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CAPITOLO 3. LA FONDAZIONE CINI p

3.5 L’evoluzione obbligata della Fondazione p

3.5.1 Il “nuovo” approccio della Fondazione Cini p

Il “nuovo” approccio della Fondazione Cini è caratterizzato da una rinnovata passione intellettuale che rispetto agli anni trascorsi propone una serie di attività culturali peculiari ed al “passo con i tempi” mantenendo la funzione originaria di luogo eletto di incontri di culture e di idee.

Nello specifico, l’anno 2013 è stato programmato con una serie di eventi, convegni, mostre, concerti, spettacoli, presentazioni di libri e seminari, il tutto scelto con parsimoniosa attenzione. L’anno ha proposto due anniversari particolarmente importanti: il centenario della nascita di Vittore Branca e i cinquant’anni dalla morte di Angelo Roncalli. Il primo anniversario è stato celebrato con un convegno

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P. L. SACCO, G. TAVANO BLESSI, S. VERGANI, Il “capitale culturale” di Venezia. Quale risorsa per lo sviluppo

della città? in Turismo e città d’arte, cit., p. 27.

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U. AGNATI, La Fondazione Giorgio Cini cinquant’anni di storia, cit., pp. 305-306.

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internazionale di studi Le lezioni di Vittore Branca, realizzato il 7 e l’8 maggio scorsi in collaborazione con l’Università degli Studi di Padova e l’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, per porre in evidenza la figura di Branca, a lungo il principale ispiratore e promotore delle attività dell’Istituzione: in sua memoria è stato dedicato uno dei progetti più recenti e ambiziosi, cioè la creazione del Centro Internazionale di Studi della Civiltà Italiana - di cui si tratterà nel paragrafo successivo -153.

Per quanto riguarda Angelo Roncalli, Papa Giovanni XXIII, è stato anch’egli una figura centrale nella storia della Fondazione: è a lui, nella sua qualità di Patriarca di Venezia, che Vittorio Cini lascia “l’Ufficio del Fondatore” e con esso la garanzia perpetua dell’autonomia politica e intellettuale dell’Istituzione.

L’anniversario della morte di Roncalli è stato onorato con un convegno dedicato alla sua figura, in particolare riferimento alla sua esperienza veneziana.

In linea con l’organizzazione di incontri, dimostratisi perfette occasioni di sviluppo di idee e saperi sinergici, la prima parte dell’anno è stata caratterizzata da altrettanti appuntamenti culturali, dedicati all’arte contemporanea: la mostra Fragile?, ha presentato circa trenta opere di artisti internazionali che, tra i consueti materiali, hanno utilizzato anche il vetro come medium della loro poetica, da Marcel Duchamp e Joseph Beuys fino a Damien Hirst, o Giovanni Anselmo o Jannis Kounellis. Questa mostra deriva dal progetto Le Stanze del Vetro, iniziativa congiunta con il Pentagram Stiftung, nata con l’obiettivo di valorizzare l’arte vetraria del Novecento mettendo in risalto le innumerevoli potenzialità di questa materia attraverso la mostra monografica di fine estate scorsa, dedicata alle creazioni del celebre artista Napoleone Martinuzzi (1892-1977) per la vetreria Venini tra il 1925 e il 1932.

Il particolare contesto della produzione vetraria che caratterizzava la mostra

Fragile? deriva dall’obiettivo della Fondazione di offrire un estratto della tradizione

artigianale veneziana: si propone come spazio in cui la precisione e l’originalità del manufatto vengono soppiantate dalla trasparenza, fragilità, resistenza, imprecisione

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e levigatezza, attingendo dall’esperienza della realtà quotidiana e industriale e del linguaggio artistico contemporaneo154.

Da segnalare anche la mostra Marc Quinn, a cura di Germano Celant, in quanto risulta essere la più grande rappresentazione antologica veneziana di sculture, dipinti e installazioni dedicata a questo artista, uno dei principali protagonisti dei cosiddetti “Young British Artists”. Quinn ha saputo mettere in discussione i codici della natura attraverso l’uso di materiali che “non accettano compromessi” come il ghiaccio, il marmo, il piombo, le feci ed il sangue, attraverso i quali le opere esplorano vita, morte, sessualità e religione in modo poetico e allo stesso tempo duramente provocatorio. Lo scopo della mostra è far rispecchiare, attraverso opere spettacolari, il mondo quotidiano dopo l’11 settembre 2001 e il rapporto che inevitabilmente viene a crearsi quando la cultura si unisce alla natura155.

Se la Fondazione è nota soprattutto per il suo impegno nella valorizzazione dell’arte antica, e in particolare veneta, con questi esempi ha anche dato contributi decisivi e di altissimo livello alla promozione dell’arte contemporanea: i progetti Marc Quinn,

Fragile? e Le Stanze Del Vetro sono profondamente coerenti da un lato, con le

tradizioni della Fondazione, dall’altro con la sua propensione all’innovazione, anche la più provocatoria.

