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Evoluzione delle politiche per la nutrizione: il livello internazionale

3. Le politiche alimentari e il consumo di carne

3.2 Le politiche pubbliche per la salute e la nutrizione

3.2.1 Evoluzione delle politiche per la nutrizione: il livello internazionale

Il ruolo dei governi è centrale per mettere le persone nelle condizioni di adottare e mantenere buone pratiche, pertanto l’OMS raccomanda delle azioni efficaci e coerenti fra loro: i piani di investimento nel commercio e in agricoltura e il marketing sugli alimenti, la promozione dell’informazione alimentare e nutrizionale già dai primi anni di età. I governi possono intervenire sull’ambiente alimentare (il food environment) ossia i contesti comprendenti tutti i tipi di alimenti resi disponibili e accessibili alle persone nella loro vita di tutti i giorni62. Si tratta

di modificare l’ambiente in prossimità del cittadino, in cui ci sia fisicamente cibo che indirizzi verso un’alimentazione salubre, la vicinanza a luoghi di vendita degli alimenti sani e la distribuzione sul territorio di tutte le attività legate alla vendita di cibo, come supermercati, mercati, servizi alimentari, ristoranti, mense o comunque che preveda un sistema di collegamento che permetta l’accesso al cibo63. Dato che le abitudini alimentari sono una scelta

individuale, intervenire sull’ambiente creando maggiori opzioni e proponendo in prevalenza cibo di qualità e sano, permetterebbe al cittadino di indirizzarsi verso le scelte più appropriate. Promuovere un sano ambiente alimentare, vuol dire includere un sistema alimentare che incoraggi una dieta diversificata, bilanciata e sana, e per ottenere ciò è necessario coinvolgere i numerosi settori e stakeholder, compreso il governo, i settori privati e pubblici.

La Prima Conferenza Internazionale sulla Nutrizione del 1992, supportata congiuntamente da FAO - Food and Agricultural Organization e l’OMS - Organizzazione Mondiale della Sanità, sviluppò un piano per un approccio alimentare sostenibile che incoraggiasse una dieta variegata con la produzione e il consumo di cibo ricco di micronutrienti, includendo piatti tradizionali. Questo permise a molti stati di cambiare approccio alle politiche interne concentrate prevalentemente sui problemi della sanità pubblica. Quattro anni dopo, la collaborazione fra FAO e l’OMS elaborò e pubblicò i consigli per lo sviluppo delle linee guida

62 Definizione FAO, Influenzare gli ambienti alimentari a favore di diete sane, Roma, 2016 63 Disponibile sul sito:

https://www.cdc.gov/healthyplaces/healthtopics/healthyfood/general.htm#:~:text=The%20food%20envi ronment%20is,that%20allows%20access%20to%20food

42 dietetiche alimentari (Food-based dietary guidelines - FBDG64), da cui molti stati e anche

l’Europa hanno iniziato a lavorare al fine di applicarli a livello locale, partecipando a numerosi workshop e pubblicando numerosi documenti (per esempio il “National Food Based Dietary Guidelines: Experiences, Implications and Future Directions”65). L’obiettivo è di stabilire le basi

per sviluppare delle politiche pubbliche per la nutrizione, l’alimentazione, la salute e l’agricoltura e dei piani di educazione alimentare per favorire la diffusione di abitudini e stili di vita alimentari sani.

In questi anni si vide una rivalutazione del concetto di “Salute”, che viene definito dall’OMS già nel 1948 come "stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia", poi sviluppato dalla Carta di Ottawa, fino a divenire elevato allo status di diritto e come tale si pone alla base di tutti gli altri diritti fondamentali che spettano alle persone. Nella riunione del 1998 viene ribadito il concetto che assegna agli Stati non solo la gestione del sistema sanitario, bensì di inserire questa dimensione della salute in tutte le politiche e farsi carico di individuare e cercare, tramite opportune alleanze, di modificare quei fattori che influiscono negativamente sulla salute collettiva, promuovendo al contempo quelli favorevoli66.

