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Il filo conduttore della regolamentazione del lavoro a tempo determinato alle dipendenze della

termine...

Se si volge lo sguardo al settore pubblico, le differenze tra Italia, Francia e Spagna si fanno

meno marcate. Nonostante la diversità di regime giuridico applicato ai pubblici dipendenti, poiché

nel nostro sistema i rapporti di diritto pubblico costituiscono un’eccezione rispetto ai contratti di

diritto comune, mentre la regola esattamente contraria è dettata dagli ordinamenti francese e

spagnolo, in tutti e tre gli Stati sono previste le stesse misure di contenimento del lavoro a tempo

determinato, ossia la sussistenza di un’obiettiva giustificazione del termine e la previsione di limiti

37 Sul punto è condivisibile l’opinione espressa dalla dottrina francese, secondo cui “la prospettiva di una riqualificazione gioca solamente un ruolo dissuasivo nei confronti del datore di lavoro” e garantisce al lavoratore esclusivamente la possibilità di essere indennizzato (M. HEINIS, Les critères cit., pag. 992). 38 Per esempio, un lavoratore illegittimamente assunto a termine per 6 mesi, con una retribuzione mensile pari a 1.500 euro, in Italia avrà diritto ad un risarcimento, in aggiunta alla conversione, come minimo pari a 2,5 mensilità (ossia 3.750 euro). In Spagna ed in Francia, invece, avrà diritto, in alternativa alla riammissione, ad un’indennità direttamente proporzionale alla durata della prestazione lavorativa. In Spagna essa sarà pari a 16,5 giorni di retribuzione (33 giorni/12 x 6 mesi, per un totale di 825 euro), mentre in Francia alla sommatoria di varie indennità (una mensilità a titolo di requalification, il 10% del totale degli stipendi ricevuti come indennità di fine contratto e l’indemnité de licenciement, pari ad 1/5 dell’ultima retribuzione per ogni anno lavorato) per un totale di 2.550 euro (1.500+900+150), a cui il giudice può aggiungere discrezionalmente l’indennità per licenziamento sans cause réelle et sérieuse, trattandosi di un contratto avente durata inferiore a due anni.

massimi di durata. Ancora una volta è la Francia ad aver adottato la disciplina più minuziosa,

stabilendo vincoli di durata differenziati per ciascuna delle sei ipotesi di ricorso ai contrats à durée

determinée

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. Anche in Spagna i funcionarios interinos possono essere reclutati sulla base delle

circostanze tassativamente elencate dal legislatore (4 casi) entro il tetto massimo di durata di un

triennio, scadenza improrogabile entro cui l’amministrazione datrice di lavoro deve coprire

definitivamente il posto di lavoro oggetto di impiego temporaneo. L’attuale disciplina italiana,

frutto di costanti modifiche nel corso degli anni, contempla anch’essa il limite dei 36 mesi alla

successione di rapporti a tempo determinato, ma si distingue dalle altre due oggetto di

comparazione in quanto affida le restrizioni all’uso dei contratti a termine alla ricorrenza di ragioni

giustificatrici non preventivamente individuate dal legislatore. La formula sintetica usata dall’art.

36, comma secondo, del D.lgs. n. 165/2001, per identificare il fondamento causale dell’apposizione

del termine («esigenze di carattere esclusivamente temporaneo o eccezionale») sembra, in prima

battuta, non avere alcun punto di contatto con la diversa tecnica di definizione analitica fatta propria

dai sistemi francese e spagnolo. In realtà, vi è un’importante convergenza, ed è data dalla difficoltà

di identificare con chiarezza le situazioni di legittima apposizione del dies ad quem a causa della

genericità delle espressioni legislative. Nozioni come «natura delle funzioni e dei servizi richiesti»

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o «esecuzione di programmi di lavoro temporanei»

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si rivelano, infatti, scarsamente selettive,

consentendo alle amministrazioni datrici di lavoro di dilatare la propria discrezionalità nell’utilizzo

del contratto a tempo determinato, favorendo così la dispersione delle ipotesi ammesse ed

accrescendo lo spazio di intervento degli organi giudiziari in funzione retrospettiva

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. Tutto ciò, per

gli ordinamenti che adottano lo schema dell’elencazione tassativa dei motivi obiettivi (cioè Francia

e Spagna), si pone in aperto contrasto con l’obiettivo perseguito da tale tecnica normativa, ossia

conseguire un elevato grado di certezza del diritto ed orientare la giurisprudenza nell’attività

applicativa.

4.1 …e dei meccanismi rimediali.

Passando ai meccanismi rimediali, le analogie si accentuano ancora di più. Oltre ad essere

tradizionalmente negata al lavoratore illegittimamente assunto a termine la conversione del rapporto

a tempo indeterminato per i motivi già illustrati nel corso della trattazione dei singoli Stati, non

39 Per la descrizione delle singole ipotesi, si rimanda al Cap. II°, paragrafo 6.1. 40 V. Cap. II°, par. 6.1.

41 V. Cap. III°, par. 5.1.

42 Condivisibile, sul punto, la riflessione di LOPEZ GANDIA: “ya no es fácil distinguir a priori qué trabajos son permanentes y habituales y cuáles temporales. Ello se agrava si se miden o valoran con criterios temporales amplios” (J. LOPEZ GANDIA, op. cit., pag. 15).

esiste in nessuno dei tre ordinamenti un’indicazione legislativa sui criteri di quantificazione del

danno che ne renda uniforme l’applicazione in sede giurisdizionale. In Francia, ad esempio, prevale

la liquidazione equitativa dei pregiudizi economici e morali derivanti dalla mancata prosecuzione

del rapporto di lavoro, mentre in Italia la giurisprudenza è maggiormente orientata verso la

forfetizzazione del risarcimento. La situazione spagnola è ancora più incerta. Per quanto riguarda i

dipendenti in regime di diritto privato, l’intervento della magistratura ha colmato la lacuna

normativa in ordine agli effetti sanzionatori delle irregolarità compiute dalla P.A., ammettendo la

trasformazione del vincolo contrattuale in indefinido, e riconoscendo il diritto di continuare a

svolgere l’attività lavorativa fino alla copertura definitiva del posto occupato o alla sua

soppressione, evento quest’ultimo dal quale deriva il riconoscimento delle tutele spettanti in caso di

licenziamento per motivi oggettivi. Più complicata è la situazione dei funcionarios interinos, che

godono di una tutela molto limitata nei confronti della P.A. datrice di lavoro, non potendo allo stato

attuale attivare alcun meccanismo rimediale nei confronti della reiterazione indiscriminata di

contratti a tempo determinato, né in forma specifica né per equivalente

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5. I diritti dei lavoratori a termine: il difficile compromesso tra la durata della