• Non ci sono risultati.

CAPITOLO 3. LA FONDAZIONE CINI p

3.6 Intervista al Segretario Generale della Fondazione Cini Prof Pasquale

Nel progresso della ricerca si è deciso di proporre un’intervista al Segretario Generale, il Professor Pasquale Gagliardi, al fine di conoscere in maniera diretta e concreta la realtà culturale della Fondazione Cini. Il suo apporto ha permesso di arricchire in maniera determinante le tematiche centrali della tesi in esame dimostrandosi attento e generosamente disponibile nel rispondere a una serie di domande sia di carattere generale e specifico che di interesse antropologico e gestionale.

Innanzitutto, il Prof. Gagliardi considera due modi di intendere la cultura: “... la

cosiddetta “bassa cultura”, intesa in senso antropologico come il “mondo

162

Depliant “Centro Internazionale di Studi della Civiltà italiana “Vittore Branca” e “Fondazione Giorgio Cini Onlus , Isola di san Giorgio Maggiore – Venezia”.

163

78

espressivo” che nasce in qualunque società e, l’“alta cultura”, elaborata e raffinata che comprende l’arte, la storia, la letteratura, la musica, il teatro e la danza. Il senso della cultura per una struttura complessa ed articolata come la Fondazione Cini è legato alle tradizioni della città di Venezia ed è ampiamente radicato nel valorizzare la cosiddetta “alta cultura” attraverso il settore delle scienze umanistiche. Questo settore della cultura viene privilegiato dagli Istituti di <Storia dell’Arte; Storia della Società e dello Stato veneziano; Lettere; Studi Musicali Comparati; Teatro; Venezia e l’Europa> e dai vari centri che si occupano direttamente della gestione della cultura nell’ambito della Fondazione. Tra tutti, l’Istituto d’Arte è tradizionalmente il più prestigioso, sia per importanza di operato che di dimensioni, e il suo prestigio culturale è accresciuto dall’annessa biblioteca di storia dell’arte che risulta essere la più grande e importante in Italia”.

L’idea di valorizzazione della cultura alla base della Fondazione si esprime in concreto basando il proprio operare quotidiano sul binomio ricerca/performance, dove la ricerca riguarda il lavoro di produzione iniziale e, anche se la Fondazione non può intendersi in senso stretto come un “ente ricercatore”, questa attività rappresenta un momento di analisi fondamentale per gli addetti della Cini. Questo lavoro di ricerca, di conseguenza, viene reso fruibile attraverso la performance, ossia l’attività di diffusione: un concetto di diffusione che possiamo concretamente esemplificare con la organizzazione di una mostra d’arte. Il senso profondo quindi che caratterizza la Fondazione Cini è di produrre e diffondere perennemente cultura.

Le attività svolte e poi offerte sono totalmente pubbliche anche se il pubblico a cui ci si rivolge risulta essere tendenzialmente colto e raffinato per la portata culturale delle varie attività. “Questo non è sinonimo di discriminazione ma di segmentazione

del pubblico in quanto la Fondazione prevede anche manifestazioni di carattere decisamente aperto, popolare, rivolte a un’utenza non “prettamente sofisticata”.

I canali maggiormente sollecitati per la diffusione della cultura, presenti nel sito ufficiale della Fondazione e ribaditi dal Segretario Generale sono i libri e le pubblicazioni, i quali ben si prestano per divulgare i campi di storia e letteratura; le

79

mostre sono fondamentali per la diffusione della cultura artistica e i concerti per la cultura musicologica.

La diffusione e la valorizzazione culturale operate della Fondazione avvengono anche per mezzo di Istituzioni ad essa collegate come, l’Università Internazionale dell’Arte che si occupa in particolare di restauro delle opere d’arte e l’Accademia Musicale di San Giorgio, che seppur non abbia collegamenti diretti, agisce indirettamente nel campo di valorizzazione della cultura attraverso l’attività di promozione.

Un ulteriore apporto per la diffusione della cultura in riferimento specifico a Venezia riguarda la gestione di riviste di prestigio internazionale, con una consolidata funzione di indirizzo culturale: si tratta rispettivamente di “Studi Veneziani”, “Arte Veneta” e “Saggi & Memorie di Storia dell’arte: “…queste ultime

sono le due riviste d’arte più importanti al mondo per il settore specifico e per tale prestigio richiamano una rete nazionale e internazionale di addetti ai lavori, tra cui giornalisti, opinionisti e direttori grafici”. Le Riviste in generalesono consultabili

presso un importante spazio, in un settore specifico della Biblioteca nella Nuova Manica Lunga, che raccoglie anche tutte le Pubblicazioni della Fondazione nel campo delle discipline umanistiche. In concreto, oltre alle riviste, le pubblicazioni della Cini presenti in questa saletta sono rispettivamente i volumi dell’Istituto di Orientalistica, i Cataloghi d’arte, le collane relative all’ambito musicale e di drammaturgia musicale, la collana letterario-teatrale; collane con rapporti di personaggi importanti con Venezia, la collana sulla spiritualità, le pubblicazioni sulle attività della Fondazione; e più in specifico Storia di Venezia, l’ Enciclopedia dello