Nel 2003 venne pubblicato il report “Diet, nutrition and the prevention of chronic diseases”67

prodotto dalla collaborazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e la FAO, che porta evidenze scientifiche sulla relazione fra pattern di dieta e attività fisica in associazione con la maggior parte delle malattie croniche legate alla nutrizione. Le raccomandazioni comprendono: raggiungere l’equilibrio energetico per controllare il peso; aumentare notevolmente l’attività fisica svolta durante tutta la vita; ridurre l’assunzione di calorie provenienti da grassi e spostare il consumo da grassi saturi e acidi grassi trans verso grassi insaturi; aumentare il consumo di frutta e verdura nonché di legumi, cereali interi e noci e semi; ridurre l’assunzione di zuccheri liberi; ridurre il consumo di sale (sodio) di ogni provenienza e

64 Disponibile sul sito: http://www.fao.org/3/x0243e/x0243e00.htm ;

http://www.fao.org/nutrition/education/food-dietary-guidelines/en/

65 Disponibile sul sito:

http://ernaehrungsdenkwerkstatt.de/fileadmin/user_upload/EDWText/TextElemente/PHN- Texte/Dietary_Goals/foodbasedguidelinesreport-main_ILSI.pdf ;

http://www.fao.org/ag/humannutrition/18895-0f5791b5218038c61824252703117b8b4.pdf

66 Glossario O.M.S. della Promozione della Salute - Health Promotion Glossary, World Health

Organization, 2012 Ginevra. Disponibile sul sito:

https://apps.who.int/iris/bitstream/handle/10665/64546/WHO_HPR_HEP_98.1_ita.pdf;jsessionid=9256 D524ADE443F8B7C83CB6682125A9?sequence=19 ; http://www.salute.gov.it/ ;

https://it.wikipedia.org/wiki/Salute

67 Disponibile sul sito:

https://apps.who.int/iris/bitstream/handle/10665/42665/WHO_TRS_916.pdf;jsessionid=D080AC50313 FC06673A55F1A1EE013F4?sequence=1

43 assicurarsi che quello assunto sia iodato68. Nessuna menzione viene fatta a proposito del

consumo di carne.

Negli anni successivi si susseguirono e intensificarono strategie per la diffusione di diete sane e attività fisica69, raccomandazioni sul marketing degli alimenti e delle bevande, piani a

supporto della nutrizione durante la maternità, per i primi anni di vita dei bambini e per prevenire e controllare le malattie non trasmissibili, inclusa l’obesità e il diabete70.

Dato l’accentuarsi del problema della malnutrizione in eccesso nelle aree europee e dell’America Settentrionale, venne ripreso il tema da un’apposita commissione creata nel 2014 per ridurre l’obesità fra gli infanti e i bambini (Commission on Ending Childhood Obesity). Nel 2016 la Commissione redasse un report71 contenente sei raccomandazioni necessarie per far

fronte all’ambiente “obesogenico” e ai periodi cruciali della vita per contrastare l’obesità infantile.

In occasione della Seconda Conferenza Internazionale sulla Nutrizione (INC2) nel 2014, l’OMS in collaborazione con la FAO adottò la Dichiarazione di Roma sulla Nutrizione dello stesso anno e il Piano di Azione Globale che raccomanda di stabilire politiche e strategie che promuovessero diete varie, sane e salubri a tutti gli stadi della vita. OMS e la FAO si impegnano per aiutare i paesi su questo fronte.

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile72 riconosce le malattie non trasmissibili, come una

grande sfida globale. Nell’ambito dell’Agenda, i capi di Stato e di Governo si sono impegnati a sviluppare risposte nazionali ambiziose, entro il 2030, per ridurre di un terzo la mortalità prematura dovuta a queste malattie, attraverso la prevenzione, il trattamento e la promozione

68 Joint WHO/FAO Expert Consultation on Diet, Nutrition and the Prevention of Chronic Diseases (2002,

Geneva, Switzerland) Diet, nutrition and the prevention of chronic diseases: report of a joint WHO/FAO expert consultation, Geneva, 28 January -- 1 February 2002. Disponibile sul sito: https://apps.who.int/iris/bitstream/handle/10665/42665/WHO_TRS_916.pdf?sequence=1

69 Assemblea per la Salute, “WHO Global Strategy on Diet, Physical Activity and Health”, 2004 70 Global Action Plan for the Prevention and Control of Noncommunicable Diseases 2013–2020.

