carciofo, cipolla,

fagiolo, fava, lenticchia, melanzana, melone, peperone, pomodoro, zucca

CRA-ORA (Monsampolo del Tronto), CRA-ORL (Montanaso Lombardo), CRA-ORT (Pontacagnano), CNR-IGV Bari, Rete Semi Rurali

foraggere Festuca, gelso, loglio, lupino, medicago, sulla, trifoglio

CRA-FLC (Lodi), CRA-API (Padova) medicinali e

aromatiche

Achillea, camomilla, genziana, iberico, salvia, timo

CRA-MPF (Trento) agrumi Citrusspp. CRA-ACM(Acireale) vite Vitisspp. CRA-VIT(Conegliano)

olivo Oleaspp. CRA-OLI(Rende,CittàSant’Angelo) specie industriali canapa, fagiolo, lino, patata CRA-CIN (Bologna)

forestali abete, ciliegio, eucalitto, pino, pioppo, salice

CRA-SEL (Arezzo), CRA-PLF (Casale Monferrato) ornamentali Euforbia, Hebe, Limonium, Nicotina,

Passiflora, Viburnum

CRA-VIV (Pescia), CRA-FSO (San Remo), CRA-SFM (Bagheria), CRA-CAT (Scafati)

frutta e frutta secca

actinidia, albicocco, castagno, ciliegio, fico, fragola, frutti piccoli, kaki, mandorlo, melo, noce, nocciolo, pero, pesco, pistacchio, susino

CRA-FRU (Roma), CRA-FRC (Caserta), CRA-FRF (Forli), CRA-SCA (Bari), Rete Semi Rurali

stieri adriatici, quali Calystegia soldanella, Otanthus maritimus, Medicago marina, Lotus cyti-soides, Glacium flavum; b) semi appartenenti a specie autoctone utili ad azioni di rinaturaliz-zazione delle dune quali Elytrigia juncea, Silene colorata, Cakile maritima, Ononis variegata, Scabiosa maritima, Vulpia fascicolata; c) semi di specie endemiche dell’ambiente altomontano dell’Appennino centrale, quali Erysimum magellense, Galium magellense, Geranium macror-rhizum, Gentiana dinarica, Leucanthemum tridactylites, Saxifraga porophylla, Ranunculus pol-linensis, Thlaspi stylosum, Viola eugeniae.

In tabella 3.2.3 si riporta un elenco delle specie officinali, suddivise in 5 categorie d’impiego (medicinale, aromatizzante, alimentare, ornamentale e per usi diversi) allevate in 15 Orti e Giar-dini Botanici individuati tra i circa 70 presenti in Italia22. Le famiglie più numerose presenti al-l’interno di questi 15 Orti e Giardini Botanici sono costituite dalle Labiatae (155 generi) e le Compositae (119) seguite da Leguminose (60), Liliaceae e Rosaceae (52), Ranuncolaceae ed Umbelliferae (49). Al contrario le famiglie presenti con una sola specie sono 41. Per quanto ri-guarda il “genere” i più ricchi di specie sono Mentha ed Artemisia con 16 specie, seguiti da Salvia, Allium, Iris, Digitalis ed Achillea tutti con più di 10 specie ciascuno. Inoltre queste 15 istituzioni differiscono molto tra di loro per quanto riguarda le specie conservate: poco meno della metà dei taxa (44,5%) viene infatti coltivata da singoli Orti; le specie che si ritrovano in poco più della metà degli Orti (8) sono soltanto 26 (2% circa), mentre sono comuni a 2/3 degli Orti solo 14 specie (Allium schoenoprasum, Armoracia rusticana, Artemisia absinthium, A. dra-cunculus, Hyssopus officinalis, Inula helenium, Linum usitatissimum, Marrubium vulgare, Ori-ganum majorana, Ruscus aculeatus, Sambucus nigra, Silybum marianum, Tanacetum vulgare, Uriginea maritima).

