In una riunione svoltasi nel settembre del 1956, Manfred Lehmbruck, il Dr. Händler e i rappresentanti dell'Ufficio Edilizia stabilirono il programma definitivo per il nuovo museo.161
Gli spazi espositivi erano suddivisi in tre parti: quelli per l'esposizione permanente della collezione (1000mq), per le esposizioni temporanee (500mq) e quelli dedicati alla collezione Lehmbruck (1000mq). Erano poi previsti spazi per l'amministrazione, una sala di lettura, una sala conferenza, la hall di ingresso e il guardaroba (per un totale di 1000mq) oltre agli spazi tecnici e per il deposito (500mq ca). Per quanto riguarda il cortile delle sculture prospiciente il parco, Manfred proponeva una superficie di circa 4000mq.162
A questo programma corrispose una prima elaborazione schematica del progetto del museo, qui indicata come prima fase progettuale.
Il materiale di archivio relativo a questa fase e reperito presso l'archivio SAAI (tre piante, quattro prospetti e due sezioni, oltre a due viste prospettiche) è in scala 1:1000; la quantità e la qualità delle informazioni deducibili sono quindi assai scarse. L'operazione di ridisegno ha necessariamente comportato anche un'interpretazione dei dati a disposizione, in particolare a riguardo della presenza, dell'ubicazione e dell'estensione delle superfici vetrate.
La griglia sulla cui base è configurato il progetto è di 5mx5m, con una sotto-griglia per la pavimentazione esterna di 2,5mx2,5m. Per il Kunstmuseum è previsto un totale di 2.200mq, per il Plastikmuseum 4.000mq, per un valore complessivo di 6.200mq.163 I
161La riunione si svolse il 7 settembre 1956.
162Già nell'aprile 1956 il comitato culturale aveva stabilito che il nuovo museo avrebbe avuto una superficie complessiva di circa 3000mq.
163Da qui in avanti nella descrizione delle varie fasi progettuali si utilizzeranno le notazioni di
Kunstmuseum (museo d'arte) e Plastikmuseum (museo di scultura) per indicare rispettivamente l'ala
del museo ospitante le mostre temporanee più la collezione cittadina di opere d'arte e l'ala dedicata ai lavori di Lehmbruck. Negli elaborati progettuali infatti Manfred Lehmbruck indicò sempre le due ali con questi due termini.
metri quadri indicati si intendono comprensivi degli spazi dedicati all'amministrazione, all'auditorium, ai vani tecnici e all'abitazione del custode.
In questa fase il museo è pensato come un blocco compatto che contiene tuttavia già embrionalmente una suddivisione tra Kunstmuseum e Plastikmuseum, come si può notare da uno schizzo della pianta in cui l'architetto annota sul bordo i metri quadri relativi all'uno e all'altro.
Il museo è ubicato in prospicienza alla Wittekindstraße - e cioè sul lato opposto del parco rispetto alla sua collocazione definitiva – in cui è situato anche l'ingresso (pedonale e accanto carrabile). In adiacenza all'edificio (lato ovest) l'architetto prevede una risistemazione del parco: un'ampia area verde geometrizzata si estende quasi fino alla Düsseldorferstraße, mentre dirimpetto alla Wittekindstraße è presente una fascia verde alberata che sembra far da filtro tra la strada e il museo. Tra l'edificio e il parco, sul lato ovest, è presente una sorta di zona di transizione tra architettura e natura, rappresentata da un'ampia superficie pavimentata (di circa 3.500mq) in cui è situato anche un bacino d'acqua che prosegue fin sotto il perimetro dell'edificio, un elemento questo dagli echi miesiani che si ritrova anche nel Federsee Museum dello stesso Lehmbruck. Al piano terreno su quasi tutta la lunghezza del prospetto ovest e su parte del prospetto è infatti presente una zona porticata – sotto cui si insinua appunto il bacino d'acqua - che accoglie il visitatore al suo arrivo al museo.
Il livello della zona pavimentata e dell'entrata del museo è inferiore a quello di calpestio. Questa soluzione scomparirà nelle fasi successive, in cui al contrario il cortile esterno si troverà ubicato ad un livello leggermente superiore.
L'edificio è articolato su due livelli più un livello interrato in cui sono collocati i vani tecnici. Al piano terreno – seminterrato - sono presenti: una sala conferenze (dirimpetto all'entrata), l'amministrazione e la casa del custode (attestate sul lato sud), gli spazi espositivi oltre ai servizi igienici.
