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F ORME DI INTEGRAZIONE DELL ‟ EDUCAZIONE PLURILINGUE E INTERCULTURALE NEL CURRICOLO

La ricerca delle modalità di una tale integrazione passa necessariamente dalla messa in discussione del curricolo esistente secondo queste tre prospettive:

- come le implicazioni della definizione di educazione plurilingue e interculturale del QCER (cfr 1.2.) ci aiutano ad usare questo strumento in modo più coerente?

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- come prendere in considerazione la centralità della lingua di scolarizzazione nel repertorio linguistico di ogni singolo studente e il suo ruolo chiave nel successo scolastico?

- come possiamo aiutare gli studenti a sviluppare la competenza interculturale di cui hanno bisogno per svolgere un ruolo attivo, responsabile e indipendente in una società plurilingue e multiculturale?

L‟educazione plurilingue e interculturale può essere realizzata nei contesti più diversi e quale che sia il grado già raggiunto nell‟integrazione delle diverse discipline linguistiche e degli apprendimenti linguistici. Vari esempi tratti da contesti differenti possono essere portati per illustrare questo punto.

1.4.1.

Prima possibilità di integrazione: evoluzione del curricolo verso una migliore sinergia tra gli insegnamenti delle lingue viventi e classiche

Numerosi sono i casi in cui gli insegnamenti, obbligatori o facoltativi, di più lingue diverse dalla lingua di scolarizzazione coesistono. Nella maggior parte di questi casi, il contenuto e gli obiettivi di questi differenti insegnamenti linguistici sono definiti senza riferimenti tra un insegnamento e l‟altro. Gli obiettivi riguardano l‟acquisizione di conoscenze culturali e le capacità di comunicare in ciascuna di queste lingue definite, per quanto riguarda le lingue straniere, mediante l‟uso dei livelli di riferimento del QCER. Nel migliore dei casi, questi obiettivi sono specificati in attività linguistiche di comprensione o di espressione (orale e/o scritta) per disegnare il profilo linguistico previsto per ciascuna lingua (cfr. 2.3.2.1.).

I risultati ottenuti non corrispondono necessariamente a questi soli obiettivi espliciti. Il sapere e il saper fare acquisiti nella lingua o nelle lingue apprese vanno ad ampliare il repertorio individuale già ricco di conoscenze e di competenze nella lingua di scolarizzazione e nella lingua (o nelle lingue) di origine. E inoltre, lo studente ha l‟opportunità di fare, nel corso di questi differenti insegnamenti, esperienze di apprendimento diverse. La sua formazione generale è arricchita dal contatto con le potenzialità estetiche ed espressive di ogni lingua insegnata, dalla frequentazione di testi letterari e dalla conseguente motivazione ad incontrare persone che parlano questa lingua e a fare esperienza della loro cultura. Infine l‟apprendente acquisisce conoscenze culturali particolari che gli consentono di sviluppare, quando sia aiutato e guidato, competenze culturali e interculturali.

Questi effetti, non trascurabili, dovranno tuttavia essere rafforzati o ampliati sia prevedendo un coordinamento tra gli insegnamenti linguistici sia, più ambiziosamente, facendo evolvere i vari corsi di lingua verso una ricerca sistematica di coerenza e di economia.

Il coordinamento tra gli insegnamenti delle diverse lingue passa attraverso una serie di decisioni e di iniziative che

- riguardano la definizione dei contenuti di insegnamento e delle competenze linguistiche e (inter)culturali attese, lingua per lingua, per favorire la coerenza orizzontale degli apprendimenti e permettere all‟apprendente il transfer di competenze trasversali da un insegnamento/apprendimento all‟altro;

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- incoraggino gli insegnanti delle differenti lingue a definire in comune e a condividere gli obiettivi da perseguire con gli stessi allievi nelle varie tappe del corso e, insieme, a stabilire la progressione da seguire per lo sviluppo delle competenze, ad adottare gli approcci e i metodi didattici più appropriati, a definire i contenuti di insegnamento, a selezionare i materiali didattici da utilizzare con gli apprendenti e ad usare analoghe modalità di valutazione degli apprendimenti.

La ricerca di coerenza e di economia tra i diversi insegnamenti linguistici richiede, a sua volta:

- una definizione degli obiettivi di apprendimento specificati in un profilo linguistico, non separatamente per ciascuna lingua, ma considerando la complementarità delle competenze che fanno parte dello stesso repertorio plurilingue individuale. L‟insegnamento delle lingue si pone quindi il fine di dare agli studenti la capacità di comunicare in diverse lingue straniere a livelli di competenza che possono essere diverse a seconda delle varietà linguistiche interessate e della loro distanza dalle lingue già conosciute dagli apprendenti o in corso di apprendimento, e tenendo conto del contesto particolare degli studenti (età, numero di lingue già conosciute o apprese, bisogni specifici, ecc.) o della situazione di insegnamento (durata e numero di ore di tale insegnamento, opportunità di esposizione e di uso della lingua al di fuori del corso a scuola, ecc). In questo contesto, per alcune varietà linguistiche, possono essere poste ad obiettivo anche competenze parziali (ad esempio di comprensione);

