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CAPITOLO 3. LA FONDAZIONE CINI p

3.3 Vittorio Cini collezionista: il patrimonio di ieri e di oggi p

3.3.1 l fondi letterari e inerenti la musica: un patrimonio di cultura p

I fondi archivistici custoditi dalla Fondazione Cini rappresentano un altro importante e prezioso patrimonio di cultura. Tali materiali, dopo un accurato lavoro di riordino e di catalogazione, entrano a far parte del patrimonio offerto agli studiosi.

Il primo a scegliere la Fondazione Cini come depositaria del proprio Archivio fu il musicista Gian Francesco Malipiero110 quando la Fondazione era sorta da poco tempo, e la sua decisione fu un chiaro atto di consapevolezza del ruolo centrale che essa stava assumendo nel campo della ricerca e degli studi111.

L’Istituto per la Musica della Fondazione opera sul fondo con iniziative d’approfondimento filologico oltre che con un attento lavoro di riordino dell’intera documentazione in possesso, così come fu deciso da Malipiero stesso al momento del lascito.

Come lui, numerosi altri donatori, musicisti e letterati, affidarono alla Fondazione le proprie raccolte di materiale, costituito soprattutto da carteggi. Per fare qualche esempio, i Fondi Cian e Strozzi Corcos accolgono molteplici lettere di Giovanni Pascoli alle rispettive famiglie di artisti e, il Fondo Botta112, raccoglie circa duecento lettere di corrispondenza del poeta con gli artisti più in voga del suo tempo.

Tornando all’ambito musicale, il Fondo Arrigo Boito è il lascito dello scrittore Piero Nardi, che ne divenne proprietario lavorando presso Boito stesso. Oltre alla partitura del Nerone autografa, sono presenti carte preparatorie e il libretto di

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U. AGNATI, La Fondazione Giorgio Cini cinquant’anni di storia, cit., pp. 69-78.

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Gian Francesco Malipiero (1882-1973), originario di Venezia, è stato un compositore italiano così come Angelo Casella (1883-1947), torinese di origine e appassionato pianista che, assieme a Malipiero e Gabriele D’Annunzio, nel 1923, fondò un’associazione per la diffusione della musica moderna italiana, “Corporazione

delle nuove musiche”.

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Compositore del secondo Novecento, Malipiero ha concesso alla Fondazione autografi musicali, lettere di corrispondenza, dossier tematici, libri inconclusi, abbozzi di musica e di teoria,appunti,ecc.

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Gustavo Botta (1880-1948) è stato un esperto conoscitore lombardo della poesia francese simbolista e post- simbolista oltre che essere stato uno dei diffusori in Italia della poesia di Claudel.

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questa partitura e altri studi musicali del compositore tra cui lezioni, procedimenti compositivi, materiali ed appunti per una rinnovata impostazione della didattica della composizione. Si tratta di una cospicua documentazione, base di studi e ricerche sulle tecniche musicali, utile alla preparazione di un’edizione degli scritti teorico-musicali di Boito stesso113.

Nonostante la grande importanza dei lasciti musicali, quello principale sia per quantità del materiale che per importanza riguarda il Fondo Eleonora Duse, donazione avvenuta nel dicembre del 1977 e giunta in Fondazione l’anno dopo, da parte di Vera Signorelli Cacciatori, figlia di Olga Resnevic Signorelli, amica e prima biografa dell’attrice. Si tratta della più ampia e completa raccolta di documenti sulla vita e sull’arte dell’attrice. Vive diverse donazioni che, tra gli anni ’60 e gli anni ’80 del Novecento, hanno dato vita ad altrettanti fondi d’archivio: il Fondo Agostini, donato da Pina Agostini nel 1965, il Fondo Carandini Albertini, giunto in Fondazione nel 1969, i Fondi Valdoni e Cervi, giunti negli anni ’70. I materiali donati sono tra i più eterogenei: si annoverano innumerevoli immagini fotografiche della Duse nella vita privata; diverse centinaia di lettere inviate e ricevute dall’attrice negli anni della sua vita, in corrispondenza con il suo amante Arrigo Boito e con Gabriele D’Annunzio. Si aggiungono circa 2.000 stampe e alcune centinaia di negativi dei luoghi, dei teatri da lei frequentati, di familiari, di amici e di colleghi; copioni; bozzetti di scena; oggetti, abiti e mobilio; il tutto restituisce uno spaccato del teatro degli anni della Duse114.

Va notato con forza, nella logica del nostro lavoro, che questo Fondo è divenuto Archivio visitabile dal novembre del 2011: iniziativa nata per rendere accessibile al pubblico interessato il prezioso patrimonio che vi è custodito. Si tratta di una iniziativa di estremo rilievo per le ricerche sul teatro italiano ed europeo nei decenni a cavallo tra XIX e XX secolo.

