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Le fasi di elaborazione del Regolamento per la collaborazione tra cittadini e amministrazione comunale nella gestione e

2 – IL PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ ORIZZONTALE NELLA GIURISPRUDENZA E DOTTRINA ITALIANE LE

3- Le fasi di elaborazione del Regolamento per la collaborazione tra cittadini e amministrazione comunale nella gestione e

manutenzione di beni comunali per le attività di manutenzione obbligatoria del Comune di Camaiore183

Il Comune di Camaiore, tramite il sostegno della Regione

Toscana184, ha dato il via al progetto "Acque, sentieri, beni comuni" -

La comunità di Camaiore scrive il Regolamento” al fine di

promuovere la partecipazione come forma ordinaria di

amministrazione e di governo in tutti i settori e a tutti i livelli, la

diffusione della cultura della partecipazione e la valorizzazione di tutte

le forme di impegno civico, dei saperi e delle competenze diffuse nella

società. Il progetto ha conosciuto la collaborazione di due associazioni

locali di volontariato (Gruppo Archeologico Camaiore e Associazione

183 La trattazione che segue rimanda al documento redatto da L. POMMELLA intitolato Sintesi del percorso e indicazioni dei partecipanti, Comunità interattive – Officina per la partecipazione, in http://open.toscana.it

184 In virtù di un finanziamento dell'Autorità regionale per la Promozione e la Garanzia della Partecipazione (APP), organismo ridisegnato dalla lg. Regionale 46/2013 “Dibattito pubblico regionale e promozione della partecipazione alla

elaborazione delle politiche regionali e locali”. La legge in oggetto ha impresso

un'ulteriore svolta al processo di promozione della partecipazione a cui si è dato avvio con la lg. 69/2007 nel senso di dare vita ad un'agenda regionale di economia collaborativa, intendendo con tale espressione un nuovo modello organizzativo e di impresa basato sull'uso di piattaforme digitali per connettere tra loro persone che intendono scambiarsi beni o servizi in modo diretto, semplice e con la minima intermediazione (tale definizione è stata ripresa da E. COMO, F. BATTISTONI,

Economia collaborativa e innovazione nelle imprese cooperative: opportunità emergenti e sfide per il futuro, in rivistaimpresasociale.it).

Piè di Monte), con l'ausilio del Dipartimento di Giurisprudenza

dell'Università di Pisa: l'obiettivo prefissato era quello di realizzare un

modello di manutenzione e gestione del territorio condivisa tra

associazioni, abitanti e Amministrazione comunale. La sinergia tra gli

enti sopracitati si è focalizzata su due tematiche principali, ovvero la

manutenzione dei sentieri e il Regolamento sulla collaborazione tra

cittadini e Amministrazione comunale per la gestione e manutenzione

dei beni comunali, messo a punto dall'Amministrazione con la

consulenza del Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Pisa.

Lo sviluppo di queste tematiche ha conosciuto già in fase di gestazione

un vivo coinvolgimento della cittadinanza, che nel primo caso è stata

invitata a costituire il gruppo di abitanti-custodi dei sentieri dell'acqua,

formato da cittadini interessati al tema e coinvolti nelle relative attività

partecipative, nel secondo caso invece la popolazione è stata chiamata

a presentare indicazioni ed osservazioni sul Regolamento.

Al fine della sua realizzazione, la definizione del percorso di

partecipazione attivato nel Comune ha conosciuto quattro step

un coinvolgimento trasversale degli uffici competenti (Ufficio Affari

Generali e Partecipazione, Ufficio Comunicazione Istituzionale,

Ufficio Turismo, Manifestazioni e Tempo Libero, Ufficio Opere

Strategiche), della sopracitata consulenza esterna e delle due

Associazioni promotrici, nonché una costante presenza della

Consigliera con delega alla partecipazione Patrizia Gemignani e

dell'Assessore con delega ai Beni Comuni, Demanio, Patrimonio e

Personale Olga Rita Rovai, ai fini di una puntuale condivisione degli

obiettivi del percorso partecipativo.

