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CAPITOLO 1: CHI È WANG XIAOBO

1.4. Le fonti occidentali

Come anticipato nei paragrafi precedenti, Wang Xiaobo ha avuto modo di avvicinarsi ad autori stranieri in diverse occasioni della sua vita: di certo la biblioteca paterna, ben fornita di testi occidentali tradotti in lingua cinese, ha acceso l’interesse del giovane Xiaobo nei confronti della letteratura mondiale e gli ha permesso di apprezzare testi diversi da quelli letti in patria per contenuti e stile. Ovidio, Boccaccio, Shakespeare, Mark Twain, Theodor Storm sono solo alcuni degli autori che Wang Xiaobo apprezzò fin dagli anni dell’adolescenza, ma già da questi è possibile intuire la varietà di stili, epoche e luoghi che il giovane Wang Xiaobo incontrò in letteratura. Naturalmente, crescendo l’autore ebbe la possibilità di leggere anche altri autori stranieri in traduzione e poi, una volta negli Stati Uniti, in lingua inglese.

Sebbene egli non l’abbia mai citato espressamente, molti critici sono concordi nel dire che la lettura di Storia della sessualità di Michel Foucault – opera ampiamente analizzata dalla moglie Li Yinhe per gli studi sociologici condotti nel campo della sessualità – abbia influenzato il pensiero dell’autore. In particolare, la riflessione di Foucault sul rapporto che intercorre tra potere, sapere e sessualità, dà la conferma a Wang

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Xiaobo che ogni relazione di potere non è mai totalmente asimmetrica, e ciò che è identificato come vittima spesso acquisisce una sorta di posizione di potere nei confronti dell’oppressore.88 La comprensione che Wang Xiaobo ha della società e delle sue

relazioni con lo Stato porta senza dubbio i segni della teoria del potere di Foucault: anche l’autore cinese intende infatti i fenomeni sociali come relazioni di potere, dove le tecniche disciplinari sviluppate dallo Stato vengono contrastate dall’individuo attraverso la resistenza corporea.89

Wang Xiaobo è stato certamente influenzato anche da altri autori e pensatori occidentali che ha avuto modo di leggere e di apprezzare nel corso della sua vita fin dalla giovane età: lo studioso Wu Congju ne ha individuati centosettantatré citati ben cinquecentodieci volte nelle sue opere, sia di saggistica che di narrativa, che spaziano da riferimenti a uomini di scienza quali Galileo Galilei, Einstein, Newton e Bohr a pensatori e filosofi di diverse epoche come Socrate e Platone, Leibniz, Nietzsche, Freud, Russell e Foucault. Inoltre, sono numerosissimi i riferimenti rivolti agli scrittori più amati dall’autore come Marguerite Duras, Italo Calvino, George Orwell, Marguerite Yourcenar, George Bernard Shaw, Milan Kundera e Mark Twain, per citare solo i nomi che figurano più spesso all’interno della sua produzione.90 Mentre dell’apprezzamento speciale nei confronti di Italo Calvino e dell’influenza di quest’ultimo sugli scritti dell’autore si parlerà più approfonditamente nei capitoli successivi, nel paragrafo seguente si riporta integralmente il testo di un saggio scritto da Wang Xiaobo intitolato “Wo de shicheng” 我的师承 [I miei maestri], dove l’autore dichiara l’ispirazione ricevuta dalla letteratura straniera e, in particolar modo dalla lingua utilizzata e perfezionata dai grandi traduttori cinesi del Novecento.

88 VEG, “The Subversive…”, cit., p. 110.

89 SebastianVEG, Commemorating an Anti-Authoritarian Provocateur: Reflections on Wang Xiaobo (May 13, 1952 - April 11, 1997), in “Los Angeles Review of Books Blog”, 2017,

http://blog.lareviewofbooks.org/chinablog/commemorating-anti-authoritarian-provocateur-reflections- wang-xiaobo/, 16 novembre 2019.

90 WU Congju 仵从巨, “Zhongguo zuojia Wang Xiaobo de ‘Xifang ziyuan’” 中国作家王小波的 “西方资

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1.4.1. “I miei maestri”

Di seguito si riporta la traduzione del saggio “Wo de shicheng” 我的师承 [I miei maestri]91 inserito da Wang Xiaobo come prefazione alla raccolta Qingtong shidai 青铜 时代 [L’età del bronzo], l’opera che forse più delle altre dimostra la conoscenza e l’interesse dell’autore nei confronti della letteratura straniera e che analizzeremo più dettagliatamente nei capitoli successivi.

I MIEI MAESTRI

Finalmente ho trovato il coraggio di parlare dei miei maestri letterari.

