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omofobia e violenza

Nel documento Queer Poetry in Delhi (pagine 131-134)

3.4 L’identità queer da vicino

3.4.2 omofobia e violenza

Nonostante il verdetto si sia enunciato lo scorso settembre a favore della depenalizzazione dell’omosessualità, è ancora forte il sentimento di intolleranza e lo stigma che la società detiene nei confronti di coloro che presentano orientamenti sessuali alternativi. Riguardo ciò ho ritenuto indicativo per il mio studio l’appoggio ad analisi sociali come quelle esplicate negli scritti di Narrain, scrittore ed esperto di legislazione, soprattutto in campo di diritti umani e Queer Studies.

In un articolo pubblicato dal giornale di Health and Human Rights, Narrain racconta di come le lotte di alcuni movimenti sociali in India - come il movimento femminista e il movimento dalit – abbiano avuto successo nello stabilire una certa legittimità nella più ampia cultura pubblica. Ciò, è dovuto in gran parte alla pressione politica coordinata che questi movimenti sociali hanno organizzato ed incrementato. Nel regno dell'attivismo queer, d'altra parte, la lotta per la legittimazione pubblica dipende da un numero maggiore di persone disposte a portare avanti le preoccupazioni della comunità queer. Narrain sostiene che ci siano ancora pochissime persone che si identificano come queer e che ne portano avanti i problemi. In gran parte, questo silenzio è dovuto agli atteggiamenti sociali

131 che rispondono negativamente sia alla sessualità in generale, sia in misura maggiore alle sessualità di tipo alternativo.

Le attitudini sociali di intolleranza nei confronti delle sessualità non- normative, si inseriscono in istituzioni come la famiglia, i media, la legge e il lavoro, condizionando i modi in cui la società comprende e parla delle persone queer. La costruzione dell'idea dell’omosessualità come sfera sociale negativa da parte della legge e del rivestimento mediatico, influenza direttamente la questione dell'accettazione sociale.

Narrain ritiene che sia comune l'estrema ostilità della società indiana contro qualsiasi espressione di desiderio dello stesso sesso o comunque di non conformità di genere; le istituzioni sociali stesse funzionano under an imperative to mold the non-conformists into a heterosexist framework.95

Dunque, è anche attraverso il discorso mediatico, così come nei codici nascosti che regolano il funzionamento quotidiano delle istituzioni come la famiglia, la religione e la cultura popolare, che si riverbera l'intolleranza sociale. L'intolleranza sociale può avere gravi effetti psicologici, quando gli individui arrivano al punto di percepire sé stessi come pervertiti, sporchi e impuri; la risultante dei giudizi e degli insulti provenienti da reti intolleranti, diviene automaticamente il modo di auto-criticarsi degli individui queer più deboli.

Nello scritto di Narrain emerge un altro aspetto fondamentale successivo ai fenomeni di intolleranza per le identità queer, ovvero quello riguardante la paura.

95 Arvind Narrain. (2004). The Articulation of Rights around Sexuality and Health:

Subaltern Queer Cultures in India in the Era of Hindutva. Health and Human

132 Narrain scrive:

“The enormous psychological effects of this social intolerance manifest themselves in the rubric of queer. The rigorous and harsh policing of the boarders of normal sexuality means that various forms of fear are part of the daily life of queer people: the fear of being caught by the police, the fear of one's family or colleagues at work discovering one's sexuality, the fear that sooner or later one's secret will be discovered could mean a great deal of shame for the person and could have a ruinous impact on his or her future life. The emotion of fear goes hand-in-hand with the feeling of shame about possessing what society insists are abnormal sexual desires.”96

La mancanza di accettazione sociale e il conseguente silenzio di individui e gruppi, ha portato alla persistente violazione dei diritti di tutti coloro che rientrano nella categoria di queer. Quando Narrain scriveva a riguardo, era l’anno 2004, e secondo lo scrittore non esisteva ancora un vocabolario attivista sviluppato per nominare il tipo di violenza inflitta ai membri della comunità; questo era il risultato automatico di quando l'eterosessualità obbligatoria veniva incorporata come valore normativo nella cultura popolare, come nella pratica medica. Tale violenza è stata gradualmente normalizzata come parte dell'esistenza quotidiana dei soggetti omosessuali; il grado di normalizzazione è tale che anche i gruppi che lottano per diritti umani in India generalmente non vogliono avere nulla a che fare con i diritti omosessuali.

96 Arvind Narrain. (2004). “The Articulation of Rights around Sexuality and Health:

Subaltern Queer Cultures in India in the Era of Hindutva”. Health and Human

133 La persistente violenza e lo stigma concettualizzano le violenze inflitte sia da parte dello stato attraverso le leggi e la polizia sia da parte della società civile: attraverso la famiglia, i media, la cultura popolare, gli spazi di lavoro e gli spazi domestici.

Queste violazioni comprendono molestie, abusi, detenzioni illegali e stupri; azioni che, prima che la sezione 377 venisse abolita, venivano perpetrati dalla polizia sotto la copertura della legittimità dimostrata dal quadro penale. Narrain conclude affermando che la società indiana tradizionale non comprende il danno e la gravità di queste violazioni, tanto che persino le comunità vittimizzate, alle volte non si rendono conto delle violazioni dei diritti in quanto si trovano nella condizione di averle già interiorizzate e di non riuscire a vederle in quanto tali.

In aggiunta a ciò ritengo sia anche essenziale esaminare attentamente quanto istituzioni come la famiglia neghino l'autonomia di base a donne e uomini i cui desideri non sono conformi alle norme della società eterosessista.

Nel documento Queer Poetry in Delhi (pagine 131-134)