Spettacolo, l’ Enciclopedia filosofica, ecc. (ossia materiali che nel corso del tempo

sono stati pubblicati dalla Fondazione o con la collaborazione della Fondazione e sono opere di consultazione generale). Sono inoltre recuperabili le attività di ricerca dei vari Istituti che spesso sfociano in attività editoriali: nello specifico ci si riferisce alla valorizzazione dei fondi e agli studi sui materiali della Fondazione.

Un’altra attività che secondo il Prof. Gagliardi si è rivelata e si rivela ancor oggi positiva a diretto contatto con il pubblico è la promozione di borse di studio per

80

laureandi e ricercatori. Questo progetto è sostenuto dalla Fondazione grazie a una preventiva ricerca dei finanziatori:”Le borse del Centro Vittore Branca, ad esempio,

hanno dei campi di ricerca preferenziali e gli studiosi decidono preventivamente quale tipo di borsa richiedere. Il Centro Internazionale di Studi della Civiltà Italiana, “Vittore Branca”, accoglie studiosi di ogni genere ed età, dai giovani ai più maturi e affermati. È un centro eterogeneo che abbraccia tutte le discipline umanistiche rivolgendosi anche ad artisti, letterati, musicologi e musicisti che, vincitori della borsa di studio, hanno l’opportunità di svolgere presso questa sede i loro studi. Il Centro viene monitorato da una struttura interna alla Fondazione che si occupa di far conoscere i progetti degli studiosi ai direttori dei vari Istituti per la loro approvazione”.

Oltre all’opera di promozione e diffusione della cultura di questo Centro, la Fondazione si distingue nel panorama italiano per un altro modo di operare in questo senso, accogliendo e riconoscendo lavori di ricerca di affermati studiosi dell’Est Europeo. Questo fu molto importante specialmente in anni passati, al tempo della divisione politica dell’Europa post-bellica, quando la Fondazione svolse uno speciale ruolo di apertura verso i paesi dell’Est: “Oggi questa collaborazione è

terminata a seguito della caduta della Cortina di Ferro. Ciononostante attività di partecipazione analoghe si possono tuttora ritrovare in iniziative di collaborazione con i paesi islamici i quali manifestano maggiori difficoltà di relazione culturale col mondo occidentale”.

Sempre nella prospettiva prospettiva di “scambi di culture”, oltre alla ricerca accademica, un’altra funzione della Fondazione è quella di promuovere occasioni di incontro svolgendo indirettamente una politica culturale di collegamento di Venezia a dimensione mondiale:“…un esempio chiaro che illustra perfettamente questa

realtà è il passato convegno su Matteo Ricci, il gesuita che 4 secoli fa portò la conoscenza della Cina in Occidente e, viceversa, portò la cultura occidentale in Cina. L’evento si è rivelato un successo sia per i contenuti, in quanto ha messo in evidenza le idee, i progetti, i mezzi e le tecniche con i quali consolidare rapporti durevoli con il

81

paese cinese, sia per la capacità di coinvolgere lontaniospiti, poiché all’evento erano presenti, oltre che storici, anche sinologhi, uomini politici e uomini d’affari”.

A parte questa analisi sull’operatività generale e specifica, un aspetto fondamentale affrontato con il Segretario Generale riguarda la capacità di sostenere finanziariamente le varie iniziative culturali intraprese dalla Istituzione, soprattutto in periodi di crisi come quello odierno: “… di fronte alla crisi che si sta imbattendo

sul nostro paese, la ricerca di fondi per sostenere la Fondazione risulta essere il compito più difficile. Se le iniziative culturali non sono specialmente prestigiose, i costi risultano ridotti ma è comunque difficile trovare chi è disposto a sostenerli. Per quel che riguarda invece le iniziative di carattere culturale più specifico, ciò risulta essere leggermente meno difficile”.

Nonostante la ricerca di fondi sia permanente, la Fondazione si basa soprattutto su specifici sostenitori, ossia istituzioni che si impegnano almeno per 3 anni, a contribuire al pagamento delle spese generali dell’isola di San Giorgio ed è stato ribadito come il 60% dei fondi sia rivolto al mantenimento dell’isola (gestione ordinaria, cura degli edifici, manutenzione dei parchi, urbanistica) mentre quel che si riesce ad avere in più viene destinato alla cultura: “Questa seppur rigida

partizione dei fondi risulta strettamente necessaria per l’obbligo di mantenimento dell’isola per conto dello Stato”.

82