Tabella 3.2.2 - Accessioni per diversi centri e unità di ricerca del CRA

Centro o Unità di ricerca CRA Generi Specie Accessioni

Totali Accessioni Italiane Cultivar, landrace e selvatici italiani Agronomico 1 1 202 159 159 per l'Agrumicoltura 12 66 310 157 25

per l'Assestamento Forestale e l'Apicoltura

4 4 30 28 17

per la Cerealicoltura 5 43 8.759 2.366 1.413

per le Colture Foraggere 2 3 1.770 1.770 1.770

per le Colture Industriali 4 5 826 206 51

per l'Elaiotecnica 1 1 109 82 80 per la Floricoltura 13 60 379 165 22 per la Frutticoltura 15 80 4.546 1.883 1.775 per l'Olivicoltura 1 1 296 256 256 per l'Orticoltura 3 8 45 34 2 per la Selvicoltura 6 12 705 568 257 per il Tabacco 1 68 1.711 329 329 per la Viticoltura 1 8 2.106 1.681 1.029 per la Zootecnia 1 6 49 19 19 4 0 2 . 7 3 0 7 . 9 3 4 8 . 1 2 6 6 3 0 7 I L A T O T Fonte: http://www.rgv-politicheagricole-cra.it/index.aspx, 8/07/2010

22Vender C., e Fusani P., 2003. La conservazione delle risorse genetiche negli Orti Botanici italiani Istituto Spe-rimentale per l’Assestamento Forestale e per l’Alpicoltura – Trento

Altre meritevoli iniziative regionali con finanziamento prevalentemente nazionale e/o comu-nitario sul tema della biodiversità agraria vegetale negli ultimi anni riguardano, ad esempio la collezione, conservazione e studio del germoplasma di specie di interesse agrario della Regione Abruzzo. (Mis. 3.2 POM 1994-1996) ed i progetti di tutela e valorizzazione del germoplasma autoctono di olivo nell’ambito di programmi comunitari sulla qualità dell’olio d’oliva (Toscana, Umbria, Lazio, Marche, ecc)23.

Il Centro Flora Autoctona della Regione Lombardia (CFA), con sede dal 2005 all’Univer-sità di Pavia conserva circa il 20% delle 3.200 specie selvatiche autoctone lombarde, oltre a 5 antiche varietà di piante coltivate a rischio di scomparsa (“varietà da conservazione”).

Tabella 3.2.3 - Numero di varietà totali ed italiane di specie arboree da frutto

Nome comune Generi e specie N° Varietà

totali

N° Varietà italiane Actinidia Actinidia arguta Miq., A. chinensis Planch., A.

deliciosa Chev.

170 21 Albicocco Prunus armeniaca L., P. dasycarpa Ehrh., P. mume

Sieb. e Zucc.

434 197

Avocado Persea americana Mill. 11 0

Azzeruolo Crataegus azarolusL. 5 5

Castagno Castanea crenata Sieb. e Zucc., C. mollissima

Blume, C. sativa Mill.

63 41

Ciliegio Prunus avium L., P cerasusL. 701 442

Cotogno Cydonia oblongaMill. 51 7

Fejioa Feijoa sellowianaBerg. 49 0

Fico Ficus caricaL. 75 73

Fragola Fragaria vesca L., F. ananassa (Dutch.) Guedes. 278 34

Kaki Diospyros kaki Thunb., D. lotusL. 96 14

Lampone Rubus idaeus L., R. occidentalisL. 115 1

Mandorlo Prunus amygdalusBatsch. 149 72

Melo Malus domesticaBorckh. 1.801 834

Mirtillo Vaccinium ashei L., V. corymbosum L., V. vitis-idaea

L.

71 0

Nashi Pyrus serotinaRehder 45 0

Nespolo Mespilus germanicaL. 47 35

Nocciolo Corylus avellana L., C. maximaMill. 88 39

Noce Juglans regiaL. 76 33

Pero Pyrus communisL. 798 444

Pesco Prunus persica (L.) Batsch., P. persica laevis (Gray)

D.C.

1.701 601

Ribes Ribes nigrum L., R. rubrumL. 68 0

Rovo Rubus ulmifoliusSchott. 34 0

Susino Prunus domestica L., P. insititia L., P. salicina

Lindl., P. syriaca L., P. cerasifera Ehrh.

462 153

Uva spina Ribes uva-crispaL. 30 0

Totale 7.418 3.046

Fonte:http://www.rgv-politicheagricole-cra.it/index.aspx, 8/07/2010

Anche la tutela delle risorse genetiche viticole riveste un’enorme importanza e per questo diverse istituzioni di ricerca, nazionali e non, conducono da lungo tempo un’opera di recupero e salvaguardia della biodiversità viticola, che viene conservata in vigneti-collezione. In Italia, una delle collezioni più storiche e ricche è quella presente presso il Consiglio per la Ricerca e

Tabella 3.2.4 - Elenco specie officinali allevate in 15 Orti e Gardini Botanici in Italia

Orti e Giardini

Botanici Totali Med. Aromat. Aliment. Ornament.

