IL FARMER’S MARKET IN MOLISE: UNO STUDIO EMPIRICO
3.1 Farmer’s market: definizioni e analis
I cambiamenti strutturali che hanno investito i modelli di produzione e consumo hanno portato all’espansione e alla crescita di filiere lunghe. La globalizzazione dei mercati ha implicato che le due variabili, produzione e consumo, siano state governate da strategie commerciali caratterizzate da standardizzazione e allontanamento dal contesto territoriale.
Oggi, per inverso, prendono sempre più forma alternative radicali a questo mercato globalizzato. La filiera corta rappresenta una formula commerciale in forte sviluppo
e appare in molti Paesi come una rivisitazione dei mercati settimanali. L’idea del mercato -antica per tradizione- si (ri)presenta con nuove e diverse
connotazioni che sono economiche, sociali, culturali e non ultime, territoriali. Il consumatore infatti si rivela attento e sensibile verso un consumo critico e sostenibile. Grazie al diffondersi dei cosiddetti farmer’s market284, letteralmente “mercati dei contadini”, i produttori agricoli completano l’intero ciclo produttivo con
la vendita diretta delle proprie produzioni al consumatore finale. I farmer’s market (d’ora in poi f.m.) non sono ancora entrati a pieno titolo nel
linguaggio comune italiano, anche se si tratta di un fenomeno antico e assai consueto - mercati rionali, la piazza del mercato appunto - che viene in questo ambito regolarizzato, rivisitato, reinterpretato.
La peculiarità vede l’atto di acquisto non essere più proiettato verso un mero scambio
commerciale, ma connesso con una riscoperta di universi simbolici e valoriali. I f.m. sono svolti all’aperto - nelle piazze e nelle strade - ma negli ultimi tempi, con
il supporto di Enti Pubblici e Associazioni di categoria285, sono nate in molte città italiane delle strutture, veri e propri negozi, in cui i produttori vendono direttamente al consumatore finale il proprio prodotto.
284
Per farmer’s market, letteralmente mercato degli agricoltori, s’intende la vendita diretta da parte degli imprenditori agricoli direttamente al consumatore finale. In Italia nasce in applicazione del Decreto del Ministro delle risorse agricole alimentari e forestali 20 Novembre 2007 in attuazione dell'articolo 1, comma 1065, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
285Gli Enti Pubblici che supportano lo sviluppo di tali strutture sono la Camera di Commercio
Agricoltura Artigianato e Industria (CCIAA) e la Coldiretti. Da quest’ultima nasce la Fondazione
Campagna Amica che si rivolgea consumatori, produttori agricoli e cittadini, per mettere insieme le risposte ai temi oggi più sentiti: alimentazione, turismo, ecologia. Per maggiori informazioni si rimanda al sito: www.campagnamica.it.
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La definizione generale prevede che per essere classificati come f.m. devono essere rispettate le seguenti peculiarità:
-priorità ai piccoli produttori;
- mercati senza mercanti, che accorciano la filiera in quanto permettono l’incontro diretto tra produttore e consumatore;
- luoghi di convivialità e incontro, per scoprire il piacere di fermarsi, di non perseverare nella frenesia dei ritmi imposti dalla società, magari consumando un pasto e un bicchiere in compagnia;
- l’atto della spesa non è più un fatto alienante e unicamente fisiologico, ma una riconquista del proprio tempo e del gusto della socialità;
- vendita di prodotti su scala locale provinciale/regionale, evitando così il trasporto su lunghe distanze e per riscoprire il rapporto con il proprio territorio;
- apertura puntuale alle “agricolture di fatto”: piccolissimi produttori, come chi coltiva per l’autoconsumo, ma periodicamente ha delle eccedenze da vendere;
-utilizzo di tecniche biologiche di coltivazione dei prodotti;
-rispetto della stagionalità: i mercati contadini permettono di ritrovare immediatamente il senso delle stagioni, in quanto il prodotto coltivato fuori stagione richiede consumi eccessivi di energia286.
La principale caratteristica dei f.m. è la possibilità concessa agli imprenditori agricoli (singoli e/o associati) di esercitare la vendita dei propri prodotti solo se provenienti, in misura prevalente, dalle proprie aziende, purché idonei alla normativa vigente in materia di igiene e sanità, così come il luogo in cui questi agricoltori-venditori
locali si radunano per vendere direttamente i prodotti agricoli coltivati in loco287. Al fine di consentire il completo sfruttamento del ciclo produttivo dell’azienda è,
altresì concesso il permesso di vendere i risultati della manipolazione e trasformazione dei prodotti delle colture e dell’allevamento.
