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NELLA FAM IG LIA SALESIANA

Nel documento EDITRICE ELLE DI CI TORINOLEUMANN (pagine 102-106)

Santa M. DOM ENICA M AZZARELLO (1837-1881)

Confondatrice e prima Superiora delle Figlie di Maria Ausiliatrice

San DO M EN ICO SA V IO (1842-1857) Allievo prediletto di Don Bosco e primo fiore di santità tra i ragazzi deirOratorio di Valdocco.

Dove passano i Santi germoglia e fiorisce la santità;

e non soltanto nelle anime che diciamo comunemente sante, ma anche in quelle che la Chiesa proclama solen­

nem ente tali.

Già nei primordi delVOratorio di Valdocco San Gio­

vanni Bosco aveva veri piccoli santi tra i suoi ragazzi, primeggiante su tutti Vangelico Domenico Savio. Fin da allora si veniva santificando al suo fianco Michele Rua, suo primo successore. Sotto la sua guida ascese ai più alti gradi della perfezione colei che è oggi Santa Maria Do­

menica Mazzarello, confondatrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Attratti dalla santità del Fondatore, vennero alla sua Congregazione i Servi di Dio Don Andrea Bel- trami e Don Augusto Czartoryski, che, sopravvissuti di pochi anni, morirono in concetto di santità. E non furono soli: oggi, a cento anni dalla costituzione della Società Sa­

lesiana, le cause di beatificazione in corso nelle tre Fa­

miglie di Don Bosco sono dodici (si considera una causa sola quella dei 97 Martiri spagnoli) , oltre i processi dio­

cesani di altri virtuosi Salesiani, cooperatori ed ex allievi di Don Bosco.

Questi Servi di Dio, mentre sono i più degni rappre■- sentanti che una Famiglia religiosa possa vantare, for­

mano pure la gloria maggiore che la sua storia registri.

IOO

Venerabile Sac. Don Michele Rua

Primo successore di Don Bosco, di Torino (1837-1910).

Fin da fanciullo s’incontrò con Don Bosco, ne rimase conquiso, fece sempre tutto a metà con lui. « Se Don Rua volesse, potrebbe fare miracoli » (Don Bosco). Il Car­

dinal Vives lo chiamò « reliquia vivente di Don Bosco ».

Col decreto sulle virtù eroiche (1953) fu dichiarato Ve­

nerabile.

Servo di Dio Sac. Don Filippo Rinaldi

Terzo successore di Don Bosco, di Lu Monferrato (Ales­

sandria) (1856-1931).

A 21 anni seguì la chiamata di San Giovanni Bosco.

Lasciò insigne esempio di una paternità squisitamente soprannaturale, di una saggezza e di un equilibrio repe­

ribili solo in uno spirito in continua unione con Dio. La causa di beatificazione fu iniziata nel 1947.

Servo di Dio Sac. Don Andrea Beltrami di Omegna (Novara) (1870-1897).

Poco prima di diventare sacerdote un male insidioso lo costrinse a una vita di isolamento e di incessanti soffe­

renze. « La missione che Dio mi affida è di pregare e di soffrire... Nè morire, nè guarire; ma vivere per soffri­

re... ». Il processo apostolico fu introdotto nel 1922.

Servo di Dio Sac. Don Augusto Czartoryski

nato a Parigi (1858-1893), di famiglia principesca po­

lacca. Rinunziò alle glorie terrene e la vita che trascorse tra i figli di Don Bosco fu una continua ascesa alla perfe­

zione: già da vivo ebbe fama di santità. Il processo apo­

stolico fu introdotto nel 1941.

Servo di Dio - martire Mons. Luigi Versi glia di Oliva Gessi (Pavia) (1873-1930).

Nel 1906 parti a capo della prima spedizione di missio­

nari salesiani in Cina. Eletto Vicario Apostolico di Shiu- Chow (1920), da buon Pastore non esitò a dare la vita per le sue pecorelle. Fu trucidato da pirati bolscevici in odio alla fede. Il processo apostolico fu introdotto nel 1956.

Servo di Dio - martire Sac. Don Callisto Caravario di Cuorgnè (Torino) (1903-1930).

Ancor chierico partì missionario in Cina. Il 25 feb­

braio 1930, accompagnando Mons. Versiglia nella visita pastorale, fu con lui trucidato da pirati bolscevici in odio alla fede. Il processo apostolico fu introdotto nel 1956.

Servo di Dio Sac. Don Luigi Mertens di Bruxelles (Belgio) (1864-1920).

Avido di sacrifici, con spirito missionario si dedicò tutto al bene dei fedeli della sua parrocchia (Liegi). Fece il sa­

crificio totale di sè in occasione della prima missione in essa e il Signore ne accettò Pofferta. Il processo dioce­

sano fu iniziato nel 1932.

Servo di Dio Zeffirino Namuncurà di Chimpay (Patagonia) (1886-1905).

Figlio del cacico Emanuele Namuncurà, signore delle Pampas. Nel collegio salesiano di Buenos Aires era con­

siderato « un nuovo Domenico Savio ». Suo ideale era l’apostolato sacerdotale tra i suoi fratelli indigeni. Morì a Roma a 18 anni. Il processo apostolico fu introdotto nel 1956.

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Serva di Dio Suor Maddalena Morano di Chieri (Torino) (1847-1908).

Il Servo di Dio Card. Dusmet diceva di lei, Ispettrice in Sicilia, che « era la donna più energica, più attiva, più affabile e pia che avesse conosciuto ». Tutti, anche gli avversari, erano conquisi dalla sua bontà. Il processo dio­

cesano fu iniziato nel 1935.

Serva di Dio Suor Teresa Valsè Pantellini di Milano (1878-1907).

Adempiva con la più grande esattezza ogni ufficio affi­

datole, in un continuo spirito di preghiera e di offerta a Dio. Il processo apostolico fu introdotto nel 1946.

Serva di Dio Donna Doro tea de Chopitea Villota di Santiago (Chile) (1816-1891).

Cooperatrice salesiana. Conobbe Don Bosco a Barcellona (Spagna) e fu una grande benefattrice e una vera mamma delle Opere salesiane in Spagna. Il processo apostolico fu introdotto nel 1957.

Serva di Dio Laura Vicuna di Santiago (Chile) (1891-1904).

Fu allieva delle Figlie di Maria Ausiliatrice. A 13 anni fece l ’eroica offerta della propria vita per la conversione della mamma. Il Signore l’esaudì, e volò al cielo por­

tando col giglio verginale la palma di un incruento mar­

tirio. Il processo apostolico fu introdotto nel 1955.

VITTIME

(1872-1936). Ispettore di Barcellona. Vit­

tima dell’odio bolscevico. 31. Famiglio Alessandro Planas 32. Suor Carmela Moreno F. M. A.

Nel documento EDITRICE ELLE DI CI TORINOLEUMANN (pagine 102-106)