Con la seconda sequenza della fase di attivazione ha preso vita

il gruppo degli abitanti-custodi dei sentieri dell'acqua, la cui attività si

è incentrata in modo consistente sulla manutenzione e valorizzazione

della viabilità storica, costituita dal passaggio della Via Francigena,

oltre che degli oltre 35 km di sentieri e mulattiere. Questo gruppo ha

comportato la formazione di quattro Focus Group: due preposti alla

mappatura delle associazioni (ne vennero individuate diciotto) e alla

raccolta di informazioni sui sentieri, mentre gli altri due erano dedicati

I cittadini, in guisa del loro ruolo di segnalazione, hanno dunque

indicato una serie di sentieri percepiti quali portatori di un interesse

prioritario ai fini della manutenzione, ovvero la Via Francigena e le sue

derivazioni e la traversata delle frazioni dal paese di S. Lucia a località

Fibbiano, inoltre sono stati evidenziati anche i cosiddetti itinerari ad

anello connotati da uno status di urgenza in ambito manutentivo:

1.Pontemazzori– Montemagno– Pontemazzori

2.Greppolungo– Roccia dei Pennati– Torricella– Greppolungo

3.Casoli– Grotta all'Onda– Foce del Pallone Casoli (oppure) Casoli–‐

Greppolungo Bacino di Setriana –Casoli‐

4.Nocchi Montemagno Gombitelli Nocchi‐ ‐ ‐

5.Capezzano Santa Lucia Capezzano‐ ‐

6.Montebello– Santa Lucia– Monteggiori– Montebello

7.Badia– Peralla Pieve Badia Candalla– Metato– Casoli –Candalla‐ ‐

8.Vado– Greppolungo Vado‐

Le osservazioni poste all'attenzione degli attori istituzionali in gioco

sono confluite nella valorizzazione del sentimento di collaborazione da

parte della cittadinanza volto alla cura dei bisogni collettivi e alle

attività di interesse generale, che peraltro ha sempre animato la

comunità camaiorese dai tempi più antichi, infatti già nel XV secolo

uno Statuto comunale testimonia come le incombenze relative alla

gestione e alla manutenzione del territorio fossero gestiti in modo

collettivo dalle comunità agricole.

Con la seconda fase di comunicazione e formazione, è stata

prevista la distribuzione, a scopo divulgativo, di una Guida riguardante

i presupposti, gli obiettivi e le modalità di accesso alle informazioni,

oltre che i principi sottostanti al nuovo Regolamento sulla

collaborazione tra cittadini e amministrazione comunale per la gestione e valorizzazione dei beni comunali: vi erano difatti riportate le

macro-aree e i sentieri indicati come prioritari dalle associazioni e un

breve glossario delle definizioni tratte dalla bozza del Regolamento,

comprensivo di una sintetica rassegna di strumenti normativi utili ad

concreta ai cittadini, molte sono state le iniziative, come

l'organizzazione di un seminario dal titolo “Amministrazione e

cittadini insieme per la cura dei beni comuni” in cui è stato presentato

lo schema del Regolamento redatto in collaborazione con l'Università

di Pisa e varie attività sociali volte ad ampliare la consapevolezza e le

conoscenze della comunità e a definire gli interventi da attivare

mediante un apposito Workshop partecipativo (svoltosi il 20 giugno

2015 lungo la Via Francigena) relativo alla tecnica di costruzione di

muretti a secco per demarcare e mettere in sicurezza i tratti dei sentieri.

Con la successiva fase di partecipazione al Regolamento e agli

accordi di manutenzione, mediante un coinvolgimento diretto da parte

del gruppo degli abitanti-custodi dei tecnici del Comune, di concerto

con i ricercatori del Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di

Pisa, è stato messo a punto un elenco di indicazioni utili alla

definizione del percorso sul Regolamento e sugli accordi di cura. Il

documento risultante dalla raccolta di osservazioni è stato in seguito

spedito agli organi amministrativi, realizzando quella che è da definirsi

che ha costituito l'esito del percorso partecipativo. Infatti, la quarta ed

ultima fase ha annoverato infine l'invio del documento agli abitanti-

custodi e ai partecipanti, inclusa una raccolta di osservazioni, al

Sindaco, alla Giunta ed al Consiglio Comunale con presentazione del

documento in seduta consiliare pubblica con invito rivolto ai

partecipanti delle iniziative.