Disponibile sul sito:

https://apps.who.int/iris/bitstream/handle/10665/94384/9789241506236_eng.pdf?sequence=1

71 Report “Ending children obesity”, World Health Organization 2016. Disponibile sul sito:

https://apps.who.int/iris/bitstream/handle/10665/204176/9789241510066_eng.pdf?sequence=1

72 L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la

prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs. Relativi alle malattie non trasmissibili: Obiettivo 3: Buona salute e benessere per le persone; target 3.4: Entro il 2030, ridurre di un terzo la mortalità prematura da malattie non trasmissibili attraverso la prevenzione e la cura e promuovere la salute mentale e il benessere.

44 della salute e del benessere (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile corrispondenti: Sustainable Development Goals Target 3.4).

Nel 2019 è stato pubblicato il rapporto “Healty diets from sustainable food systems”73 della

commissione Eat-Lancet74, In cui si afferma che è necessaria una trasformazione del sistema

alimentare verso un modello più sostenibile, per perseguire gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e gli Accordi di Parigi di sfamare una popolazione mondiale in continuo aumento. Si definisce una “dieta della salute planetaria” (planetary health diet) il cui principale obiettivo è quello di ridurre drasticamente il consumo di carne rossa, zuccheri e cereali raffinati a livello globale, privilegiando al contempo il consumo di frutta, verdura, semi, legumi e oli vegetali non saturi, fornendo indicazioni precise della composizione di una dieta salubre e sostenibile. Il modello nutrizionale proposto lega la salute umana con la sostenibilità ambientale, ribadendo che il minor consumo di determinati alimenti, il primo citato la carne rossa, sarebbe benefico per la salute e diminuirebbe drasticamente la produzione di gas serra, preservando terra, acqua e biodiversità.

Il report suscitò molte critiche, innanzitutto evidenziando la partnership di Eat-Lancet con Fresh, un progetto del World Business Council for Sustainable Development che coinvolge molti attori dell’industria del junk food, di pesticidi e fertilizzanti e questo potrebbe inficiare la scientificità dei dati riportati. Alcune figure che operano in ambito alimentare hanno lamentato una non sufficiente attenzione per i problemi della produzione industriale, non sostenibile poiché danneggerebbe suolo, acqua, biodiversità e clima e nuocerebbe alla salute dei consumatori, immettendo nel mercato cibo dal basso contenuto nutritivo e contaminato da sostanze chimiche nocive derivanti dai fertilizzanti sintetici utilizzati nella produzione. Questo rischia di penalizzare ulteriormente le piccole realtà sostenibili e di rafforzare la posizione di monopolio delle industrie dell’agri-business. Un’altra critica è che la dieta proposta nel report non fosse equilibrata dal punto di vista nutrizionale, generalista e poco approfondita, con un elevato contenuto di zuccheri aggiunti, di latticini e oli insaturi che sembrerebbe penalizzare principalmente la carne. Inoltre, non precisa le modalità di produzione degli alimenti, fattore determinante per la composizione del cibo, sia per i nutrienti che per i risvolti ambientali. Si raccomanda la riduzione di carne, senza precisarne la provenienza, senza distinguere fra

73 Walter Willett et al, Food in the Anthropocene: the EAT–Lancet Commission on healthy diets from

sustainable food systems, The Lancet, gennaio 2019. Disponibile sul sito: www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(18)31788-4/fulltext

74 La commissione Eat-Lancet è composta da 37 scienziati di varie discipline provenienti da 16 paesi,

45 allevamento intensivo, che causa grandi emissioni di gas serra, e quello estensivo, che è una componente essenziale della maggior parte dei sistemi agricoli sostenibili75.

Nel 2018 l’Assemblea per la Salute approvò il tredicesimo Programma Generale di lavoro - 13th General Programme of Work (GPW13) per gli anni dal 2019-2023 per supportare gli stati membri nelle azioni necessarie ad eliminare i grassi trans di produzione industriale, sviluppando una mappatura degli stati da aiutare.

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