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1. The number of international migrants worldwide has continued to grow rapidly over the past

3.1. Nuove dinamiche social

3.1.3. Forme di condivisione

L’abitare collettivo e lo spazio pubblico sono, nella tradizione europea, al centro della città. Negli anni ’80 si riapre una discussione importante intorno a questi temi con l’ IBA berlinese del 1984. Negli anni successivi poi si ha un’inversione di tendenza nel momento in cui l’abitare collettivo e lo spazio pubblico lasciano posto alla frammentazione sociale e spaziale. Vi è una nuova concezione

dell’abitare, l’abitare individuale, con le sperimentazioni olandesi che esprimono al massimo il concetto di singolarità e differenza.

“Lo spazio pubblico lascia posto alla città dispersa: una forma dell’abitare che nega programma- ticamente spazi di condivisione. E’ costruita sullo spazio individuale e trova lì la sua felicità. Le immagini metaforiche che rappresentano le nuove condizioni non hanno più nulla di collettivo: richiamano un’estensione infinita, la genericità, la dispersione, gli orizzonti del ciascuno per sé ed il diritto al perseguimento di interessi ed ambizioni nelle forme a ciascuno più congeniali.”97 Dopo vent’anni si ha una nuova inversione di tendenza, con l’abitare collettivo che torna a far parlare di sé in varie forme: co-housing, condomini solidali, eco-villaggi. Si parla di produrre un abitare aperto e protetto, stabile, sostenibile.

“In altri termini, l’abitare collettivo è un’ espressione di quel movimento verso la condivisione (di luoghi, beni, principi, rischi, insicurezze) che sembra attraversare la società contemporanea. E’ lì che l’abitare collettivo ci porta a riflettere. Su quelle forme leggere ed aperte di condivisione che stanno rifiorendo un po’ ovunque”. 98

Questo sentimento di condivisione non riguarda soltanto il modo di abitare ma sta coinvolgen- do anche altre sfere del vivere quotidiano: il lavoro e l’economia. Il coworking e le economie di condivisione sono fenomeni sempre più diffusi nel panorama delle società moderne: una buona progettazione deve tenere conto anche di questi fenomeni sociali.

COWORKING

Il coworking, è uno spazio di lavoro basato sulla collaborazione e sulla condivisione di servizi, spazi e valori. Questa è una nuova forma di condivisione relativamente recente, il primo esempio si ha nel 2005, e si sta facendo sempre più largo nella società moderna. Gli elementi caratterizzanti il coworking sono condivisione, cooperazione e comunicazione, tutti fattori che alimentano la so- cializzazione e che rappresentano una scappatoia all’isolamento di cui molti lavoratori freelance

soffrono lavorando da casa.

Il coworking prevede l’affitto di una postazione in un open space per un periodo di tempo varia- bile. I professionisti possono quindi condividere un grande ufficio e beneficiare di una gamma variabile di servizi: sale conferenza, aree ristoro e spazi per il relax. Tra i punti di forza del cowor- king vi sono sicuramente il risparmio, la flessibilità dei costi in relazione al tempo di utilizzo e soprattutto, cosa che lo rende una pratica di sempre maggior successo, è il fatto che chi si affida a questa modalità di lavoro gode dell’esperienza di socializzazione e partecipazione ad una comuni- tà, e dell’opportunità di scambio con professionisti anche di altri settori.

Giusto per dare alcuni dati che inquadrano il fenomeno, nel marzo del 2013 più di 110,000 persone lavoravano in uno dei circa 2500 spazi di coworking disponibili in più di 80 paesi. Il coworking si è diffuso in maniera virale in tutti i continenti, in Europa molto più che in America. E’ da notare che “la presenza dilagante di spazi di coworking in determinate città dipende ovviamente dal brio e dalla vitalità che caratterizzano e rendono invitante quel luogo.”99

Secondo sondaggi molti utenti prima di entrare a far parte di un coworking lavoravano da casa, ma la maggior parte frequentava i coffee shops. Riguardo all’opportunità di lavorare da casa, la mag- gior parte degli utenti intervistati ha riferito di preferire il coworking per l’atmosfera, il sentirsi parte di una comunità, e l’interazione, fattori che garantiscono maggiore produttività e combatto- no l’isolamento professionale a cui invece costringe il lavoro da casa.

SHARING ECONOMIES

Le sharing economies, economie di condivisione, sono un fenomeno che si sta diffondendo ra- pidamente a livello globale. E’ un cambiamento su larga scala che interessa tutta la società e che deve il suo successo in particolar modo alla diffusione di Internet. Appena 15 anni fa venne lancia-

to Ebay, un predecessore delle sharing economies, in cui le persone sono contemporaneamente compratori e rivenditori. In questo tipo di economie le persone sono costrette a effettuare tran- sazioni dirette e ad avere contatti diretti l’uno con l’altro, un comportamento che ridefinisce le relazioni tradizionali di mercato.

Ivana Pais individua tre tratti distintivi100 di questo tipo di scambio:la condivisione, intesa come l’utilizzo comune di una risorsa; la relazione orizzontale (peer-to-peer) tra persone (o organizzazio- ni) in cui i confini tra finanziatore, produttore e consumatore vengono meno; la presenza di una piattaforma tecnologica che organizza queste relazioni digitali, che possono essere supportate e alimentate solo grazie alla fiducia generata da sistemi di reputazione digitale.”

Nel condividere l’auto, la casa, il luogo di lavoro, l’abbigliamento, i prodotti digitali, il denaro e l’acquisto non sono più gli elementi cardine delle transazioni e il concetto di proprietà viene ridi- scusso. Al centro ci sono il benessere sociale, il consumo consapevole, il risparmio e la riduzione degli sprechi.

Rachel Botsman afferma: “sharing economies isn’t a transitory trend, but rather a powerful cultu- ral and economic force reinventing not just what we consume but how we consume. (…) an effec- tive transition from a culture of “me” to a culture of “we””. 101

Complice la crisi economica, ma grazie anche alle tecnologie, alla rete e soprattutto a un cambio di filosofia delle giovani generazioni, che mostrano sempre più un’attenzione a mo- delli di crescita sostenibili incentrati sul riutilizzo e su una migliore allocazione di risorse, beni e conoscenza, l’economia della condivisione sta attraversando un rapidissimo sviluppo. Attraverso ilweb si vengono a creare delle vere e proprie comunità, elemento base di questo tipo di economia, intorno a nodi che offrono servizi di condivisione. All’interno di questi gruppi la credibilità di ognuno assume un valore da preservare, perché buona parte del sistema si basa sulla fiducia reciproca, anche se quasi sempre mediata dai portali.

Partendo dalla casa, oggi tramite siti come  Airbnb  o Homeexchange è possibile condividere la pro- pria abitazione o scambiarla con altre in altri luoghi del mondo. Un altro esempio è il Couchsur-

fing, qui l’unica cosa che si condivide è il proprio divano ospitando un viaggiatore per qualche notte. Dal punto di vista dei mezzi di trasposto si è fatto largoBlablacar , un sistema di condivisione della propria autovettura su tragitti medio-lunghi. 102

Non si parla di riscoprire vecchie forme di scambio o di baratto e renderle moderne tramite la rete, ma di un vero e proprio sistema economico, il cui principio cardine è che il valore di un oggetto, o di un servizio, è scisso dalla proprietà e valutato solo sulla base dell’accesso allo stesso. Una rivolu- zione del concetto di proprietà per come lo abbiamo conosciuto ad oggi.