- che gli insegnanti siano incoraggiati, nell‟insegnare una lingua, a fare esplicito riferimento alle conoscenze e alle competenze linguistiche e (inter)culturali acquisite dagli allievi nell‟apprendimento di un‟altra lingua, rafforzando in tal modo le conoscenze e le competenze in entrambe le lingue;

- l‟uso di materiali appositamente progettati in base a questo principio di coerenza, che, ad esempio, propongano una terminologia grammaticale almeno parzialmente condivisa o che favoriscono la costruzione di relazioni tra conoscenze linguistiche e culturali e che consentano un transfer esplicito di competenze trasversali;

- sviluppare negli allievi l‟autonomia nell‟apprendimento e la consapevolezza della diversità delle risorse del loro repertorio individuale. Questo può essere fatto, ad esempio, utilizzando il Portfolio europeo delle lingue e/o l‟Autobiografia degli incontri interculturali o mettendo in atto approcci e metodi dello stesso tipo nelle attività da svolgere nella lingua di scolarizzazione come materia o nell‟insegnamento- apprendimento delle altre discipline del curricolo;

- una cooperazione tra gli insegnanti che, andando oltre il semplice coordinamento più sopra richiamato, permetta, tenendo conto del profilo degli apprendenti, la pianificazione congiunta della progressione dell‟insegnamento/apprendimento, l‟adozione comune di approcci e metodi e l‟armonizzazione delle pratiche di valutazione, con l‟integrazione delle competenze acquisite nelle attività di mediazione.

Questi due differenti approcci a partire dalla medesima situazione di partenza non rinunciano allo sviluppo di competenze e all‟acquisizione di conoscenze nelle diverse lingue e culture insegnate. Entrambi rappresentano un miglioramento della situazione di partenza nella prospettiva qui indicata e possono essere messe in atto anche

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parallelamente per lasciare agli insegnanti la possibilità di adottare l‟approccio che meglio corrisponde alla loro formazione e alla loro personale predisposizione tenendo anche conto delle potenzialità di concertazione e di cooperazione all‟interno di una équipe di insegnanti. La differenza più evidente tra i due approcci è, forse, che il primo si concentra sul rendere l‟insegnamento più efficace, mentre il secondo aggiunge un chiaro obiettivo educativo.

1.4.2.

Seconda possibilità di integrazione: l’educazione plurilingue e interculturale come finalità esplicita del curricolo

L‟inclusione scolastica di tutti gli allievi può essere più agevolmente raggiunta valorizzando al massimo tutte le loro competenze e creando le condizioni di cui hanno bisogno per avere successo nei diversi apprendimenti contribuendo in tal modo alla coesione sociale.

Anche in questo caso, è possibile riprendere nuovamente in considerazione due approcci complementari ma che possono essere implementati con modalità differenziate in relazione ai diversi contesti: fare dell‟educazione plurilingue e interculturale la finalità essenziale dell‟apprendimento delle lingue straniere moderne e/o classiche e prendere la lingua di scolarizzazione come base per lo sviluppo di questa educazione plurilingue e interculturale.

L‟inserimento esplicito dell‟educazione plurilingue e interculturale nelle finalità perseguite dall‟insegnamento delle lingue viventi (o moderne) o classiche si riflette: - nell‟uguale importanza data agli obiettivi di apertura alle lingue e alle culture

(sollecitare nei bambini della scuola dell‟infanzia la curiosità nei confronti delle lingue, ecc.), agli obiettivi relativi alle competenze comunicative e (inter)culturali da acquisire nelle diverse lingue insegnate, allo sviluppo dell‟autonomia dell‟apprendente cosicché egli sia in grado di gestire il suo repertorio plurilingue e interculturale in modo autonomo, economico, responsabile e sicuro lungo tutto l‟arco della vita;

- nella particolare attenzione accordata allo sviluppo delle competenze trasversali linguistiche e interculturali, alla loro utilizzazione (ad esempio nella mediazione) e alla riflessione sulla comunicazione e il linguaggio umano;

- nel trattare gli insegnamenti di lingua e in lingua come un insieme al servizio dello sviluppo del repertorio plurilingue e interculturale dell‟apprendente, privilegiando la diversità delle esperienze di apprendimento e delle situazioni d‟uso delle lingue (insegnamento formale delle lingue e delle altre discipline in lingua straniera27, soggiorni all‟estero, incontri, cooperazione, stages intensivi e brevi periodi di sensibilizzazione e familiarizzazione con varietà regionali, presenza nell‟ambiente degli apprendenti di materiali che incoraggiano l‟esperienza della diversità, insegnamento a distanza, ecc.);

27 [n.d.t] Si veda, ad esempio, l‟esperienza del CLIL, acronimo di Content and Language Integrated Learning. Si

tratta di una metodologia didattica che prevede l‟insegnamento di una disciplina in una lingua straniera veicolare.