Una volta, quando ero piccolo, mio fratello mi fece leggere la traduzione di Mu Dan de

Il cavaliere di bronzo: T’amo, creatura di Pietro,

Amo il tuo grande ed armonioso aspetto, Il regale corso della Neva,

Delle sue rive il granito92

Si tratta di un poema eroico raffinatissimo – mi disse – e questa è di certo la sua versione migliore. Vedrai che quest’altra traduzione non regge il confronto:

Ti amo costruzione di Pietro Amo la tua esteriorità solenne

Ho capito: il secondo traduttore deve essere del Nord-est, la sua versione tocca quasi i toni ridicoli dell'opera del Jilin…93 Non c’è paragone con la traduzione di Mu Dan!

91 WANG Xiaobo 王小波, “Wo de shicheng” 我的师承 (I miei maestri), in Wang Xiaobo 王小波, Qingtong shidai 青铜时代 (L’età del bronzo), Pechino, Zuojia chubanshe, [1997], 2015, pp. 1-4.

92 N.d.T.: È stata scelta la traduzione di Tommaso Landolfi, scrittore e poeta oltre che traduttore e studioso

di letteratura russa, poiché si crede possa rendere giustizia all’intenzione di Wang Xiaobo di riportare la traduzione del testo di Puškin ad opera di un poeta cinese.

(Aleksandr Sergeevič PUŠKIN, Poemi e liriche, trad. Tommaso Landolfi, Torino, Einaudi, 1982)

93 N.d.T.: L’opera del Jilin, anche chiamata Errenzhuan, è un tipo di rappresentazione popolare della Cina

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È a quindici anni che ho capito quale tipo di scrittura può considerarsi valida.

Arrivato a quasi quarant'anni, solo dopo aver letto L'amante tradotto da Wang Daoqian, mi sono reso conto di quale orizzonte di scrittura può toccare un romanzo. Wang Daoqian è stato un poeta prima che un traduttore, e infatti ha una capacità di scrittura eccellente. Che la sua vita sia stata dura è evidente nella sua abilità di tradurre in età matura, frutto di un dolore profondo. Ascoltate un po' l'incipit de L'amante:

Un giorno, ero già avanti negli anni, in una hall mi è venuto incontro un uomo. Si è presentato e mi ha detto: “La conosco da sempre. Tutti dicono che da giovane lei era bella, io sono venuto a dirle che la trovo più bella ora, preferisco il suo volto devastato a quello che aveva da giovane”.94

Questo è anche il ritratto della vita di Wang Daoqian. Il testo di Marguerite Duras è senz’altro buono, ma anche l'abilità traduttiva di Wang Daoqian lo è, sottende le innumerevoli avversità che ha dovuto superare nel corso della sua vita. L'aiuto di Mu Dan e Wang Daoqian è stato per me persino più grande di quello offertomi da tutti gli scrittori cinesi del Novecento. Altre conoscenze sulla letteratura moderna sono facili da acquisire, ma se non ci fossero stati autori come Mu Dan e Wang Daoqian, non ci sarebbero i testi dove poter studiare la miglior lingua letteraria. Oltre a loro due, anche altri traduttori utilizzano un’ottima lingua letteraria: per esempio, all'interno di una raccolta di poesie tedesca troviamo questi versi in traduzione95:

La nebbia cala, cade il fogliame Riempiamoci il bicchier di vino!

Il ritmo è indimenticabile, questa è poesia! Nei confronti di questi maestri io provo molto più che rispetto, li amo. La comprensione e la consapevolezza di questi traduttori nei confronti del cinese moderno non è tutt'oggi paragonabile a nessun altro. Se si può dare un contributo tale alla propria lingua madre, di certo non si è vissuti invano.

umoristiche. Nel linguaggio comune, l’opera del Jilin viene spesso associata a sketch comici e ridicoli, che in alcuni casi possono sfociare in volgarità.

