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CAPITOLO 2: WANG XIAOBO E ITALO CALVINO

2.3. Due mondi letterari a confronto: Wang Xiaobo e le Lezioni di Calvino

2.3.2. Rapidità

Il secolo della motorizzazione ha imposto la velocità come valore misurabile, i cui records segnano la storia del progresso delle macchine e degli uomini. Ma la velocità mentale non può essere misurata e non permette confronti o gare, né può disporre i propri risultati in una prospettiva storica. La velocità mentale vale per sé, per il piacere che provoca in chi è sensibile a questo piacere, non per l’utilità pratica che si possa ricavarne. Un ragionamento veloce non è necessariamente migliore d’un ragionamento ponderato; tutt’altro; ma comunica qualcosa di speciale che sta proprio nella sua sveltezza.160

Italo Calvino

La seconda Lezione di Calvino tratta del tema della rapidità in letteratura, una rapidità di stile e di pensiero che, secondo l’autore ligure, non implica negligenza o incuria, ma “vuol dire soprattutto agilità, mobilità, disinvoltura”,161 un’economia espressiva, un messaggio

di immediatezza che permea l’opera letteraria. Questo concetto ben si coniuga con un genere tanto caro a Calvino e da cui trae forme, personaggi e linguaggio per la sua opera, ovvero quel del folktale, il racconto fiabesco, la leggenda popolare. Forse da qui nasce la predilezione dell’autore per le forme di narrativa brevi, e infatti egli stesso sostiene:

159 ZHANG Yihong 张懿红, “Wang Xiaobo xiaoshuo yishu de yuanyuan yu chuanghua” 王小波小说艺术

的渊源与创化 (Origine e creazione dell’arte narrativa di Wang Xiaobo), in Zhongguo bijiao wenxue, 57, 4, 2004, p. 140.

160 CALVINO, Lezioni americane, cit., pp. 52-53. 161 Ivi, p. 53.

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“Sono convinto che scrivere prosa non dovrebbe essere diverso dallo scrivere poesia; in entrambi i casi è ricerca d’un’espressione necessaria, unica, densa, concisa, memorabile. È difficile mantenere questo tipo di tensione in opere molto lunghe: e d’altronde il mio temperamento mi porta a realizzarmi meglio in testi brevi”.162

La stessa propensione alla scrittura di opere brevi contraddistingue Wang Xiaobo che, come si è visto nel capitolo precedente, scrive prevalentemente zhongpian xiaoshuo 中篇小说 e zawen 杂文, rispettivamente opere di narrativa dalla media lunghezza, equiparabili in alcuni casi alle nostre novelle, in altri al romanzo breve, e opere di saggistica molto brevi, concise e acute. Dunque, anche Wang Xiaobo si fa portatore di quell’ideale di “rapidità di stile e di pensiero” di cui parla Calvino facendo proprio questo concetto e riflettendolo sulla lingua in cui scrive, naturalmente molto diversa dalla lingua italiana, ma che si prefigge comunque di farsi portatrice di quel ritmo a cui Calvino fa riferimento. Se infatti la prosa calviniana è contraddistinta dall’utilizzo di una sintassi “variata e limpida”, sobria, precisa ma concreta, non per questo carente di diversificazione espressiva,163 ciò che più Wang Xiaobo apprezza e identifica come cifra sintattica dell’autore italiano è proprio la musicalità, il ritmo della sua opera. Anche egli, infatti, auspica per il futuro della narrativa un linguaggio che vada sempre più verso la direzione di quello poetico, proprio come sostiene Calvino nella citazione sopra riportata. Di questo aspetto si approfondirà più nel dettaglio nella disquisizione della Lezione successiva, ovvero l’Esattezza, ma qui ci preme sottolineare come Wang Xiaobo vedesse in Calvino un grande maestro dal punto di vista della musicalità della sua prosa, considerata dall’autore cinese estremamente melodiosa. Nelle sue parole:

Come mostrano i pionieri francesi del Nouveau Roman, la narrativa si sta trasformando nella direzione della poesia; Milan Kundera sostiene che il romanzo debba assomigliare alla musica; un amico italiano mi ha detto che i romanzi di Italo Calvino sono estremamente piacevoli nella lettura, armoniosi come un filo di perle versato a terra. Anche se io non capisco il francese né l'italiano, sono in grado di ascoltare il ritmo di un romanzo, e questo lo devo all'eredità che mi hanno lasciato i poeti.164

