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Analisi traduttologica

2. Analisi comparativa e microstrategie traduttive

2.3. Fattori extralinguistic

Nei capitoli precedenti è stata già ampliamente illustrata e chiarita la funzione e della traduzione letteraria e del traduttore: tradurre testi letterari vuol dire rendere manifesto un contatto non solo di lingue ma anche di culture, per cui la traduzione assume un’accezione che va al di là di quella semplicemente letterale, non è più confinata esclusivamente ai testi ma deve tenere costantemente in considerazione i soprasistemi in cui la lingua viene espressa, ovvero quelli culturali. Il traduttore è invece colui che, sfruttando la sua conoscenza enciclopedica, costruisce un ponte tra le culture a cui le diverse lingue

149 appartengono. In definitiva, egli permette alle due entità referenti di intraprendere una comunicazione stimolante facendo sì che nuove porte si aprano sul mondo, nuove realtà imparino a conoscersi e che quelli che prima erano timidi orizzonti si allarghino diventando una linea di giunzione di culture diverse.

Si andranno qui ad analizzare le espressioni culturalmente specifiche e i fenomeni culturali incontrati durante il processo di traduzione.

2.3.1.

Espressioni culturospecifiche

老 爷 爷 laoyeye: letteralmente “nonno vecchio”, indica il bisnonno. Tuttavia, rappresenta un appellativo con cui i bambini si rivolgono a un uomo anziano. L’ho tradotto con “vecchietto”, che non ritengo offensivo poiché pronunciato da una bambina di cinque anni – e mezzo, come lei specifica –. La motivazione principale della mia scelta è stata che dovevo creare un confronto tra l’età implicita nelle accezioni 老爷爷 e 伯伯 bobo (altra espressione culturospecifica) che ho tradotto come “signore”, usato per indicare il fratello maggior del padre. Il modo in cui procedere mi è stato suggerito dallo stesso autore quando dice alla bambina “Non sono un vecchietto, ma un signore”, come a voler sottolineare il suo essere più giovane.

奶奶 nainai: nel caso specifico viene utilizzato con il significato che gli è proprio, “nonna” (paterna), ma può essere utilizzato anche per indicare donne sposate o come appellativo “signora”.

老 太 太 laotaitai: viene definito “vecchia signora” ed è in realtà un appellativo rispettoso per una donna anziana. Viene tradotto esattamente con “signora” e, per rimanere formali, ho usato la forma in terza persona “Lei” quando C si rivolge a lei.

表妹 biaomei: la cugina minore dal cognome diverso. In traduzione è stato adottato semplicemente il termine “giovane cugina”.

150 婆家 pojia: è tutta la famiglia del ramo paterno.

字书 zishu: letteralmente è “libro di grafemi” che riprende caratteri solitamente inerenti all’ambito filosofico storico. Di difficile comprensione, risulta inadatto ai bambini che non sono facilitati dalla presenza d’immagini esplicative. La prima cosa che fa la bambina quando vede il libro che il narratore/personaggio sta leggendo è infatti ricercare delle figure ma, non trovandone nemmeno una, deduce che sia non a caso uno 字书, ossia quello che ho tradotto come “libro di caratteri”.

2.3.2. Fenomeni culturali

反右运动 fanyou yundong: la Campagna Anti-destra fu un movimento avviato da Mao Zedong nel 1957 e protesosi sino al 1959. Consisteva in una serie di purghe contro chiunque fosse ritenuto "di destra" dal Partito Comunista Cinese.

镇反运动 zhenfan yundong, 肃反运动 sufan yundong:

i movimenti per la repressione dei controrivoluzionari, ossia coloro che erano ritenuti presumibilmente “elementi di destra” e andavano contro il PPC, iniziò nel 1950 e terminò nel 1952.

三反运动 sanfanyundong, 五反运动 wufan yundong: alla fine del 1951 viene lanciata la Campagna detta dei "tre anti" (sanfan, contro "corruzione, spreco, burocratismo") intesa a creare una nuova etica pubblica. La segue e continua la Campagna dei "cinque anti" (wufan) contro la corruzione politica, la frode, le evasioni fiscali, la sottrazione di beni allo Stato e lo spionaggio di segreti economici di Stato. Nel metatesto sono stati entrambi trascritti in pinyin con conseguente apertura di nota a piè.

151 扫 盲 运动 saomang yundong: letteralmente “Movimento per l’alfabetizzazione”. In realtà fu più un progetto avviato da Mao all’inizio della sua leadership e sempre mantenuto. L’obiettivo era sopperire alla mancanza di alfabetizzazione dei contadini.

革命 geming: la nonna del narratore bambino gli aveva raccontata che le sarebbe piaciuto partecipare alla 革命, ossia alla “Rivoluzione”. Si intende la Rivoluzione Culturale.

识字课本 shizhi keben: queste sono le “scritture elementari”, una raccolta di storie antiche e moderne sulla Cina scritta per i bambini.

做爱 zuo’ai: Nel testo originale, il termine che ho tradotto con “scopare” è 做爱, che

letteralmente vuol dire “fare l’amore”. La scelta di tradurre il termine con uno più volgare, appunto “scopare” deriva dal commento parentetico dell’autore che in traduzione non è stato riportato. L’autore spiega che la parola 做爱 non esiste nel dizionario cinese (ora è presente in qualunque dizionario), ma è sostituito da 行 房 xingfang che definisce il rapporto sessuale tra marito e moglie ed è considerato più tollerabile. La spiegazione della sua primitiva assenza deriva proprio da un fattore prettamente culturale, considerando che i cinesi, così come tutti gli asiatici, sono persone appartenenti a una cultura molto pudica e riservata, per questo il sesso è come un tabù e sarebbe meglio evitare di parlarne e se proprio capita il discorso è giusto ricorrere a un termine più formale e meno “imbarazzante”: rapporti coniugali. Ciò non vuol dire comunque che i pensieri e l’immaginazione siano altrettanto innocenti, tant’è che la signora, dice il narratore, pensava proprio al termine poco tollerabile 做 爱 che ho tradotto con “scopare”, ugualmente intollerabile nella cultura italiana.

伏天儿 futian’er: Se in Italia abbiamo i “tre giorni della merla”, che annunciano i giorni più freddi dell’anno, in Cina ci sono i san futian 三 伏 天 , ossia i giorni più torridi.

152 Considerando che fu 伏 sta per fuxie 伏邪, che vuol dire demone nascosto, allora si è optato per la traduzione “i tre giorni del demonio”.