Il processo di ri-localizzazione alimentare coinvolge i produttori, quali attori di un nuovo sistema basato sul binomio produzione-consumo, facendo registrare nel periodo più recente un notevole incremento288. Prima dell’avvento della Rivoluzione industriale, l’unica modalità di vendita era caratterizzata dal rapporto diretto tra produttore e consumatore. L’industrializzazione
286 Cfr il sito www.mercatidelcontadino.it 287
T.Galasai, G. Olmeo, G. Usai, I farmer’s markets: aspetti normativi e caratterizzazioni dei
consumatori, in Agriregioneuropa, anno 5, n. 18, Settembre 2009.
288
M. Boschetti, Mercati contadini. Un modo per vivere meglio, in L’Informatore agrario, vol. n. 5, 2007, pp.26-29.
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e l’urbanizzazione hanno ridisegnato i rapporti socio-economici con delle ricadute
importanti sia sugli aspetti strutturali che sociali. Da un lato, infatti, l’urbanizzazione ha accentuato il distacco, sia fisico che
simbolico, tra produttori e consumatori; dall’altro, l’industrializzazione ha permesso lo sviluppo dell’industria agro-alimentare e la commercializzazione dei suoi prodotti, dapprima attraverso la vendita al dettaglio da parte di terzi, diversi dai produttori agricoli, e in un secondo momento attraverso la Grande Distribuzione Organizzata (GDO).
L’acquisto presso i f.m. s’inserisce all’interno delle pratiche di consumo sostenibile, in tal modo viene praticato il principio del “consumare meno e consumare meglio”, quasi come se si volessero mettere in atto le prove di un mondo diverso289. Ri- partendo dal localismo, scegliendo, selezionando, ri-educando al risparmio, coniugando la sobrietà con la qualità.
Per il consumatore l’esperienza d’acquisto in un f.m. per certi versi è simile a quella di un mercato tradizionale, per altri è completamente diversa.
La differenza è che ci si trova di fronte il produttore stesso, che può dare tutte le indicazioni del caso sui prodotti e sui metodi di produzione. Tra consumatore e produttore è facile che si instauri un rapporto di fiducia personale che rende l’esperienza non solo economica ma anche sociale, qualitativa dal punto di vista umano.
L’affermazione di un nuovo stile d’azione sociale consente alle diverse soggettività di esprimersi attraverso questa nuova modalità di consumo, e se un processo sociale è“dipendente dai sistemi culturali entro cui gli individui si trovano ad operare, a
parlare, a interpretare290”, il legame ritrovato con la fonte permette di attribuire ad
esso maggiore spessore.
Fondamentale è quindi la socialità legata all’acquisto locale: i mercati contadini sono spesso luoghi dove è piacevole fermarsi a fare la spesa, per osservare i prodotti, parlare, confrontarsi con il produttore, stabilendo rapporti di fiducia e promuovendo la solidità nel tempo.
289 G. Viale, Prove di un mondo diverso, Edizioni NDA, Rimini, 2009. 290
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Oltre al rapporto di prezzo e qualità si fa leva sul rapporto umano con i produttori291 così come la maggiore indipendenza degli agricoltori nelle scelte produttive ha una
conseguente soddisfazione morale. I mercati nei quali si commerciano esclusivamente prodotti locali sono ormai una
realtà consolidata, sia in Italia che all’estero. I piccoli produttori del territorio hanno l’opportunità di vendere ai consumatori gli alimenti provenienti dalle loro aziende, evitando ulteriori passaggi intermedi dei grossisti e delle catene di distribuzione. Riescono a soddisfare la crescente richiesta di freschezza, reale e non millantata, certificata in maniera non ambigua perché parafrasando McLuhan il mezzo/canale in questo contesto diviene davvero il messaggio292.
Tra gli obiettivi previsti per l’attivazione di un f.m. si distinguono quelli operativi, intermedi e generali (figura 1).
Fig. 1. Principali obiettivi del farmer’s market.
Il presupposto del “chilometro zero” fa si che i cibi subiscano un trasporto solo su distanze relativamente brevi, il che consente la riduzione dei consumi energetici e delle conseguenti emissioni di anidride carbonica. Oltremodo gli agricoltori coltivano seguendo i ritmi della natura, ed i prodotti reperibili nei mercati territoriali
291
C. Cicatiello, S. Franco, La vendita diretta: produttori consumatori e produttività, in
Agriregioneuropa, vol. 4, n. 14, 2008.
292
M. McLuhan , Understanding Media: The Extensions of Man, Gingko Press, Berkeley, 1964; Trad. It.: Gli strumenti del comunicare, Il Saggiatore, Milano, 1967.
OBIETTIVI GENERALI