162 Ivi, p. 56.

163 Mario BARENGHI, Italo Calvino, le linee e i margini, Bologna, Il Mulino, 2007, p. 147.

164 WANG Xiaobo 王小波, “Wo de shicheng” 我的师承 (I miei maestri), in Wang Xiaobo 王小波, Qingtong shidai 青铜时代 (L’età del bronzo), Pechino, Zuojia chubanshe, [1997], 2015, pp. 3-4.

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Wang Xiaobo sostiene di non essere ancora riuscito ad arrivare a un livello così alto di composizione letteraria, ma in realtà il ritmo è proprio una delle cifre stilistiche della sua opera. La moglie Li Yinhe dichiara infatti che i suoi testi, se analizzati con molta attenzione, nascondono al loro interno una musica propria.165 Attraverso la ripetizione di

alcuni termini, una narrazione concisa, e un’apparente semplicità di linguaggio – dove la scelta espressiva non è in realtà mai lasciata al caso – Wang Xiaobo ottiene quindi un testo melodioso e dal ritmo incalzante allo stesso tempo. Ne è un esempio il seguente brano tratto dalla novella Huangjin shidai 黄金时代 [L’età dell’oro]:

Nonostante tutti credessero che lei fosse una poco di buono, lei non sentiva di esserlo perché una poco di buono tradisce il proprio compagno, ma lei non lo aveva tradito. Sebbene fosse trascorso un anno da quando suo marito era entrato in prigione, lei non lo aveva tradito, né lo aveva tradito prima di allora. Quindi proprio non capiva com'è che la gente la considerasse una poco di buono. Se io avessi voluto consolarla, non sarebbe stato difficile, avrei potuto servirmi della logica per dimostrare che non era una poco di buono: se Chen Qingyang fosse stata una poco di buono, avrebbe tradito il suo compagno, e quindi ci sarebbe dovuto essere un altro uomo con cui farlo. Ma siccome nessuno ad oggi avrebbe potuto dichiarare che vi fosse, il tradimento di Chen Qingyang non poteva essere provato. Invece insistei nel dire che Chen Qingyang era una poco di buono, e su questo non c'erano dubbi. 166167

La versione italiana del testo potrà apparire al lettore piuttosto ridondante e ripetitiva nel succedersi della parola “poco di buono” (poxie 破鞋) e nelle declinazioni del concetto di “tradimento”, “tradire” (han 汉 ), ma tali ripetizioni si sono volute mantenere appositamente nella versione tradotta per mettere in luce quello che lo studioso Wang Yinhui sottolinea della ritmicità del testo: la parola “poco di buono” (poxie 破鞋) compare

165 WANG Xiaobo 王小波, Wo de jingshen jiayuan 我的精神家园 (La mia casa spirituale), Pechino,

Wenhua yishu chubanshe, 2002, p. 379, cit. in Wang Yinhui 王银辉, “Xiaoshuo yu shige yishu de jiaocha yu ronghe —— Lun Kaerweinuo xiaoshuo chuangzuo de shihua zhuiqiu dui Wang Xiaobo de yingxiang” 小说与诗歌艺术的交叉与融合——论卡尔维诺小说创作的诗化追求对王小波的影响 (Integrare l’arte poetica e la narrativa: sull’influenza calviniana su Wang Xiaobo della ricerca del poetico nella creazione romanzesca), in Chongqing wenli xueyuan xuebao, 28, 6, 2009, p. 52.

166 Grassetto e corsivo sono di chi scrive.

167 WANG Xiaobo 王小波, Huangjin shidai 黄金时代 (L’età dell’oro), Guangzhou, Huacheng chubanshe,

1999, p. 3, cit. in Wang Yinhui 王银辉, “Xiaoshuo yu shige yishu de jiaocha yu ronghe —— Lun Kaerweinuo xiaoshuo chuangzuo de shihua zhuiqiu dui Wang Xiaobo de yingxiang” 小说与诗歌艺术的 交叉与融合——论卡尔维诺小说创作的诗化追求对王小波的影响 (Integrare l’arte poetica e la narrativa: sull’influenza calviniana su Wang Xiaobo della ricerca del poetico nella creazione romanzesca), in Chongqing wenli xueyuan xuebao, 28, 6, 2009, p. 52.