94 Marguerite DURAS, L’amante, trad. di Leonella Prato Caruso, Milano, Feltrinelli, 1985, p. 11.

95 N.d.T.: Il traduttore a cui Wang Xiaobo fa riferimento in questo caso è Qian Chunqi, mentre il testo è

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Wang Daoqian e Mu Dan sono stati due poeti brillanti. Poi, grazie a eccezionali doti letterarie e per amor proprio, non hanno più voluto scrivere, ma solo tradurre: hanno preferito lasciarci dei testi che risuonassero come una melodia. Le parole sono fatte per essere lette, per essere ascoltate, non per essere guardate: se volete qualcosa da guardare, ci sono i libri illustrati. Se non si capisce questo punto, allora non si può che scrivere disarmonici testi spazzatura. Il pensiero, la lingua e la scrittura sono un insieme organico, se il testo che si legge è disarmonico, anche il significato non può essere ben veicolato: questa è la verità più semplice, ma se non ci fosse stata la generazione precedente alla mia a dirmelo, come avrei potuto saperlo? Delle volte, anche io scrivo testi piuttosto grezzi, poi quando li rileggo mi sento così in imbarazzo che nessun posto è buono per nascondermi, vorrei davvero calarmi le braghe e prenderle dal maestro Wang Daoqian. Mencio disse: “Ciò che è davvero vergognoso è l'ignorare cosa sia vergognoso”. Se oggi io sono dotato del senso della vergogna in letteratura, è solo merito degli insegnamenti di questi maestri. Per me le loro opere letterarie sono di incitazione molto più di una frusta. Riportarli all'attenzione dei giovani di adesso, ricordarne i nomi e leggerne le opere è un mio dovere.

Ora si potrebbe obiettare che Wang Daoqian e Mu Dan sono traduttori, e che quindi, nella storia della letteratura, non possano essere messi sullo stesso piano degli scrittori. Questo è certamente vero, ma bisogna prendere in considerazione anche che cosa sia il testo scritto. Secondo me, l'ordine letterario del nostro Paese è completamente sottosopra: sono conosciutissime opere di terza categoria, mentre i capolavori letterari risultano ignoti al grande pubblico.

Ma ciò che fa più male, è constatare che le opere migliori non sono state composte: le opere migliori avrebbero potuto essere state scritte da Mu Dan e Wang Daoqian nel fiore degli anni, mentre ora sono solo Giardini pensili di Babilonia... Le loro aspirazioni poetiche in giovane età sono persistite fino alla vecchiaia, ma se avessero vissuto gli anni dell’età adulta in un contesto come quello odierno, avrebbero sicuramente scritto dei pezzi validissimi. Purtroppo però, Mu Dan e Wang Daoqian ora non ci sono più...

Da giovane lessi le traduzioni in prosa di Fu Lei, Ru Long e altri traduttori. Tutta gente brava, eppure, le migliori traduzioni sono quelle ad opera dei poeti: sono stati i poeti ad aver scoperto il ritmo del cinese moderno. Senza di questo, non ci sarebbe la letteratura.

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È importante dunque dire che in Cina una lingua letteraria pura e perfetta esiste già, ciò che rimane da fare è facile, bisogna solamente studiarla. Non ci servono dialetti cacofonici, né abbiamo bisogno di scrivere in un wenyan96 astruso e dalla carenza espressiva. Io

davvero non conosco il motivo per cui gli autori ancora oggi si ostinino a servirsi di una scrittura scadente, ma sarebbe irragionevole ignorare il contributo che i traduttori della scorsa generazione hanno dato alla letteratura.

Come mostrano i pionieri francesi del Nouveau Roman, la narrativa si sta trasformando nella direzione della poesia; Milan Kundera sostiene che il romanzo debba assomigliare alla musica; un amico italiano mi ha detto che i romanzi di Italo Calvino sono estremamente piacevoli nella lettura, armoniosi come un filo di perle versato a terra. Anche se io non capisco il francese né l'italiano, sono in grado di ascoltare il ritmo di un romanzo, e questo lo devo all'eredità che mi hanno lasciato i poeti.

Ho sempre voluto riconoscere che i miei maestri letterari sono risorse così poco note. Anche se appare come voler cantare le mie lodi, da quando Wang Daoqian e Mu Dan sono morti, io non avevo ancora trovato il coraggio di scrivere un saggio del genere, perché d’ora in poi, se la mia scrittura non fosse buona, sarebbe come infangare il loro nome. Se qualcosa di positivo è ancora ravvisabile nella letteratura cinese moderna, la sua origine risiede nei corpi di quei due traduttori defunti. Quando ero giovane, sapevamo tutti che se eravamo alla ricerca di un buon testo, bisognava leggere quelli tradotti, poiché gli autori migliori sono quelli che traducono. Questo è stato per anni il nostro segreto, nessuno lo ha tramandato. Morto Wang Daoqian, non so se qualche altro autore vivente sia in grado di scrivere testi altrettanto buoni, ma i suoi libri ci sono ancora, e possono diventare modelli di studio della letteratura. I testi che ho scritto negli ultimi tempi sono qui raccolti, non perché il loro livello di scrittura sia già così alto, ma poiché non svelare questo segreto ai più giovani sarebbe ingiusto. Nessuno gliene ha parlato, conoscono la letteratura solo per fama e non sono in grado di distinguere un testo valido da uno scadente.

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