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F IGURA 24: VEDUTA DELLA CATTEDRALE DI B OSA

Cattedrale Della Beata Vergine Maria Immacolata.

F IGURA 24: VEDUTA DELLA CATTEDRALE DI B OSA

Intanto le periodiche inondazioni del Temo, causate dalla chiusura della foce, avvenuta nel 1528 e mai riaperta, avevano compromesso la stabilità dell’edificio, che andava sempre più deteriorandosi. Il Capitolo ne informò più volte il Viceré e chiese delle sovvenzioni, ma i lavori non vennero mai eseguiti. Nella volta dell’aula apparivano grandi fessure a causa dello sfiancamento delle pareti e degli archi151.

Il 20 giugno 1803 il Capitolo decise di intervenire affidando i lavori al bosano Salvatore Are, preventivando una spesa di 33.900 lire. I lavori iniziarono il 25 marzo 1805, ma in secondo momento essendo sorte delle difficoltà nella ricostruzione della volta, fu chiamato il capomastro sassarese Ramelli. Questi decise la ricostruzione dalle fondamenta della parete antistante il Temo, della facciata e della volta152. Ciò comportò nuove spese che l’Archivista-amministratore non era in grado di pagare. Il Capitolo ne

151

G. MASTINO, Un Vescovo della riforma nella diocesi di Bosa, 1591, p. 349.

152 G. M

Cinzio Cubeddu: Bosa, Planargia e Montiferru: storia e istituzioni, geografia e toponomastica. Tesi di Dottorato in Scienze Umanistiche e Sociali - Università degli Studi di Sassari

informò il Vescovo Gavino Murro e un aiuto consistente venne dato da Don Giovanni Battista Simon, canonico prebendato di Sindia. Si poterono così appaltare il 26 maggio 1807 i lavori murari del coro, del ciborio e i loro pulimenti e cornici153.

N. S. De Regnos Altos.

La chiesa di Nostra Signora di Regnos Altos (Regina del Cielo), è venerata nella chiesetta del castello, il suo culto ha origine nel 1847, quando fu ritrovata, tra i ruderi del castello Malaspina, una statuina della Madonna, che venne subito chiamata N. S. de

Regnos Altos. Il titolo ha un chiaro riferimento all’ubicazione della chiesetta, che è

posta in cima alla collina, all’interno del castello. La chiesa era dedicata in origine a S. Andrea e la statua dell’apostolo figura nella nicchia dell’altare. Ma dal giorno del ritrovamento della statua della Madonna andò sempre crescendo nella devozione di fedeli il culto della madonna di Regnos Altos e S. Andrea venne gradualmente dimenticato. La sua statuina lignea, probabilmente di origine basso-medievale, si conserva ancora in una piccola nicchia della parete sinistra della chiesa.

Nel 1338 divenne signore di Bosa e del castello Giovanni d’Arborea, terzogenito di Ugone. Con la successione della figlia Benedetta la cinta originaria del maniero del castello, che era abbastanza ristretta e modesta, venne ampliata e potenziata, probabilmente perché le relazioni con gli Aragonesi andavano deteriorandosi e il futuro appariva incerto. Fu costruita allora la torre maestra del mastio, forse dall’architetto sardo Giovanni Casula154. Nello stesso periodo venne restaurata, o ricostruita, la chiesetta a S. Andrea155. Probabilmente essa era precedente all’impianto del castello e ciò sarebbe confermato, oltre che dal culto dell’Apostolo, che è chiaramente bizantino essendo S. Andrea patrono di Costantinopoli, anche dalla disposizione delle fondazioni dell’edificio, che non corrispondono agli schemi del tempo non essendo allineate alle mura del castello156-

153 A. F. S

PADA, Chiese e feste di Bosa, pp. 12-13.

154

A. MASTINO, Bosa, in “La Sardegna” (a cura di M. Brigaglia), Cagliari 1982, pp. 265 ss.

155

V. ANGIUS, Storia di Sardegna (Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale degli Stati di

S.M. il Re di Sardegna), Torino, 1851-56, p. 182.

156

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Durante la signoria degli Arborea le pareti della chiesa furono ricoperte di affreschi di notevole pregio, che sono, tra l’altro, anche una chiara testimonianza dei culti praticati dalla popolazione bosana del tempo.

La presenza, ai piedi della collina della chiesa del secolo XII dedicata a S. Giovanni, ha forse indotto in errore alcuni scribi del secolo XV che parlano di “San Giovanni del Castello”. Per questo motivo le conclusioni di diversi studiosi, ad iniziare dal Martini, che cioè prima di S. Andrea nel castello si venerasse S. Giovanni, non sembrano sicure157.

Nel secolo XVII il maniero venne abbandonato dalle autorità e ne prese possesso la povera gente che a poco a poco occupò tutti gli ambienti e ne costruì di nuovi sugli spalti delle mura. Poiché molte di quelle persone, essendo prive di vestiti decenti, non osavano recarsi nella cattedrale per la messa domenicale, il Capitolo chiese al viceré di nominare un cappellano per il servizio nella chiesa del castello, richiesta che fu esaudita158.

Nel secolo successivo, come scrive La Marmora, la condizione non era migliorata. Molte famiglie continuavano ad abitarvi e anch’esse erano così povere che non avevano l’ardire, per i loro miserabili vestiti, di scendere la domenica per assistere alla messa. Gli abitanti del rione di Sa Costa non erano in condizioni migliori e per lo stesso motivo risalivano la collina e assistevano alla funzione nella chiesa del castello159.

Fu probabilmente in quel periodo che la chiesa venne ampliata, anzi più che raddoppiata verso est,per dare spazio alle numerose persone che vi si recavano160.

In quel momento furono costruiti anche il nuovo altare, l’attuale abside e una piccola sacristia. Ciò comportò la demolizione della parte est della primitiva chiesetta, che probabilmente chiudeva ugualmente con un’abside; fu chiusa, nello stesso periodo, l’antica porta laterale e aperta, spostata appena a sinistra per non danneggiare gli affreschi interni, quella della facciata, mentre sul lato affacciato a nord venne aperta una nuova porta161.

Intorno alla fine del XIX secolo furono effettuati diversi restauri che interessarono soprattutto la torre maestra, restaurata dal Vivanet e dallo Scano162.

157

A. F. SPADA, Chiese e feste di Bosa, pp. 125-126.

158 A. F. S

PADA, Chiese e feste di Bosa, p. 126.

159

A. DELLA MARMORA, Itinerario dell’Isola di Sardegna, Cagliari 1868, vol. II, p. 375.

160 F. P

OLI, La chiesa del castello di Bosa.Gli affreschi di N. S. di Regnos Altos, p. 22.

161

A. F. SPADA, Chiese e feste di Bosa, p. 127.

162

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Gli affreschi della chiesetta di N. S. de Regnos Altos vennero scoperti per caso nel 1973. Un operaio, appoggiando una scala nella parete sinistra, fece cadere uno strato di calce e mise in luce la Madonna seduta in trono con in grembo il Bambino adorato dai Re Magi. La scoperta attirò subito l’attenzione del Capitolo della Cattedrale che ne informò la Soprintendenza di Sassari. Ebbe così inizio il recupero degli affreschi che ricoprono su diversi piani le tre pareti più antiche della chiesetta.