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infatti sei volte, proprio come “tradimento”, “tradire” (han 汉), inoltre il loro alternarsi ricorda una sorta di schema metrico, come in un testo poetico dalle rime baciate e incrociate. Un altro elemento importante in questo passo è dato dalla presenza del sillogismo, una pratica di cui Wang Xiaobo si serve diffusamente all’interno delle sue opere e che contribuisce anch’essa a conferir loro un proprio ritmo logico peculiare.168

Un altro esempio del ritmo che contraddistingue le opere di Wang Xiaobo ci è offerto dall’analisi dello studioso Xu Shanshan di un passo del romanzo Wanshou si 万 寿寺 [Il Tempio della Longevità], come riportato qui di seguito:

Chang’an era una città enorme, circondata da una grigia169 cinta muraria. Le mura erano attraversate da dei passaggi ad arco, in cui spesso si vedevano entrare mandrie di asini grigi che trasportavano cereali e legna da ardere. Da mattina a sera, il cielo era avvolto da una grigia foschia. In questa città non vi era un panno che fosse completamente bianco: potevi avere tra le mani il telo più candido del mondo, ma qui si sarebbe fatto grigio in un batter d’occhio. Un tale scenario deprimeva Xue Song, la cui voce, col passare del tempo, si era fatta bassa e roca. Nei giorni freddi, quando guardava la nuvoletta che esalava respirando, si accorgeva che si faceva grigia anche lei. Dunque, questa storia ha un inizio grigio, una tonalità coerente con l’epoca medioevale in cui è ambientata. Nel Medioevo era usanza tingere le vesti con la cenere grigia e le donne usavano le grigie ceneri delle piante per imbellettarsi, perciò il grigio era dappertutto.170

Come fa notare all’interno della propria analisi Xu Shanshan, la parola “grigio” (hui 灰) compare ben nove volte in uno stesso paragrafo, donando al testo una cadenza quasi poetica, dove il ritmo dato dal ripetersi della medesima parola non costituisce una casuale ripetizione del termine, ma costruisce una trama ben studiata, seppur a prima vista molto semplice e apparentemente casuale. Naturalmente, la presenza così diffusa del termine, contribuisce a rendere evocativo il testo, imprimendo nella memoria del lettore il clima

grigio della città di Chang’an.171

168 WANG Yinhui 王银辉, “Xiaoshuo yu shige yishu de jiaocha yu ronghe —— Lun Kaerweinuo xiaoshuo

chuangzuo de shihua zhuiqiu dui Wang Xiaobo de yingxiang” 小说与诗歌艺术的交叉与融合——论卡 尔维诺小说创作的诗化追求对王小波的影响 (Integrare l’arte poetica e la narrativa: sull’influenza calviniana su Wang Xiaobo della ricerca del poetico nella creazione romanzesca), in Chongqing wenli

xueyuan xuebao, 28, 6, 2009, p. 52. 169 Il corsivo è di chi scrive.

170 XU Shanshan 徐珊珊, “Qian xi Kaerweinuo ‘sudu’ de yishu zhuiqiu dui Wang Xiaobo chuangzuo de

yingxiang” 浅析卡尔维诺“速度”的艺术追求对王小波创作的影响 (Breve analisi sull’influenza della ricerca artistica della “rapidità” di Calvino sulla produzione di Wang Xiaobo), in Wenjiao ziliao, 29, 2013, p. 84.

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Sebbene la ripetizione in lingua cinese svolga un ruolo differente rispetto all’effetto di ridondanza quasi erronea che si avverte in italiano, gli esempi sopra riportati mostrano come un così diffuso utilizzo dei medesimi termini, in posizioni ben studiate dall’autore, contribuisca a scandire quel ritmo letterario caratteristico dell’opera di Wang Xiaobo che tenta, attraverso una personale orchestra narrativa, di ricostruire l’amato ritmo prosastico dei suoi maestri.