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Figure 2 Map of the city of Hamburg, the county of Hamburg-Mitte and district of Hamburg-St Paul

6.2. Proposta progettuale

Il progetto diventa l’occasione per ripensare il luogo e favorire nuove relazioni con il contesto. La proposta progettuale nasce da un attento studio della morfologia dell’ isolato di St. Pauli e delle sue caratteristiche, al fine di preservare l’immagine peculiare del distretto e del contesto. Le anali-

6.4 Strategia progettuale per aprire l’isolato verso l’esterno e renderlo permeabile, mantenendo la morfologia caratteristica dell’ isolato di St. Pauli.

si effettuate in questa trattazione individuano la necessità di rendere l’isolato urbano permeabile. La strategia progettuale, infatti, coerentemente con queste teorie, cerca di proporre una soluzio- ne che rimanga fedele al contesto. Esaminando l’isolato di St. Pauli, classificandone i difetti e gli elementi che lo rendono anacronistico, si apportano alcune modifiche morfologiche per renderlo contemporaneo.

Il tentativo è quello di aprire l’isolato del quartiere, aprire la corte interna e renderla accessibi- le anche agli utenti esterni, per trasformarla in uno spazio pubblico in diretta continuità con la Spieldbudenplatz. L’ analisi dell’area di St. Pauli ha messo in luce una relativa povertà di spazio pubblico della zona: le uniche eccezioni sono la piazza antistante il sito di intervento e l’area a nord-est, nei pressi del parco Planten und Blomen.

Gli elementi dell’ isolato tipico del distretto, su cui andiamo ad agire sono: • La conformazione della corte interna e la sua chiusura;

• La densità abitativa; • La copertura.

Prima di tutto, per aprire la corte verso l’esterno, si sopraelevano alcuni volumi perimetrali dell’i- solato. Questa operazione fa sì che l’utente non sia ostacolato nell’attraversamento del lotto: una volta arrivati nel sito di interesse si ha una visione a tutto tondo dell’area circostante; il fatto che il blocco urbano sia sopraelevato sul fronte nord, sud ed ovest, permettere di scorgere visivamente ogni lato del lotto. L’unico fronte su cui non si va ad agire perché poco interessante, ma in cui si mantiene il blocco urbano ancorato a terra nella sua interezza, è il lato est: da questa parte, la presenza del teatro Panoptikum e la presenza di un vicolo di poca importanza suggeriscono di chiudere la visuale. L’attraversamento del lotto è quindi fluido, i percorsi possibili sono molteplici, nessuna direzione è privilegiata.

La necessità di densificare l’isolato, per rispondere alle richieste del concorso circa la parte resi- denziale, e la volontà di mantenere un profilo altimetrico il più fedele possibile al contesto, porta ad inserire un volume centrale, in direzione nord sud, all’interno dell’isolato. Il blocco centrale va

a creare due corti interne di dimensioni differenti, che in corrispondenza del piano terra si riu- nificano in un unico spazio. Anche il corpo centrale, infatti, è rialzato rispetto al piano terra, per garantire la permeabilità di cui abbiamo già discusso. Questo volume si presenta leggermente più snello, dal punto di vista dimensionale, dei corpi di lato e a nord. L’operazione di densificazione richiede, comunque, una certa delicatezza.

L’ultima operazione progettuale identifica nelle coperture a falde, tradizionali degli isolati otto- centeschi del distretto, un elemento da eliminare. La copertura, infatti, costituisce un’importante occasione dal punto di vista della socializzazione: estendere lo spazio pubblico, tramite terrazze panoramiche, è un’operazione che permette di estendere lo spazio per l’incontro e la relazione e fornisce un punto di vista privilegiato nei confronti della città e dell’isolato. Come si è già detto in precedenza, il contatto visivo è fondamentale in un edificio ibrido. Senza contatto visivo non si ha integrazione, e la mancanza di integrazione rappresenta un fallimento del modello progettuale. Favorire il contatto visivo diventa ancor più importante quando non è possibile realizzare il contat- to fisico, per requisiti di sicurezza e privacy. Da tutti questi fattori deriva l’importanza di usufruire di una terrazza pubblica praticabile, a coronamento dell’edificio e degli intenti sociali che ci siamo prefissati. Terrazze praticabili, pubbliche e private, si mescolano tra loro e conferiscono qualità all’edificio.

Dal punto di vista funzionale, il progetto punta ad arricchire la complessità dell’area, inserendo spazi commerciali oltre a quelli residenziali.