Questo livello prende luce da una fascia vetrata che perimetra quasi tutto l'edificio e che colma lo scarto tra il livello del terreno e quello del solaio. Tale soluzione riecheggia certamente il padiglione delle esposizioni temporanee del Reuchlinhaus di Pforzheim, che a sua volta prende chiaramente spunto dalla Crown Hall di Mies van der
Rohe. (IIT, Chicago, 1950-1956).
Le tre principali funzioni ospitate dal piano terreno (auditorium, spazi espositivi, amministrazione) hanno tre ingressi indipendenti, tutti però situati in corrispondenza della zona porticata.
Una volta entrato nel museo, il visitatore è introdotto in un ampio vano pressoché quadrato adibito ad ospitare le opere di grafica, al cui centro è presente uno spazio chiuso (ospitante i servizi igienici) dal soffitto leggermente ribassato. Sopra di esso è situato un giardino pensile a cui si ha accesso dal livello superiore, ove tale area verde - in cui nuovamente è presente una vasca d'acqua - si apre allo spazio espositivo con pareti vetrate. Lo scarto tra il piano di calpestio di questo giardino e l'altezza del soffitto del vano al piano terra su cui insiste è colmato da una fascia vetrata, che va a costituire un'ulteriore fonte di illuminazione quindi per la sala ospitante le opere di grafica. Da qui il visitatore può salire delle scale e giungere al livello superiore, una galleria vetrata che circuita la corte verde di cui si parlava, oppure proseguire verso una porta che dà accesso ad uno spazio diverso: un doppio volume che presenta le principali caratteristiche connotano il Kunstmuseum nella sua versione definitiva. Esso è vetrato e si apre sul parco e contiene un mezzanino attestato sul prospetto nord. E' verosimile – per assonanza con il progetto definitivo - che questa parte del museo sia stata pensata per ospitare le mostre temporanee. Questa ala del museo è sormontata da un volume che si sviluppa oltre il livello della copertura; esso rappresenta una sorta di grande shed, che si apre a nord con un'ampia superficie vetrata.
E' offerta al visitatore anche una terza scelta: un accesso lo introduce in un'ulteriore parte del museo, verosimilmente adibita ad ospitare le opere paterne. Questo ampio spazio è parzialmente interrato e prende luce dalla fascia vetrata perimetrale. Ad un livello superiore questa ala è arricchita da due giardini pensili di pianta quadrata, delimitati da vetrate e da uno spazio particolare, anch'esso a pianta quadrata, sormontato da una piramide che si sviluppa oltre la quota del soffitto, sbucando quindi in copertura. Dai disegni non è chiaro se la piramide fosse prevista vetrata. E' probabile di no – o almeno non interamente – poiché è adiacente su due lati della base alle corti-giardino vetrate di cui si parlava.
importanti elementi che Lehmbruck si porterà dietro sino al progetto definitivo: le corti quadrate (poi ridotte all'unica presente nel Plastikmuseum) e delle cupolette vetrate disposte adesso sulla copertura dell'auditorium e dell'amministrazione.
Anche il tema dei volumi geometrici emergenti in copertura sarà uno dei Leitmotiv anche nelle fasi successive. Nel progetto definitivo, a seguito di un'ultima ma definitiva operazione di riduzione e semplificazione, questi volumi saranno tradotti nei tre setti di béton brut, affioranti sulla copertura del Plastikmuseum.
Nella relazione di accompagnamento al rapporto riguardante il giudizio sui vari siti proposti per il museo164, Lehmbruck sottolineava l'importanza che gli spazi espositivi si sviluppassero su un unico livello, poiché una grande differenza di altezze e la presenza di scale di una certa consistenza costituivano una non auspicabile cesura dello spazio e anche una barriera psicologica per il visitatore. L'architetto inoltre illustrava la necessaria differenziazione dell'illuminazione in base alle opere esposte (luce laterale per le sculture, luce zenitale diffusa per i dipinti) e l'importanza di un'apertura del museo verso la natura circostante. Per tutte queste motivazioni sarebbe stato opportuno optare per un edificio poco sviluppato in altezza.
Nel febbraio 1957 l'incarico per la progettazione del nuovo museo fu ufficialmente affidato a Manfred Lehmbruck.165 In questo caso particolare l'amministrazione comunale aveva deciso di andare in deroga alla regola per cui per edifici pubblici di questo tipo era necessario bandire un concorso di idee. Lehmbruck pareva particolarmente adatto poiché aveva esperienza sul tema del museo - soggetto da lui trattato nella sua tesi di dottorato e con cui aveva avuto a che fare nello studio di Roth in Svizzera – e soprattutto in quanto vincitore del primo premio per il concorso del
164Cfr. paragrafo 1.2.