3.1- Le indicazioni relative al percorso sul regolamento e agli accordi

di cura

Il documento sopra citato ha riportato, come detto, le

indicazioni rilevanti e condivise dalla maggioranza. Uno delle prime,

fondamentali questioni è stato la definizione e l'inquadramento

giuridico dell'oggetto del Regolamento, definito nella bozza redatta dal

Dipartimento di Giurisprudenza quale “beni comunali” e che

rappresenta senz'altro uno degli elementi più innovativi del

Regolamento, infatti all'interno del Focus Group si erano manifestate

diverse correnti di pensiero attorno al concetto bene comune/bene

comunale: una parte dell'uditorio si è detta soddisfatta della

una nozione di bene più ampia, in guisa di un lento e progressivo

sviluppo di una coscienza partecipativa da parte della comunità. Altra

parte ha ritenuto che, pur essendo comprensibile la ricerca del rigore

giuridico, tuttavia l’introduzione di una definizione di beni comuni più

ampia avrebbe rappresentato uno strumento più efficace al fine di

incoraggiare lo slancio di tante associazioni e cittadini pronti a

prendersi cura di quei beni in cui si riconoscono e che non coincidono

con i soli beni comunali. Molti beni infatti, pur essendo di proprietà

privata, sono ufficialmente asserviti all’uso pubblico o godono di tale

riconoscimento: a riprova di ciò è stato anche sottolineato che molti

sentieri non fanno parte del cespite dei beni comunali, dunque

rimarrebbero esclusi dal Regolamento. Ciò è stato avvalorato da

monolitica giurisprudenza185, che ha ritenuto che l'uso pubblico non sia

necessariamente certificato da elenchi comunali ovvero dal catasto (i

quali hanno solamente valore di presunzione relativa), bensì da

circostanze di fatto da valutare di volta in volta nelle fattispecie

sottoposte all'attenzione del Comune di riferimento.

185 Vedasi Consiglio di Stato, V, 7 dicembre 2010, n. 8624; Consiglio di Stato, V, 18 dicembre 2006, n. 7601; Cassazione civile, sez. II, 21 maggio 2001, n. 6924 ; Cassazione Civile, II, 13 febbraio 2006, n. 3075.; TAR Lombardia, sent.507/2016

Un altro nodo importante è stato attorno al quid della

manutenzione partecipata: seppur non condivisi all'unanimità, parte dei

gruppi coinvolti hanno ritenuto necessario stilare un elenco puntuale

delle categorie di beni destinatari dell'azione:

1- beni materiali, sia pubblici che privati di uso pubblico o di valore

per la collettività: maestà, chiese, lavatoi, fontane, sentieri;

2- beni del patrimonio urbano da recuperare: strade abbandonate,

strade bianche, ex strade provinciali (delle quali non è stata curata la

manutenzione) per favorire il “trekking urbano” anche per i residenti;

corsi d’acqua, torrenti, gore (in collaborazione col Consorzio di

Bonifica), parchi e giardini pubblici, edifici comunali e spazi pubblici,

luoghi nei quali sono accaduti avvenimenti storici;

3- beni immateriali: usi e costumi locali, vecchi mestieri, il vernacolo

locale;

4- i sentieri e le mulattiere anche di proprietà privata, in particolare la

via Francigena: è necessario che i sentieri privati di uso pubblico siano

mantenuti dagli abitanti. Il regolamento deve essere uno strumento che

legittima la pulizia di sentieri chiusi e abbandonati, riaprendoli all’uso

pubblico, se possibile coinvolgendo i proprietari stessi;

5- i manufatti lungo i sentieri: gli opifici abbandonati, come mulini,

frantoi, centrali Enel, polveriere.

Con riguardo al quoniam si è verificata la medesima situazione,

poiché parte dei gruppi intervenuti ha ritenuto doveroso fissare precise

categorie di intervento, nonostante altra corrente abbia preferito fissare

una serie di principi generali, lasciando che gli interventi fossero

commisurati ai mezzi ed alle competenze in forza del singolo cittadino

e che la gestione e l'uso dei beni sia svolto secondo regole di

sostenibilità. Le categorie individuate sono:

1- manutenzione ordinaria: taglio erba, pulizia,etc

2- monitoraggio e presidio contro incendi, frane, pericoli sui sentieri,

ma anche il loro uso improprio (basti pensare al problema relativo alle

discariche abusive);

fruizione, per promuoverne latutela; eventi e iniziative nei pressi dei

beni per una loro maggiore frequentazione (ad es.attività sportive,

turistiche, culturali);

4- organizzazione di eventi per ricostruire e tramandare usi e costumi;

5- attivazione di piccole economie non a scopo di lucro per‐ ‐

autosostenere la gestione e la cura di quei beni presi in carico dalle

associazioni e dai cittadini.

In merito a ciò, è stato evidenziato come l'accesso ad agevolazioni,

esenzioni, riduzioni o anche a contributi facoltativi

dell'Amministrazione non costituiscano un obbligo, e i cittadini vi

potranno rinunciare, anche se è pacifico considerare tali forme di

corresponsione una forma di riconoscimento utile a certificare il valore

simbolico, ma anche concreto, del contributo che l'azione posta in

essere da parte del cittadino ha nei confronti dell'intera comunità.

