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Euristiche dell’emotività e del rammarico

PARTE II: applicazione delle teorie di finanza comportamentale all’allocazione del risparmio previdenziale

Capitolo 6: anomalie nella scelta del tipo di erogazione

6.2 L’influenza dei bias comportamentali

6.2.3 Euristiche dell’emotività e del rammarico

Quando si tratta di selezionare la modalità di erogazione della pensione complementare entrano in gioco anche le euristiche ed eventi legati alla sfera emotiva dell’essere umano (Alemanni, B., Cervellati, E.M., Rocca, S., Rocco, G.; 2013).

Tra le euristiche probabilmente responsabili della preferenza per la modalità di erogazione “capitale” a scapito della rendita, va menzionata anche l’euristica della disponibilità. Come si accennava precedentemente, applicando questa regola di pensiero, gli individui sono portati ad attribuire maggiore importanza e, di conseguenza, probabilità, agli eventi che la mente è in grado di reperire più facilmente o, più semplicemente, immaginare. In ambito previdenziale, di selezione della modalità di erogazione della pensione complementare, l’euristica della disponibilità enfatizza la possibilità di decesso in un momento ravvicinato a quello dell’acquisto della rendita: ciò accade in quanto è facile immaginare il proprio decesso in molteplici modi. Diverso e più complesso è pensare alla sopravvivenza oltre quelle che sono le aspettative di vita del momento: a questo potrebbe contribuire positivamente il raggiungimento di un’età avanzata da parte dei propri familiari o conoscenti, ma si tratta comunque di casi abbastanza rari tali da far prevalere il recupero della prima tipologia di eventi. Se poi, all’euristica della disponibilità, si aggiungono gli errori di congiunzione spesso commessi in fase di stima delle probabilità, le possibilità di premorienza appaiono ancora maggiori, riducendo ulteriormente il numero di individui che deciderà di optare per la rendita. Spesso accade che gli individui ritengano più probabile la manifestazione di una combinazione di eventi piuttosto che dei singoli. Applicato al tema oggetto di analisi questo fa si che gli individui, ancora una volta, sovrastimino la possibilità di premorienza, se si immaginano che il decesso possa derivare da incidenti automobilistici, aerei, malattie ecc. come eventi separati. Al contrario, la sopravvivenza oltre le aspettative di vita è difficilmente scomponibile in molteplici eventi composti (Hu, W.Y., Scott, J.S.; 2007).

Un altro elemento ritenuto in grado di disincentivare l’acquisto delle rendite è la creazione di un’errata relazione tra l’assicurazione e un evento dannoso, più precisamente l’autore fa riferimento alla cosiddetta “Misleading Heuristics”. Dal punto di vista economico, l’assicurazione è percepita come un metodo grazie al quale è possibile trasferire le risorse da una condizione di bassa utilità marginale del denaro ad una in cui l’utilità marginale risulta più elevata. Le rendite svolgono esattamente la stessa funzione, ovvero traslano le risorse da situazioni in cui il decesso di un individuo si è verificato

