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2.1 Tratti Callous-Unemotional

2.1.3 Evidenze empiriche sui tratti Callous-Unemotional

Nel presente paragrafo verranno analizzati alcuni tra i principali studi nell’ambito della relazione tra i tratti Callous-Unemotional, la morale e/o i disturbi ad essi correlati. È importante tener conto di tali relazioni al fine di comprendere quelle che sono le influenze di questi tratti rispetto ai comportamenti, alla condotta e alla sfera della morale e a come questi elementi interagiscono fra loro, andando a formare diversi outcomes. Lo studio che verrà presentato nel prossimo capitolo si basa su tali considerazioni.

Molti studi hanno mostrato come i tratti CU presenti fin dall’ età infantile, in concomitanza ai disturbi del comportamento, siano associati a problemi comportamentali più severi (Lopez-Romero, Gomez-Freguela e Romero, 2012; Lynam et al., 2009), a più bassi livelli di comportamenti pro-sociali, capacità sociali e regolazione emozionale (Masi et al., 2011; Viding et al., 2005), ad un rischio aumentato di mantenere comportamenti dirompenti nel corso dell’adolescenza e ad una risposta più bassa al trattamento (Fontaine, Moffitt e Viding, 2011; Masi et al. , 2013). In particolare, i giovani che presentano disturbi inerenti alla categoria disturbi da comportamento dirompente, del controllo degli impulsi e della condotta con tratti CU, rispetto a quelli con Disturbo della Condotta senza CU, hanno modelli di comportamento antisociale più severi e persistenti (Frick e White, 2008; Muratori et

al., 2016).

Feilhauer e colleghi (2013) hanno condotto uno studio in cui veniva esplorata l’associazione tra tratti Callous-Unemotional, sintomi psicopatologici e giudizi morali di tipo affettivo e cognitivo. Come già esposto in precedenza la morale di tipo

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cognitivo fa riferimento al modo in cui un individuo giudica le regole riguardanti il comportamento etico, mentre la morale di tipo affettivo si riferisce a come un individuo percepisce le questioni morali (Feilhauer et al., 2013). I partecipanti erano 46 maschi tra gli 8 e i 12 anni a cui furono fatte completare tre scale, la Affective

Morality Index, per valutare il livello di moralità, la Youth Self-Report, che indaga i

problemi esternalizzanti ed internalizzanti e la Inventory of Callous-Unemotional

Traits, che misura i tratti CU. Dai risultati è emerso che, in particolare, la

combinazione tra tratti CU e sintomi esternalizzanti è correlata a risposte emotive atipiche, come ad esempio sentimenti di felicità ed eccitazione e pochi sentimenti di colpa in relazione all’ipotesi di commettere atti francamente antisociali e anche una maggiore probabilità percepita di commettere di nuovo tali atti, ovvero di avere una recidiva. È interessante notare però che, quando il protagonista dell’atto delinquenziale era un altro, le risposte emotive erano in linea con le norme e i valori sociali, indicando così che i bambini con alti livelli di tratti Callous-Unemotional hanno una conoscenza generale di ciò che è giusto o sbagliato (morale cognitiva), ma non sperimentano le emozioni morali tipicamente associate ad un comportamento immorale (moralità affettiva).In conclusione i dati ci mostrano che, in particolare, la combinazione tra tratti CU ed elevati sintomi esternalizzanti è associata ad un deficit della moralità di tipo affettivo e ad una aumentata probabilità di ricommettere atti antisociali.

Fragkaki, Cima e Meesters (2016) hanno condotto uno studio su 277 adolescenti per andare a valutare l’associazione tra tratti Callous-Unemotional, problemi esternalizzanti e genere, nel predire i giudizi morali di tipo affettivo e cognitivo. Dallo studio è emerso che gli adolescenti con elevati tratti CU mostrano deficit nel campo della moralità affettiva, ma non cognitiva, e ciò indica che essi possono identificare in modo appropriato le emozioni morali negli altri, ma provano emozioni di tipo morale devianti quando si immaginano occupati in atti antisociali. È emerso anche un altro dato importante, ovvero che i problemi esternalizzanti e il sesso maschile sono più fortemente correlati con un deficit della morale affettiva, ma presentano associazioni più basse con il deficit della morale di tipo cognitivo. I risultati di questi ricercatori riguardo la moralità cognitiva non sono coerenti con i risultati di Feilhauer et al. (2013), i quali non ha trovato alcuna associazione tra la

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morale cognitiva e i problemi di esternalizzazione. Questa differenza è probabilmente dovuta alla diversità dei due campioni, dal momento che Feilhauer e collaboratori (2013) hanno reclutato bambini di età compresa tra gli 8 e i 12 anni, mentre Fragkaki e colleghi (2016) hanno incluso anche gli adolescenti. Si può ipotizzare che ciò sia dovuto all’aumento, durante l'adolescenza, dei comportamenti aggressivi e delinquenziali, nonché dei comportamenti di risk-taking (Crone, van Duijvenvoorde e Peper, 2016; Defoe, Dubas, Figner e van Aken, 2015). Inoltre, questo tipo di comportamenti e il sensation seeking sono stati costantemente associati a problemi esternalizzanti (Roberti 2004; Swaim, Henry e Baez, 2004; Wilson e Scarpa 2011). È quindi possibile che i livelli più elevati di eccitazione trovati negli adolescenti con alti problemi dirompenti derivino dall'aumento di risk-taking e

sensation seeking che caratterizzano questi individui.

Un altro interessante studio che riguarda i tratti Callous-Unemotional è stato condotto da Wall, Frick, Fanti, Kimonis e Lordos (2016), in cui sono state esplorate le caratteristiche che differenziano i bambini con elevati tratti CU, sia in presenza che in assenza di problemi della condotta (CP), per identificare i fattori che potrebbero ridurre il rischio di insorgenza di tali problematiche in bambini con limitate emozioni prosociali. Il campione era formato da 1366 bambini di Cipro, suddiviso in 5 gruppi mediante l’analisi del profilo latente: un gruppo a basso rischio (67.2%), un gruppo con alti CP/bassi CU (7.9%), uno con alti CU (9.4%), uno con moderati CP e CU (8.4%) ed uno con alti CP e CU (7.2%). I gruppi identificati furono poi comparati rispetto alle misure sociali e di comportamento e sono state valutate l’impulsività, il funzionamento esecutivo, la genitorialità e le relazioni in ambito scolastico. Il gruppo con alti livelli di CU ha riportato livelli significativamente più bassi di deficit di iperattività e impulsività, e di funzionamento esecutivo, mentre invece sono stati riscontrati livelli più elevati di autoregolazione; le madri dei soggetti appartenenti a tale gruppo hanno mostrato più coinvolgimento materno e un parenting positivo rispetto a quelle del gruppo ad alto CP e CU. Inoltre, il gruppo high-CU ha evidenziato un maggior numero di relazioni scolastiche rispetto al gruppo ad alto CP / CU. Questi risultati evidenziano diversi fattori nel bambino e nel suo ambiente sociale che sono associati a tratti CU in assenza di serie problematiche della condotta.

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Tali dati possono suggerire obiettivi di intervento per i giovani in cui sono deficitarie le emozioni prosociali.

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