Inoltre, solo a determinate condizioni dopo la verifica di specifiche

competenze o autorizzazioni, sono previsti interventi quali la

riqualificazione, arrivando anche alla possibilità di collaborazione nel restauro e nella conservazione del patrimonio artistico e culturale.

Sul fronte del quomodo, è stato evidenziato come l'iter procedurale

debba essere agevole e gestito da una commissione mista composta da

tecnici comunali e rappresentanti dei cittadini, pur tenendo conto di

alcune differenze nella prassi procedurale relativa ai beni comunali e ai

beni comuni (al riguardo dei quali, la fattibilità della proposta debba

essere valutata volta per volta). Da qui una delle indicazioni più

incisive, ovvero quella relativa alla flessibilità della struttura del

Regolamento, in modo da rendere più adattabile possibile il sistema

alla mutevolezza della presa di coscienza da parte dei cittadini, infatti,

come è emerso in modo assiomatico dall'assemblea, la funzione del

Regolamento non debba assumere la forma di un incentivo ai fini

dell'educazione alla cultura partecipativa, bensì rappresentarne la

cornice. A tal fine, tra le indicazioni va evidenziato come sia stato

affidato al Comune l'impegno di divulgare il progetto, con il sostegno

delle associazioni attive sul territorio.

stati messi a punto ed inseriti nel documento finale del percorso

partecipativo alcuni esempi di Accordi di Collaborazione, che

riguardano la manutenzione ordinaria di scuole e giardini (in

particolare nelle Seimiglia e presso l’Istituto Rita Levi Montalcini di

Lido di Camaiore). Oltre a questi, sono state presentate anche sei bozze

di accordo per la cura di una serie di sentieri in cui saranno coinvolti

cittadini e alcune associazioni operanti sul territorio, come il gruppo

Archeologico, l’Associazione Piè di Monte, l’Associazione Wamdi Ista

Team e l’Associazione Seimiglia.

3.2- Gli accordi per la gestione partecipata dei servizi

Nella fase gestazionale del Regolamento bisogna segnalare

l'iniziativa di un gruppo di cittadini che ha ritenuto fondamentale

proporre i servizi pubblici quale importante fattore di benessere da

inserire, in ottemperanza al contenuto del Regolamento di Bologna del

2014186. E' stato ritenuto adeguato, in questa fase, di concentrare la

proposta in via del tutto sperimentale verso l'ambito della mobilità

186 Il riferimento è all'art.7, Capo I del Regolamento sulla collaborazione tra

cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani,

sostenibile, per poi applicare il modello, in caso di buona riuscita,

anche ad altri ambiti, in sede dell'uscita di nuovi regolamenti.

La proposta riguarda in particolare un progetto e un accordo di

collaborazione sul tema della mobilità solidale sul modello del car

sharing, da realizzare tramite la creazione di una piattaforma online

con app collegata, al fine di permettere ai cittadini di spostarsi su tutto

il territorio comunale e non solo, sfruttando i passaggi offerti da altri

cittadini che percorrono in automobile la medesima tratta. L'esigenza

di un servizio del genere andrebbe a sopperire le necessità di una larga

parte della popolazione (è bene ricordare infatti che il territorio

camaiorese è in prevalenza collinare e non sempre i trasporti pubblici

riescono a venire incontro alle effettive esigenze dei residenti) che non

può disporre di mezzi autonomi per gli spostamenti: ciò può senz'altro

contribuire a favorire dei momenti di aggregazione e di educazione alla

solidarietà, con indubbi benefici sociali per la cittadinanza. I vantaggi

prospettati sono apprezzabili anche da un punto di vista economico,

poiché si configurerebbe un netto risparmio sia per gli utenti fruitori

regime, sarebbe in grado di rivedere il sistema dei trasporti con

autobus.

Il progetto sulla mobilità si configura, come già detto in

precedenza, quale primo passaggio da compiere al fine di un progetto

ad ampio respiro, finalizzato alla realizzazione di una banca del tempo,

ossia di una piattaforma online che comprenda un'apposita sezione

dedicata agli annunci di ricerca od offerta di prestazioni professionali o

aiuti di vario genere. In tal contesto i professionisti avranno la

possibilità di promuovere le loro attività tramite la corresponsione di

una determinata somma che contribuirà a finanziare la piattaforma

stessa. Questo sistema prevede l'attivarsi non solo da parte dei

cittadini, tramite la libera ed autonoma iniziativa di pubblicazione sulla

piattaforma della proposta di passaggio, ma anche delle persone

giuridiche operanti sul territorio, in particolare l'Associazone “Genitori

delle Seimiglia”, in guisa di riferimento telefonico per tutte le persone

che vorrebbero accedere al servizio ma che non dispongono della

connessione Internet, ed infine del Comune di Camaiore, che

conducenti, assicurando agli utenti la competa affidabilità dei soggetti

che si mettono a disposizione.

