• Non ci sono risultati.

Figura 3 - Rete e logistica della rete dei prelievi

Laboratorio Hub Laboratorio Spoke

Laboratorio specialistico e per esami rari Punto prelievo

38

grado di produrle ad un costo unitario molto basso. Le prestazioni di sierologia, invece, sono poco richieste e non esiste un’economia di sca-la nelsca-la produzione. Confrontando, per esem-pio, due tipologie di produzione con una ri-chiesta bassa, le prestazioni di biologia moleco-lare e quelle di sierologia, è evidente che quel-le di biologia moquel-lecolare siano più convenien-ti da produrre in un’unica struttura a livello re-gionale.

La scelta di produrre le prestazioni in poche strutture regionali o in modo più diffuso sul territorio dipende non soltanto dalla possibili-tà di economia di scala ma anche da altri fatto-ri come la necessità di una stretta interrelazio-ne tra il tipo di ospedale e il tipo di laborato-rio; gli ospedali sede di DEA di primo livello possono aver bisogno della presenza di un la-boratorio generale (biochimica) per alcune dia-gnosi dei propri pazienti; gli ospedali sede di DEA di secondo livello in quanto strutture in cui sono dislocate le attività specialistiche

pos-sono necessitare della presenza di laboratori in grado di offrire un supporto specifico; la ne-cessità di garantire la qualità delle prestazioni attraverso la concentrazione delle competenze professionali e degli investimenti in attrezzatu-re per le pattrezzatu-restazioni con alti attrezzatu-requisiti di questo tipo e con bassi volumi; la continuità Ospeda-le - Territorio; in concomitanza con la con-centrazione dei laboratori è necessario svilup-pare i punti di prelievo, il sistema di trasporti del materiale biologico e il sistema di distribu-zione dei referti con particolare attendistribu-zione al sistema informatico.

È possibile che alcune prestazioni altamente specialistiche e che richiedono una vicinanza con i clinici già concentrati in una sola sede nel-la regione possano essere effettuate unicamente nella stessa sede.

Le strutture sedi di DEA di secondo livello svolgono anche un ruolo di DEA di primo li-vello per i cittadini della zona. I laboratori rela-tivi sono, di conseguenza, erogatori di tutte le

Tabella 1 - Settori del laboratorio e individuazione dell’area per la grande

automazione

SETTORI DEL GRANDE AUTOMAZIONE

LABORATORIO (la stessa prestazione

ETIPOLOGIA DI ESAMI centralizzata/diffusa)

Centralizzata Diffusa Specialistica

EMATOLOGIA X X O COAGULAZIONE X X* O CHIMICA CLINICA X X TOSSICOLOGIA X X O PROTEINE X X O IMMUNOMETRIA X O SIEROLOGIA X O CHIMICA FISICA X ALLERGOLOGIA X O AUTOIMMUNITÀ O BIOLOGIA MOLECOLARE O CITOFLUORIMETRIA O CITOGENETICA O MICROBIOLOGIA O

39

prestazioni sia di quelle diffuse sia di quelle con-centrate. In altre parole, un Hub è inclusivo di uno Spoke.

La Tabella 1 evidenzia i settori del laborato-rio oggetto di intervento di razionalizzazione. Gli esami automatizzabili (Chimica Clinica, Ema-tologia ecc.) sono ripartiti tra Hub e Spoke, la stessa prestazione può essere centralizzata (Hub) o diffusa (Spoke) in quanto l’Hub può erogarle tutte nel suo duplice ruolo di presidio speciali-stico per 600 mila abitanti e presidio Spoke per i 150 mila abitanti della zona adiacente.

Oltre agli esami con elevati volumi di produ-zione e alta frequenza è auspicabile anche la ra-zionalizzazione degli esami specialistici e/o rari di laboratorio. Questi sono rappresentati da un rilevante numero di esami che hanno una forte differenziazione per tipologia con medio, basso o bassissimo livello di produzione e frequenza, interessano le attività di Microbiologia, Biologia Molecolare, Genetica, Citofluorimetria, ecc. Il contenuto tecnologico e il know how sono mol-to elevati, ma lo sono anche le dispersioni dei carichi di lavoro e delle risorse. In un’ottica di integrazione funzionale, previa definizione di metodi e procedure operative condivise e for-malizzate, sarebbe opportuno centralizzare le at-tività di tipo specialistico nell’Hub, possibilmente ubicato nel Presidio ospedaliero più grande.

Struttura organizzativa e centri di costo

Altro elemento, fortemente caratterizzante per un laboratorio analisi, è la sua struttura organiz-zativa, da cui derivano i centri di costo, intesi come sezioni, settori o moduli del Laboratorio. Questa ripartizione, non solo risponde a esigen-ze organizzative, ma consente una più corretta imputazione dei costi agli esami.

Nell’individuazione dei settori produttivi ci

siamo ispirati ai seguenti principi:

• omogeneità delle operazioni compiute;

• omogeneità della dotazione di fattori

pro-duttivi (principalmente macchinari, rea-genti o fattori tecnici e lavoro);

• grado diffusione del sistema di

classifica-zione.

Nell’individuazione dei settori avremmo po-tuto seguire il criterio della metodologia d’in-dagine o viceversa dell’oggetto d’ind’in-dagine. Ab-biamo, invece, utilizzato entrambi i criteri, an-che perché classificare un esame in un modo o nell’altro ha scarsa rilevanza per il semplice fine di determinare dei costi. I settori così individuati sono risultati i seguenti:

• Ematologia • Coagulazione • Chimica Clinica • Tossicologia • Proteine • Immunometria • Sierologia • Chimica Fisica • Allergologia

Da questo studio sono state escluse le presta-zioni dei servizi di Anatomia Patologica e di Me-dicina Trasfusionale (SIMT).

Il Centro prelievi

Al momento, ai fini di questa analisi, abbiamo ipotizzato un unico centro prelievi per labora-torio, dove possiamo distinguere diverse fasi di lavoro:

• Prenotazione

• Accoglienza e accettazione

• Pagamento ticket

• Prelievo

• Trasporto materiali biologici (provette e

40

• Consegna diretta e/o trasmissione

(spedi-zione) referti.

Volendo considerare il Centro prelievi come un centro di costo a parte, si è proceduto ad un dimensionamento della struttura, sia produttivo che fisico e logistico. Per gli aspetti produttivi il Centro prelievi è stato dimensionato sul nume-ro di accessi, calcolati sul numenume-ro di test del la-boratorio effettuati per esterni (outpatients).

Stando ai valori nazionali, mediamente, si ef-fettuano 16 test ad accesso. Se quindi si divide il numero di test per esterni del laboratorio per questo valore, si ricava il numero di accessi. Sem-pre attenendoci a statistiche nazionali, si è poi

stimato che si facciano, mediamente, tre prelie-vi ad accesso; moltiplicando il numero di acces-si per questo numero acces-si ottiene il numero di pre-lievi del modello utilizzato. Naturalmente è pos-sibile utilizzare altri parametri in situazioni spe-cifiche.

Sulla base di questi parametri è possibile sti-mare la dotazione organica, i costi di struttura e i costi di produzione.

Sul fronte dei ricavi ci si è attenuti al tariffa-rio regionale e alle attività da esso definite.

Dotazione d’organico e costi del personale

Anche qui dobbiamo fare riferimento al

mo-Tabella 2 - Esempio di calcolo dei ricavi dell’insieme dei Centri prelievi di un