Il terzo appuntamento artistico degno di nota riguarda Il mito di Aracne. Arazzi

francesi da Picasso alla postmodernità, curata da Françoise Ducros e organizzata in

collaborazione con Le Mobilier National et Manofactures des Gobelins, de Beauvais et de la Savonnerie che, dal 30 maggio al 29 settembre si è proposta per affrontare il tema dell’originalità dell’opera d’arte tessuta, esplorando la relazione tra modernità e postmodernità nell’evoluzione di questa forma d’arte.

Queste ultime due mostre sono state inaugurate in concomitanza con la Biennale d’Arte 2013 a conferma del crescente interesse della Fondazione per la valorizzazione delle arti applicate156.

154

“Lettera da San Giorgio - Fondazione Giorgio Cini Onlus”, cit., p. 3.

155

“Lettera da San Giorgio - Fondazione Giorgio Cini Onlus”, cit., pp. 6-10.

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In occasione dell’iniziativa Art Night 2013, ideata dall’Università Ca’ Foscari in stretta collaborazione e partnership oltre che con la Fondazione, anche con il Comune di Venezia e l’Assessorato al Commercio e qualità urbana, tutte queste iniziative sono state rese gratuite prolungando fino alle ore 24 l’orario d’apertura157.

Lo scopo di questa scelta deriva dalla consapevolezza che la cultura debba essere alla portata di tutti, capace di sviluppare la conoscenza senza costrizioni di tempo. In linea con la prospettiva culturale di stare “al passo con i tempi” sono da citare altre importanti iniziative: il convegno internazionale di studi L’ascolto della musica

nell’epoca della riproducibilità tecnica. Giovanni Morelli in memoriam, è stato un

appuntamento con speciale significato svoltosi dal 22 al 24 vive poiché ha riunito i principali studiosi di musicologia europei e statunitensi per l’analisi del ruolo delle tecnologie meccaniche ed elettroniche nella conservazione e nella valorizzazione delle eredità culturali, le quali hanno condizionato il modo di ascoltare e archiviare la musica determinando una cesura senza precedenti158.

Infine, il concerto Konono N° 1 è un evento perfettamente in linea con la modernità, realizzato congiuntamente dall’Istituto Interculturale di studi Musicali comparati e il teatro Fondamenta Nuove, in onore del gruppo di musicisti che danno nome al concerto. Provenienti da Kinshasa, città della Repubblica Democratica del Congo che negli anni ’60 era stata centro propulsore della nuova musica urbana congolese, questo gruppo emerge per l’utilizzo degli strumenti musicali elettrificati con materiale di recupero, modificando la tradizionale musica urbana congolese con una vena rock ed elettronica: il concerto ha determinato diversi spunti per confrontarsi con la sostanziale transculturalità dei fenomeni musicali contemporanei159.

Per quanto riguarda l’attività dei Corsi internazionali di alta cultura - della cui attività si è accennato in precedenza160 - è qui da evidenziare come la tradizione oggi sia stata ripresa e rinnovata dai “Dialoghi di San Giorgio”. Questa iniziativa di altissimo spessore culturale offre a un numero ristretto di studiosi ed esperti di

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Dal sito internet della Fondazione Cini www.cini.it.

158

“Lettera da San Giorgio - Fondazione Giorgio Cini Onlus, cit., pp. 4-5.

159

“Lettera da San Giorgio - Fondazione Giorgio Cini Onlus”, cit., pp. 6-7.

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fama internazionale, appartenenti a diverse tradizioni disciplinari e culturali, la possibilità di confrontarsi e di discutere, nell’arco di tre giorni, i loro punti di vista su temi di grande rilevanza politica, sociale o culturale. La prima edizione dei Dialoghi si è svolta nel settembre del 2004 sul tema Le atmosfere della libertà. Per

un’ecologia del Buon Governo, dedicata all’analisi della “ecologia” che rende vivibili

le forme istituzionali della democrazia e al dibattito sulla sua “esportabilità”. La seconda edizione si è tenuta nel settembre 2005, sul tema Le architetture di Babele.

Creazioni, estinzioni, intercessioni nei linguaggi del mondo globale la cui discussione

ha previsto la riunione di linguisti, scrittori, sociologi, filosofi, storici e antropologi i quali hanno sollevato due questioni: quanto oggi il linguaggio consenta ancora di valorizzare le individualità, le autonomie e le tradizioni, e quali equilibri possano stabilirsi tra le grandi lingue di comunicazione e le lingue nazionali e minoritarie. La terza edizione Martíri. Testimonianze di fede, culture della morte, nuove forma di

azione politica ha invece aperto il dibattito sulla irruzione nella società globalizzata

dei “nuovi martiri” che incarnano una visione offensiva della testimonianza dandosi spontaneamente la morte e arrecandola agli altri161.