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in giovane età e, pertanto, esso è in possesso di una bassa utilità marginale, ad altre in cui l’individuo ha superato le aspettative di vita, trovandosi ad avere un’utilità marginale del denaro elevata. Purtroppo, però, la maggior parte degli individui ragiona in modo non conforme con quanto appena illustrato, concependo l’acquisto di un’assicurazione come una forma di tutela verso gli eventi negativi: in questo modo, la stipula dell’assicurazione avviene in uno stato di ridotta utilità complessiva, piuttosto che quando l’utilità marginale è elevata. Frequentemente, alla ridotta utilità complessiva corrisponde un’elevata utilità marginale, ad esempio quando si tratta di assicurazioni sulla vita, assicurazioni di invalidità e in caso di sinistri: in tutti questi l’euristica si rivela corretta. Nonostante questo, esistono pur sempre delle eccezioni in cui l’euristica fallisce, ovvero ogni qual volta si è in presenza contemporaneamente di un’utilità marginale e complessiva elevata o viceversa. Partendo dal presupposto che la sopravvivenza oltre le aspettative di vita è considerato un evento positivo e, quindi, gli viene attribuita un’utilità complessiva elevata, è evidente che la “Misleading Heuristics” potrebbe disincentivare i non economisti all’acquisto della rendita (Brown, J.R.; 2007). Tra gli altri fattori responsabili dello scarso acquisto delle rendite, va menzionata anche la già citata illusione di controllo. Con questo termine si è soliti riferirsi alla credenza degli individui di essere in grado di tenere sotto controllo fenomeni che in realtà non dipendono da loro. Applicando tale definizione alla scelta tra erogazione sottoforma di rendita o capitale, i risparmiatori si illudono di poter gestire e controllare più efficacemente il loro futuro finanziario quando dispongono interamente della loro ricchezza (erogazione di un'unica somma di capitale) piuttosto che quando ricevono un reddito periodico (rendita). Del resto, è anche vero che nel corso della loro vita lavorativa, la maggioranza della consulenza finanziaria che gli individui ricevono è finalizzata alla presa di decisioni e al mantenimento del controllo del proprio patrimonio; da questo punto di vista, è ragionevole che gli individui non siano propensi alla cessione della ricchezza accumulata ad una compagnia di assicurazione, per ricevere in cambio una rendita: infatti, questo implicherebbe la rinuncia a qualcosa su cui si detiene il controllo, a favore di un elemento impossibile da controllare in alcun modo (Brown, J.R.; 2007).

Per quanto riguarda il lato emotivo, il sentimento che più è capace di interferire con le scelte degli individui è il rammarico. Nel corso di questo capitolo si è più volte detto come la scelta della rendita possa essere percepita come molto rischiosa da parte degli individui: considerato che questi sono soliti ridurre al minimo il senso di rimorso per le decisioni prese, è facile concludere che saranno maggiormente propensi alla richiesta di un’unica somma di capitale. Nonostante nel caso in cui si verifichi l’evento scatenante il senso di rimorso, ovvero la premorienza, l’individuo, in quanto defunto, non sarebbe in grado di esternare alcun tipo di sentimento, ci sono alcune situazioni nelle quali ciò può comunque avvenire. Con questa affermazione si sta facendo riferimento, ad esempio,

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ad un’ipotetica situazione nella quale il risparmiatore, successivamente alla selezione della rendita, viene a conoscenza di avere a disposizione ancora pochi mesi di vita: in questo ultimo periodo, il senso di rammarico potrebbe essere molto intenso. Razionalmente, l’esempio sopra riportato ha una probabilità di manifestazione molto bassa ma, proprio per questo, come ricordato in precedenza, gli individui sono soliti sovrappesarla (Alemanni, B., Cervellati, E.M., Rocca, S., Rocco, G.; 2013). Sebbene l’impatto si meno pronunciato, anche l’ansia anticipatoria esercita la sua influenza sulla possibile scelta di acquisto di una rendita. Il termine ansia anticipatoria viene solitamente impiegato nella descrizione di una condizione di tensione generata dal pensiero che, in futuro, si dovrà affrontare una situazione fonte di preoccupazione e agitazione. La reazione degli individui a questo fenomeno emotivo è la scelta di evitare quella determinata situazione in grado di produrre tali sentimenti (Alemanni, B., Cervellati, E.M., Rocca, S., Rocco, G.; 2013). Applicando questi concetti al tema oggetto di analisi, è diffusa l’idea che una rendita sia in grado di generare due diversi effetti: da un lato, incrementa le possibilità future medie di consumo, riducendo così la possibile disutilità proveniente dal sentimento di ansia, dall’altro, incrementa anche la variabilità dei consumi, producendo un incremento della disutilità causata dall’ansia. Essendo opposti, i due fenomeni appena descritti tendono a compensarsi: nonostante ciò influenzano ugualmente il livello di acquisto di rendite, che risente anche della quantità di ansia provata dal selettore (Huang, R.J., Su, K.C., Tzeng, L.Y.; 2009). Alla luce di questi fenomeni, la soluzione ottimale proposta dall’autore è quella di convertire in rendita solo una parte del proprio patrimonio.