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PARTE II: applicazione delle teorie di finanza comportamentale all’allocazione del risparmio previdenziale

Capitolo 6: anomalie nella scelta del tipo di erogazione

6.3 Le motivazioni economiche

Sebbene i fattori comportamentali si possano ritenere tra i principali responsabili dello scarso ricorso alle rendite, anche alcuni elementi economici forniscono il loro contributo. Primo tra questi, si potrebbe menzionare la sensibilità ai prezzi degli investitori, ovvero la presenza di un elevata elasticità al prezzo della domanda. A smentire tale ipotesi è uno studio dal quale è emerso che circa i 3/5 della popolazione, anche trovandosi di fronte a un trade off equo dal punto di vista attuariale tra rendita e capitale, comunque preferiscono l’erogazione della pensione complementare mediante quest’ultima modalità. Infatti, offrendo una somma di capitale del 25% inferiore rispetto al livello attuarialmente equo, la percentuale di investitori optanti per questa modalità si riduce dal 59% al 37%. Ciò significa che l’incremento mensile del 33% del payout ricavabile da una rendita è in grado di modificare le preferenze solo di 1/5 dei risparmiatori. Se a questo si aggiunge che, nel mercato americano, i carichi applicati alle rendite sono pari circa al 10/15%, meno del 10% della popolazione rinuncerebbe alla percezione immediata dell’intera somma di capitale in favore di una rendita, anche qualora quest’ultima venisse offerta ad un prezzo equo e conveniente. Si può quindi concludere che il prezzo delle rendite non influisce notevolmente sulla preferenza dei risparmiatori per l’erogazione in forma di capitale (Brown, J.R., Casey, M., Mitchell, O.S.; 2007)

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Diversamente, l’irreversibilità della rendita e la presenza di eventuali asimmetrie informative possono disincentivarne l’acquisto. Ad esempio, la consapevolezza che i rendimenti futuri di un investimento saranno superiori a quelli correnti potrebbe scoraggiare un risparmiatore intenzionato all’acquisto di una rendita; alternativamente, lo stesso effetto potrebbe essere generato dalla possibilità di acquistare la rendita in età avanzata ad un prezzo più conveniente rispetto a quello attuabile subito (Milevsky, M.A., Young, V.R.; 2006).

Alcuni recenti studi teoretici hanno messo in evidenza che, in presenza di mercati completi, ottenere l’erogazione dei propri risparmi interamente in rendita è la soluzione ottimale. Di conseguenza, la presenza di mercati incompleti potrebbe aggiungersi ai già citati fattori comportamentali ed economici che, complessivamente, concorrono alla riduzione della domanda di rendite. Un primo problema legato alla presenza di mercati incompleti è l’esposizione a una moltitudine di rischi, tra i quali quello di inflazione e di spese mediche inaspettate. Con specifico riferimento al rischio di inflazione, la sua origine è da individuarsi nell’offerta di rendite con rendimenti nominali fissi. Nonostante questo, è noto che, anche in caso di offerta di rendita indicizzata rispetto all’inflazione, la richiesta da parte dei risparmiatori non subisce un aumento significativo. Sulla base di quanto appena riportato, si può quindi concludere che il rischio di inflazione contribuisce alla scarsa domanda di rendite, ma non in misura rilevante quanto altri fattori precedentemente citati (Brown, J.R.; 2007). Dalla presenza di mercati incompleti deriva poi un altro elemento a sfavore delle rendite, ovvero la presenza di vincoli contrattuali sulla liquidità che queste sono in grado di generare. Infatti, in linea generale, a partire dal momento in cui il contratto ha inizio, non è consentito contrarre prestiti contro il valore futuro di una rendita e nemmeno modificare lo scadenziario di pagamento. Per di più, revocare una rendita mediante la vendita della medesima ad un terzo soggetto non sempre è fattibile e, anche qualora lo sia, il costo di tale operazione si rivela molto elevato (Brown, J.R.; 2007). L’importanza dei vincoli inerenti alla liquidità di una rendita è facilmente comprensibile se si fa riferimento alle spese mediche. Come è ben noto, queste spese possono presentarsi in qualunque momento della vita ma, soprattutto, gli importi spesso si rivelano ingenti. Nel caso in cui queste si verifichino quando l’individuo ha raggiunto un’età avanzata, la rendita gli avrà permesso di accumulare denaro a sufficienza per sostenerle e, conseguentemente, sarà percepita come uno strumento utile al risparmio. Diversamente, qualora le spese mediche si verifichino in un momento ravvicinato rispetto a quello di acquisto della rendita, il valore attribuitole sarà sicuramente inferiore (Davidoff, T., Brown, J.R., Diamond, P.A.; 2005). Anche Hu W.Y. e Scott J.S. condividono l’importanza del grado di liquidità offerto da una rendita, soprattutto con riferimento alla possibilità di dover sostenere spese mediche di importi non trascurabili. Nonostante sia ragionevole che la possibile necessità immediata di liquidità disincentivi la liquidazione della totalità dei propri risparmi

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sottoforma di rendita, l’effetto non dovrebbe essere lo stesso qualora si trattasse di percepire in rendita solo una parte del proprio patrimonio. In realtà, considerato che gli individui sono soliti associare eccessiva probabilità agli eventi catastrofici, e, quindi, al sostenimento di spese mediche ingenti a ridosso dell’acquisto della rendita, la domanda di rendite, anche parziali, resta ridotta. La causa di questi errori di stima è da individuarsi in fenomeni quali l’euristica della disponibilità e gli errori di congiunzione. Risulta quindi evidente che non si può parlare di un unico fattore, o categoria di fattori, responsabili per le scelte non adeguate dei risparmiatori, bensì di una molteplicità di fattori, molto spesso dipendenti l’uno dall’altro (Hu, W.Y., Scott, J.S.; 2007).

Infine, tra i fattori economici con un effetto negativo nell’acquisto della rendita, vanno menzionati il tasso di interesse e la componente di costo. Per quanto riguarda il tasso di interesse, fattore connesso al precedentemente citato rischio di inflazione, la sua influenza è determinata dal fatto che la decisione di percepire una somma di denaro sottoforma di rendita implica il vincolo dei rendimenti ottenibili ai tassi attuali. Diversamente, la rilevanza della componente di costo è provocata dalla frequente percezione, da parte dei pensionati, dei prodotti offerti dalle compagnie assicurative, e quindi in questo caso le rendite, come non competitivi rispetto agli investimenti, a causa dei carichi imposti da queste ultime (Mitchell, O.S., Utkus, S.P.; 2004).