Il recupero della vecchia Sala del tesoro e il suo nuovo allestimento hanno permesso di esporre buona parte della collezione dusiana, non tanto con la volontà di farne

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U. AGNATI, La Fondazione Giorgio Cini cinquant’anni di storia, cit., pp.125-134.

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Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo, in “La Stanza-Eleonora Duse”, a cura di Marianna Zannoni, 2013, pp. 3 e ss.

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un tradizionale museo ma con il duplice obiettivo di rivelarne l’esistenza e di restituire al visitatore tutta la complessità e l’importanza di un archivio fondamentale per la storia del teatro. Il fine dell’archivio, proprio come descritto nel Codice dei beni culturali e del paesaggio, ha lo scopo di divenire una “struttura

permanente che raccoglie, inventaria e conserva documenti originali di interesse storico e ne assicura la consultazione per finalità di studio e di ricerca”.

Così come per la collezione dusiana anche il materiale di tutti gli altri fondi, viene incrementato progressivamente attraverso le attività di ricerca e le acquisizioni da parte degli Istituti e dei Centri della Fondazione. Il Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo infatti, - in sintesi: Centro Studi Teatro CST - fa parte della Fondazione Cini dal 2007 e prosegue l’attività svolta dall’Istituto per le Lettere, il Teatro e il Melodramma fondato nel 1957 da Piero Nardi e Vittore Branca, allora Segretario generale della Fondazione. È spesso accompagnato dal lavoro di raccolta e schedatura dei materiali oltre alla promozione di una serie di attività per valorizzare la figura artistica di Eleonora Duse. Alla collezione originale dell’Archivio Duse il CTS ha affiancato, negli anni, una preziosa raccolta di materiali reperiti in diverse biblioteche e archivi sia nazionali che internazionali, che risulta essere il luogo di valorizzazione più completo esistente in Italia115.

Questo centro rappresenta l’apertura al progresso della ricerca la quale viene perseguita in maniera costante: la promozione annuale di attività culturali legate alle collezioni, (conferenze, letture e incontri pubblici) facilita il processo di valorizzazione culturale sostenuto dal CTS. Inoltre, l’impegno degli “addetti ai lavori” connota la singolarità dell’Archivio e, il costante lavoro di valorizzazione e promozione, ha lo scopo di mantenere “vivo” lo sviluppo della ricerca.

Un altro Archivio degno di nota è quello Iconografico Teatrale Musicale, in quanto uno dei campi d’interesse del CTS è anche quello dell’iconografia, fonte imprescindibile per la storia del teatro, della musica, della danza e del melodramma. Nato dall’esigenza di riordinare il materiale raccolto in lunghi anni di ricerca, vi

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Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo, in “La Stanza-Eleonora Duse”, cit., pp. 32-33.

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confluiscono materiali iconografici di natura interdisciplinare che spaziano dalla ritrattistica alla scenografia, dall’architettura teatrale alla costumistica, dalla pittura alla grafica, il tutto con una impostazione metodologica ripresa in altre sedi accademiche in Italia e all’estero.

L’Archivio Iconografico teatrale Musicale è un luogo di cultura unico nel suo genere poiché consente agli studiosi della materia un confronto immediato dei soggetti esaminati oltre ad aver stimolato, nel tempo, collaborazioni con enti, università ed altri istituti di ricerca nazionali.

L’obiettivo, in linea con la tradizionale proposta di cultura della Fondazione, è di proseguire il lavoro di schedatura dell’archivio digitale rendendo disponibili i documenti iconografici originali esistenti negli archivi della Fondazione Cini. Dal momento che non si è giunti ad una definizione di standard catalografici nazionali atti a contenere tutti i dati necessari per l’archiviazione dei documenti legati allo spettacolo, la scheda proposta dal CST si pone come un tentativo all’avanguardia per la risoluzione del problema116. Questo è un rilevante esempio di proposta culturale sostenuta dal CTS che, di fronte ad una mancata direttiva nazionale, si è adoperato per superare la lacuna. Il lavoro è volto alla produzione di coscienza, mirando ad accrescere la conoscenza dei problemi e a delineare le possibili soluzioni, favorendo il confronto tra intellettuali e personalità d’azione e di impresa. In linea con questa prospettiva, le proposte culturali sono molteplici poiché l’obiettivo posto dal CTS per il futuro è duplice: proseguire nella acquisizione di nuovo materiale e incentivare l’informatizzazione dell’esistente in modo tale da consentire una più ampia diffusione culturale delle preziose informazioni raccolte.