Il piano terra è caratterizzato da negozi e attività commerciali di dimensioni contenute e a doppio fronte: il tentativo è quello di riproporre una microurbanità, una scala di funzioni che ricordi la città, per evitare “lunghe facciate insignificanti e monotone”142.

Vi sono spazi commerciali, come ad esempio un minimarket, una ciclofficina e una piccola galle- ria d’arte, hall di ingresso all’ostello, alla terrazza panoramica e hall di ingresso alle unità abitative per i residenti. Oltre a questo, un ampio spazio è dedicato all’attività del co-working. Il bando del concorso richiede unicamente che vi siano degli uffici, senza dare ulteriori indicazioni. Alla luce

6.7 Tipologie residenziali per diversi tipi di utenze.

famiglie con un figlio coppie giovani

single utenti

coppie anziane

gruppi di quattro studenti

famiglie con due o più figli

6.8 Distribuzione degli spazi residenziali, dei collegamenti verticali che li servono e delle aree esterne. SPAZI RESIDENZIALI collegamenti aree esterne appartementi monopiano appartamenti duplex

6.9 Distribuzione degli spazi comuni a servizio dei residenti, dei collegamenti verticali che li servono e delle aree esterne.

SPAZI COMUNITARI

spazi comunitari

collegamenti aree esterne

6.10 Distribuzione degli spazi commerciali, dei collegamenti verticali che li servono e delle aree esterne.

SPAZI PUBBLICI / COMMERCIALI

spazi commerciali collegamenti aree esterne 150 m m

dell’ analisi svolta in questa trattazione, si è ritenuto opportuno introdurre degli spazi specifici per il coworking, spazi flessibili che possono essere gestiti a seconda delle esigenze dei lavoratori. Dal piano terra si accede, attraverso un’ ampia scalinata, che può diventare seduta o tribuna per eventuali concerti organizzati nella corte dell’isolato, alla terrazza del primo piano: qui possiamo trovare una caffetteria con i tavolini all’esterno, che godono di un’ ottima visuale sulla Reeperbahn, troviamo l’ingresso alla biblioteca e poi alla sala lettura con la sua loggia esterna. Le pareti vetrate che caratterizzano gli spazi commerciali e pubblici garantiscono il contatto visivo con l’esterno. I piani superiori sono dedicati alla parte residenziale. Il bando del concorso richiede esplicita- mente una varietà tipologica nell’offerta degli appartamenti, in modo da adeguare il programma residenziale alle esigenze della società moderna. Appare ormai chiaro, in seguito alle analisi effet- tuate, che il nucleo familiare tradizionale sia ormai in crisi. Al posto della villetta a schiera per la famiglia tradizionale, tipico degli anni ‘50, composta da marito, moglie e due figli, vi è la necessità di prevedere tipologie residenziali per persone singole, per studenti o per coppie senza figli. Que- sto ha imposto uno studio a livello tipologico: il modulo base è da 30 m2, a cui poi vi si aggiungono moduli da 30, 40, 50 e 60 m2, per soddisfare le metrature richieste. Ad eccezione del simplex da 30 m2, gli altri appartamenti si articolano in duplex e simplex, per garantire ad ognuno di essi un doppio affaccio ed una buona ventilazione.

Tali appartamenti sono disposti, all’ interno dell’ edificio, in modo da avere la massima mixitè tipologica possibile. In un edificio di questa complessità, funzionale e ideologica, anche se sicura- mente più comodo, non avrebbe avuto senso destinare un intero piano agli appartamenti da 60 m2 o da 70. La maggior parte delle unità abitative è dotata di un terrazzo vivibile, attrezzabili con vari tipi di arredo a seconda dei desideri dei residenti.

Sistemi distributivi ibridi organizzano l’accesso alle unità residenziali e agli spazi comuni, previsti ad ogni piano per garantire una vita comunitaria vivace. Ogni spazio collettivo ha una destinazione precisa: vi sono salotti per rilassarsi, sale per studenti, sale per riunioni, lavanderie, sale cinema, laboratori, sale espositive e sale più genericamente polifunzionali. Questa tuttavia è un’indicazio-

ne di massima che il progettista ha voluto dare ma che non vieta che questi spazi siano utilizzati in altri modi. I residenti potrebbero, in alternativa, organizzarsi formando un comitato che gestisca questi spazi durante i vari giorni della settimana e le varie ore della giornata. A seconda dei vari eventi organizzati all’ interno della comunità, vi è la possibilità di scegliere lo spazio più adatto ad una determinata attività. Il penultimo piano del blocco centrale, si svuota delle sue funzioni residenziali e diventa una grande spazio comune: vi si trova una palestra dotata di terrazzo e una ludoteca, in cui eventualmente i genitori possono lasciare i figli a del personale, mentre vanno a fare sport. Questo grande spazio comune culmina con un bar aperto a tutti che dà sulla grande terrazza praticabile pubblica.