165Il contratto fu firmato da Lehmbruck dopo varie rettifiche nell'ottobre del 1957. L'architetto si impegnava a redigere un progetto preliminare dell'intero complesso in scala 1:200, oltre al progetto esecutivo in scala 1:100 del primo corpo edilizio, di cui sarebbe stato anche il direttore dei lavori. Egli riceveva come compenso 50.000 marchi. Era inoltre previsto un forfait mensile di 200 marchi per il periodo della progettazione e di 300 per la direzione dei lavori. La somma doveva coprire le spese di gestione del progetto e i viaggi che Lehmbruck avrebbe dovuto intraprendere a Duisburg.
Reuchlinhaus di Pforzheim. Questo quello che si evince dai documenti ufficiali.166 Certo è che il fatto che fosse il figlio di Wilhelm e soprattutto che i Lehmbruck non avessero ancora concesso il lascito dello scultore in prestito permanente alla città giocò un ruolo fondamentale in questa scelta, che pare in larga misura volta a entrare nelle grazie della famiglia.
Nell'ottobre del 1957 fu messa in discussione l'ubicazione del museo in prospicienza alla Wittekindstraße. Questa comportava infatti la demolizione di vari edifici, che avrebbe necessitato di molto tempo e quindi posticipato la realizzazione del museo. Lehmbruck propose così, in una riunione del comitato culturale del novembre 1957, la realizzazione del museo nel Kant-Park nei pressi dell'angolo tra la Düsseldorfer- e la Friedrich-Wilhelm-Straße, una scelta che avrebbe comportato la demolizione dell'Haus Rhein, ove era previsto l'allestimento dell'Heimatmuseum.
La nuova proposta progettuale elaborata da Lehmbruck prevedeva la realizzazione di due corpi edilizi distinti: uno per i dipinti e l'altro per le opere scultoree.167
Questa proposta corrisponde qui alla seconda fase progettuale.
Il materiale di archivio relativo a questa fase e reperito presso l'archivio SAAI (una pianta, due sezioni, oltre a due viste prospettiche) è in scala 1:1000; la quantità e la qualità delle informazioni deducibili sono quindi assai scarse. Come nella fase precedente l'operazione di ridisegno ha comportato un'interpretazione dei dati a disposizione, in particolare a riguardo delle superfici vetrate.
La griglia sulla cui base è configurato il progetto è di 5mx5m, con una sotto-griglia per
166Manfred fu incaricato inizialmente di un progetto preliminare dell'intero complesso e di un progetto particolareggiato e della direzione dei lavori dell'ala dedicata alla collezione delle opere paterne. La progettazione e realizzazione del museo doveva prendere avvio dalla parte dedicata all'opera di Wilhelm Lehmbruck, tuttavia il fatto che la collezione permanente sarebbe ben presto rimasta priva di una collocazione a causa della demolizione dell'edificio sulla Königstraße portò ad un cambiamento dei piani. Per il museo furono inizialmente stanziati 1 milione di marchi, ma nei mesi successivi si prese coscienza dell'insufficienza della somma.
167Il 28 novembre 1957 Manfred scriveva una lettera all'Ufficio Edilizia in cui concordava un termine per un confronto sul progetto. A questa data il complesso è suddiviso in due corpi edilizi, il primo contenente la collezione permanente, lo spazio per le esposizioni temporanee, la hall di ingresso e i vani tecnici (per un totale di circa 13.200mc ed un costo stimato di 1,5 milioni di marchi); il secondo la sala conferenze, la biblioteca e l'ala dedicata alla collezione Lehmbruck (circa 7.800mc e un costo stimato di 900.000 marchi). Il museo risulta attestato sul lato ovest e non su quello sud del Kant-Park.
la pavimentazione esterna di 2,5mx2,5m. Per il Kunstmuseum è previsto un totale di 3.000mq, per il Plastikmuseum 1.500mq, per un valore complessivo di 4.500mq. I metri quadri indicati si intendono comprensivi degli spazi dedicati all'amministrazione, all'auditorium, alla hall di ingresso, ai vani tecnici e all'abitazione del custode.
