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CAPITOLO 2: WANG XIAOBO E ITALO CALVINO

2.3. Due mondi letterari a confronto: Wang Xiaobo e le Lezioni di Calvino

2.3.5. Molteplicità

L’eccessiva ambizione dei propositi può essere rimproverabile in molti campi d’attività, non in letteratura. La letteratura vive solo se si pone degli obiettivi smisurati, anche al di là d’ogni possibilità di realizzazione. Solo se poeti e scrittori si proporranno imprese che nessun altro osa immaginare la letteratura continuerà ad avere una funzione.219

Italo Calvino

L’ultimo valore letterario che Calvino ci consegna è quello della molteplicità: la capacità della letteratura di ricondurre l’uno al molteplice.220 L’autore utilizza l’immagine della letteratura come una rete, sostenendo che “la grande sfida per la letteratura è il saper tessere insieme i diversi saperi e i diversi codici in una visione plurima, sfaccettata del mondo”,221 rivendicando il ruolo enciclopedico del romanzo contemporaneo, che ha

dunque il potere di costituire “un metodo di conoscenza”, una “rete di connessione tra i fatti, tra le persone, tra le cose del mondo”.222 Ciò a cui Calvino sta alludendo

naturalmente non è una funzione pedagogica della letteratura nella spiegazione del mondo, ma la tensione verso un’opera letteraria che scardini i limiti finora impostile, “un’opera che ci [permetta] d’uscire dalla prospettiva limitata d’un io individuale”.223 Il riferimento

è senz’altro al lavoro forse più sperimentale dell’autore, l’iper-romanzo Se una notte

d’inverno un viaggiatore: un’opera dove Calvino si interroga sul ruolo della letteratura e

sulle sue possibilità, investigando il rapporto tra Lettore e Scrittore, in una interazione

218 VEG, Minjian, cit., p. 78. 219 CALVINO, Lezioni, cit., p. 123.

220 Italo CALVINO, La squadratura, introduzione a Giulio Paolini, Idem, Einaudi, Torino, 1975, p. XIII, cit.

in, Cesare SEGRE, Teatro e romanzo. Due tipi di comunicazione letteraria, Torino, Einaudi, 1984, p. 165.

221 CALVINO, Lezioni, cit., p 123. 222 Ivi, p. 116.

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diretta dello scrittore stesso con il proprio lettore, nella direzione di un romanzo dalle infinite prospettive, molteplice e dai confini tanto più labili quanto più geometricamente costruiti. Sebbene Se una notte d’inverno un viaggiatore cominci con un dialogo aperto con il Lettore dell’opera – un lettore ipotetico e indefinito, quanto più vago possibile perché ognuno dei lettori reali ve ne si possano immedesimare – quello che in realtà Calvino fa all’interno del proprio metaromanzo è mettere in scena la figura dell’Autore stesso, la cui funzione demiurgica viene rivelata proprio dalla messa a nudo dei meccanismi di costruzione e progettazione dell’opera letteraria.224 Quel che appare come

un romanzo incentrato sul Lettore è in realtà il romanzo dello Scrittore,225 dal momento

che il Lettore non gode affatto della libertà che il testo sembra concedergli. Se una notte

d’inverno un viaggiatore “è piuttosto un catalogo o enciclopedia o algoritmo per calcolare

un minimo comune denominatore dell'universo narrabile, un repertorio del romanzo guardato attraverso un prisma ottico e un filtro acustico manovrati da ltalo Calvino”226 e risponde dunque alla ricerca di molteplicità in un’opera, conferendo alla letteratura quell’infinità irraggiungibile nella vita reale.

Sarà proprio questo concetto di Molteplicità, di infinità dei possibili nel mondo narrativo a colpire Wang Xiaobo, che, tra tutte le tematiche dell’opera calviniana trattate sinora, viene ispirato maggiormente proprio da questa concezione: e infatti è lui stesso ad affermare all’interno del suo saggio sull’autore ligure: “Penso che sia necessario apprezzarne l’idea di fondo: ovvero che l'arte narrativa gode di infinite possibilità. Questo può venir forse giudicato negativamente da qualcuno?”.227 Dunque, la concezione dell'infinità dei mondi possibili che può narrare il romanzo e l'infinità dei modi possibili in cui può farlo è probabilmente la Lezione che Wang Xiaobo più ha cercato di imparare e immettere nella propria opera. Questo concetto per cui l'autore nomina espressamente Calvino come maestro, gli viene ispirato anche dall'altro grande filo conduttore dell'influenza che la letteratura straniera ha avuto su Wang Xiaobo: L’amante di Marguerite Duras, un'opera che lo scrittore cinese commenta così: “Ogni singolo paragrafo è studiato nel minimo dettaglio”, “la narrazione non si sviluppa secondo una

224 Cesare SEGRE, Teatro e romanzo. Due tipi di comunicazione letteraria, Torino, Einaudi, 1984, p. 151. 225 Ibidem.

226 SCARPA, op. cit., p. 228.

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sequenza spazio-temporale, ma segue un altro tipo di logica, ed è questo tipo di logica che per me significare fare arte”.228 Wang Xiaobo ritiene che il compito di uno scrittore debba essere quello di ricercare con uno sforzo costante di raggiungere una forma narrativa quanto più perfetta possibile. Un compito senza ombra di dubbio molto difficile da raggiungere, se non impossibile, ma è in questa tensione verso la forma perfetta dell'arte narrativa che lo scrittore può esplorare le infinite possibilità del romanzo. Ed è proprio questo che Wang Xiaobo tenta di fare in Qingtong shidai 青铜时代 [L’età del bronzo], la propria trilogia più sperimentale, dove la narrazione prende la forma di un assurdo labirinto, complesso e preciso allo stesso tempo.229 Ed è attraverso la tessitura di

un romanzo che travalica i limiti della finitezza della realtà che l’autore può trascendere il proprio io, la propria singolarità individuale, in una ricerca del molteplice, di un’illimitatezza di prospettiva che forse solo la letteratura può dare. Qui emerge la comune concezione – calviniana e di Wang Xiaobo – di una letteratura autosufficiente, che indaghi la realtà allontanandosene sulle ali della fantasia quando e come vuole, una letteratura “come funzione esistenziale”,230 nella perenne ricerca di una dimensione

utopica di “leggerezza come reazione al peso di vivere”231.232

228WANG Xiaobo 王小波, “Yong yi sheng lai xuexi yishu” 用一生来学习艺术 (Studiare l’arte attraverso

la vita), in Wang Xiaobo wenji - di si juan 王小波文集 – 第四卷 (L’opera completa di Wang Xiaobo - volume IV), Pechino, Zhongguo qingnian chubanshe, 1999, p. 307, cit. in Chen Peihao 陈培浩, “Zou xiang Kaerweinuo —— Lun Wang Xiaobo dui Kaerweinuo de jieshou” 走向卡尔维诺——论王小波对卡尔维 诺的接受 (Alla volta di Calvino: sulla ricezione di Calvino da parte di Wang Xiaobo), in Wenjiao ziliao, 5, 2008, p. 19.

229 CHEN Peihao 陈培浩, “Zou xiang Kaerweinuo —— Lun Wang Xiaobo dui Kaerweinuo de jieshou” 走

向卡尔维诺——论王小波对卡尔维诺的接受 (Alla volta di Calvino: sulla ricezione di Calvino da parte di Wang Xiaobo), in Wenjiao ziliao, 5, 2008, p. 19.

230 CALVINO, Lezioni, cit., p. 33 231 Ibidem.

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2.4. Elementi postmoderni nell’opera di Wang Xiaobo: l’utilizzo della