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Fattori che accomunano esperienze inclusive di successo

il carattere contestuale, per cui il significato del processo inclusivo assume forme diverse in luoghi diversi e in funzione della situazione' (Dovigo, 2007, p. 31). Nonostante questo fattore determini evidentemente delle difficoltà nell'operare confronti tra le varie esperienze, gli studi in merito fanno emergere che gli indicatori in grado di identificare lo sviluppo di buone pratiche tengono conto, oltre che dei risultati dell'apprendimento, anche dell'incremento di relazioni sociali e amicizie tra pari, della percezione dei genitori sull'impegno della scuola verso l'inclusione e dell'impatto sui propri figli, e dell'elemento rappresentato dai costi che ogni processo di inclusione comporta.

In generale, i fattori che accomunano esperienze inclusive ritenute efficaci sono un atteggiamento positivo da parte dei docenti, una veduta comune tra allievi e docenti in merito a tutti gli alunni e la volontà dei genitori di divenire parte attiva e cooperativa della proposta inclusiva. L'inclusione riguarda inoltre la possibilità di prendere parte pienamente alla vita quotidiana, riconoscendo l'interdipendenza delle persone a prescindere dalle difficoltà di apprendimento (idem).

La conclusione a cui è giunta Esther Duflo (2011), dopo aver analizzato i sistemi educativi e sanitari di diversi Paesi del mondo, è che le innovazioni che funzionano hanno le seguenti caratteristiche:

- superano l'episodico: in mancanza del cambiamento del modello didattico complesso, il singolo episodio positivo ha scarso peso per lo sviluppo della prospettiva inclusiva; - constano di un’alta motivazione, che risulta avere più peso della preparazione tecnica per l'innovazione sistematica.

Secondo Giangrieco e Doyle (2000, in Dovigo, 2007) le scuole dove l'educazione inclusiva si dimostra di successo sono scuole in cui sono particolarmente sviluppati: - un buon livello di collaborazione del gruppo di lavoro;

- una struttura organizzativa ampiamente condivisa; - il coinvolgimento delle famiglie nei processi decisionali; - investimento nella professionalità degli operatori;

- chiare relazioni di ruolo tra le figure;

- la realizzazione di adeguate procedure di valutazione.

Sono state pubblicate diverse raccolte che testimoniano esperienze inclusive di successo all'interno del contesto scuola, e da ognuna di esse si possono trarre dei principi che ne hanno guidato i percorsi. Buone prassi di integrazione scolastica: venti realizzazioni

efficaci (2002), a cura di A. Canevaro e D. Ianes, uno dei volumi citati più di frequente

da pedagogisti e docenti che si occupano di inclusione in ambito nazionale, propone le esperienze effettuate in 20 scuole premiate dalla rivista Erickson che hanno prodotto esiti positivi per gli alunni disabili, per gli altri alunni della classe o della scuola, per gli insegnanti e per le famiglie. I curatori del volume hanno voluto segnalare le costanti significative che hanno caratterizzato queste esperienze, costanti che loro ritengono replicabili anche in altri contesti, e le hanno così sintetizzate:

Significativa collaborazione tra i docenti

Collegialità radicata, corresponsabilizzazione e condivisione forte delle scelte hanno accomunato insegnanti di sostegno e curricolari

Presenza di un'idea unificante e forte che caratterizzi la prassi

E’ dalla collaborazione che è possibile progettare un'esperienza che abbia un'identità distinta e inequivocabile

Apertura verso l'esterno e utilizzo delle risorse del territorio

Le prassi, che si fondano sul Piano Educativo Individualizzato, non si concludono in esso: è necessario che sul PEI si costruisca un progetto di vita più ampio, che sappia fare tesoro anche delle occasioni fornite dall'ambiente

I soggetti attivi della costruzione della propria conoscenza sono gli stessi alunni

L’insegnante deve essere guida autorevole e funzionale all'acquisizione delle conoscenze, che però devono essere costruite ed elaborate attivamente dagli alunni

Rottura delle barriere tra ordini di scuola e classi

Le esperienze inclusive raccolte nel testo si avvalgono di attività che superano le distinzioni di classi, sezioni, scuola primaria o media; la collaborazione, sempre orientata verso un fine condiviso e strutturato, è infatti spesso avvenuta tra alunni di età e livelli scolastici diversi

Rapporti solidali alla base

del processo inclusivo Una trama di relazioni solidali consente di creare e portare avanti iniziative di integrazione in piccoli gruppi o in coppie. La consapevolezza che la prima risorsa per l'integrazione sono i compagni è indispensabile per l'empowerment del gruppo, che diventa capace di valorizzare le differenze individuali nel momento in cui le conosce

Apprendimento cooperativo in piccoli gruppi eterogenei

Queste modalità operative si dimostrano con sempre maggiore frequenza efficaci per l'attuazione di una didattica integrata che faccia appello alle risorse di tutti gli alunni

Laboratorio teatrale, espres- sivo, narrativo

Queste attività, molto motivanti, permettono a tutti gli alunni di trovare un proprio spazio, di mettere in moto emozioni

intense e di attivare il coinvolgimento delle famiglie. La scuola diviene in queste occasioni qualcosa che va al di là della classe e degli insegnanti

Crescita psicologica di tutti gli alunni

Le prassi sono accomunate da un'attenzione allo sviluppo psicologico degli alunni che promuove l'autostima, il rafforzamento dell'immagine di sé e dell'autoconsapevolezza; al contempo la crescita nella conoscenza dei deficit e degli handicap favorisce la consapevolezza di poter fare qualcosa per la riduzione dello svantaggio causato da queste condizioni

PEI e programmazione di classe in raccordo

Un PEI forte e a misura di alunno è la prova della consapevolezza che la mancata integrazione di questo con la programmazione di classe può condurre l'alunno con BES fuori dal gruppo. La programmazione individuale deve trovare la sua realizzazione nelle attività di tutti

Coinvolgimento della fami- glia

E’ una sfida per le scuole riuscire a realizzare questa caratteristica, ma è proprio per questo che si deve essere esigenti con i servizi sociosanitari. Educazione familiare e valorizzazione di queste figure non possono essere rimandate, anche perché l'efficacia del loro coinvolgimento è stata da più parti registrata

Replicabilità E’ indispensabile lasciare traccia delle cose fatte e fattibili, con le soddisfazioni e i successi ma anche i dubbi e le incertezze; la documentazione rende possibile la replicabilità, con i dovuti adattamenti, delle realtà efficaci

Il volume Gli alunni con disabilità nella scuola italiana: bilancio e proposte (TreeLLLe

et al., 2011) riporta i dati di un’indagine compiuta nel maggio del 2010 con 7.700

docenti neoassunti, curricolari e di sostegno, volta a registrare i punti di forza e debolezza del sistema italiano per quanto riguarda l’integrazione scolastica. Il 76% degli intervistati ha espresso un giudizio positivo o molto positivo riguardo l’efficacia del modello di integrazione, intesa come raggiungimento dei risultati (il 71% dei docenti curricolari e l’83% dei docenti di sostegno), mentre il 62%, suddiviso tra 58% di docenti curricolari e 67% di docenti di sostegno, ha manifestato pareri positivi in merito all’efficienza (intesa in rapporto costi/risultati). Emerge un consenso unanime verso la capacità del modello di integrazione attuato nelle scuole italiane di arricchire gli aspetti relazionali e di socializzazione, prevalentemente grazie al positivo clima socio affettivo e alla crescita professionale dei docenti generati dalla presenza degli alunni disabili. In merito alle disabilità più gravi, circa un quarto degli insegnanti curricolari ed un quinto