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- nella stretta collaborazione tra gli insegnanti che siano capaci di pianificare progetti comuni e che, se possibile, siano in possesso di conoscenze e competenze in diverse lingue e culture.

L‟attuazione dell‟educazione plurilingue e interculturale nel curricolo può e deve certamente assumere forme diverse da quelle sopra indicate: è possibile, ad esempio, delineare i rapporti tra la lingua o le lingue si scolarizzazione e le attività linguistiche implementate nelle altre discipline. Questa nuova prospettiva presenta una coerenza e una complementarità evidenti con l‟approccio sopra descritto.

Se è infatti vero che all‟insegnamento delle lingue viventi o classiche si possono immediatamente applicare le indicazioni fin qui date, la validità di queste ultime non si limita a questo solo insegnamento. La consapevolezza della dimensione linguistica di ogni insegnamento disciplinare e del suo ruolo nel contribuire al successo nell‟apprendimento scolastico degli allievi può indurre tutti i docenti, che insegnino la lingua di scolarizzazione o un‟altra lingua o qualunque altra materia scolastica, a cooperare e a coordinare il loro lavoro: identificare, nelle diverse discipline, i generi discorsivi, le operazioni cognitive e i loro vettori linguistici, accordarsi sulla progressione da seguire nel loro insegnamento; una cooperazione, insomma, che favorisca l‟acquisizione delle forme linguistiche di cui hanno bisogno gli apprendenti.

Integrare l‟apprendimento della lingua di scolarizzazione nell‟attuazione dell‟educazione plurilingue e interculturale costituisce dunque un altro modo di rimodellare il curricolo che comporta:

- un coordinamento degli obiettivi linguistici definiti per l‟insegnamento della lingua o delle lingue straniere con quelli definiti per la lingua di scolarizzazione insegnata come materia ma anche utilizzata come veicolo dell‟insegnamento e dell‟apprendimento delle diverse discipline scolastiche;

- una particolare attenzione rivolta alle operazioni cognitive sottese alle attività linguistiche, ai generi discorsivi, alle varietà linguistiche inerenti a tutte le lingue (compresa la lingua di scolarizzazione) e alle strategie d‟uso di queste lingue;

- l‟utilizzazione delle basi gettate dall‟apprendimento della lingua di scolarizzazione nell‟insegnamento delle altre lingue (conoscenze linguistiche, padronanza e uso dei differenti generi di discorso, messa in atto di strategie comunicative, ecc.) valorizzando nello stesso tempo anche le differenze;

- una chiara consapevolezza da parte degli insegnanti di quelli che sono i legami che intercorrono tra tutte le competenze linguistiche che costituiscono il repertorio plurilingue; lo sviluppo e il consolidamento di questo repertorio vanno considerati come un processo comune al quale ogni insegnamento fornisce il suo contributo; - l‟utilizzazione delle competenze interculturali trasversali che risultano essere utili

nell‟insegnamento della lingua di scolarizzazione, in particolare il saper apprendere e il saper fare.

Tutte queste forme di integrazione possono riguardare una parte o la totalità degli insegnanti delle lingue presenti nel curricolo – sia come materia sia come vettore di altre discipline – oltre ad altri attori coinvolti, compresi i dirigenti scolastici. È infatti evidente che una tale evoluzione del curricolo presuppone che tutti coloro che forniscono e ricevono questo tipo di educazione ne comprendano l‟utilità e questo presuppone a sua

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volta informazione e formazione. Allo stesso modo, i cambiamenti nel curricolo, anche quando fattori contestuali rendono realisticamente necessario una loro limitazione, devono lasciare spazio ad interventi più innovativi a livello locale, chiaramente in relazione alla prospettiva d‟insieme nella quale essi si collocano.

È anche evidente che è impossibile proporre soluzioni o dare risposte già pronte in grado di adattarsi a tutte le situazioni.

Questo capitolo non può concludersi senza insistere sull‟importanza che può/deve essere data, nella riflessione sui cambiamenti curricolari orientati verso l‟educazione plurilingue e interculturale, allo sviluppo dell‟autonomia degli apprendenti e alla loro capacità di riflettere sugli obiettivi perseguiti, sulle loro esperienze linguistiche e (inter)culturali e sui progressi nell‟apprendimento da loro compiuti e che essi possono documentare. Qui il Portfolio europeo delle lingue, l‟Autobiografia degli incontri interculturali e/o strumenti analoghi sono chiaramente chiamati a svolgere un ruolo particolare.

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APITOLO

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Progettare curricoli per l’educazione plurilingue e