Al penultimo piano terrazze pubbliche e per i residenti scavano i volumi e diventano importanti zone per la socializzazione. La grande terrazza sulla Reeperbahn è accessibile ai residenti e non ed è il teatro per attività sportive, aree relax e bar con i tavolini all’aperto. L’ostello panoramico all’ ultimo piano, è collegato attraverso una scala a chiocciola alla grande terrazza e permette che vi sia una mescolanza di utenze.

Coerentemente con le analisi dei casi esistenti, effettuate in questa trattazione, si è preferito limi- tare al minimo il numero di corpi scala e di collegamenti verticali. Questo permette, da una parte di avere una flessibilità maggiore ai vari piani, non avendo i nuclei in cemento armato dei corpi scala ad ostacolare un uso differente dello spazio, dall’altra permette di avere una confluenza dei flussi in entrata e in uscita in pochi punti. Il collegamento verticale non è più solo un elemento strutturale, ma diventa luogo dell’ interazione.

L’edificio si presenta con una volumetria forte e massiccia che interpreta il contesto e lo rende suo. Il rivestimento in mattoni è tipico dell’ isolato di St. Pauli e della tradizione storica di Amburgo. Il tentativo di alleggerire la massa e i volumi ha portato a praticare dei tagli orizzontali che creano un gioco di ombre, generano delle rientranze e arricchiscono la volumetria. Il sistema di aperture, che deriva dall’aver individuato per ogni tipo di ambiente, che sia spazio comune, spazio commer- ciale, camera da letto o soggiorno degli appartamenti, un determinato tipo di finestratura, esprime

1. Spagnoli, L, Storia dell’urbanistica moderna,

Zanichelli, Milano 2012, vol 2

2. Ibidem 3. Ibidem 4. Ibidem 5. Ibidem 6. Ibidem

7. Sonne, W, Dwelling in the Metropolis: Reformed

Urban Blocks 1890-1940, Report for the RIBA Research Trust Award

8. Ibidem, pp. 303-452.

9. Spagnoli, Storia dell’urbanistica moderna

10. Ibidem 11. Ibidem 12. Ibidem 13. Ibidem 14. Ibidem

15. Panerai, P, Castex, J, Depaule, J, Isolato urbano e

città contemporanea, Edizioni Clup, Milano, 1981

16. Ibidem 17. Ibidem

18. Panerai, P, Castex, J, Depaule, J, Isolato urbano e città contemporanea, Edizioni Clup, Milano, 1981 19. Spagnoli, Storia dell’urbanistica moderna

20. Ibidem 21. Ibidem

22. Buxton, P, “Eric Parry’s inspiration: Chilehaus, Hamburg”, in BDOnline, 11 Agosto 2011. 23. Hyatt, A, “AD Classics: Chilehaus / Fritz Höger”, in

Archdaily, 9 Agosto 2011.

24. Spagnoli, Storia dell’urbanistica moderna 25. Spagnoli, Storia dell’urbanistica moderna

26. Ibidem

27. The Archigram Archival Project

28. Farina, M, Spazi e figure dell’abitare. Il progetto

dell’abitazione contemporanea in Olanda, Quodlibet Studio, Macerata, 2012

29. Ibidem 30. Ibidem 31. Ibidem 32. Ibidem 33. Ibidem

34. Spagnoli, Storia dell’urbanistica moderna 35. Reale, L, La città compatta. Sperimentazioni

contemporanee sull’ isolato urbano europeo, Gangemi Editore, Roma 2012.

36. Ibidem 37. Ibidem

38. Arsuffi, L, Joseph Paul Kleihues, Piano generale della Internationale Bauausstellung, IBA Berlin, 1979-1987.

39. Reale, L, La città compatta.

40. Eurostat, Statistics on European cities. Marzo 2015.

41. Ibidem

42. Mela, A, Sociologia delle città, Carocci Editore, Roma 2006

43. Spagnoli, Storia dell’urbanistica moderna

44. Ibidem 45. Ibidem

46. ERSAF, Definizioni consumo di suolo. 47. Reale, L, La città compatta

48. Dieleman, F, Wegener, M, “Compact City and Urban Sprawl”, in Built Environment, vol 30, n° 4 49. Jacobs,J, Vita e morte delle grandi città, Einaudi