In questa fase il museo è stato spostato nella sua definitiva ubicazione (nel Kant-Park, in corrispondenza dell'incrocio tra la Düsseldorferstraße e la Friedrich-Wilhelm- Straße. Esso è già costituito da due corpi edilizi distinti, ospitanti il Kunstmuseum e il Plastikmuseum; le due ali del museo sono al momento configurate come semplici volumi geometrici, rispettivamente: un parallelepipedo allungato (15m x 55m in pianta) e un parallelepipedo schiacciato a pianta quadrata (35m x 35m circa) bucato al centro, ove è situata una corte a cielo aperto (12m x 12m circa in pianta).
E' interessante notare come l'ubicazione del corpo vetrato parallela alla Düsseldorferstraße rimanga d'ora in poi una costante progettuale. La motivazione è da reperirsi nel particolare significato attribuibile al museo "vetrato", riscontrabile anche nel modello dello Stedelijk Museum di Willem Sandberg e del Lebendes Museum di Alexander Dorner.168 L'ala del muse ospitante le esposizioni temporanee doveva partecipare della vita della città e offrire "democraticamente" anche ai passanti la possibilità di fruire delle opere d'arte senza necessariamente entrare nel museo.
Il progetto ha già assunto in questa fase uno schema configurativo da cui sostanzialmente non si discosterà più.
Il volume ospitante il Kunstmuseum è un parallelepipedo disposto con il suo lato lungo in corrispondenza della Düsseldorferstraße (prospetto ovest). La struttura non è ancora chiaramente indicata – i disegni originali sono infatti in scala 1:1000 – ma dalle viste prospettiche a disposizione risulta evidente che i prospetti sono pensati interamente vetrati su tutti i lati.
Questa alla è suddivisa su due livelli. Al piano terreno sono collocate la casa del custode e gli spazi amministrativi (sul lato corto a sud, una posizione che manterrano nel progetto definitivo) e un ampio spazio espositivo a doppia altezza. Lungo il prospetto est che guarda verso il parco è presente un mezzanino.
Al piano seminterrato sono presenti degli spazi tecnici e ulteriori spazi espositivi. Esso
è illuminato tramite una fascia vetrata presente sui lati prospicienti alla Düsseldorferstraße e alla Friedrich-Wilhelm-Straße, ove una piccola scarpata corre ad angolo perimetralmente al museo e permette di creare il dislivello necessario per accedere direttamente a questo piano e per dar luce ai vani qui situati.
Sulla copertura è presente una serie di piccole piramidi vetrate, che consentono allo spazio espositivo di essere illuminato anche zenitalmente. Questa soluzione è però assente in corrispondenza del mezzanino, verosimilmente poiché altrimenti questo sapzio non avrebbe avuto un'altezza opportuna per la sua corretta fruizione.
Il Kunstmuseum è collegato al Plastikmuseum tramite un piccolo parallelepipedo vetrato ospitante la hall di ingresso e sviluppato anch'esso su due livelli, corrispondenti – e collegati - al piano seminterrato e al piano terra di entrambe le ali del museo, che si sviluppano quindi alla stessa quota. La superficie della hall in pianta è pari a 75mq su entrambi i livelli.
Di fronte alla hall in corrispondenza della Friedrich-Wilhelm-Straße, si trova contigua al parco, una piccola zona lastricata (14m x 28m circa), collegata all'ingresso tramite un'ampia scalinata (il dislivello tra la quota del parco e quella del piano terreno del museo è di poco più di un metro).
Sul lato sud del complesso è attestato il Plastikmuseum, un basso volume a pianta quadrata. E' disposto su due livelli principali: quello interrato è più piccolo e cieco e ospita le opere di grafica. Il piano terreno è articolato in due diverse zone articolate su due livelli leggermente sfalsati. Una prima e più piccola parte guarda a sud verso un ampio cortile lastricato compreso tra Kunstmuseum e Plastikmuseum. Da qui, tramite delle scale si scende ad un livello più basso (corrispondente a quello del parco). Questa zona è più ampia e presenta al centro una corte quadrata vetrata, pensata come area verde. Dalle viste prospettiche sembra che le pareti perimetrali (qui ancora tutte rettilinee) siano già state pensate in béton brut.
Sulla copertura piana sono disposti dei piccoli volumetti cubiformi vetrati (un tema poi sviluppato nella versione definitiva del progetto in cui questi si trasformeranno in semisfere e si ridurranno in numero da quattro a tre) e sul lato est la superficie si alza in parte con un unghia piatta. Questo volume trapezoidale incastonato nel
Lo spazio prende luce dai fori sul tetto, dalla superficie vetrata disposta sul lato est e da una fascia vetrata presente al di sotto del piano di copertura (un tema questo che rimarrà sin nel progetto definitivo).
