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Femminismo da ieri ad oggi

Nel documento Queer Poetry in Delhi (pagine 42-48)

Nel presente capitolo vorrei come prima cosa individuare le radici del concetto di genere. La storica Rekha Pande, specializzata nei Women’s

Studies e direttrice del Centre for Women's Studies dell’Università di

Hyderabad, espone all’interno del suo saggio The History of Feminism and

doing Gender in India (2018) l’iter storico di come il femminismo,

sviluppatosi inizialmente in Europa, si sia gradualmente diffuso nel subcontinente indiano, estendendosi poi in varie forme fino ai giorni nostri.

Il concetto di genere risale al XVII sec. quando l’accademia iniziò a rompere con il pensiero biologista riguardo l’inferiorità naturale delle

42 donne; scrittrici e giornaliste -considerate femministe o proto-femministe – contribuirono alla diffusione di quest’ideologia; tra queste ricordiamo maggiormente Olympe de Gouges e Mary Wollstoncraft. Autrici come loro, nel XVIII sec. Pubblicarono opere contro la “naturalizzazione” della differenza sessuale; il tema centrale era quello della diseguaglianza tra uomini e donne e la rivendicazione degli stessi diritti.

Nel secolo successivo prende piede l’innovativo concetto secondo cui la biologia non è il destino per l’identità di genere; sarà la filosofa Simone de Beauvoir a contribuire a questo nuovo pensiero, grazie alla sua celebra frase “Donna non si nasce, lo si diventa. Nessun destino biologico, psichico, economico definisce l’aspetto che riveste in seno alla società la femmina dell’uomo: è l’insieme della storia e della civiltà a elaborare quel prodotto intermedio tra il maschio e il castrato che chiamiamo donna.”31. Simone de Beauvoir diviene un irrinunciabile punto di

riferimento per la teoria della decostruzione del determinismo biologico, facendo riferimento soprattutto alla sua opera Secondo sesso (1949). Il suo pensiero, oltre ad essere il principale conforto e punto di riferimento per i movimenti del suo tempo, è oggi il pilastro degli studi che intendono sottolineare una differenza tra il sesso e il genere.

Il femminismo comprende diversi movimenti sociali, culturali e politici ed è, come abbiamo visto, strettamente legato alle disuguaglianze di genere e ai pari diritti per le donne. L’accademia è solita studiare il femminismo nella storia dividendolo in tre ondate; ognuna di queste è caratterizzata da un periodo storico diverso e di conseguenza, a rivendicazioni differenti.

31 Beauvoir, Simone de. The Second Sex. trans. Constance Borde and Sheila

43 La prima ondata la si individua dalla metà del XIX secolo e l’inizio del XX secolo, il cuore di questa fase è sicuramente concernente il diritto di voto per le donne. In Inghilterra la campagna delle Suffragettes lottò per il diritto di voto esteso al sesso femminile, ottenendolo nel 1918 solamente per le

donne sposate sopra i trent’anni, mentre nel 1928 ottenne quello universale.32 La seconda ondata la si identifica tra gli anni ’60 e ’70; qui le proteste ruotavano attorno alla sfera sessuale, familiare e lavorativa. La seconda ondata continua di fatto ad esistere, coesistendo con la terza ondata attuale. La terza ondata si estende dall’inizio degli anni ’90 fino ad oggi. Il movimento si presenta come una risposta al fallimento percepito durante la seconda ondata. Inoltre, fattore molto significativo della terza ondata, è il fatto che questa sembri voler sfidare la definizione tipica di

32 Phillips, Melanie, 1951-. The Ascent of Woman: a History of the Suffragette

Movement and the Ideas behind It. London. Abacus, 2004. Print.

Figura 6: Londra 1911: la principessa indiana esiliata Sophia Duleep Singh, insieme ad altre donne indiane, combattono per i diritti di voto durante il movimento Suffragette

44 “femminismo” della seconda ondata, la quale enfatizzava unicamente le esperienze della donna bianca di classe medio-alta.

Spostando ora l’attenzione sul contesto indiano, Pande delinea il femminismo nel subcontinente indiano diviso anch’esso in due fasi: la fase prima dell’Indipendenza e quella successiva ad essa.

Nella prima fase sostanzialmente avviene l’incontro tra Occidente e Oriente: le idee occidentali di libertà, equità e fratellanza che si andavano diffondendo nelle capitali europee, vennero gradualmente assorbite dall’élite indiana tramite lo studio della lingua inglese e della consequenziale cultura. L’intervento coloniale, guidato dalle idee europee di razionalismo e progresso, comportò delle riforme all’interno del sistema sociale indiano; emerse un tentativo di formare una nuova filosofia mancante di tutte quelle pratiche legate alla tradizione indiana, considerate ostacoli per il progresso delle donne (come la poligamia, la tradizione sati, matrimoni infantili, ecc.). Bisogna tenere presente come l’intervento britannico e il suo potere in possesso, siano stati in grado di cambiare la stessa rappresentazione del passato indiano. La tradizione della sati ad esempio, descritta dagli inglesi come un’agghiacciante pratica funeraria che prevedeva l’obbligo delle vedove rajput (appartenenti ai regni induisti della zona del Rajasthan durante l’era medievale) a bruciarsi vive sulla pira funeraria del marito morto, è tutt’ora oggetto di un grosso dibattito. Gli studiosi ritengono questa fosse un’invenzione britannica volta a dipingere il popolo indiano come barbaro e legittimare la loro azione “civilizzatrice”. In realtà, ciò che esisteva era il Jauhar, ovvero il sacrificio volontario delle donne, le quali dopo la sconfitta della battaglia preferivano immolarsi in onore del regno, piuttosto che cadere prigioniere nelle mani del nemico. E’ chiaro che la rappresentazione britannica del territorio indiano, porta con sé delle distorsioni a cui tutt’ora si cerca di dare delle spiegazioni.

