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I processi di urbanizzazione dagli anni 70 ad ogg

Nei primi anni settanta il boom economico che si è verificato dopo la seconda guerra mondiale si arresta ed emerge un nuovo scenario economico che si manifesta in parallelo al verificarsi di un processo di urbanizzazione veloce ed esteso.

Dal punto di vista della composizione demografica delle città europee, da quelle di dimensioni minori alle metropoli, ci si trova davanti ad una commistione di etnie e di culture diverse come mai prima d’ora. La libera circolazione all’interno della Comunità Europea ha sicuramente favo- rito questo fenomeno, insieme ovviamente ai flussi migratori. Oltre a questi fenomeni vi è anche da notare come ultimamente si sia assistito in generale ad una diminuzione delle nascite e ad una diminuzione della popolazione “nativa” all’interno degli stati membri. 40

In europa circa il 72,4% della popolazione vive all’interno di aree edificate definite come città, metropoli o sobborghi.41

La qualità della vita all’interno di questi insediamenti appare un fattore fondamentale e cruciale in quanto attrae forza lavoro, imprese, studenti e turisti. Tuttavia, la concentrazione di risorse eco- nomiche e sociali all’interno delle città può portare alcuni effetti collaterali indesiderati come la criminalità e la creazione di aree congestionate. Le città e le metropoli sono al tempo stesso causa

e soluzione dei cambiamenti sociali, economici e ambientali che stanno avvenendo in questi ulti- mi anni ed è per questo che gli stati dell’Unione Europea si stanno impegnando per assicurare una crescita urbana che segua principi di sostenibilità42.

Di fronte a questi cambiamenti demografici, con una portata così ampia sia a livello economico che a livello sociale, gli stati europei si trovano davanti a numerose sfide per quanto riguarda l’edi- lizia residenziale: una crescente domanda abitativa, la necessità di combattere lo sprawl urbano, favorire l’integrazione dei gruppi sociali più deboli e poveri all’interno della società e del mercato edilizio, la necessità di promuovere uno sviluppo sostenibile.

La dimensione media degli appartamenti nei vari paesi dell’Unione Europea riflette ed è una con- seguenza, almeno in parte, della crescente densità della popolazione e delle abitazioni, delle va- riazioni dei prezzi dei terreni edificabili e delle abitazioni stesse. I cambiamenti demografici e l’aumento della mobilità della popolazione si traducono in un numero minore medio di persone per abitazione. Probabilmente questo fenomeno nei prossimi anni porterà ad una dissoluzione del nucleo tradizionale familiare, ad un incremento di persone anziane con un divario crescente fra le varie fasce d’età, ad una richiesta sempre maggiore di abitazioni di dimensioni più piccole. Oggi la pianificazione urbanistica pone con forza il tema della qualità dello spazio urbano e dei complessi meccanismi che lo generano e ne consentono una fruizione soddisfacente.

Nel continente Europeo negli ultimi decenni si sono verificati rilevanti fenomeni di deindustrializ- zazione che hanno portato alcuni cambiamenti a livelli della progettazione urbanistica. E’ in questi anni che cominciano a farsi spazio studi come quelli condotti da Bill Hillier, in cui si indaga sui comportamenti e sull’uso degli spazi all’interno dell’ambiente costruito, richiamando l’attenzione sulla necessità di progettare insediamenti più integrati spazialmente e socialmente al loro interno e in rapporto all’intorno43.

Molti interventi dei primi anni novanta implicano una radicale critica ai modelli insediativi mo- dernisti: viene infatti proposta la creazione di “cortine edilizie di altezza limitata in grado di defini- re uno spazio pubblico che si vorrebbe contrassegnato da funzioni non residenziali accessibili agli

abitanti attraverso brevi percorsi pedonali44”.

Negli anni novanta, inoltre, si dà definitivamente la priorità agli interventi nelle aree dismesse incorporate nei tessuti esistenti, in modo da creare una città il più possibile compatta, servita da un trasporto pubblico efficiente, caratterizzata da densità superiori a quelle suburbane e da una compresenza di attività lavorative, del commercio, dei servizi sociali e per l’istruzione e il tempo libero.

In Germania, l’apertura della porta di Brandeburgo nel 1989 rappresenta la premessa di un proces- so di unificazione che avverrà in tempi molto brevi. Nei primi anni novanta si verificano fenomeni migratori verso la parte occidentale del territorio tedesco, dove nascono nuovi distretti terziari, zone industriali, quartieri residenziali di notevole estensione. A Berlino, per l’area centrale della città nella quale, dopo la caduta del muro è molto netta la differenziazione fra la parte est e ovest, si pensa ad un assetto unitario. Nei primi anni Novanta il progetto per la zona Leipziger-Potsda- mer Platz è caratterizzato da un tessuto a blocchi che costituirà la base per i successivi concorsi indotti nell’area dai maggiori proprietari, Sony e Daimler-Benz. Renzo Piano per la Daimler-Benz “reinterpreta infatti il tema del rapporto con la città storica che ha informato il progetto di Hilmer, articolando il progetto intorno ad una strada che da Potsdamer-Platz si sviluppa fino ad una piazza, mentre Helmut Jahn per la Sony, progetta un grande spazio all’interno di un blocco che sottrae alle strade circostanti importanti funzioni45”.

Nelle zone esterne, per rispondere all’aumento della popolazione, è previsto il completamento di settori già urbanizzati che sono integrati dal punto di vista delle funzioni, per realizzare uno spa- zio pubblico più fruibile. Vengono proposte tipologie insediative organizzate in base ad isolati che definiscono uno spazio pubblico caratterizzato da strade, piazze e parchi.

La diffusione di spazi commerciali nei centri urbani ha favorito la formazione di estesi settori pedonali, valorizzando i tessuti storici ancora presenti in centri come Friburgo o Monaco. Inoltre il tentativo di creare insediamenti compatti, caratterizzati da un buon accesso attraverso il tra- sporto pubblico, limitando l’uso dell’automobile e valorizzando gli spostamenti pedonali e ciclabili

risulta evidente a Friburgo, Hannover, Amburgo. Proprio ad Amburgo, nel 2000, è stata promossa la costruzione, lungo uno dei fronti d’acqua più estesi in Europa, di un intervento, denominato Hafencity, che prevede la realizzazione di residenze, spazi commerciali ed uffici. La presenza, in questo insediamento, di uno spazio pubblico contrassegnato da numerose attrezzature culturali e commerciali crea nuove e più intense relazioni con il fiume Elba e con la città.