Per usi diversi

Uso non determinato Giardino delle Erbe

di Casola Valsenio (RA) 387 137 36 42 63 46 63 O. B. Ulisse Aldrovandi dell'Università di Bologna 162 80 17 15 21 14 15 O. B."Giardino dei Semplici" di Firenze 171 59 19 8 27 10 48 Civico Orto Botanico di Trieste 188 88 20 8 26 17 29 O. B. "G. E. Ghirardi"- Toscolano Maderno (BS) 299 130 33 27 40 27 42 Civico Orto Botanico L. Rota di Bergamo 57 16 19 6 5 5 6 Giardino Botanico della Majella 36 19 8 3 3 3 - O. B. dell'Università di Camerino 562 163 35 36 129 50 149 Orto Botanico dell'Università di Siena 228 82 20 37 35 21 33 O. B. dell' Università di Catania 146 37 7 16 52 16 18 Orto Botanico dell'Università di Bari 220 72 25 9 65 30 19 Orto Botanico dell'Università di Padova 424 171 41 37 46 37 92 Giardino Botanico

"Rea", Trana (TO) 219 67 41 19 19 19 54

Orto Botanico dell'Università di Lecce

128 49 10 7 13 14 35

la sperimentazione in Agricoltura – Centro di ricerca per la Viticoltura (CRA-VIT) ove ad oggi sono mantenute ex situ 20 specie appartenenti al genere Vitis, per un totale di oltre 3.200 ac-cessioni di vitigni ad uva da vino e da tavola, portinnesti, ibridi produttori diretti. La conserva-zione viene effettuata principalmente in pieno campo in appositi vigneti destinati a collezioni di germoplasma (con un numero minimo di 5 ceppi per accessione) e parzialmente anche in vaso, all'interno di screen-house (per la sorgente iniziale di cloni omologati), ed in vitro in con-dizioni di crescita normale o rallentata (circa 40 accessioni).

Sempre in Lombardia è stata istituita la Banca delle Risorse Genetiche Animali Lombarde nell’ambito del progetto “Risorse biologiche e tecnologie innovative per lo sviluppo sostenibile del sistema agro-alimentare” cofinanziato dalla Regione Lombardia e dal CNR in cui è stoc-cato il materiale genetico di 5 tori di razza Varzese, per un totale di circa 1.000 paillettes, e di 8 arieti di razza Brianzola, per un totale di 195 paillettes, in questo secondo caso con sperma-tozoi di provenienza epididimale. Al termine del progetto, nel 2012, si potrà fare un’analisi cri-tica delle problematiche (organizzative, sanitarie ed economiche) relative alla creazione di una banca regionale delle risorse genetiche animali (Pizzi et al. 2010).

Nel dicembre 2007, nel Parco Nazionale dell’Asinara, sono stati impiantati i campi di moltipli-cazione per incrementare i quantitativi di seme raccolti in alcuni punti del parco. Nell’ambito della collezione, la moltiplicazione in campo ha riguardato le accessioni indicate in tabella 3.2.4.

Altre iniziative che vedono interessati i Parchi nazionali nella conservazione delle risorse na-turali tramite tecniche di conservazione ex situ sono il Parco Nazionale della Majella ed il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Il primo Parco ha realizzato due banche del ger-moplasma quali il Giardino Botanico di Sant’Eufemia a Majella Daniela Brescia e il Giardino Botanico Michele Tenore localizzati sul versante occidentale e orientale del massiccio della Ma-jella. Il secondo parco, invece, ha aderito alla rete RIBES attraverso la realizzazione della Banca del Germoplasma dell’Appennino Centrale.

Tabella 3.2.5 - Elenco delle specie oggetto di moltiplicazione in diversi siti del Parco Nazionale del-l’Asinara

Nome comune Specie Famiglia Siti moltiplicazione

Medica cigliata Medigago ciliaris L. Leguminosae Baldinca Astragalo falciforme Astagalus hamosus L. Leguminosae

Papavero cornuto Anthyllis tetraphylla L. Papaveraceae Vulneraria annuale Glaucium flavum

Crantz.

Leguminosae

Gramigna Cynodon dactylon L.

(Pers.)

Graminaceae

Ginestrino delle spiagge

Lotus cytisoides L. Leguminosae Baldinca e Li Punti

Violaciocca selvatica Matthiola tricuspidata

(L.) R. Br.

Cruciferae Li Punti

Sparto pungente Ammophila littoralis

(Beauv.) Rothm.

Graminaceae

Ravastrello Cakile maritima Scop. Cruciferae Giglio marino Pancratium illyricum

L.

Amaryllidaceae

4. I COSTI E I BENEFICI DERIVANTI DALLA CONSERVAZIONE