Tra Kunstmuseum e Plastikmuseum come si è detto si estende un'ampia zona pavimentata in cui si trova un bacino d'acqua quadrato e alcuni setti curvilinei funzionali verosimilmente all'allestimento esterno di opere scultoree.
Da questo cortile (38m x 45m circa) – il cui livello è il medesimo del piano terra del museo e quindi leggermente rialzato rispetto al parco – si può accedere al
Plastikmuseum tramite un'apertura vetrata segnata da un setto rettilineo.
L'Ufficio Edilizia e il Comitato Culturale si mostrarono subito propensi a questa idea. La demolizione dell'Haus Rhein - necessaria per far spazio al museo in questa nuova collocazione - avrebbe permesso di risparmiare i soldi stanziati per l'allestimento dell'Heimatmuseum e poterli così avere a disposizione per una veloce realizzazione anche del secondo corpo edilizio.169
La proposta fu approvata nell'assemblea comunale del 16 dicembre 1957.170
Al presidente del Museumsverein di Duisburg, l'Ing. Georg Lewenton, fu affidato l'incarico dei calcoli statici del nuovo museo.
Il 4 marzo 1958 Manfred presentò all'amministrazione comunale il suo progetto per il Wilhelm-Lehmbruck-Museum.
Il primo corpo edilizio era costituito da un fabbricato di due piani disposto parallelamente alla Düsseldorferstraße, che accoglieva la collezione del Kunstmuseum, le esposizioni temporanee e gli uffici dell'amministrazione. Il secondo – in cui doveva essere allestita la collezione Lehmbruck - era invece pensato come un corpo quadrato con una corte interna, attestato sul lato ovest del Kant-Park in prossimità della
169Verbale della riunione del comitato culturale dell'8 novembre 1957.
170La stampa locale non si dimostrò del tutto favorevole alla decisione. In particolare in un articolo apparso sulla rivista «Rheinische Post» il 20 novembre si rivendicava il fatto che la proposta fosse stata introdotta in una riunione del comitato culturale “a porte chiuse”. Era a ragion veduta ritenuto opportuno che la cittadinanza fosse resa partecipe di una decisione che le stava a cuore. Cfr. G. Händler, op. cit. e paragrafo 1.1.
Friedrich-Wilhelm-Straße. Il terzo corpo edilizio era costituito da una calotta semisferica - di fattezze simili ad una cupola geodetica – che ospitava una sala conferenze, che poteva accogliere sino a 300 persone.
Il progetto complessivo e quello più dettagliato del primo corpo edilizio – di una superficie complessiva di circa 1.600mq - furono approvati in una seduta del Comitato Culturale ed Edilizio il 17 marzo 1958.171
Manfred presentò al pubblico il progetto in una conferenza tenutasi nella sala plenaria del comune di Duisburg il 26 dello stesso mese. Grazie all'elaborazione di una maquette e all'utilizzo di diapositive, l'architetto fu in grado di illustrare in maniera esauriente l'idea progettuale, che fu accuratamente descritta nei giorni successivi sulle pagine della stampa locale. Risultò ben chiaro come i due corpi edilizi, così diversi nella loro configurazione, rispecchiassero due diverse funzioni. Il primo si apriva al parco ed era configurato sul principio della flessibilità necessaria ad accogliere vari tipi di opere d'arte. Il secondo invece, più raccolto, era permeato dallo spirito delle opere di Wilhelm Lehmbruck. Qualche perplessità in più suscitò il terzo corpo edilizio, la cui conformazione fu assimilata ora a quella di un planetario, ora ad una... tartaruga.172 L'effettiva realizzazione di questa parte del museo non era però data per certa, anche se il Dr. Händler si mostrava particolarmente propenso a questo piccolo fabbricato, tramite il quale il museo sarebbe stato in grado di espletare anche un'importante funzione educativa. Il costo complessivo si aggirava attorno ai 3 milioni di marchi.173
Questa versione del progetto corrisponde alla qui denominata terza fase progettuale.174
Da questa fase in poi il materiale di archivio disponibile comprende disegni a scala
171I costi per il primo corpo edilizio furono stimati intorno al 1,3 milioni di marchi. Il progetto fu poi in parte modificato e furono ampliati gli spazi del piano interrato del primo corpo edilizio.