Come si vedrà più avanti, il Regolamento ha incontrato nel tempo una

serie di difficoltà che hanno ingenerato l'esigenza di un netto ridisegno.

Le difficoltà hanno investito anche il progetto di car sharing in

oggetto, dunque in ragione di una serie di complicazioni sul piano

organizzativo, non è stato ancora attuato.

3.3- L'approvazione del Regolamento: applicazione, modifiche e

prospettive per il futuro

Con delibera n.48 in data 21 ottobre 2015, il Consiglio

Comunale del Comune di Camaiore è giunto all'approvazione del

Regolamento per la collaborazione tra cittadini e amministrazione

comunale nella gestione e manutenzione di beni comunali e per le

attività di manutenzione obbligatoria. Il consenso a tale atto

regolamentare giunge, come già evidenziato, in forza di una presa

d'atto delle tematiche e degli esiti emersi dal percorso partecipativo

contenuti della bozza elaborata dal Dipartimento di Giurisprudenza

dell'Università di Pisa e relativamente agli Accordi di Collaborazione

tra cittadini e Amministrazione.

Una prima considerazione la merita il secondo titolo del

Regolamento, che costituisce un espresso riferimento all'ordinanza

sindacale 443/2014 in materia di obblighi di manutenzione costante e

periodica per tutti i proprietari frontisti di strade pubbliche o d’uso

pubblico e a tutti i soggetti (proprietari, conduttori o affittuari) che

conducano e godano di beni privati incolti o abbandonati confinanti

con strade comunali o vicinali, con aree o spazi aperti al pubblico, di

aree artigianali o industriali dismesse, di cantieri pubblici o privati e di

aree verdi in genere: il Regolamento infatti prevede al Titolo II un

corpus dispositivo relativo agli obblighi di manutenzione,

l'inadempienza dei quali comporta una serie di sanzioni

amministrative.

In accordo con i modelli già citati, centro nevralgico di

attivazione del rapporto tra cittadino e Amministrazione, è l’Accordo

Regolamento. Esso si prefigura quale strumento con cui Comune e

cittadini concordano il contenuto e le modalità di realizzazione degli

interventi di gestione e manutenzione dei beni comunali (comprese le

caratteristiche delle coperture assicurative, la durata e le modalità di

supporto del Comune), nonché i benefici fiscali o di altro tipo che i

cittadini potranno ricavare dalla conclusione dell'accordo, le cui soglie

massime verranno stabilite dalla Giunta Comunale in sede di

programmazione economica finanziaria annuale. A tal proposito,

assume una rilevanza fondamentale l’attività di rendicontazione,

misurazione e valutazione delle attività, cui viene accordata opportuna

pubblicità. La fase propositiva segue il modello bolognese, e il

Comune potrà affiancare la proposta d’accordo con attività di

progettazione attraverso i propri dipendenti e potrà rimborsare spese

relative all’acquisto o al noleggio di materiali strumentali, beni di

consumo, dispositivi di protezione individuale, polizze assicurative ed

eventuali costi a servizi necessari per l’organizzazione, il

coordinamento e la formazione dei cittadini.

del Regolamento approvato nel Comune di Lucca, con una piccola

differenziazione: se da un punto di vista contenutistico il Regolamento

camaiorese non conosce differenze tra patti semplici (afferenti al

livello gestionale) o complessi (relativi al livello interventistico)187, il

Comune di Lucca invece prevede tale distinzione. Va detto ad onere di

completezza che nel Lucchese, il cui tessuto urbano e sociale presenta

delle complessità senz'altro maggiori rispetto alla realtà camaiorese

(non da ultimo è bene ricordare la forte presenza associazionistica), i

patti semplici stanno avendo un forte successo188 a discapito dei patti

complessi, la cui conclusione stenta a prendere piede.

Inoltre, dal Regolamento sono espressamente previste all'art.11

187 Infatti all'art.4, comma 2 del Regolamento si dispone solamente che “Il

contenuto dell'accordo varia in relazione al grado di complessità degli interventi concordati e nella durata della collaborazione”. Non viene fatto alcun cenno alle