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Capitolo II: i fattori decisivi per la nascita e crescita dell’imprenditorialità femminile

2.1 First Wave Feminism

La prima ondata del femminismo, viene fatta risalire, generalmente, all’arco temporale che va dal 185010 fino alla prima guerra mondiale, (si sviluppa

dunque contemporaneamente e conseguentemente ai grandi stravolgimenti economici, industriali, culturali-borghesi) e raggruppò un numero elevatissimo di donne le quali, per la prima volta, infransero il silenzio sulla loro condizione di inferiorità e diedero voce alle loro idee e proposte che si sarebbero tradotte in conquiste di grande rilevanza da cui, nei secoli successivi, avrebbero tratto beneficio tutte le donne.

La prima ondata di femminismo non fu una corrente omogenea. Al suo interno, è stato possibile definire due orientamenti dominanti che, in alcuni casi trovarono motivi e ragioni per una lotta comune ed altre volte ragioni di disaccordo:

1- Corrente liberale, costituita soprattutto da esponenti donne di classe media-elitaria, non costrette a lavorare, che diedero vita ad un movimento che rivendicava principalmente il diritto di voto, accesso all’educazione, accesso alle libere professioni, gestione della proprietà (…)

Tale corrente vide in John Stuart Mill e Harriet Taylor gli esponenti di maggior rilievo, che auspicavano un femminismo egualitario, che

10 L’origine del pensiero femminista, tuttavia venne fatta risalire ad un opera pubblicata nel 1792 a Londra, anni post-

Rivoluzione francese, da Mary Wollstonecraft intitolata “A Vindication of the Rights of Woman”. Tale libro suscitò forte scalpore e scandalo presso la middle class inglese dell’epoca:

“ It is time to effect a revolution of female manners – time to restore to them their lost dignity – make them, as a part of

the human species, labour by reforming themselves to reform the world. It is time to separate unchangeable morals from local manners. If men be demi-gods, why let us serve them! And if the dignity of the female soul be as disputable as that of animal, if their reason does not afford sufficient light to direct their conduct whilst unerring instinct is denied, they are surely of all creatures the most miserable!” (Wollstonecraft M., 1792, 1833: 47)

Frasi di tale calibro, frequenti nel testo, apparvero fuori luogo e sovversive tanto agli uomini quanto alle donne, perché in contrasto con tradizionale figura della donna di allora.

Mary Wollstonecraft, non fu la sola a scrivere sulle donne: è colei però che ne ha parlato in maniera più moderna, nel paese allora più moderno assieme agli USA, indicando alle rappresentanti del suo stesso sesso la strada per una delineazione teorico-politica dell’insieme di diritti da conquistare e delle modalità attraverso cui raggiungerli. (Cavarero A., Restaino F., 2002:8)

Ed è proprio in negli Stati Uniti e Regno Unito che avvenne ciò che forse nemmeno la Wollstonecraft si aspettava ai suoi tempi: il sorgere di un movimento politico fomentato e attivato su iniziativa femminile.

individuava nelle vicende storico-culturali la condizione di inferiorità femminile.

Partendo dai presupposti illuministi e della tradizione liberale, per cui ogni essere umano è autonomo, razionale e morale, divenne necessario battersi per la libertà di ognuno di esercitare i propri diritti umani (R.Pace, 2009:5).

2- Corrente socialista: formata per la maggior parte da proletarie, obbligate a competere con uomini ed anche bambini nel mercato del lavoro.

Queste, a differenza delle precedenti, non riuscirono a far nascere un movimento unicamente costituito da donne, ma presero parte alle pratiche ed alle teorizzazioni della corrente socialista.

Tale corrente vide in Engels Kollontaj, Bebel, Kuliscioff, alcuni dei principali esponenti che guidarono il movimento delle lavoratrici e del proletariato maschile e femminile: solo trasformazioni radicali delle condizioni della società capitalista avrebbero reso possibile l’uguaglianza, la liberta e l’emancipazione delle donne.

Ed è infatti con la rivoluzione comunista e proletaria che si iniziò a percepire il concretizzarsi di una società senza forme di subordinazione (di classe e di sesso). (R. Pace 2009:5)

“A partire dagli ideali illuministi di ragione, progresso, diritto naturale, libertà e autodeterminazione, e in concomitanza con le sollecitazioni dei gruppi socialisti e comunisti, e con l’ingresso massiccio delle donne nel meccanismo produttivo delle industrie, irrompono sulla scena della storia con la S maiuscola, soggetti in lotta: non solo consapevoli delle secolari discriminazioni subite, ma oltremodo decisi a denunciare l’inganno della pretesa naturalità della subordinazione femminile, determinati a conquistare la parità, attraverso il riconoscimento del diritto alla partecipazione politica (soggettività giuridica), all’autonomia lavorativa (soggettività economica), all’istruzione (soggettività personale).” (Pace R., 2009:5)

Quelle elencate dalla Pace sono le categorie concettuali e pratiche sulle quali i movimenti di inizio secolo concentrarono la propria attenzione, pur nelle differenti e variegate sfumature assunte nelle varie nazioni e in campo internazionale.

Il diritto di voto11, divenne ben presto l’emblema del movimento, il voto

rappresentava lo strumento di affermazione di una nuova identità femminile, carica di libertà e di autonomia, di accettazione e riconoscimento dell’agire e pensare, che andava oltre la diversità del sesso.

Al suffragio universale si affiancarono poi altre rivendicazioni, tra cui la parità di salario, diritto all’istruzione, tutela delle lavoratrici, accesso alla giustizia e alla cultura.

Il movimento femminista della prima ondata, nelle sue due correnti, dopo la prima guerra mondiale, raggiunse importanti traguardi. Successivamente però, iniziò un periodo di crisi di identità, destinato a durare quasi mezzo secolo.

In questo periodo, molte pensatrici si posero interrogativi su ciò che il sesso femminile aveva ottenuto attraverso le battaglie combattute, volte a conquistare l’uguaglianza di diritti (filone liberale) l’uguaglianza di condizioni materiali (filone socialista).

11 È facile dimenticare che i diritti, dati per assodati oggi, sono, da un punto di vista storico, molto recenti; a seguito si riporta

una tabella prodotta dal New York Times nel 2005 che riporta gli anni in cui la donna accede al voto per paese.

Figura 6: Cronologia del suffragio femminile concesso per paese

Come scrive Käppeli:

“C’è qualcosa di eroico nelle femministe di prima ondata […] ci rendono partecipi di un momento di provocazione e ci rivelano qualcosa di decisivo, esse comunicano il loro “orgoglio di essere donna” (A.M. Käppeli 2007: 515, citato da R.Pace 2009:8).