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dell’abbondanza

6.4 Future Heritage Lab Waag Society Amsterdam

6.4.4 Formare agenti del cambiamento

Nel corso degli ultimi anni l’attività di Waag si è orientata verso una nuova vi- sione strategica. Si è chiaramente delineata una nuova sensibilità che ha portato la organizzazione ad agire come abilitatore di nuovi soggetti, abbandonando progressivamente il ruolo di catatalizzatore, o di facilitatore, nell’ambito di processi di co-design.

Questa nuova sensibilità ha portato alla creazione di un nuovo gruppo di la- voro, il Creative Learning Lab, intorno al quale si sono articolate iniziative co- me teachers maker camp, un corso di formazione (aggiornamento) rivolto alla comunità educativa sulle tematiche legate alla fabbricazione digitale.

L’iniziativa nasce in realtà da una diagnosi più generale riguardo la parziale inadeguatezza del sistema educativo e dalla convinzione che le attività di produzione e progettazione, legate alla fabbricazione digitale, possano contribuire in modo decisivo all’acquisizione di competenze essenziali per i futuri scenari di sviluppo, quali una profonda alfabetizzazione informatica, la creatività, il lavoro in gruppo ed una attitudine positiva verso la soluzione dei problemi.

Teachers maker camp ha rappresentato quindi un primo, indispensabile,

passo nel quadro di una ambiziosa strategia con la quale si pretendeva affrontare il problema di come portare la fabbricazione digitale nelle scuole olandesi.

Il progetto si è articolato su tre grandi linee di attuazione, fornendo in pri- mo luogo, al personale docente, la formazione necessaria per poter condurre le attività di un FabLab, includendo: nozioni di elettronica, una introduzione alla programmazione, modellazione tridimensionale, stampa 3d ed altre tecniche di prototipazione.

Allo stesso tempo si è affrontato un secondo aspetto cruciale: la motiva- zione e una diversa attitudine nei confronti della didattica. Il processo di aggiornamento è servito infatti anche per far riscoprire ai docenti il piacere

di imparare e per far vivere, in prima persona, una esperienza didattica

informale e in molti aspetti sperimentale – saggiando sul terreno gli inevita- bili momenti di incertezza ed insicurezza legati a queste metodologie dell’imparare facendo.

Il terzo aspetto riguarda invece la scalabilità e la riproducibilità dell’espe- rienza che ha consentito di convertire le strutture del FabLab di Waag ad Amsterdam in un moltiplicatore di iniziative, mettendo in rete un buon nu- mero di centri presenti sul territorio nazionale.

Teachers maker camp è oggi un appuntamento annuale, nella sede di Waag,

e negli ultimi tre anni ha sommato già 13 edizioni alle quali hanno assistito oltre 400 docenti. Il formato è stato adattato per iniziative analoghe, rivolte a diverse comunità educative, come la scuola estiva HMC Summerschool rea- lizzata a Rotterdam ed Amsterdam in collaborazione con la Dutch Hout en Meubileringscollege o il primo Librarian Maker Camp, realizzato nel 2017 in collaborazione con la Openbare Bibliotheek Amsterdam (OBA – Biblioteca Centrale di Amsterdam).

Intorno a questi eventi si è inoltre consolidata makereducation.nl, una piattaforma on-line rivolta alla comunità nata intorno alla fabbricazione digi- tale in ambito educativo, per la condivisione di notizie e risorse didattiche. Le esperienze appena presentate, legate alla fabbricazione digitale, descri- vono chiaramente una delle linee di lavoro adottate negli ultimi anni da Waag anche in contesti differenti. Coscienti dei limiti delle proprie risorse, e nel tentativo di aumentare in modo significativo l’impatto sociale delle proprie iniziative, Waag si è data come obiettivo strategico quello di formare agenti

del cambiamento in modo che possano operare, da dentro, nella trasforma-

zione delle diverse entità culturali di appartenenza.

La logica di questi processi di formazione non è quella di sostituire agli

specialisti ma è piuttosto quella di creare una solida base di committenti più

consapevoli e motivati, dotandoli di un vocabolario corretto e dei concetti adeguati per poter esprimere meglio le proprie esigenze e per uscire da una logica di adozione dei processi di innovazione tecnologica per pura imitazio- ne o per conformismo acritico nei confronti delle tendenze in atto.

Su questa linea si è sviluppato anche BigPicnic, un progetto tuttora in corso che rappresenta forse l’esperienza recente di Waag più strettamente legata ai processi di partecipazione per la realizzazione di eventi espositivi.

BigPicnic si articola intorno ad una una rete internazionale di giardini botanici che hanno deciso di promuovere, con il supporto di altre entità, una serie di eventi ed esposizioni per affrontare il tema della sicurezza alimentare.

I giardini botanici hanno da sempre rappresentato uno dei principali punti di incontro e divulgazione tra la ricerca botanica ed il pubblico in generale. Una delle idee forti di BigPicnic è quella di convertire queste istituzioni, e le loro rispettive comunità di utenti, in luoghi per consolidare il dialogo con i ri- cercatori ed i decisori politici sulle questioni legate alla ricerca ed all’innova- zione nel campo dell’alimentazione.

Fig. 06.08 -Big Picnic – una sessione di co-design

La co-creazione di supporti informativi e l’ideazione partecipata di eventi espositivi costituiscono una delle principali strategie di BigPicnic per affrontare, quasi in modo simultaneo, le necessità di divulgazione di temati- che di carattere scientifico – per una audience diversificata – ed il coinvolgi- mento e la sensibilizzazione di ampie fasce di utenti. Nella visione dei suoi promotori infatti non si tratta solo di far arrivare un determinato messaggio ma di creare le dinamiche necessarie per la reale condivisione dell’iniziativa, rendendo le comunità locali non solo partecipi ma co-autrici delle varie ini- ziative legate al progetto.

Il ruolo di Waag, all’interno del consorzio, è stato quello di definire e docu- mentare le metodologie da applicare nelle varie sessioni di co-design. Uno dei documenti chiave è una sorta di “quaderno di attività”, Blueprint of toolkit

for co-creation, i cui contenuti rispecchiano un approccio centrato es-

senzialmente sulle dinamiche relazionali tra i soggetti coinvolti, sia per quanto le fasi di indagine conoscitiva sull’utenza che per gli aspetti più strettamente propositivi.

Co-creation means getting to know audiences,

understanding what their needs are, using knowledge outsi- de of your own expertise, getting input from peers, partners and allies and being open about the process.

Al momento attuale le proposte progettuali dell’iniziativa non sono ancora note, saranno infatti presentate in occasione di un evento, il BigPicnic Festi- val, previsto per l’estate del 2019 a chiusura del progetto de ricerca. È presto quindi per poter verificare in che misura questa esperienza di co-creazione abbia potuto realmente contribuire a migliorare la relazione dialogica tra agenti del cambiamento ed i designer esperti (qualora ne venissero coinvolti alcuni nelle fasi successive).

Le conclusioni che possiamo anticipare al rispetto riguardano invece il fatto che, almeno per quanto riguarda questa iniziativa, la creazione di un evento espositivo sembrerebbe costituire un mezzo, per consolidare de- terminate dinamiche sociali, più che un fine, per la messa a punto di uno spa- zio dedicato alla divulgazione.