5. Considerazioni sui contenuti del progetto
5.2. L’evoluzione del progetto
Fin dal momento in cui un progetto viene pensato, ciò che più conta è il raggiungimento di determinati risultati. Fin dalla sua nascita, il progetto dell’orto sociale è stato giudicato come qualcosa di molto valoroso e importante in un territorio come il nostro, in cui i bisogni aumentano e le risorse scarseggiano. Oggi, a distanza di anni dalla sua realizzazione si sentono persone soddisfatte e felici di poter contare su quello che coltivano.
Nel terreno pianto la qualsiasi cosa, bietole, broccoli, peperoni, faggiola, pomodori, basilico, etc. Per migliorare il terreno aggiungo anche concime misto ad acqua che faccio riposare per almeno 3 giorni; questo mi permette di avere raccolti migliori. Nei periodi di abbondanza optiamo per le conserve e riusciamo a fare tanta caponata ma anche molto pesto.
Non ho ancora piantato niente perché il terreno mi è stato concesso da pochi giorni quindi mi sto occupando di pulirlo, sono però molto entusiasto anche se non mi sono mai occupato di un orto e non ho ancora grandi idee su come organizzarlo. Ritorna tra qualche settimana e ti farò vedere anche io il ‘mio’ piccolo orto coltivato.
Oltre che passarmi il tempo ho raccolto anche tantissime cose; l’orto è molto importante per noi anche se è necessario comprare anche altro. Mio padre mi diceva sempre che “Coltivare aiuta a campare” e oggi coltivando la penso alla stessa maniera quindi ringrazio il Sindaco e i parroco che mi hanno permesso di lavorare qui.
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[…] è una cosa positiva perché tiene mio marito impegnato e riusciamo anche a mangiare cose genuine però mio figlio non mangia granché di quello che mio marito coltiva quindi per me è un problema. Quest’anno comunque c’è stata un po’ di scarsezza, le cose erano meno saporite, piccole e non ho potuto fare grandi conserve. Io deterso le conserve ma ci sono stati anni in cui ne ho fatte tante.
Alcuni scatti dell’orto sociale, giardino dello spirito
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Tutti felici di questo progetto e tutti soddisfatti della sua realizzazione ma, è sicuro che tutto vada per il verso giusto? Il regolamento dell’orto sociale pare chiaro, all’articolo 5 viene infatti stabilito che “Sull’appezzamento di terreno concesso non potrà essere svolta attività diversa da quella della coltivazione degli ortaggi e non potrà essere effettuata la vendita dei prodotti della coltivazione”. In realtà pare che ci sia qualche furbetto.
Ho sentito dire che ci sono persone che vendono i prodotti, anche se ci è stato detto fin dall’inizio che questo non sarebbe stato possibile. Io il primo anno, ti dico la verità, qualcosa l’ho venduta, qualche kg di peperoni, di melanzane, sempre a livello di qualche kg comunque, non più.
In questo posto non è mai stato venduto niente perché lo sappiamo tutti che andiamo incontro ad essere cacciati fuori non rispettando le regole. So però che ci sono dei furbetti che fanno finta di portare a casa le cose ma poi, in realtà, li vendono ad amici e vicini di casa.
Non rispettare un regolamento non è sicuramente qualcosa di positivo ma, quanto detto dai diversi utenti porta a riflettere. C’è chi fa conserve e compensa quei mesi in cui l’orto non produce, c’è chi dona alla propria famiglia in quanto ritiene che anche la loro condizione non è delle migliori, c’è invece chi decide di vendere pur di andare contro il regolamento. Una cosa è certa, ed emerge da tutte le interviste, nessuno campa solo con quello che produce poiché è indispensabile anche latte, pane, carne, pesce e tanto altro. È allora la domanda sorge spontanea. Possibile che chi vende è quasi costretto a farlo pur di reperire qualche spicciolo e avere la possibilità di comprare qualcos’altro?
Certo è che, un solo progetto non può cambiare le cose. Nessuno pensava che con la realizzazione di questo progetto si sarebbero raggiungerti risultati tali da cancellare totalmente il problema povertà della popolazione gangitana ma, esso avrebbe potuto costituire il primo passo verso la risoluzione di determinate problematiche. La pensa così il Sindaco, l’Assistente sociale e anche la maggior parte degli usufruttuari dei lotti.
Realizzare un progetto del genere a Gangi è stato sicuramente un messaggio forte però da solo non basta per risolvere il problema della povertà o il problema delle persone che hanno bisogno. […]certo è che per una persona che ha problemi il fatto di non stare a casa e non fare niente o stare al bar a bere, avendo invece l’opportunità di andare a coltivare qualcosa, è già una grande cosa. Godere di un pezzetto di terra non risolverà sicuramente i problemi delle famiglie povere ma darà loro un’opportunità psicologica oltre che il modo di non fare altro. A questi, inoltre, si aggiunge un fattore economico, non indifferente, in quanto non comprare
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determinati prodotti che si coltivano significherebbe risparmiare e poter comprare altro di altrettanto importante.
[…] nessuno di noi si aspettava che questo progetto cambiasse miracolosamente le cose, insomma, non ci potevamo aspettare che con un progetto potessimo cambiare le sorti di determinate famiglie. Esso però è stato fin dal primo momento un grande sostegno per molti ma da solo non può di certo cambiare le cose.
Avere un piccolo pezzetto di terra in cui coltivare ciò che più ti piace è stata una grande opportunità per noi; non posso dire che ha risolto i nostri problemi ma ci ha dato una grande mano. C’è poi chi ieri aveva in tasca dieci euro e pensava di spenderli al bar o in qualche macchinetta (slot machine, intende) oggi, invece, pensa ad investirli nell’acquisto delle piantine ed è già una grande cosa.
Coltivare questo lotto non significa non avere più problemi ma a me questa iniziativa è piaciuta tanto perché oltre a mangiare le cose del mio orto ho finalmente trovato un bell’impegno. La mattina mi alzo e so che posso veniva a fare qualcosa qua, c’è sempre qualcosa da fare! poi se vedo degli amici seduti laggiù (indica un piazzale con delle panchine, punto di ritrovo per molti anziani) li raggiungo e sto insieme a loro, tanto non ho orari e nessuno me lo vieta.