Editore, Torino, 1969

50. Ibidem 51. Ibidem 52. Ibidem

53. Reale, L, Densità, città, residenza. Tecniche di densificazione e strategie anti sprawl, Gangemi Editore, 2008.

54. Ibidem

55. Otti, L, Dimensione, Diversità, Densità. Soluzioni per l’isolato urbano dello studio Steidle+Partner, Tesi di Dottorato, Università degli Studi Roma Tre

56. Ibidem 57. Ibidem

58. Krier, L, “Analisi e progetto dell’isolato urbano tradizionale”, in Lotus International, Electa

59. Ibidem 60. Ibidem 61. Ibidem

62. Jacobs,J, Vita e morte delle grandi città 63. Gehl, J, Vita in città, Spazio urbano e relazioni

sociali, Maggioli Editore, Rimini, 1991

64. Ibidem 65. Ibidem 66. Ibidem 67. Ibidem

68. Burrascano, M, I frammenti della città europea.

Città Architettura Progetto, Alinea Editrice, Firenze, 2008

69. Otti, L, Dimensione, Diversità, Densità

70. Ibidem 71. Ibidem

72. Frampton, K, Storia dell’architettura moderna,

Zanichelli, Bologna, Zanichelli, 2012

73. Ibidem

Note

74. Ibidem 75. Ibidem 76. Ibidem

77. OECD, The creative society of the 21st century,

Paris, 2000

78. European Union Regional Policy, Cities of

Tomorrow. Challenges, visions, ways forward, ottobre 2011.

79. Mela A, Sociologia delle città

80. Ibidem

81. International Futures Program, The future of families to 2030, Paris 2011

82. Ibidem 83. Ibidem

84. Eurostat, Migration and migrant population statistics.

85. Ibidem 86. Ibidem 87. Ibidem

88. United Nations, World Urbanization Prospects, 2014

89. Unhabitat, State of the world cities, 2013

90. Ibidem

91. AA.VV., Lavoro e lavori. Strumenti per comprendere il cambiamento, Franco Angeli, Milano 2011

92. Ibidem 93. Ibidem

94. European Commission. More Options for Energy Efficient Mobility through Car-Sharing (MOMO CAR-SHARING).

95. Gaete, C, Hamburg’s Plan to Eliminate Cars in 20

Years.

96. Ibidem

97. Sampieri, A, L’abitare collettivo, Franco Angeli Urbanistica, Milano, 2011

98. Ibidem

99. Carrino, F, Lisanti, F, Nuove forme di lavoro:

coworking, Tesi di Master, Fondazione ISTUD 100. Lucchio, M, Che cos’è la sharing economy e

perché è il ponte fra aziende e startup. Novembre 2013.

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abitazione collettiva”, in L’abitare collettivo, a cura di Sampiero, A, 2011, p 67-80

104. Ibidem

105. Reale, L, Densità, città, residenza.

106. Fenton, J, Holl, S, “Hybrid Buildings”, in Pamphlet

Architecture, n°11, 1985

107. Avitabile, F, Prospettive ibride negli spazi urbani

contemporanei, Tesi di Dottorato, Università degli Studi di Napoli Federico II, 2010-2013

108. Ibidem 109. Ibidem 110. Ibidem

111. Musiatowicz, M, Hybrid vigour and the art

of mixing, in “Hybrid I: High-rise mixed use buildings”, a+t ediciones, 2008, p. 4-17

112. Ibidem

113. Gringhuis, R, Wiesner, T, An exploration into the

qualities of a true hybrid building, Master Thesis, University of Delft, 2014

114. Fenton, J, Holl, S, “Hybrid Buildings”

115. Ibidem

116. Fernandez Per, A, Mozas, J, Arpa, J, This is Hybrid, a+t publishers, 2011

117. Ibidem 118. Ibidem 119. Ibidem 120. Ibidem

121. Fernandez Per, A, Mozas, J, Arpa, J, This is Hybrid, a+t publishers, 2011

122. Ibidem

123. Ibidem 124. Ibidem

125. Komossa, S, Marzot, N, Cavallo, R, Groundscrapers.

Vitalizing the tradition of the urban low rise, mixed- use hybrid buildings, TU Delft

126. Ibidem

127. Striedieck, M, Causes, developments and

consequences of gentrification processes. A case study of the urban district of Hamburg-St. Pauli, Master Thesis.

128. Striedieck, M, Causes, developments and consequences of gentrification processes. 129. SAGA GWG, Stadtteilinformation St. Pauli, 2007

130. Ibidem 131. Ibidem 132. Ibidem. 133. Ibidem 134. Ibidem 135. Ibidem 136. Ibidem 137. Ibidem 138. Ibidem 139. Ibidem 140. Ibidem 141. Ibidem

7. Riferimenti

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