45 Nei primi decenni del XX secolo, dal 1917 al 1927 nacquero tre tra le maggiori organizzazioni: Women’s India Association (WIA), National Council of Women in India (NCWI) e All India Women’s Conference (AIWC). Questo fu anche il periodo dove l’insurrezione nei confronti dei colonizzatori britannici crebbe sempre più.

Quando Mahatma Gandhi entrò a far parte della scena politica, la sua visione rafforzò l’idea collettiva secondo cui le donne avrebbero potuto combattere contro l’oppressione; queste difatti, iniziarono a partecipare sempre più numerose alle manifestazioni per la libertà e l’indipendenza dal raj britannico. Molte di loro avevano un duplice scopo: stavano lottando non solo per l’emancipazione dai colonizzatori, ma anche contro il patriarcato delle loro case.

La seconda fase del femminismo, che come accennavo sopra vede la sua origine in concomitanza con l’Indipendenza, fu inizialmente caratterizzata da un grosso gap tra la stato di libertà e di conquista dei diritti a livello teorico, e la realtà di fatto difforme.

Nonostante da un lato si esternasse la gioia dell’Indipendenza, questa veniva temprata dalla tristezza della Partition, delle migrazioni di masse di persone e dallo scoppio di violenze soprattutto nei territori del Punjab e del Bengala. La frammentazione territoriale e la dislocazione economica colpirono in particolar modo le donne. Gli anni di dominazione coloniale distrussero l’artigianato locale, esaurirono le risorse naturali, protrassero l’analfabetismo, instaurarono massicce società industriali dove il ruolo della donna, il cui contributo lavorativo faticava ad essere riconosciuto nel settore produttivo, divenne sempre più subordinato ed emarginato.

46 Tra gli anni ’60 e ’70 lo scontento fu generale sia nelle aree rurali che in quelle urbane. L’avvento della Rivoluzione Verde33 – un approccio innovativo nel campo dell’agricoltura volto ad ampliare i terreni agricoli ed ad aumentarne il ritmo produttivo tramite l’adozione di nuovi metodi e tecnologie, quali l’utilizzo di pesticidi e fertilizzanti - nonostante sembrò ottenere nel primissimo periodo un gran successo, finì con la l’indebitamento dei contadini, i quali non riuscirono a stare al passo con i costi elevati delle nuove tecnologie e dovettero inoltre fare i conti con il gravissimo fenomeno di siccità, tuttora persistente. Le conseguenze comportate dalla Rivoluzione Verde, colpirono nuovamente le donne, molte delle quali una volta presa coscienza della loro condizione stagnante, opposero resistenza formando organizzazioni politiche; durante le marce rivendicavano i diritti diffondendo campagne contro il sistema della dote, le molestie sessuali, la crescita del prezzo del riso e le condizioni misere delle donne costrette a vivere negli slums.

Pande afferma come dal 1975 ci fu una crescita significativa nel numero delle organizzazioni per il benessere delle donne in India. Le problematiche prese in considerazione dai movimenti per le donne furono relative alla violenza contro le donne, alle scomparse di giovani ragazzine, all’emarginazione delle donne dalit ed al difficile accesso nel mondo del lavoro. Emblematico fu quando nel 1993 il 73esimo e 74esimo emendamento della Costituzione indiana, prevedevano un sistema di posti riservati esclusivamente alle donne negli enti comunali e d’amministrazione politica.

In conclusione, dalle fonti in nostro possesso se ne evince che ci siano stati cambiamenti dal primo obiettivo relativo al welfare delle donne, nel

33 A. K. Chakravarti. 1973. Annals of the Association of American Geographers. Vol. 63, No.

47 primo Piano quinquennale, a quello relativo al development e all’empowerment nei Piani successivi. Pande nel suo saggio, mette a punto gli obiettivi perseguiti nei vari Piani Quinquennali: il terzo, quarto e quinto (1961- 1974) miravano all’educazione; il sesto (1980-1985) mirava ai servizi sanitari non solo per le donne ma anche per i loro figli; dal settimo (1985- 1990) l’attenzione si spostò sullo sviluppo di programmi volti ad introdurre le donne nel mondo dell’economia; fu poi l’ottavo Piano (1992- 1997) che innescò lo spostamento dall’obiettivo di development a quello di empowerment; il nono (1997-2002) spostò l’attenzione sulle donne ed i gruppi svantaggiati, come le minoranze castali dei Scheduled Castes, Scheduled Tribes e Other Backward Classes. Fu solamente a partire dal decimo Piano (2002-2007) che tra gli obiettivi apparvero legati alla questione dell’uguaglianza di genere, all’accesso delle donne nel mondo dell’informazione, delle risorse e dei servizi; l’undicesimo e il dodicesimo, 2007-2012 e 2012-2017, sembrarono voler concentrarsi su aspetti chiave quali la salute, l’educazione, l’urbanizzazione e l’autorità, ambienti sicuri nelle scuole, possibilità educative per le donne svantaggiate e l’enfasi sull’importanza di incorporare i Gender Studies nel curriculum accademico. 34

Nel documento Queer Poetry in Delhi (pagine 42-48)